Gli elettori del Movimento 5 Stelle: fuori da destra e sinistra, ma interessati alla politica

di Nicola Maggini

Alle recenti elezioni comunali del maggio 2012 il Movimento 5 Stelle (M5S) di Beppe Grillo ha ottenuto un significativo successo in termini di voti ed è riuscito a far eleggere il primo sindaco “5 stelle” in un comune capoluogo (Federico Pizzarotti a Parma). Nei giorni immediatamente precedenti, il Cise ha fatto condurre un sondaggio su un campione di 2500 persone con interviste telefoniche integrato da 500 interviste su cellulare. Questo sondaggio è la prima ondata di un panel misto Cati + Cami ed è successivo ad altri due sondaggi Cati somministrati nell’aprile del 2011 e nel dicembre del 2011. In questa maniera è possibile tentare di tratteggiare un profilo dell’elettorato del movimento di Beppe Grillo in un’ottica longitudinale.

Prima di tutto è necessario analizzare, tramite i tre sondaggi Cati del Cise,  le effettive intenzioni di voto per il M5S nel corso del tempo (primavera 2011 – autunno 2011 –  primavera 2012).

Come si può vedere dalla Fig.1, l’incremento nelle intenzioni di voto per il Movimento di Grillo nel corso di un solo anno è notevole: nell’aprile 2011 le intenzioni di voto per il M5S sono pari solo all’1,4%, nel dicembre 2011 si passa al 4,6% e, infine, nell’aprile 2012 il M5S raggiunge il 12,7% (prefigurando il successo alle comunali che si terranno da lì a poco). Ma come si compone l’elettorato del M5S per ciò che concerne le idee politiche? Per rispondere a tale domanda abbiamo provveduto ad effettuare l’incrocio tra il voto per il M5S e l’auto-collocazione politica dell’intervistato.

Come si può vedere dalla Fig. 2, se si guarda al profilo politico dell’elettorato del M5S, si nota come in tutte le rivelazioni la categoria più numerosa sia costituita da coloro che si considerano di centrosinistra. Non è però questo il dato più significativo, quanto il cambiamento nella composizione politica del voto per il M5S  nel corso di un anno.  Tra la primavera 2011 e l’autunno 2011 coloro che dichiarano di voler votare per il M5S aumentano in maniera considerevole tra gli intervistati di centrosinistra e di centrodestra (incremento pari, rispettivamente, a 9,1 e a 11,5 punti percentuali), mentre diminuiscono tra i non collocati e tra coloro che si collocano al centro dello spazio politico. Tuttavia tra l’autunno del 2011 e la primavera del 2012 (ossia nel periodo in cui si registra la vera espansione elettorale del M5S passando dal 4,6% al 12,7% delle intenzioni di voto),  coloro che esprimono un’intenzione di voto per il M5S aumentano in maniera considerevole tra chi si colloca al centro e tra i non-collocati  (incremento pari, rispettivamente, a 9,2 e a 8,5 punti percentuali), mentre diminuiscono tra chi si colloca sul centrosinistra e tra chi si colloca sul centrodestra dello spazio politico, ritornado ai livelli della prima ondata (ossia quando il M5S raccoglieva appena l’1,4% dei consensi e il numero dei casi era troppo basso per poter fare delle considerazioni fondate dal punto di vista statistico). Tra gli elettori degli altri partiti non ci sono invece significativi cambiamenti circa la composizione politica del proprio elettorato nell’arco delle due ondate. Questi dati indicano che il “boom” elettorale del movimento di Grillo è avvenuto tra chi non si riconosce nei due attuali “blocchi” politici e nelle tradizionali categorie politiche. Sono probabilmente elettori fortemente critici con l’attuale classe politica, anche se non necessariamente disinteressati alla politica e a tal proposito è interessante notare che se si effettua l’incrocio tra il voto per il M5S e l’interesse per la politica, si ottiene un test Chi quadro statisticamente significativo solo nell’aprile 2012 (Fig. 3), quando gli elettori del M5S sono fortemente sovra-rappresentati, rispetto agli elettori degli altri partiti e rispetto alla media, tra coloro che dichiarano di essere molto o abbastanza interessati alla politica.

       In conclusione, si è visto come nella primavera 2012 (a pochi giorni dalle elezioni comunali) il Movimento 5 Stelle registrasse delle effettive intenzioni di voto attorno al 13%, con un trend crescente nel corso del tempo. Inoltre si è visto come l’incremento fosse avvenuto tra i non collocati e tra coloro che si collocano al centro: in altre parole il movimento di Grillo è riuscito a raccogliere consensi tra chi non si riconosce nelle tradizionali categorie politiche di destra e di sinistra. Sono probabilmente elettori che non si sentono rappresentati dalla attuale classe politica, anche se non necessariamente rifiutano la politica in quanto tale: al contrario, come si è appena visto, gli elettori del M5S nell’aprile 2012 sono fortemente sovra-rappresentati tra coloro che dichiarano di essere interessati alla politica.

Nicola Maggini è ricercatore in scienza politica. È membro del laboratorio di ricerca spsTREND "Hans Schadee" presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali) e di ITANES (Italian National Election Study). In precedenza è stato Jean Monnet Fellow presso lo Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo e ha partecipato a due progetti di ricerca europei Horizon 2020: Sirius-Skills and Integration of Migrants, Refugees and Asylum Applicants in European Labour Markets e TransSol-Transnational solidarity at times of crisis. Si è addottorato, con lode, in Scienza della Politica all’Istituto Italiano di Scienze Umane nel marzo 2012. Ha pubblicato articoli in diverse riviste scientifiche italiane e internazionali, tra cui European Political Science Review, Journal of Common Market Studies, West European Politics, American Behavioral Scientist, South European Society and Politics, Italian Political Science Review, Journal of Contemporary European Research, Quality & Quantity, Italian Political Science, Italian Journal of Electoral Studies, International Sociology e Quaderni di Scienza Politica. Ha pubblicato, per Palgrave MacMillan, il libro Young People’s Voting Behaviour in Europe. A Comparative Perspective (Palgrave Macmillan, 2016). È inoltre coautore di diversi capitoli in volumi collettanei e ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE. Ha curato (con Andrea Pedrazzani) Come siamo cambiati? Opinioni, orientamenti politici, preferenze di voto alla prova della pandemia (Fondazione Feltrinelli, 2021). Infine, è autore di diverse note di ricerca pubblicate nella serie dei Dossier CISE. I suoi interessi di ricerca si concentrano sullo studio degli atteggiamenti e comportamenti socio-politici, dei sistemi elettorali, del comportamento di voto e della competizione partitica in prospettiva comparata.