Comunali 2013: le percentuali di coalizioni e partiti nei comuni capoluogo

di Federico De Lucia

In questo articolo mostriamo le percentuali di consenso ottenute dalle coalizioni e dai partiti alle recentissime elezioni comunali. L’aggregato territoriale cui facciamo per il momento riferimento è l’insieme dei 16 comuni capoluogo in cui si è votato domenica e lunedì scorsi. Poiché in tale aggregato una componente demografica estremamente significativa è costituita dal comune di Roma, presentiamo i risultati della capitale separati da quelli degli altri 15 comuni.

Nella Tabella 1 sono riportati i risultati della competizione maggioritaria, ovvero quella fra i candidati alla carica di sindaco. Il confronto è operato con la tornata amministrativa precedente, che nella metà dei casi (Roma compresa) si colloca nel 2008, e con le elezioni politiche dello scorso febbraio (in tal caso ovviamente i voti sono quelli proporzionali delle coalizioni). Riportiamo solo i valori percentuali perché le grandi differenze di partecipazione al voto rendono di scarso interesse il confronto fra dati assoluti.

Tab. 1 – Percentuali di consenso ai candidati sindaco e alle coalizioni in tre tornate elettorali.

 

Come si vede, i candidati di centrosinistra mantengono una posizione di assoluta predominanza, restando oltre il 40% dei voti sia nella capitale che negli altri capoluoghi. Si tratta di prestazioni che confermano o addirittura accrescono quelle dello scorso turno amministrativo, e questo nonostante una presenza piuttosto significativa (oltre il 5% nell’aggregato extra-capitolino) di candidati di disturbo appartenenti alla propria area politica. Tutt’altra cosa rispetto ai pessimi risultati delle politiche, che in questa tabella sembrano configurarsi come una sorta di sfortunata parentesi.

Il centrodestra subisce invece un notevole calo rispetto al turno amministrativo precedente, perdendo 10 punti a Roma e quasi 13 negli altri capoluoghi: è vero però che in molti casi la tornata amministrativa precedente si collocava cronologicamente in un momento molto lusinghiero per la coalizione di Berlusconi (il triennio 2008-2010). Rispetto alle politiche di febbraio il centrodestra mostra un sensibile recupero a Roma, mentre conferma la propria performance negli altri capoluoghi. Rimane sotto il centrosinistra di almeno 15 punti.

Il M5S evidenzia un andamento opposto a quello dei due poli maggiori. Rispetto alle politiche, le sue performance percentuali si riducono di oltre la metà a Roma e di ben due terzi negli altri capoluoghi. Poco significativo invece il confronto con il turno amministrativo precedente, nel quale i candidati di Grillo erano quasi ovunque assenti.

I candidati di centro, infine, si contraggono molto nell’aggregato extra-capitolino rispetto alle politiche, tornando ad occupare quel 4/5% che occupavano nel turno precedente. A Roma, invece, la performance di Marchini è molto simile a quella ottenuta da Monti alle politiche di tre mesi fa.

Nella Tabella 2 si mostrano invece i dati delle singole forze politiche. In questo caso si fa riferimento cioè alla competizione proporzionale fra liste: i voti delle varie liste vengono sommati per dare luogo ad un dato nazionale, senza tenere conto di quali sono le collocazioni coalizionali che esse occupano nei singoli contesti locali.

Tab. 2 – Percentuali di consenso ai partiti in tre tornate elettorali: voti proporzionali di lista.

 

Centrodestra (a Roma) e centrosinistra (ovunque) recuperano gran parte del consenso che avevano perso in occasione delle elezioni politiche di tre mesi fa. Ma la quasi totalità di tale recupero è dovuto alle ottime performance delle liste civiche d’area (voci “Altri csx”  “Altri cdx”), che crescono moltissimo anche rispetto alle tornate comunali precedenti, e che nell’agone elettorale amministrativo sembrano ormai costituire una vera e propria scialuppa di salvataggio per gli schieramenti tradizionali. Al contrario che nel recente passato, in cui eravamo abituati a sommare il risultato delle civiche d’area a quello dei partiti maggiori per ottenere cifre effettivamente confrontabili con quelle prese da questi ultimi alle elezioni politiche, oggi questa operazione sarebbe del tutto inappropriata: le liste del PD (ovunque) e del PDL (a Roma) ottengono alle amministrative risultati molto simili a quelli che avevano ottenuto alle politiche. Le liste civiche, per la prima volta, sembrano contribuire per qualcosa di ulteriore rispetto alle potenzialità elettorali dei partiti: sembrano cioè colmare, con il radicamento territoriale che indubbiamente hanno, quel crollo di legittimazione che aveva colpito le dirigenze nazionali dei partiti lo scorso febbraio. Radicamento territoriale di cui, evidentemente, difetta ancora il M5S, che esce molto penalizzato da questa consultazione, e che si riduce quasi ovunque a cifre di poco superiori a quelle che caratterizzano le altre, innumerevoli, liste civiche che caratterizzano il voto comunale italiano. (https://thefoundationspecialists.com/) Addirittura finisce per essere superato dalle liste di centro, al solito molto frammentate sul territorio e molto spesso collocate in schieramenti diversi, ma non certo sparite anche nella loro versione terzopolista.

Altro fatto da segnalare è ovviamente il calo notevolissimo che si registra, ma stavolta rispetto alle amministrative precedenti, per il centrodestra. Quasi 12 punti percentuali in meno in entrambi gli aggregati che presentiamo. Le liste del PDL si dimezzano letteralmente, e nell’aggregato extra-capitolino finiscono persino con l’essere quasi raggiunte dall’aggregato composto dalle proprie liste civiche di supporto. Anche la Lega va incontro ad una sonora batosta, calando dal 7% al 3% in questo piccolo aggregato territoriale. Nel centrosinistra invece, pare in buona forma il partito di Vendola, Sinistra Ecologia e Libertà.

Nel complesso dunque, il sistema partitico sembra essere tornato di colpo al periodo immediatamente precedente alle politiche, come se queste non avessero lasciato traccia. Un centrodestra in forte difficoltà di fronte ad un centrosinistra in grado di mantenere le proprie posizioni, anche se in un contesto di crescente astensionismo. Notevoli successi delle liste civiche, sia fuori che dentro i poli maggiori, e un terzo polo incapace di presentarsi come alternativa praticabile. Persino le percentuali del M5S sembrano tornate al 2012: quasi come se lo tsunami non ci fosse mai stato.  In passato, il ciclo della politica nazionale ha svolto sempre un ruolo potentissimo nell’indirizzare i comportamenti elettorali alle elezioni amministrative: oggi questo sembra molto meno vero che in passato, e in un astensionismo ormai diffusissimo, pare che siano sempre più le dinamiche locali ad esercitare il ruolo decisivo.

Federico De Lucia ha conseguito la laurea magistrale in Scienza della Politica e dei Processi Decisionali, presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università di Firenze, discutendo una tesi dal titolo “Le Regioni a Statuto Speciale nella Transizione italiana. Forma di governo, sistema elettorale, sistema partitico.” Nel periodo degli studi universitari ha svolto tre tirocini presso gli uffici della Regione Toscana, nel Settore di assistenza alla I Commissione (Affari Istituzionali, Programmazione e Bilancio) del Consiglio e nell'Osservatorio elettorale regionale, presso la Presidenza. Ha poi partecipato poi al Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari "Silvano Tosi". Dal luglio 2013 al maggio 2018 ha lavorato presso FB & Associati, una società che si occupa di consulenza nel campo delle relazioni istituzionali. In tale società ha fondato e poi diretto per cinque anni FBLab, un Centro studi che si occupa di monitoraggio parlamentare e analisi dello scenario politico. Inoltre, è membro del CISE sin dalla sua costituzione, ha scritto numerosi contributi nei Dossier CISE e ha curato il quarto volume (Le Elezioni Politiche 2013). Oggi è funzionario del Ministero dell'Interno. I suoi principali interessi sono lo studio dell’assetto istituzionale, dei sistemi elettorali e dell’evoluzione storica dei sistemi partitici, nonché la raccolta, la catalogazione ed il confronto dei dati elettorali, a livello locale, nazionale ed internazionale.