Sicilia, l’astensione è ancora maggioranza. La mappa per comune

In attesa di conoscere i risultati definitivi di liste e candidati, il primo dato che emerge dal voto in Sicilia di domenica è relativo alla partecipazione elettorale. La Sicilia si conferma ‘l’Isola degli astenuti’ (Emanuele 2013a). Come già 5 anni fa, la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto è rimasta a casa. Hanno votato 2.179.295, corrispondenti al 46,75% del corpo elettorale. C’è dunque stata un’ulteriore, seppur lieve, flessione rispetto al 2012, quando i votanti furono il 47,41%. All’epoca si trattò di un tracollo rispetto al 66,7% delle regionali 2008, quando però si votò in contemporanea con le elezioni politiche. Adesso si è trattato di un assestamento, che però conferma un dato ormai strutturale. In elezioni di ‘secondo ordine’ (Reif and Schmitt 1980) la maggioranza dei siciliani non vota più. Il dato di domenica si aggiunge infatti, oltre che alle regionali del 2012, anche alle europee del 2014, quando l’affluenza si fermò al 42,88%. Un gap assai pronunciato rispetto invece alle elezioni politiche del 2013 quando la partecipazione fu del 64,46%.

Eppure, osservando attentamente i dati scopriamo che la distanza fra elezioni di primo e di secondo ordine in Sicilia è parzialmente gonfiata per via del diverso corpo elettorale di riferimento. Alle elezioni regionali (come anche alle europee), infatti, le liste elettorali della regione comprendono circa 500.000 elettori residenti all’estero che alle politiche votano nella circoscrizione estero, ma alle regionali dovrebbero tornare nel proprio comune di nascita per votare. Escludendoli la partecipazione salirebbe sopra il 52%.

La Figura 1 riporta il dettaglio della partecipazione per comune. L’affluenza è stata superiore nella parte orientale dell’Isola, e in particolare è stata più alta nelle province di Catania e Messina (rispettivamente 51,6% e 51,7%), le uniche dove i votanti hanno superato gli astenuti. Al contrario, Enna, Agrigento e Caltanissetta si sono fermate sotto il 40%.

Figura 1 Regionali in Sicilia 2017: mappa dell’affluenza per comune

Sicilia Affluenza 2017

 

In termini comparati, rispetto al 2012 notiamo una notevole stabilità della partecipazione. Complessivamente domenica hanno votato 24.130 elettori in meno rispetto a 5 anni fa. L’affluenza è cresciuta nelle 3 province maggiori, Catania, Messina (+0,5 punti) e Palermo (+0,1). Il calo più pronunciato si è registrato invece a Enna (-4 punti). Si nota inoltre un tendenziale rafforzamento del legame tra dimensione demografica dei comuni e partecipazione al voto. Nel 2012 l’affluenza rimaneva piuttosto stabile fra le varie categorie di dimensione demografica per poi scendere leggermente nelle città con oltre 100.000 abitanti, che in Sicilia sono solo 4: Siracusa, Messina, Catania e Palermo. Oggi invece sembra emergere un’associazione positiva fra grandezza del comune e voto. L’affluenza media nei comuni compresi fra 0 e 5.000 abitanti è stata del 45,8%, del 47,5% nelle due categorie successive (ossia quelle comprese fra 5001 e 15.000 e fra 15001 e 50.000 abitanti), del 48% nei medi centri urbani (50.001-100.000) e infine del 48,9% nelle città con oltre 100.000 abitanti. Qui, in particolare, notiamo una crescita di partecipazione nelle 3 maggiori città, con due punti di affluenza in più a Catania e a Messina e 1,7 punti in più a Palermo. In termini assoluti parliamo di una crescita di circa 11.900 votanti. Se consideriamo il calo di 24.130 votanti registrato in tutta l’Isola, significa che escludendo le tre maggiori città, nel resto della Sicilia i votanti sono scesi di circa 36.000 unità, ossia di circa un punto percentuale.

Questa lieve urbanizzazione della partecipazione al voto sarà stata in qualche modo favorita dal grande risultato del Movimento 5 Stelle che pare aver raddoppiato i voti rispetto a 5 anni fa? In attesa di conoscere nel dettaglio i flussi elettorali, possiamo infatti anticipare che nel 2012 l’elettorato pentastellato era emerso come il più ‘urban-oriented’ dell’Isola (Emanuele 2013b; vedi anche qui) e il boom di Cancelleri e della sua lista potrebbe aver giocato un grosso ruolo nell’evitare un ulteriore crollo della partecipazione.

Riferimenti bibliografici

Reif, K., e Schmitt, H. (1980). ‘Nine second‐order national elections–a conceptual framework for the analysis of European Election results’. European journal of political research8(1), 3-44.

Emanuele, V. (2013a). ‘Regionali in Sicilia, Crocetta vince nell’Isola degli astenuti. Boom del Movimento 5 Stelle’, in De Sio, L. e Emanuele, V. (a cura di), Un anno di elezioni verso le Politiche 2013, Dossier CISE (3), pp. 55-58.

Emanuele, V. (2013b). ‘Regionali in Sicilia, la geografia del voto: Grillo sfonda nelle città’, in De Sio, L. e Emanuele, V. (a cura di), Un anno di elezioni verso le Politiche 2013, Dossier CISE (3), pp. 59-62.

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Alessandro Riggio è un consulente in comunicazione e analisi dati, specializzato in ambito politico-elettorale e socio-demografico. È collaboratore del CISE e della redazione Dataroom di Milena Gabanelli del Corriere della Sera.