Comunali 2011: nei comuni capoluogo centrosinistra avanti, ma più ballottaggi del 2006, specie al Nord

di Vincenzo Emanuele e Aldo Paparo

Gli scorsi 15 e 16 Maggio 29 comuni capoluogo di provincia sono andati al voto per il rinnovo delle rispettive amministrazioni comunali. Ai blocchi di partenza, la situazione era quella descritta dalla colonna di destra della Tabella 1: il centrosinistra governava 20 città mentre il centrodestra ne amministrava 9. Di queste, ben 22 erano state conquistate al primo turno (rispettivamente 15 e 7) e solo 7 (5 e 2) avevano necessitato di un secondo turno di ballottaggio per decretare il vincitore.

Tabella 1


Bisogna comunque precisare che per la stragrande maggioranza dei casi in questione il turno amministrativo precedente si era svolto nel 2006, nell’ambito di una congiuntura politica eccezionale e forse irripetibile: era infatti l’anno delle politiche caratterizzate dallo scontro tra le macrocoalizioni dell’Unione e della Casa delle Libertà. Questo spiega sia lo squilibrio a favore del centrosinistra nella situazione di partenza, sia il basso numero di ballottaggi. Le elezioni dello scorso week-end sono state caratterizzate in questo senso da una continuità e una discontinuità rispetto al 2006. La continuità è garantita dall’esito elettorale, ancora una volta favorevole al centrosinistra, che conquista al primo turno 12 città contro le 4 del centrodestra. La discontinuità è caratterizzata dal numero di ballottaggi, ben 13, quasi il doppio della tornata precedente, dovuti essenzialmente allo sfarinamento dei blocchi storici (Fli e Udc fuori dal centrodestra), a problemi nell’organizzazione dell’offerta a sinistra (spesso Idv e Sel con candidati diversi da quelli del Pd) e all’emersione di nuovi soggetti politici, non coalizionabili (il Movimento 5 Stelle).

Osservando la Tabella 1 è possibile scendere più nel dettaglio del risultato elettorale, esaminando la situazione al livello delle singole zone geopolitiche.

Nel Nord si rileva la situazione complessivamente più incerta, con ben 6 ballottaggi su 8 città al voto. La destra, che governava quattro città di cui 3 conquistate al primo turno, non ne conferma nessuna, anche se a Pordenone costringe l’amministrazione uscente al ballottaggio. La sinistra ottiene un risultato soddisfacente oltre ogni aspettativa, dal momento che riconferma Torino e Savona e porta la destra al ballottaggio in 4 città, tra le quali spiccano Novara, città natale del governatore del Piemonte, il leghista Cota, e Milano, cuore del potere del centrodestra berlusconiano.

Nella Zona rossa il centrosinistra conferma lo storico predominio e anzi si migliora rispetto al recente passato: si conferma vincente al primo turno in 5 città e strappa al centrodestra Fermo. A Rimini e Grosseto si andrà invece al ballottaggio.

Solo al Sud il centrodestra non peggiora rispetto ai già non lusinghieri risultati del 2006. Nel Mezzogiorno la coalizione berlusconiana, che governava 4 comuni su 14, già dopo il primo turno pareggia il computo confermandosi a Reggio Calabria e Latina e conquistando Caserta e Catanzaro. Il centrosinistra invece arretra rispetto al 2006: delle 10 città amministrate (di cui 6 vinte al primo turno) ne conferma 4 e ne perde 2, mentre in altre 4 la competizione verrà decisa solo al secondo turno. In compenso migliora sensibilmente in Sardegna, dove raggiunge il ballottaggio a Cagliari e pone il proprio vessillo a Olbia, entrambi feudi azzurri.

Ma è chiaro che per individuare vincitori e perdenti di questa tornata elettorale, l’ultima rilevante prima delle politiche 2013, bisognerà aspettare l’esito dei ballottaggi: se il centrodestra riuscirà a portare a casa Milano e Napoli avrà tutto sommato limitato i danni; in caso contrario sarà una Caporetto dalle conseguenze difficilmente prevedibili per la tenuta del governo nazionale.

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.