I flussi elettorali del referendum a Napoli

di Vincenzo Emanuele

Nella città di De Magistris il responso delle urne è stato più netto che nel resto del paese, con il No che ha trionfato con il 68,3%, nel quadro di un’affluenza (53,9%) bassa se confrontata con il resto del paese e anche del Sud, ma comunque di ben 11 punti superiore a quella delle elezioni europee del 2014.

Analizzando la matrice dei flussi elettorali fra le politiche del 2013 e il voto di domenica scorsa (Figura in basso), si nota che il fronte del SI ha avuto una limitata capacità di andare oltre l’area di consenso del governo: 3 voti al SI su 4 provengono da elettori che nel 2013 avevano scelto il Pd o la coalizione guidata da Mario Monti (rispettivamente il 43,8% dell’elettorato del SI proviene dal Pd e il 31,1% proviene dall’area montiana). L’altra componente significativa, ma largamente insufficiente, è costituita da ex elettori Pdl (15%): fra questi, nel 2013, c’era ancora la componente di Alfano che ha poi dato vita a Ncd. E’ quindi presumibile che tale quota di ex elettori Pdl che ha votato Si sia riconducibile all’attuale Area Popolare più che ad attuali elettori di Forza Italia. Per il resto il SI pesca circa ¼ dei voti della sinistra radicale, corrispondenti al 6% dell’elettorato pro-riforma.

Dall’altra parte la composizione dell’elettorato del NO è molto più variegata. Il principale contributore è il Movimento 5 Stelle (39,2%) che, a differenza di altre città, non mostra defezioni né verso il SI né verso l’astensione. C’è poi l’area Pdl (17,8%) seguita a breve distanza dalla componente del Pd che ‘tradisce’ le indicazioni di voto della segreteria nazionale (15,6%). Il voto referendario ha infatti spaccato i due ex principali partiti italiani: se è vero che ‘solo’ il 45% dell’elettorato Pdl del 2013 ha votato secondo le indicazioni di Berlusconi, è altrettanto rilevante che circa il 40% dell’ex elettorato bersaniano ha contro la riforma. L’area del No beneficia poi di un consistente recupero dal non voto, corrispondente all’11% degli astenuti del 2013 (tutti andati al fronte del NO), nonché, del contributo della sinistra radicale (il 10,2% dell’area del NO).

Fig. 1 – Mappa circolare dei flussi fra elezioni politiche 2013 e referendum costituzionale 2016

napoli

Riferimenti bibliografici:

Goodman, L. A. [1953], Ecological regression and behavior of individual, «American Sociological Review», 18, pp. 663-664.


Nota metodologica: le analisi dei flussi elettorali qui mostrate sono state ottenute applicando il modello di Goodman corretto dall’algoritmo Ras ai risultati elettorali delle 885 sezioni del comune di Napoli. Il valore dell’indice VR è pari a 4,5. 

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.