A Padova sfida aperta per il ballottaggio: i risultati e i flussi elettorali

A Padova si era votato l’ultima volta nel 2014, a spuntarla era stato Massimo Bitonci candidato del centrodestra che al ballottaggio sconfisse il rivale del centrosinistra, Ivo Rossi. Due anni e mezzo più tardi, a novembre dello scorso anno, la maggioranza dei consiglieri comunali firma le proprie dimissioni facendo così decadere il sindaco che si era inimicato una parte, la più moderata, della propria coalizione.

Saranno nuovamente centrodestra e centrosinistra a sfidarsi tra due settimane per la poltrona di Palazzo Moroni. Bitonci, che prova a bissare la vittoria di tre anni fa, ottiene poco più del 40% dei voti maggioritari, 11 punti percentuali in più di Sergio Giordani (29.2%) che si trova alla testa di una coalizione di centrosinistra ma che guarda anche al centro e alla destra più moderata.

Escluso dal ballottaggio pur avendo ottenuto un risultato molto lusinghiero, Arturo Lorenzoni, candidato espressione delle varie sigle della sinistra riunite nella Coalizione Civica per Padova sfiora il 23% dei voti. Deludente invece il risultato del Movimento 5 stelle che con Simone Borile ottiene appena il 5.3% dei voti, in calo rispetto all’8.6% racimolato dal candidato dell’M5s nel 2014.

Se guardiamo all’evoluzione nel tempo del consenso ai principali poli (la parte in basso della tabella 1) possiamo meglio apprezzare l’exploit della sinistra in queste elezioni comunali: precedentemente quest’area politica, aveva raggiunto il proprio massimo in occasione proprio delle precedenti comunali ottenendo l’11% dei voti, la metà della percentuale di voti di quest’anno. Per il centrosinistra invece siamo su livelli non distanti da quelli precedenti, fatta eccezione per le europee, ma comunque si tratta del livello di consenso più basso della recente stagione, scendendo per la prima volta sotto il 30%. Per il centrodestra vale invece il ragionamento opposto. A partire dal 2013, il 40.3% di voti di queste comunali rappresenta, in termini percentuali, il punto più alto raggiunto, dimostrando l’attuale buono stato di salute dello schieramento nel capoluogo patavino. Infine il Movimento 5 stelle ottiene, in termini percentuali, un quarto dei voti presi alle politiche del 2013 e meno di un terzo di quelli delle europee dell’anno successivo.

Nella parte alta della tabella 1, possiamo osservare l’andamento delle principali liste dal 2013. All’interno del centrosinistra si nota come il Pd e le liste civiche alleate mostrino un leggero arretramento rispetto alle comunali del 2014 e un lieve incremento di voti percentuali rispetto alle elezioni per la Camera. Nel centrodestra invece, Forza Italia tocca in queste elezioni il punto minimo di consenso, 4%, in calo di tre punti percentuali sulle elezioni omologhe di tre anni fa. (Xanax) Anche allora la lista civica del candidato sindaco aveva, con ogni probabilità, drenato una quota di voti al partito di Berlusconi, oltre che a quello di Salvini. Oggi la civica “Bitonci Sindaco” ottiene oltre il 27% dei voti validi, circa 10 punti percentuali in più della volta scorsa.

Tabella 1 – Risultati elettorali a Padova 2013-2017tab1

Per far luce sui movimenti di voto che hanno interessato la città di Padova a partire dalle elezioni politiche del 2013, abbiamo stimato la matrice di flusso tra quelle elezioni e le comunali della scorsa domenica. La tabella 2 mostra le destinazioni di voto degli elettori del 2013 verso i candidati sindaco.

Tabella 2 – Flussi elettorali a Padova: matrice delle destinazioni di voto degli elettori 2013tab2

Tabella 3 – Flussi elettorali a Padova: matrice delle provenienze di voto dei candidati alle comunali 2017tab3

Degli elettori del Pd, guidato allora da Bersani, il 39% ha deciso di non votare a questa tornata. Tra coloro che invece sono andati a votare, Giordani ha ottenuto quasi due voti su tre mentre l’altro terzo ha scelto Lorenzoni.

Gli elettori di Monti nel 2013 si sono divisi in parti simili tra Bitonci, Giordani e l’astensione ma la maggioranza relativa di questi, il 30% sembrerebbe aver optato per Lorenzoni.

Circa un terzo (32.6%) tra chi aveva scelto la coalizione di Silvio Berlusconi per la Camera si è astenuta in occasione del rinnovo degli organi comunali, una quota importante ma comunque inferiore a quella del Pd. I restanti, se si esclude una parte piccola ma significativa (6.7%) che sembrerebbe aver votato Giordani, è rimasta fedele alle indicazioni del partito votando Bitonci (59.5%). A Padova dunque, gli elettori di Berlusconi si sono dimostrati più fedeli di quelli degli altri partiti e coalizioni, anche in questo modo si spiega la buona performance del candidato di centrodestra.

Infine i flussi ci confermano che il candidato in maggiore difficoltà è quello di Grillo e del Movimento 5 stelle. Appena il 17.6% degli elettori pentastellati del 2013 ha votato Borile. Oltre la metà di quei voti (50.3%) sono finiti direttamente a Bitonci già al primo turno e quasi un altro quarto (22.3%) ha transitato verso il candidato del Pd Giordani.

Figura 1 – Rappresentazione grafica della matrice dei flussi (percentuali sull’elettorato) – CLICCA PER INGRANDIRE

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Il primo turno delle elezioni comunali a Padova mostra un centrodestra in buona salute che accede al ballottaggio undici punti percentuali avanti al centrosinistra. Tra due settimane la sfida sarà decisa dalle scelte degli elettori i cui candidati sono rimasti esclusi dal secondo turno (oltre che dalla capacità dei due sfidanti di riportare alle urne i propri elettori del primo turno) e in quest’ottica, sarà importante capire come si orienteranno gli elettori di Lorenzoni. Dall’analisi dei flussi abbiamo potuto constatare come una parte consistente degli elettori del Pd del 2013 (oltre un quinto), abbia scelto Lorenzoni: basterà a Giordani convincere questi elettori a votarlo per avere la meglio su Bitonci? E cosa faranno gli elettori del candidato del Movimento 5 stelle in una situazione tanto incerta?

Riferimenti bibliografici:

Corbetta, P.G., A. Parisi e H.M.A. Schadee [1988], Elezioni in Italia: struttura e tipologia delle consultazioni politiche, Bologna, Il Mulino.

Goodman, L. A. (1953), Ecological regression and behavior of individual, «American Sociological Review», 18, pp. 663-664.


NOTA METODOLOGICA

I flussi riportati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman alle circa 200 sezioni elettorali del comune di Padova. Abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (oggi o nel 2013), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 20% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione).  Il valore dell’indice VR è pari a 18.

 

Matteo Cataldi si è laureato presso la Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze con una tesi sulla competitività delle elezioni italiane. È stato ricercatore presso Tolomeo Studi e Ricerche e ha pubblicato articoli su Polena e Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, è co-autore di un capitolo di Terremoto elettorale (Il Mulino, 2014) e co-curatore di vari Dossier CISE e di numerose note di ricerche apparse nella serie di Dossier. Ha inoltre curato l’appendice al volume Proporzionale se vi pare (Il Mulino, 2010). I suoi interessi di ricerca comprendono lo studio del comportamento elettorale e in particolare il cambiamento della geografia del voto, anche attraverso i più recenti sviluppi degli applicativi GIS in ambito politico-sociale. È membro SISP e dello Standing Group POPE – Partiti Opinione Pubblica Elezioni.