Napoli, De Magistris trionfa in tutte le zone, Lettieri paga l’astensione nelle periferie

di Vincenzo Emanuele

Per capire lo straordinario risultato delle elezioni comunali di Napoli è importante approfondire l’analisi del voto sviscerando i dati provenienti dalle 10 municipalità del capoluogo campano. Le Tabelle 1 e 2 riassumono i risultati dei candidati rispettivamente al primo e al secondo turno nella città, mentre le Tabelle 3 e 4 illustrano il voto di primo e secondo turno nelle 10 zone.

Il primo dato di cui tener conto è quello relativo all’affluenza, diminuita di 10 punti: al primo turno era stata del 60,3% (già in calo di oltre 6 punti rispetto al 2006), ieri del 50,6%. L’alta astensione è stata pagata duramente dal candidato di centrodestra, come vedremo tra breve. Ma nella spiegazione della disfatta di Lettieri c’è anche l’incapacità di conquistare il voto dei candidati minori[1], tanto che a distanza di due settimane, l’imprenditore berlusconiano perde addirittura consensi (quasi 40 mila), mentre De Magistris ha più che raddoppiato i propri voti, passando da 128 mila a oltre 264 mila. Alla fine in città, l’ex Pm, che partiva con 11 punti di svantaggio sul rivale, lo sopravanza di oltre 30 punti.

Tab. 1 Napoli, voti maggioritari primo turno

Tab. 2 Napoli, voti maggioritari ballottaggio

Ma come si spiega questo risultato clamoroso? La chiave è confrontare il voto di questi due turni fra le varie zone della città. Al primo turno De Magistris aveva vinto in due municipalità, vale a dire a Vomero-Arenella e a Bagnoli –Fuorigrotta, mentre Lettieri, vincente nelle rimanenti 8, si era imposto con particolare forza nelle circoscrizioni periferiche (7 e 9).

Tab. 3 Napoli, voti maggioritari primo turno distinti per municipalità

Tab. 4 Napoli, voti maggioritari ballottaggio distinti per municipalità

Legenda municipalità

Al secondo turno De Magistris ha trionfato in tutte le 10 zone, con scarti in molti casi clamorosi: 45 punti a Bagnoli-Fuorigrotta e Arenella-Vomero, le due aree già fatte proprie dal candidato progressista al primo turno. Ma De Magistris va molto forte anche in altri quartieri, come nella municipalità 6, la zona in cui Morcone aveva fatto meglio (32,4%). Questo significa che l’ex Pm ha convinto gli elettori Pd a convergere su di lui. Le aree in cui De Magistris vince “di meno” sono le municipalità comprendenti i quartieri “difficili” di Secondigliano (la numero 7, 56,5%) e Pianura (la numero 9, 59,8%), oltre all’area residenziale e “borghese” di Posillipo e S. Ferdinando (59%).

L’impressione è che per comprendere la ragione dello smisurato consenso coagulatosi attorno al candidato dell’Idv, dobbiamo guardare al dato relativo all’affluenza. A fronte del 50,6% di partecipazione complessiva, l’astensionismo ha colpito in modo asimmetrico tra le 10 municipalità. Nelle circoscrizioni di più forte consenso per De Magistris e in generale nelle zone “bene” di Napoli, l’afflusso alle urne si è mantenuto su livelli accettabili, calando solo di pochi punti: nel Vomero, il quartiere in cui il neo-sindaco è nato e cresciuto, l’affluenza, già molto più alta della media al primo turno, è scesa solo di 4 punti, rimanendo di 12 punti superiore alla media cittadina. Al contrario, la partecipazione è crollata nelle zone periferiche, più esposte all’attribuzione di un voto clientelare, o semplicemente di tipo personale, per un candidato consigliere al primo turno, ma meno motivate a recarsi alle urne al ballottaggio per esprimere una preferenza sul sindaco. Grazie soprattutto al traino del voto di lista (le liste civiche e quelle espressione di partitini locali a sostegno di Lettieri, al primo turno, hanno superato il 20% in molte municipalità) il candidato di centrodestra si era ritrovato avanti di molti punti a Pianura, Scampia, Secondigliano etc. Ieri, invece, l’affluenza è scesa al 43% nella zona 7 e ha oscillato tra il 45% e il 49% in tutte le altre zone di periferia. (https://matchkicks.com) Con questi numeri, Lettieri non avrebbe comunque potuto vincere. In più, ha anche peggiorato la propria performance in termini percentuali, segno che alcuni elettori di questi quartieri non solo non lo hanno più votato, ma hanno optato per De Magistris (che ad esempio nella zona 8 passa dal 22,4% al 63,5%), forse contagiati dal vento di cambiamento che ha soffiato in queste due settimane in città. Dunque, Lettieri era un candidato debole e in questo senso un campanello d’allarme si era già fatto sentire al primo turno, quando aveva raccolto 5 punti in meno della somma delle sue liste.

In sintesi, il centrodestra fallisce nell’opportunità di riconquistare Napoli per la debolezza del suo candidato sindaco e per l’incapacità di mobilitare al voto gli elettori “periferici”. Il centrosinistra si conferma al potere, seppure nella discontinuità rappresentata dalla figura di De Magistris, autore di un successo la cui portata sembra richiamare la vittoria di Bassolino nel 1997: solo il tempo dirà se le speranze suscitate dalla sua leadership si tradurranno o meno in un reale cambiamento per la città.


[1] Vedi l’analisi sui flussi di Lorenzo De Sio su questo sito

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.