Slovacchia: record assoluto di astensione

di Peter Spáč

L’elezione del Parlamento Europeo (PE) si è tenuta in Slovacchia il 24 maggio. Si è trattato della terza elezione da quando il paese è entrato nell’UE. Nelle due precedenti elezioni l’affluenza al voto era stata estremamente bassa e nel 2014 ha raggiunto il minimo storico: solo il 13% degli slovacchi hanno partecipato al voto.

Le elezioni del PE in Slovacchia si svolgono tramite un Sistema proporzionale, con l’elezione dei 13 europarlamentari in una circoscrizione unica nazionale. Originariamente la Slovacchia aveva 14 seggi nel PE, ma dopo l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione, questo numero è stato leggermente ridotto. Alle elezioni europee possono competere soltanto partiti politici e la soglia di sbarramento fissata al 5% riduce le chances di successo dei partiti minori. Questo sistema fu adottato prima delle elezioni 2004 (le prime elezioni europee per il paese) e da allora non è mai stato modificato.

La campagna

Le elezioni europee sono state influenzate dall’elezione presidenziale tenuta a Marzo di quest’anno. Dal 1999 i cittadini slovacchi scelgono il loro capo di stato tramite un’elezione diretta e il Presidente è eletto con un mandato di 5 anni[1]. Questo significa che le elezioni presidenziali in Slovacchia precedono sempre la competizione europea, con le prime che si tengono circa due mesi prima della seconda.

Peter Spáč è ricercatore nel Dipartimento di Scienza Politica, Facoltà di Scienze Sociali della Masaryk University e  and Research Fellow all’Istituto Internazionale di Scienza Politica (FSS MU). Le sue principali aree di interesse includono I sistemi elettorali, I partiti politici e la politica slovacca.

La principale conseguenza di tutto questo è abbastanza chiara. La competizione per l’elezione del capo di stato è di grande importanza per la politica slovacca e il caso del 2014 non  ha fatto eccezione. Almeno due fattori hanno giocato un ruolo importante. Primo, la campagna è stata molto intensa e lunga. Alcuni candidati hanno cominciato la campagna nell’estate del 2013 e la campagna è durata per quasi un anno intero. Secondo, l’elezione presidenziale 2014 ha ricevuto grande importanza dal momento che il Primo Ministro Robert Fico – leader del partito dominante, lo Smer – Social-democrazia (Smer-SD) – è entrato nella competizione. Nella corsa presidenziale si è così accesa una forte rivalità tra il candidato del partito di governo, i candidati dell’opposizione e alcuni indipendenti. La lunga campagna presidenziale è terminata nel Marzo 2014 lasciando i cittadini esausti.

Fino a che non è stato scelto il nuovo capo di stato, il tema delle elezioni europee di fatto non è esistito nella politica slovacca. Anche nei giorni successivi non è diventato la prima questione poiché i media erano occupati a parlare della vittoria del candidato indipendente Andrej Kiska e ancor di più della sconfitta del Primo Ministro. Due mesi prima delle elezioni del PE la campagna elettorale non era ancora cominciata.

Dati questi presupposti, la campagna per le elezioni europee in Slovacchia non è stata intensa, ma anzi quasi invisibile. I principali partiti politici non hanno dato vita ad alcun dibattito conflittuale, presentando invece visioni moderate sull’UE e il suo funzionamento. Alcune valence issues quali l’importanza della posizione del paese nell’Unione, una più bassa burocrazia, il sostegno all’istruzione e alla ricerca etc. hanno dominato la campagna che comunque è stata molto più tranquilla rispetto alle precedenti elezioni presidenziali che avevano dato vita a ripetuti scontri tra i candidati.

Per quanto concerne i partiti rilevanti, solo Libertà e Solidarietà (SaS), il partito liberale di destra si è presentato come il vero difensore della Slovacchia in Europa. Utilizzando come principale slogan della campagna: “Tutti per Bruxelles, noi per te!” ha provato a distinguersi dagli altri principali partiti affermando che è l’unico protettore degli interessi economici del paese[2].  Nonostante SaS sia il partito parlamentare con le maggiori riserve sull’UE, è ancora molto lontana dalle posizioni tenute dal britannico UKIP di Nigel Farage. Per esempio esso critica l’adozione dell’Euro, considerato prematuro per la Slovacchia, ma come soluzione non richiede il suo abbandono e il ritorno alla moneta precedente, ma solo una maggiore responsabilità da parte degli stati membri.

I risultati

Le elezioni sono state vinte dal partito di governo, lo Smer-SD, che ha ottenuto 4 dei 13 seggi. Nonostante la vittoria con un ampio margine di vantaggio, il risultato del 24,1% è stato piuttosto deludente. Rispetto alle elezioni europee 2009 il partito ha perso circa 8 punti e un seggio nel PE scendendo da 5 a 4 deputati eletti.

 

Tab. 1 – Risultati delle elezioni 2014 per il Parlamento Europeo – Slovacchia
Partito

Gruppo PE

Voti (%)

Seggi

 

Voti (diff. sul 2009)

Seggi (diff. sul 2009)

Smer – Social-democrazia (Smer-SD)

S&D

24.1

4

-7.9

-1

Movimento Cristiano-democratico (KDH)

EPP

13.2

2

+2.3

+0

Unione Democratica e Cristiana Slovacca – Partito Democratico (SDKU-DS)

EPP

7.8

2

-9.2

+0

Gente comune e Personalità indipendenti (OLaNO)

NI

7.5

1

+7.5

+1

NOVA, Democratici Conservatori della Slovacchia (KDS), Partito Civico Conservatore (OKS)

ECR

6.8

1

+6.8

+1

Libertà e Solidarietà (SaS)

ALDE

6.7

1

+2.0

+1

Partito della Comunità Ungherese (SMK)

EPP

6.5

1

-4.8

-1

Ponte (Most)

EPP

5.8

1

+5.8

+1

Altre liste

21.5

0

Totale

100

13

Affluenza al voto (%)

13

-6.6

Soglia di sbarramento per ottenere seggi (%)

5

Abbreviazioni dei gruppi al Parlamento Europeo: EPP=European People’s Party; S&D=Progressive Alliance of Socialists and Democrats; ALDE=Alliance of Liberals and Democrats for Europe; G-EFA=The Greens–European Free Alliance; ECR=European Conservatives and Reformists; GUE-NGL=European United Left–Nordic Green Left; EFD=Europe of Freedom and Democracy;NI=Non-Inscrits.

Fonte: Ufficio Statistico della Repubblica Slovacca.

 

I rimanenti nove seggi sono stati divisi fra sette partiti. Il principale partito di opposizione, il Movimento Cristiano-democratico (KDH), è leggermente cresciuto rispetto al 2009 (+2,3 punti), conservando i suoi due seggi. Dall’altra parte il più liberale Unione Democratica e Cristiana Slovacca – Partito Democratico (SDKU-DS) ha perso più della metà dei suoi consensi rispetto alle precedenti europee, ma data la formula del sistema elettorale è riuscito a mantenere due seggi.

Tutti gli altri partiti si sono assicurati un seggio. Fra questi solo il Partito della Comunità Ungherese (SMK), che rappresenta la minoranza ungherese che vive nel sud della Slovacchia, aveva un europarlamentare anche prima del 2014. Gli altri quattro correvano alle elezioni europee per la prima volta dal momento che la maggior parte di loro è sorta dopo il 2009. Molti di loro possono essere etichettati come partiti di centro-destra e la loro quota di voti è abbastanza simile visto che oscillano tutti tra il 5,8% e il 7,5%[3].

Nonostante il trend favorevole nel resto dell’Europa, I partiti di estrema destra hanno fallito nelle elezioni 2014 in Slovacchia. Il nazionalista Partito Nazionale Slovacco (SNS), un tempo molto popolare, ha ottenuto solo il 3,6%, perdendo così il suo unico deputato. Un risultato ancora più basso è stato quello ottenuto dall’emergente Partito del Popolo – La Nostra Slovacchia (LSNS), il cui leader era riuscito alle elezioni regionali del 2013 ad ottenere la Presidenza di una regione. Il partito ha raccolto solo l’1,7% dei voti non andando nemmeno vicino alla conquista di un seggio. L’estrema destra slovacca non sarà dunque rappresentata nel PE per i prossimi cinque anni.

Interpretazione

Le elezioni europee del 2014 in Slovacchia hanno fornito diversi spunti interessanti. In primo luogo, per la terza volta i partiti che fanno riferimento al Partito Popolare Europeo (PPE) hanno ottenuto il maggior numero dei seggi.  Sebbene non siano riusciti ad eguagliare il successo del 2004, quando vinsero 9 seggi, la loro quota è rimasta invariata rispetto al 2009, con 6 seggi. Come nel 2009, l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) rappresentata da Smer-SD è giunta seconda con un seggio in meno rispetto a 5 anni fa.

Fig. 1 – Seggi ottenuti dai diversi gruppi politici nel PE alle elezioni slovacche

Note: nel 2004 la Slovachia aveva 14 europarlamentari, nel 2009 e nel 2014 solo 13.

Fonte: Ufficio Statistico della Repubblica Slovacca.

Per quanto concerne i risultati dei singoli partiti, la vittoria di Smer-SD è stata chiara, ma piuttosto insoddisfacente per il partito. Sin dalla sua nascita nel 1999 il partito di Robert Fico è divenuto la forza politica dominante del sistema, stabilendo un’egemonia nel campo del centro-sinistra (Leška 2013). Esso ha vinto tutte le elezioni politiche dal 2006, crescendo continuamente nei consensi. Nell’ultima elezione parlamentare, nel 2012, Smer-SD ha ottenuto più del 44% dei voti, ricevendo la maggioranza dei seggi nel Parlamento slovacco, circostanza che gli ha permesso di formare un governo senza alcun bisogno di partner di coalizione. (Spáč 2014). Comunque, negli ultimi anni sono emersi alcuni segnali che mostrano un declino del partito, come ad esempio le elezioni regionali del 2013 e la competizione presidenziale del Marzo 2014. Le elezioni europee del 2014 hanno confermato questo trend potenziale.

Le elezioni hanno anche mostrato che finora il trend di crescita registrato in Europa dai partiti populisti di estrema destra non ha toccato la Slovacchia. Entrambi i partiti di estrema destra non sono riusciti a vincere alcun seggio. Una possibile spiegazione poggia sul fatto che questi partiti mobilitano i propri elettori su tematiche domestiche. Questo è particolarmente vero per LSNS che è fortemente orientato contro la minoranza rom in Slovacchia mentre l’UE e le tematiche ad essa connesse sono di secondaria importanza per il partito.

Comunque, il risultato più eclatante delle elezioni 2014 è stato il livello estremamente basso di partecipazione al voto. Nonostante il sostegno abbastanza alto alle istituzioni europee, la Slovacchia, con appena il 13% di cittadini che si sono recati alle urne, costituisce un record negativo per la storia delle elezioni europee[4]. Questo risultato può essere parzialmente attribuito alla cruciale campagna presidenziale svoltasi appena due mesi prima del voto, dal momento che la competizione ha catturato l’attenzione pubblica provocando una certa stanchezza negli elettori. La debole e breve campagna che ha preceduto le elezioni europee ha accresciuto questo stridente contrasto. Sebbene la scarsa affluenza potrebbe essere considerata come un fattore negativo, essa ha aperto una discussione sul possibile cambiamento del sistema elettorale al fine di permettere una maggiore mobilitazione elettorale nelle prossime elezioni. Nel 2014 in Slovacchia si sta preparando una grande codifica di tutte le leggi elettorali, creando così un’opportunità di modifica dell’attuale sistema vigente.

Riferimenti bibliografici

Henderson, K. (2002), Slovakia. The escape from invisibility, London, Routledge.

Leška, D. (2013), The Main Phases of the Formation of System of Political Parties in Slovakia After 1989, in “Sociologia”, vol. 45 (1), pp. 71-88.

Spáč, P. (2014), The 2012 parliamentary elections in Slovakia, in “Electoral Studies”, vol. 33 (1), pp. 343-346, http://dx.doi.org/10.1016/j.electstud.2013.07.006.

Spáč, P. (2012), Slovakia, in V. Havlík and A. Pinková (a cura di.), Populist Political Parties in East-Central Europe, Brno, Masaryk University, pp. 227-258.

 


[1] Il Presidente era originariamente eletto dal Parlamento, ma l’alta polarizzazione del sistema partitico nella seconda metà degli anni ’90 ha cancellato ogni possibilità di scegliere il capo dello stato con questa modalità. Come conseguenza, fino all’adozione dell’elezione diretta, la Slovacchia non ha avuto alcun Presidente per quasi un anno (Henderson 2002).

[2] Nel 2011 SaS fu l’unico partito che rifiutò di sostenere i programmi di salvataggio, facendo così cadere il governo di  Iveta Radičová del quale era membro.

[3] Uno di questi partiti, Gente comune e Personalità indipendenti (OLaNO), rappresenta un caso particolare. Si autodefinisce come una piattaforma per candidati indipendenti e ha forti sentimenti anti-establishment. Come tale, gli unici iscritti al partito sono i suoi fondatori (Spáč 2012).

[4] La partecipazione al voto nelle elezioni del 2004 e del 2009 è stata anche in quei casi la più bassa della UE, rispettivamente del 17% e del 19,6%.