Napoli-Milano, la Frecciarossa che attraversa l’Italia

di Vincenzo Emanuele

Si è appena concluso il turno di ballottaggio delle elezioni comunali 2011. I giochi sono fatti, si possono tirare le prime somme e fare alcune considerazioni. (Zolpidem)

Il centrosinistra ha colto un risultato eccezionale, ben al di là delle più rosee aspettative. I suoi candidati hanno vinto in 9 comuni capoluogo su 13 al ballottaggio, spesso con performances vicine al 60% e in un caso (Napoli) oltre il 65%, mentre il centrodestra arretra ovunque e riesce ad avere la meglio solo in 4 città e sempre con un margine piuttosto risicato sul candidato rivale. La Tabella 1 illustra i risultati dei 13 comuni che sono andati al voto, la coalizione vincente e i voti assoluti e in percentuale dei candidati dei due schieramenti.

TAB.1 I risultati dei ballottaggi nei comuni capoluogo.

Al Nord il centrosinistra vince in 4 comuni su 6 al voto. A Milano, la città nella quale più di ogni altra il voto ha assunto un significato politico nazionale (non a caso si tratta del secondo capoluogo in cui si è registrata la più alta affluenza, il 67,4%), Pisapia ha vinto con il 55% staccando la Moratti di ben 10 punti: questo dato indica che la maggior parte degli elettori del terzo Polo si è orientata verso l’avvocato penalista di Sel. I candidati progressisti vincono anche a Pordenone (con il 59,6%), Trieste (57,5%) e perfino a Novara (52,9%), città del governatore leghista del Piemonte Cota. Negli ultimi due casi, si tratta di città che cambiano colore politico, poiché fino ad oggi erano governate dal centrodestra. La coalizione berlusconiana riesce a strappare Rovigo per appena 500 voti e tiene a Varese, storica fortezza leghista, cogliendo il miglior risultato di questa tornata (53,9%). Considerando anche l’esito del primo turno, complessivamente il centrosinistra vince in 6 città su 8 al voto: nel 2006 era finita 4 a 4.

Nella Zona rossa i due comuni al ballottaggio risultano entrambi assegnati al centrosinistra, che vince a Grosseto (57,3%) e a Rimini (53,5%), sebbene per lunga parte del pomeriggio nel capoluogo romagnolo è sembrato avere la meglio il centrodestra. Nelle 4 regioni appenniniche (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche) si assiste dunque ad un vero e proprio cappotto dei progressisti: la situazione finale vede un 8-0 a favore del centrosinistra (nel 2006 finì 7-1).

Al Sud andavano al ballottaggio 5 comuni capoluogo. Il centrosinistra si è imposto in 3 casi, vincendo con distacchi abissali, inimmaginabili fino a pochi giorni fa: a Cagliari Zedda e a Crotone Vallone si sono imposti entrambi con il 59,4%, partendo da una situazione di estremo equilibrio dopo il ballottaggio. Nel caso del capoluogo sardo, si tratta di una vittoria che vale doppio: la città, infatti, era governata da una giunta di centrodestra. Il vero capolavoro il centrosinistra lo compie a Napoli: nella città eletta a simbolo del “governo del fare”, in cui Berlusconi si era speso moltissimo nel tentativo di risolvere il problema dei rifiuti, De Magistris, che partiva in svantaggio di 9 punti rispetto al rivale Lettieri, supera il 65% dei consensi, quasi doppiando il suo avversario. Il crollo dell’affluenza (appena al 50% contro il 60,3% di 2 settimane fa), soprattutto nelle periferie, ha danneggiato il centrodestra, ma la chiave è stata soprattutto l’incapacità di Lettieri di riportare i propri elettori a votare (come documenta l’analisi dei flussi di voto, nell’articolo di Lorenzo De Sio). Il centrodestra si consola con le vittorie di Cosenza e Iglesias, entrambe con amministrazioni uscenti di centrosinistra. A Cosenza, storica roccaforte rossa della Calabria, i progressisti pagano la divisione all’interno del Pd locale e l’incapacità di Paolini (candidato di Idv e Sel) di conquistare i voti di Fli (4,6% al primo turno). A Iglesias l’alta affluenza (69,1%) ha facilitato il cristallizzarsi dei rapporti di forza fuoriusciti al primo turno, in cui il candidato del centrodestra aveva sfiorato la maggioranza assoluta (49,9%). Nel complesso, su 14 comuni capoluogo al voto, il centrosinistra vince in 8 e il centrodestra in 6: si tratta dell’unica area del paese in cui la coalizione berlusconiana si migliora rispetto a 5 anni fa (allora era finita 10 a 4 per il centrosinistra).

Riassumendo, al termine di questi ballottaggi, la situazione è la seguente: si passa dal 20 a 9 a favore del centrosinistra del 2006, un risultato allora considerato eccellente, ottenuto sulla scia della vittoria dell’Unione alle politiche, al 21 a 8 di oggi. Una vittoria senza precedenti per Bersani e soci, un cambiamento repentino del corpo elettorale, impensabile fino a poche settimane fa: oggi una Frecciarossa ha attraversato l’Italia, da Napoli a Milano, e non si trattava di un treno.

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.