Il bacino del Movimento 5 Stelle: molti giovani adulti che lavorano, e soprattutto diplomati

di Nicola Maggini

Le recenti elezioni comunali del maggio 2012 hanno registrato l’affermazione del Movimento 5 Stelle (M5S). L’Osservatorio politico del Cise ha effettuato, nel corso dell’ultimo anno, tre “ondate”, ossia tre sondaggi (primavera 2011, 1500 casi; autunno 2011, 1500 casi; primavera 2012, 2500 casi) relativi alla politica italiana e al rapporto tra i cittadini e i partiti. Risulta pertanto di particolare interesse esaminare i vari aspetti della progressiva espansione elettorale del M5S attraverso l’analisi dei dati individuali. Chi sono i simpatizzanti del M5S? Per avere una misura ancora più precisa (rispetto alle tradizionali intenzioni di voto) del profilo dell’elettorato (potenziale) del movimento di Beppe Grillo, una variabile di particolare interesse è la cosiddetta propensione al voto per un partito (Ptv, propensity to vote)[1].

La Ptv viene misurata chiedendo all’intervistato quanto è probabile in futuro che possa mai votare per un partito (vengono testati tutti i principali partiti), su una scala da 0 a 10 – dove 0 significa “per niente probabile” e 10 significa “molto probabile”. Si tratta di una domanda utile per due motivi: innanzitutto ci permette di intercettare gli orientamenti dell’intero campione, dal momento che la quasi totalità degli intervistati accetta di rispondere a queste domande (mentre sulle intenzioni di voto ai partiti risponde solo una minoranza, circa il 43% , e per i partiti minori, come il M5S nelle prime ondate, il numero dei casi è pertanto molto basso); in secondo luogo la Ptv ci permette di identificare – selezionando chi dà a un partito un punteggio particolarmente alto – il potenziale elettorale del partito. Un dato particolarmente utile in una fase di transizione come quella attuale. Per favorire la lettura dei dati, abbiamo ricodificato la Ptv per il M5S in tre categorie:  “poco probabile” (valori da 0 a 4),  “forse” (valore pari a 5),  “molto probabile” (valori da 6 a 10). Un valore della Ptv superiore a cinque indica dunque il potenziale elettorale di un determinato partito.

Per esaminare il profilo dell’elettorato potenziale del M5S è opportuno incrociare tale variabile con alcune caratteristiche socio-demografiche di base (età, genere, titolo di studio, professione, zona geografica di residenza). Riportiamo qui di seguito le cross-tabulazioni che presentavano un test Chi quadro statisticamente significativo.

Come si può vedere dalla Fig.1,  il potenziale elettorale del M5S nel dicembre 2011 è fortemente sovra-rappresentato rispetto alla media nella classe di età 26-35 (26,7% contro il 15,7% totale) e nettamente sotto-rappresentato tra gli over 65 (4,5% contro il 15,7% totale). Lo stesso si verifica nella primavera 2012, ma in questo caso il potenziale elettorale è nettamente sovra-rappresentato anche nella classe di età 36-45 (26,5% contro il 19,8% totale, mentre nell’autunno del 2011 la sovra-rappresentazione era di entità inferiore).

La Fig.2 mostra invece la cross-tabulazione tra il potenziale elettorale del M5S e il titolo di studio. In entrambi gli anni, il potenziale elettorale del movimento di Grillo è sotto-rappresentato rispetto alla media tra chi non ha nessun titolo di studio o ha solo la licenza elementare, mentre è sovra-rappresentato tra i diplomati (soprattutto nell’autunno 2011). Il potenziale elettorale del M5S, infatti, tra chi non ha nessun titolo di studio o ha solo la licenza elementare, è pari al 7,3% nell’autunno 2011 (contro il 15,7% totale) ed è pari al 12,9% nella primavera 2012 (contro il 19,8% totale). Al contrario, il potenziale elettorale del M5S tra i diplomati è pari al 20,5% nell’autunno 2011 (contro il 15,7% totale) ed è pari al 23,6% nella primavera 2012 (contro il 19,8% totale). Sostanzialmente attorno alla media in entrambe le ondate è, invece, il potenziale elettorale tra i laureati e tra chi ha la licenza media.

Infine, la Fig.3 mostra l’incrocio tra il potenziale elettorale del M5S e la professione dell’intervistato. Nell’autunno 2011 il potenziale elettorale del M5S è sovra-rappresentato rispetto alla media tra gli studenti e nettamente sovra-rappresentato tra gli impiegati (pubblici e privati) e soprattutto tra i disoccupati (pari al 29% contro il 15,7% totale), mentre è chiaramente sotto-rappresentato tra i pensionati (pari all’8% contro il 15,7% totale). Nella primavera 2012 si verifica un certo cambiamento: il potenziale elettorale del movimento di Grillo è sovra-rappresentato  (oltre che tra gli impiegati) anche tra gli operai  e soprattutto nella borghesia (pari al 30,4% contro il 19,8% totale), mentre continua ad essere sotto-rappresentato tra i pensionati (in coerenza del resto con quanto abbiamo visto in precedenza circa la sotto-rappresentazione tra gli over 65). Attorno alla media si assesta, invece, il potenziale elettorale del M5S tra i disoccupati e soprattutto tra gli studenti, cessando di essere sovra-rappresentato.

In conclusione, l’analisi del potenziale elettorale del movimento di Grillo ha fatto emergere un profilo preciso dal punto di vista socio-demografico: i potenziali elettori del M5S nella primavera del 2012 sono sovra-rappresentati rispetto alla media nelle fasce di età giovanili e centrali (26-35, 36-45) e sotto-rappresentati tra gli over 65, sono sovra-rappresentati tra i diplomati e sotto-rappresentati tra chi non ha nessun titolo di studio o ha solo la licenza elementare e, infine, sono sovra-rappresentati tra gli operai, gli impiegati e soprattutto tra la borghesia, mentre sono sotto-rappresentati tra i pensionati. In altre parole il bacino elettorale del M5S è costituito da molti giovani adulti che lavorano, e soprattutto diplomati.



[1] La Ptv per il Movimento 5 Stelle è stata chiesta nel sondaggio dell’aprile 2012 e nel sondaggio del dicembre 2011, ma non nel sondaggio dell’aprile 2011.

Nicola Maggini è ricercatore in scienza politica. È membro del laboratorio di ricerca spsTREND "Hans Schadee" presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali) e di ITANES (Italian National Election Study). In precedenza è stato Jean Monnet Fellow presso lo Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo e ha partecipato a due progetti di ricerca europei Horizon 2020: Sirius-Skills and Integration of Migrants, Refugees and Asylum Applicants in European Labour Markets e TransSol-Transnational solidarity at times of crisis. Si è addottorato, con lode, in Scienza della Politica all’Istituto Italiano di Scienze Umane nel marzo 2012. Ha pubblicato articoli in diverse riviste scientifiche italiane e internazionali, tra cui European Political Science Review, Journal of Common Market Studies, West European Politics, American Behavioral Scientist, South European Society and Politics, Italian Political Science Review, Journal of Contemporary European Research, Quality & Quantity, Italian Political Science, Italian Journal of Electoral Studies, International Sociology e Quaderni di Scienza Politica. Ha pubblicato, per Palgrave MacMillan, il libro Young People’s Voting Behaviour in Europe. A Comparative Perspective (Palgrave Macmillan, 2016). È inoltre coautore di diversi capitoli in volumi collettanei e ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE. Ha curato (con Andrea Pedrazzani) Come siamo cambiati? Opinioni, orientamenti politici, preferenze di voto alla prova della pandemia (Fondazione Feltrinelli, 2021). Infine, è autore di diverse note di ricerca pubblicate nella serie dei Dossier CISE. I suoi interessi di ricerca si concentrano sullo studio degli atteggiamenti e comportamenti socio-politici, dei sistemi elettorali, del comportamento di voto e della competizione partitica in prospettiva comparata.