Comunali 2011: il voto ai partiti per zona geografica

di Aldo Paparo e Vincenzo Emanuele

Le elezioni del 15 e 16 Maggio rappresentano un punto di svolta di grande importanza soprattutto per quanto concerne i risultati del Nord del paese. Abbiamo provato a sintetizzarli presentando 4 grafici che raffigurano l’andamento dei cinque partiti presenti in Parlamento tra le comunali 2006 e quelle del 2011 per i 6 comuni capoluogo (Milano, Torino, Novara, Varese, Savona, Rovigo) in cui si è votato in ogni elezione considerata.

La Fig. 1 mostra il dato più significativo: nel 2011 il Pd torna ad essere il primo partito del Nord, superando il Pdl di 5,5 punti (30% a 24,5%).  Il trend dei due maggiori partiti segue due percorsi molto diversi: il partito di Berlusconi è in costante calo, dal 36,7% del 2006 al 24,5% di oggi. Questa emorraggia di consensi accelera dal 2008 al 2010 (-4,6 punti) e ancor di più dalle regionali a oggi (meno 5,5 punti). Il Pd segue un percorso molto più altalenante, toccando il punto di massimo nel 2008 (35,5%) per poi crollare di quasi 10 punti alle regionali (25,7%) e risalire al 30% di queste comunali (+4,7punti).

Fig.1: I due partiti maggiori, dati percentuali.

Guardando i risultati in valori assoluti, il Pdl può consolarsi: rispetto al 2010, infatti, ha perso “solo” 24.000 voti, appena l’8% del suo elettorato. Il Pd, invece, risulta in crescita di oltre 80.000 voti e stacca il Pdl di 53.000 (341.000 a 278.000). Entrambi i partiti, comunque sono ben lontani dalle vette raggiunte nel 2008, quando superavano abbondantemente il mezzo milione di consensi. Sommati insieme avevano 1 milione e 43.000 voti, oggi ne hanno appena 619.000. Pur essendo due elezioni difficilmente confrontabili per via della diversa affluenza alle urne, appare impressionante il fatto che Pdl e Pd in appena 3 anni abbiano dilapidato oltre il 40% del proprio elettorato.

Fig.2: I due partiti maggiori, migliaia di voti.

Passando a commentare il risultato degli altri 3 partiti presenti in Parlamento (Figure 3 e 4) notiamo come tutti e tre risultino in calo di consensi, sia assoluti che percentuali. E’ un dato che deve far riflettere: dei 5 partiti che hanno avuto accesso alla rappresentanza nel 2008, solo il Pd rallegrarsi per il risultato ottenuto nel Nord del paese. E’ il segno di una situazione politica di profondo cambiamento, che vede apparire all’orizzonte nuovi e agguerriti sfidanti che frammentano l’offerta politica e moltiplicano le fette della torta: Sinistra e Libertà, il Movimento 5 Stelle e, in misura minore, Fli.

Fig.3: I partiti minori in Parlamento, dati percentuali.

La Lega subisce un calo assai vistoso, scende sotto al 10% perdendo oltre quattro punti rispetto alle regionali e peggiorando anche rispetto alle politiche. Certo, se guardiamo al confronto diretto con le comunali del 2006 (4,6%), il 9,5% di oggi sembra paradiso, ma era tutt’altra situazione. Il partito di Bossi riceve 108.000 voti validi, 30.000 in meno del 2010 e ben 50.000 meno del 2008: questo significa che rispetto al 2008 ha lasciato per strada quasi 1 elettore su 3 (-31,2% del suo elettorato).

Fig.4: I partiti minori in Parlamento, valori assoluti (migliaia di voti).

L’Italia dei Valori è il partito che perde di più. Dopo la vetta del 2010, punto culminante di un’ascesa eccezionale, dall’1,5 del 2006 all’8,2% delle regionali, la lista di Di Pietro crolla al 3,4% e ad appena 39.000 voti: perde così 4,8 punti e ben 44.000 voti, il 53% del suo elettorato.

L’Udc già debole in quest’area rispetto al Centro-Sud, cede terreno ulteriormente, divenendo quasi irrilevante (2,4%) e segnando inequivocabilmente la sconfitta dell’esperimento terzo polista (anche se a Savona era alleato con il centrosinistra e a Trieste e Rovigo si presentava da solo senza Fli). L’erosione di consensi è lenta ma costante: il partito di Casini perde 1,5 punti rispetto al massimo registrato alle comunali 2006 (3,9%) e cede 29.000 voti rispetto alle politiche (oltre 1 elettore su 2) anche se, tutto sommato, se guardiamo solo ai valori assoluti limita i danni rispetto alle regionali (-5.000 voti).

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.