L’arma in più per l’Eliseo sono gli elettori potenziali

0505Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 5 maggio

Macron o Le Pen? Saranno gli elettori di Fillon, Mélenchon, Hamon e di tutti gli altri candidati esclusi dal ballottaggio a decidere la sfida. A loro si unirà una quota di francesi che non hanno votato al primo turno ma lo faranno al secondo. Infatti  la Francia è quello strano paese – dal punto di vista di alcuni critici nostrani del ballottaggio – in cui a partire dal 1974 sono andati a votare  più elettori al secondo turno che al primo (Tabella 1). In sintesi, la sfida tra Macron e Le Pen verrà decisa da due fattori: l’affluenza alle urne e le seconde preferenze degli elettori dei candidati esclusi dal ballottaggio di Domenica prossima.

Tab. 1 – Affluenza nelle presidenziali francesi al primo e al secondo turno, 1974-2012venn1Questi due fattori sono in qualche modo collegati. È naturale che una parte degli elettori di Fillon, Mélenchon, ecc. non vada a votare al secondo turno. È certo però che una altra parte di loro lo farà e voterà uno dei due candidati in lizza. Chi? Il sondaggio realizzato dal CISE in Francia tra il 31 marzo e il 10 aprile ci fornisce alcune indicazioni preziose grazie alla stima della propensione al voto per i diversi partiti. L’acronimo inglese di questo indicatore è PTV. Si calcola in base alle risposte a questa domanda: ‘ In Francia ci sono diversi partiti e ognuno vorrebbe ottenere il suo voto. Quale è la probabilità che un giorno potrebbe votare per candidati dei seguenti partiti?  Indichi la sua opinione su una scala da 0 a 10, dove 0 significa per nulla probabile e 10 estremamente probabile’.

Utilizzando questo indicatore si possono fare due cose: 1) calcolare l’elettorato potenziale di ciascun partito; 2) stimare quanto gli elettori dei diversi partiti si sovrappongono tra di loro. Il tutto può essere descritto con un diagramma riportato in pagina. La dimensione dei cerchi è una stima della ampiezza dell’elettorato potenziale di ciascun partito. La loro sovrapposizione è una stima del numero di elettori che si dichiarano propensi a votare indifferentemente o quasi per due o più partiti. Non si tratta di una stima del voto ma di una stima della propensione al voto e quindi di una stima del bacino potenziale di ciascun partito, vale a dire della sua attrattività.

Il diagramma ci dice molte cose. 1) Il partito della Le Pen e quello di Macron hanno il potenziale elettorale maggiore, e non a caso sono i due candidati più votati al primo turno.  2) Gli elettorati del Front National e quelli del Partito Socialista sono i più distanti tra loro. 3) Il movimento di Macron beneficia di una maggiore sovrapponibilità del suo elettorato con quello degli altri partiti/candidati indicati; in altre parole complessivamente un numero maggiore di elettori degli altri candidati è più propenso a votare Macron rispetto alla Le Pen. Questa è una indicazione importante di quali siano le seconde preferenze degli elettori dei candidati esclusi dal ballottaggio.

In sintesi, il bacino elettorale cui può attingere Macron al secondo turno è più ampio di quello della Le Pen. Da qui discende il suo vantaggio sulla rivale. Ciò nonostante fa impressione notare la sovrapposizione di una fetta importante dell’elettorato potenziale di Fillon e di Mélenchon con quello della Le Pen. La conventio ad exludendum in chiave di ‘fronte repubblicano’ non fa più presa come una volta su molti elettori francesi classificati una volta come di destra o di sinistra. Le Pen, grazie a immigrazione e Europa, ha rimescolato le carte della politica francese. Per questo al ballottaggio andrà decisamente meglio del padre, pur avendo poche o nulle possibilità di vincere come dicono tutti i sondaggi di questi ultimi giorni.

Fig. 1 – Diagramma di Venn degli elettorati potenziali dei principali partiti francesi (PTV>6)venn2Queste osservazioni sono confermate dalla analisi dei flussi fatta in base alle intenzioni di voto registrate nel sondaggio CISE. In questo caso i coefficienti dei flussi del sondaggio sono stati applicati ai risultati reali del primo turno. (tomadamswc.com) Il risultato è mostrato nella Tabella 2. Questa stima vede Macron battere la Le Pen con il 57,8% dei voti, contro il 42,2%. Si tratta di un risultato in linea con quello indicato dai più recenti sondaggi. Macron si avvantaggia soprattutto del suo netto successo tra gli elettori di sinistra, quelli che hanno votato Mélenchon e Hamon. La Le Pen tende a ottenere invece la maggior parte dei voti di Fillon, ma non in misura sufficiente a colmare il divario.

Tab. 2 – Risultato generato dall’applicazione dei coefficienti di flusso stimati nel sondaggio CISE al risultato reale del primo turnovenn3

Tutto lascia credere che la prossima Domenica assisteremo alla vittoria di Macron. Ma vale la pena di fare una ulteriore prova della attendibilità di questa affermazione simulando le condizioni alle quali il pronostico si potrebbe ribaltare. In altre parole, cosa dovrebbe succedere perché possa vincere la Le Pen ? La Tabella 3 riassume la risposta. Come si vede, potrebbe vincere per esempio se si realizzassero queste condizioni: 1) che  il suo margine presso gli elettori di Fillon salga; 2) che quello di Macron fra gli elettori di Mélenchon scenda; 3) che la rimobilitazione a suo favore tra gli astenuti del primo turno sia pari a quella di Macron; 4) che gli elettori di Dupont-Aignan votino in massa per lei. Insomma si tratta di una serie di condizioni molto stringenti che difficilmente si verificheranno tutte insieme, anche in tempi segnati da Trump e Brexit.

Tab. 3 – Risultato generato dall’applicazione di coefficienti di flusso alternativi, ipotizzati per fare vincere la Le Penvenn4


NOTA: Chi volesse divertirsi a simulare condizioni diverse lo può fare andando sul simulatore online del CISE

Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.