Verso le elezioni in Olanda: temi del dibattito, consenso e priorità

Vincenzo Emanuele, Lorenzo De Sio e Mathilde van Ditmars (traduzione di Elisabetta Mannoni)

Cadendo in un contesto di crescente imprevedibilità elettorale in Europa occidentale (Chiaramonte and Emanuele 2015), le imminenti elezioni in Olanda stanno ricevendo molta attenzione da parte della stampa internazionale, trattandosi per altro delle prime di tre importanti prossime elezioni (seguono Francia e Germania) che ci si aspetta segneranno il futuro della politica europea. Coerentemente con un contesto internazionale in cui il populismo di destra è in aumento, con l’elezione di Donald Trump e la candidatura di Marine Le Pen, in Olanda il partito di Geert Wilder (PVV) pare essere in testa nei sondaggi e la sua posizione di forza sta attirando l’attenzione a livello internazionale.

In questo contesto, concentrandoci sugli argomenti principali di cui si sta discutendo in campagna elettorale, è fondamentale comprendere, da un lato, il posizionamento dell’opinione pubblica olandese e, dall’altro, se sia possibile definire un’agenda olandese, ossia una serie di obiettivi specifici su cui ci sia un consenso generale che rappresenti, potenzialmente, una base comune di partenza, su cui costruire la prossima coalizione di governo.

Inoltre, quello che è rilevante, qui, è valutare se l’opinione pubblica in Olanda sia caratterizzata o meno da una specifica Zeitgeist: è dominata solo da tematiche di destra (come l’immigrazione) o ci sono altre questioni in cui c’è un forte supporto per posizioni di sinistra?

Questa domanda relativamente semplice è legata ad una questione fondamentale nella politica dei partiti di oggi: se il successo di partiti populisti sia dovuto ad un qualche “vento di destra” in generale o piuttosto all’abilità di suddetti partiti di sfruttare le cosiddette issue opportunities. La presenza di issue opportunities per i partiti di sinistra indicherebbe, anzi, che più che un vento di destra nell’opinione pubblica, il problema vero dei partiti tradizionali di destra risieda nella loro incapacità di sfruttare a loro vantaggio le opportunità esistenti. Nel questionario, agli intervistati è stato chiesto di esprimere il loro consenso rispetto a 15 temi posizionali (trattasi di questioni controverse che presentano due obiettivi opposti, come “spesa pubblica” vs. “tagli alle tasse”). Nello specifico, all’intervistato si è chiesto di posizionarsi su una scala da 1 a 6, dove 1 e 6 stavano ad indicare i due obiettivi opposti proposti in ogni questione. Più avanti, gli si chiedeva di indicare il livello di priorità che loro attribuivano all’obiettivo da loro selezionato. Il questionario comprendeva anche cinque temi imperativi (le cosiddette valence issues), ossia questioni legate ad un obiettivo comune e condiviso, su cui si presuppone ci sia il consenso di tutti (ad esempio, protezione dal terrorismo). Su queste tematiche, un supporto del 100% è, quindi, previsto di default e agli intervistati viene semplicemente chiesto di attribuire il livello di priorità. La selezione, tanto dei temi posizionali quanto di quelli imperativi è stata fatta in collaborazione con un team di ricercatori olandesi.

Tabella 1. Obiettivi dibattuti e condivisi per supporto e priorità da parte dell’opinione pubblica.

table neth issues

Esaminando il livello di supporto dato a diversi obiettivi (e poi anche la priorità ad essi attribuita), possiamo rappresentare l’attuale opinione pubblica olandese, ed anche le potenziali opportunità dei partiti olandesi in questa campagna elettorale. Per ogni obiettivo, la Tabella 1 riporta: il supporto dell’opinione pubblica (la percentuale di persone a favore – per le tematiche posizionali mentre per le imperative assumiamo, come già detto, che il 100% del nostro campione supporti l’obiettivo); la priorità di quell’obiettivo calcolata sull’intero campione (la percentuale di intervistati che gli attribuisce priorità alta); la priorità attribuita da quelli a favore dell’obiettivo (la percentuale degli intervistati che, avendo scelto quell’obiettivo, gli attribuisce priorità alta); e infine, la differenza tra priorità e supporto tra quelli a favore di quell’obiettivo.

Un primo interessante elemento di prova che emerge guardando la Tabella 1 è che, tra i temi posizionali, un certo numero di obiettivi sembra essere altamente condiviso dalla popolazione olandese. Nello specifico, ci sono due obiettivi condivisi dal 79% degli intervistati: la questione “completed life”, legata alla possibilità, per le persone anziane che credono che la loro vita sia finita, di ricevere assistenza nel portarla a termine; e poi la questione legata alla stabilizzazione degli impiegati dopo due anni di contratti a tempo determinato.

Proprio sotto queste due questioni fortemente supportate, ci sono altri obiettivi condivisi da una parte sostanziale dell’elettorato olandese. C’è consenso diffuso soprattutto su alcune questioni di sinistra: in particolare, la stabilizzazione degli impiegati, la riduzione delle differenze di reddito, l’abolizione di prestiti per studenti, la riduzione dell’età pensionabile e infine l’abolizione dell’assicurazione sanitaria deducibile. Tutti questi obiettivi possono essere pensati come obiettivi economicamente di sinistra, e tutti mostrano un consenso di almeno il 69% della popolazione. Emerge, inoltre, un obiettivo culturalmente di sinistra, quale la suddetta posizione a favore dell’eutanasia. Tra tutti gli obiettivi largamente condivisi (cioè tutti quelli condivisi da almeno due terzi degli intervistati), solo uno è tradizionalmente di destra, cioè il requisito per gli stranieri di adattarsi completamente alla cultura olandese. La prevalenza di orientamenti economici di sinistra rappresenta la prima conclusione di questa analisi. Significa che in un certo senso non c’è una Zeitgeist unidirezionale di destra nell’opinione pubblica olandese, ma anzi ci sono innumerevoli issue opportunities per i partiti di sinistra (in alcune analisi successive vedremo come queste opportunità vengono di fatto sfruttate dai partiti della sinistra olandese). Comunque, scendendo nella lista delle issues presentate nella Tabella 1, ed addentrandoci in un’area in cui gli obiettivi diventano più dibattuti (per quanto siano ancora supportati da più del 50% degli intervistati), notiamo che emergono conflitti legati all’Unione Europea, all’immigrazione e al lo sciovinismo del welfare. Tutto sommato, la combinazione di questi due aspetti, che emergono da questa prima analisi di supporto ai diversi obiettivi, mette in luce una chiara divisione dei 15 temi posizionali: una prevalenza di questioni economicamente progressiste tra gli obiettivi più supportati; e una presenza di questioni culturalmente demarcazioniste tra gli obiettivi più dibattuti.

Tuttavia, il supporto assoluto per una data questione, è solo parte della storia. Quello che è ci interessa è anche prendere in considerazione la priorità attribuita al singolo obiettivo. Facendo questo, la nostra interpretazione dell’opinione pubblica corrente in Olanda diventa più articolata e diventa possibile delineare le issue opportunities potenzialmente a disposizione dei partiti olandesi. Interessante notare come i temi imperativi (quegli obiettivi che abbiamo ex ante identificato come obiettivi comuni e condivisi) emergano come gli obiettivi con la più alta priorità assegnata dai cittadini olandesi: tutti sono considerati come priorità assolute, ed è sempre intorno all’80% – se non più alta – la percentuale di intervistati che ha indicato priorità alta per i temi imperativi: proteggere il paese da attacchi terroristici, ridurre la disoccupazione, migliorare l’assistenza ad anziani e disabili, mantenere l’attuale tasso di crescita economica. Solo l’obiettivo condiviso di combattere l’inquinamento ambientale scende in una posizione inferiore, mantenendo pur sempre un 70% di persone che gli attribuiscono priorità alta. Questo lascia pensare che ci siano delle priorità comuni a diverse componenti della società olandese, suggerendo la presenza di una agenda olandese anche piuttosto omogenea (qui sarà interessante il confronto con dati analoghi che stiamo raccogliendo per la Francia), nonostante la tradizionale (e in parte nuovamente emergente) presenza di divisioni significative nella società olandese in merito a una pluralità di problematiche e fratture.

Inoltre, qualcosa di ancora più interessante emerge se guardiamo alle priorità assegnate dai cittadini agli opposti obiettivi definiti dai temi posizionali. Qui, in termini di ampi orientamenti ideologici, la situazione sembra essere ribaltata rispetto all’analisi già fatta sui livelli di supporto.

Malgrado siano fortemente condivisi, molti obiettivi economicamente di sinistra dimostrano in realtà un livello di priorità più basso rispetto agli obiettivi di tipo culturale (specialmente se demarcazionisti). Ad esempio, due obiettivi largamente sostenuti, come la condizione di contratti a tempo determinato e l’abolizione di prestiti per studenti sono considerati come prioritari, rispettivamente dal 72% e 64% degli intervistati che hanno selezionato questi obiettivi; mentre due obiettivi meno sostenuti (e quindi più controversi e dibattuti), come la membership dell’Olanda nell’UE e la necessità per il paese di accogliere meno rifugiati, sono invece considerati come prioritari da una più grossa fetta di intervistati: rispettivamente da un 76% e un 79%. E forse l’esempio più lampante, sopra ogni altro, è l’obiettivo evidentemente demarcazionista di chiudere completamente le frontiere olandesi agli immigrati: anche se supportato “solo” dal 43% degli intervistati, è ritenuto prioritario dal 74% di quelli che lo hanno scelto come obiettivo.

Questo suggerirebbe che i partiti di destra, malgrado si trovino di fronte ad una struttura di issue opportunities peggiore di quella offerta alla sinistra, sono comunque più capaci di usarli strategicamente nel loro dibattito politico. Di conseguenza, gli elettori assegnano una più alta priorità a quegli obiettivi, rispetto a quella attribuita agli obiettivi tradizionalmente di sinistra.

Ovviamente questa ipotesi deve essere verificata empiricamente: il che avverrà attraverso l’analisi della comunicazione via Twitter, sia dei candidati che dei partiti, che stiamo monitorando al momento – e che pubblicheremo dopo le elezioni.

Possiamo ben visualizzare questo risultato nella Figura 1, che raffigura la posizione relativa di ogni issue, a seconda del supporto (asse delle ordinate) e della priorità attribuita da coloro che supportano quell’obiettivo (asse delle ascisse). La figura consente di comprendere meglio la relazione tra supporto e priorità. Uno sguardo più attento ci permette di constatare che, insieme a questioni di tipo culturale-demarcazionista, ci sono anche alcune questioni di sinistra che hanno una priorità attribuita dagli intervistati maggiore rispetto al loro supporto – parliamo di abolizione dell’età pensionabile e dell’assistenza sanitaria detraibile. Questo corollario ci consente di perfezionare ulteriormente quello che già avevamo affermato: tra le questioni di sinistra, quelle percepite come prioritarie dalla popolazione sono quelle che fanno riferimento ad una visione del welfare più conservatrice, soprattutto legata a dinamiche di età. L’immagine generale – per quanto assolutamente preliminare – che traiamo da questa analisi è quella di una società olandese che si richiude su se stessa, indietreggiando verso questioni legate alla protezione piuttosto che promuovere una diversa idea di welfare come opportunità per nuovi cittadini precedentemente esclusi.

Figura 1. Consenso (% che seleziona l’obiettivo – 100 di default per i temi imperativi) e priorità (% che seleziona priorità alta tra quelli che hanno scelto l’obiettivo, con priorità normale contata come 0.5) sia per temi dibattuti sia per temi condivisi. Sono riportati in obiettivi che superano il 50%.

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Riferimenti bibliografici

Chiaramonte, Alessandro, and Vincenzo Emanuele (2015) “Party system volatility, regeneration and de-institutionalization in Western Europe (1945–2015)”, Party Politics, doi:1354068815601330.

De Sio, Lorenzo, and Till Weber (2014) “Issue yield: A model of party strategy in multidimensional space”, The American Political Science Review 108(4), pp. 870-885.

Lijphart, Arendt (1968), The politics of accommodation, Berkeley: University of California Press.

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Lorenzo De Sio è professore ordinario di Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli, e direttore del CISE - Centro Italiano di Studi Elettorali. Già Jean Monnet Fellow presso lo European University Institute, Visiting Research Fellow presso la University of California, Irvine, e Campbell National Fellow presso la Stanford University, è membro di ITANES (Italian National Election Studies), ha partecipato a vari progetti di ricerca internazionali, tra cui “The True European Voter”(ESF-COST Action IS0806), the “EU Profiler” (2009) e EUandI (2014), e di recente ha dato vita al progetto ICCP (Issue Competition Comparative Project). I suoi interessi di ricerca attuali vertono sull'analisi quantitativa dei comportamenti di voto e delle strategie di partito in prospettiva comparata, con particolare attenzione al ruolo delle issues. Tra le sue pubblicazioni, accanto a vari volumi in italiano e in inglese, ci sono articoli apparsi su American Political Science Review, Comparative Political Studies, Electoral Studies, Party Politics, West European Politics, South European Society and Politics, oltre che su numerose riviste scientifiche italiane. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Mathilde M. van Ditmars is a doctoral researcher (PhD candidate) in the Department of Political and Social Sciences at the European University Institute in Florence. In her dissertation she investigates the impact of family dynamics on political socialization processes in Europe. More generally, she is interested in questions of voter and party behaviour and its relation to the quality of (representative) democracy.