Il giudizio sul governo Monti e la soddisfazione per la democrazia

di Federico De Lucia

Il Panel Elettorale CISE, sia ad aprile che a novembre, ha chiesto allo stesso gruppo di 1524 intervistati di esprimere un proprio giudizio sul governo Monti e sulla eventualità che esso si riproponga anche dopo le prossime elezioni politiche. Le risposte che essi hanno dato a novembre sono state abbastanza diverse da quelle date sette mesi prima. Vediamole (Tab.1 e Tab.2).

Tab 1. Il giudizio sul Governo Monti

Ad aprile gli intervistati che avevano espresso un parere abbastanza o molto positivo del governo Monti erano stati 619 su 1524, pari al 40,6%, mentre quelli che ne avevano espresso uno abbastanza o molto negativo erano 854, pari 56,1%. A novembre, all’interno dello stesso gruppo di 1524 intervistati, i soddisfatti sono diventati 731 (il 48%) e gli insoddisfatti 762 (il 50%). Pertanto, nell’arco degli ultimi sette mesi si è assistito ad un sensibile miglioramento dei giudizi sul governo.

Tab. 2 Il giudizio sull’ipotesi di un nuovo Governo Monti dopo le prossime elezioni politiche

Lo stesso vale per il giudizio che i nostri intervistati danno dell’ipotesi che un governo Monti rimanga in carica anche dopo le prossime elezioni politiche. In questo caso, i pareri positivi sono passati da 517 a 616, ovvero dal 33,9% al 40,5%. Quelli negativi sono diminuiti da 913 a 862, dal 60% al 55,7%.

Al fine di meglio comprendere i cambiamenti registrati nelle risposte a queste due domande, le abbiamo disaggregate in base all’auto-collocazione sull’asse sinistra-destra e alla professione.

Partendo dall’auto-collocazione, il miglioramento dei giudizi sul governo Monti (Tab.3) appare diffuso su tutto lo spettro politico: esso coinvolge in particolare, ed in modo molto più massiccio, le aree politiche che meno gli erano favorevoli ad aprile (la Destra e i non collocati), mentre i giudizi di coloro che già ne esprimevano di favorevoli sono migliorati in modo molto meno marcato. La Sinistra in particolare, viene raggiunta dal Centro nella percentuale di giudizi molto o abbastanza positivi.

Tab.3 Il giudizio sul Governo Monti. Disaggregazione in base all’auto-collocazione sull’asse sinistra-destra

Tab.4  Il giudizio sull’ipotesi di un nuovo Governo Monti dopo le prossime elezioni politiche. Disaggregazione in base all’auto-collocazione sull’asse sinistra-destra

Lo stesso vale per la seconda domanda (Tab.4), quelle relativa al giudizio sulla prospettiva di un governo Monti futuro. Qui il dato è ancora più evidente: da aprile a novembre, i giudizi positivi sono rimasti sostanzialmente invariati nell’elettorato di Sinistra, mentre sono aumentati molto nelle altre tre aree politiche (specialmente nei non collocati).

Per quanto riguarda invece lo status professionale, il giudizio sul governo Monti (Tab.5) migliora molto, ed in modo abbastanza diffuso, nelle varie categorie professionali. I miglioramenti maggiori si registrano nella borghesia, nel settore impiegatizio privato e fra i pensionati. Migliora molto anche la valutazione della classe operaia, che però resta, assieme a quella dei disoccupati, quella meno favorevole al governo. L’unica categoria che ha peggiorato il proprio giudizio è quella delle casalinghe.

Tab.5 Il giudizio sul Governo Monti. Disaggregazione in base alla professione

Tab.6  Il giudizio sull’ipotesi di un nuovo Governo Monti dopo le prossime elezioni politiche. Disaggregazione in base alla professione

Sulla probabilità di un nuovo governo Monti (Tab.6), come detto, i giudizi positivi aumentano, ed aumentano all’interno di tutte le categorie professionali, con due eccezioni: gli studenti e gli impiegati del settore pubblico. Si tratta però di due categorie che ad aprile si esprimevano a favore di tale prospettiva in modo superiore alla media. Restano scettici su un ipotetico Monti bis i disoccupati, mentre l’altra categoria poco favorevole a tale scenario, gli operai, sono oggi rientrati in media con il giudizio complessivo.

Ai nostri intervistati abbiamo anche chiesto di esprimere il proprio grado di soddisfazione sul funzionamento della democrazia italiana (Tab.7). In questo caso, e non appare certo una contraddizione rispetto all’incremento dei giudizi positivi sull’operato di un governo che rimane di natura tecnica, si registra un peggioramento delle valutazioni degli intervistati. Il numero di persone che si dichiara poco o per niente soddisfatto resta altissimo: era di 1297 su 1524 ad aprile, è di 1329 oggi. Si registra cioè persino un lieve incremento: dall’85,1% all’86,6% del totale. Ma la cosa ancora più grave è che all’interno di questo gruppo cresce significativamente la componente più radicalmente insoddisfatta: da 561 intervistati (il 36,8%) a 648 (il 42,5%).

Tab. 7 La soddisfazione nel funzionamento della democrazia italiana

Disaggregando tali risposte in base all’auto-collocazione (Tab. 8 ) si nota come tutto il lieve incremento del numero assoluto di insoddisfatti si concentri nell’ambito della Destra e dei non collocati. La radicalizzazione di tale insoddisfazione è invece un fenomeno che pare caratterizzare tutte le aree politiche, e dunque anche il Centro e la Sinistra.

Tab. 8 La soddisfazione nel funzionamento della democrazia italiana. Disaggregazione in base all’auto-collocazione sull’asse sinistra-destra

Per quanto riguarda invece la disaggregazione per status professionale (Tab. 9), si nota come sono in particolare due i settori in cui l’insoddisfazione aumenta rispetto ad aprile: i disoccupati ed in particolare gli studenti, che ormai raggiungono i livelli record di insoddisfazione di operai e casalinghe. In lievissima controtendenza rispetto all’incremento medio della insoddisfazione è il settore impiegatizio. Contrariamente a quanto si può dire per il settore pubblico, che già ad aprile era il meno insoddisfatto, per il settore privato è tale inversione di tendenza è certamente una novità.

Tab. 9 La soddisfazione nel funzionamento della democrazia italiana. Disaggregazione in base alla professione

 

Federico De Lucia ha conseguito la laurea magistrale in Scienza della Politica e dei Processi Decisionali, presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università di Firenze, discutendo una tesi dal titolo “Le Regioni a Statuto Speciale nella Transizione italiana. Forma di governo, sistema elettorale, sistema partitico.” Nel periodo degli studi universitari ha svolto tre tirocini presso gli uffici della Regione Toscana, nel Settore di assistenza alla I Commissione (Affari Istituzionali, Programmazione e Bilancio) del Consiglio e nell'Osservatorio elettorale regionale, presso la Presidenza. Ha poi partecipato poi al Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari "Silvano Tosi". Dal luglio 2013 al maggio 2018 ha lavorato presso FB & Associati, una società che si occupa di consulenza nel campo delle relazioni istituzionali. In tale società ha fondato e poi diretto per cinque anni FBLab, un Centro studi che si occupa di monitoraggio parlamentare e analisi dello scenario politico. Inoltre, è membro del CISE sin dalla sua costituzione, ha scritto numerosi contributi nei Dossier CISE e ha curato il quarto volume (Le Elezioni Politiche 2013). Oggi è funzionario del Ministero dell'Interno. I suoi principali interessi sono lo studio dell’assetto istituzionale, dei sistemi elettorali e dell’evoluzione storica dei sistemi partitici, nonché la raccolta, la catalogazione ed il confronto dei dati elettorali, a livello locale, nazionale ed internazionale.