Sondaggio IPSOS-CISE, il voto alle coalizioni e l’Europa

di Nicola Maggini

 

Il Sondaggio IPSOS-CISE  sulla politica italiana pubblicato oggi sul Sole 24 Ore conteneva alcune interessanti domande sull’Europa.  In una campagna elettorale fortemente influenzata anche dal contesto europeo, il modo con cui gli elettori percepiscono l’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea è sicuramente una issue importante. Dai dati che qui presentiamo emerge che, in linea generale, gli elettori della coalizione di centrosinistra guidata da Bersani e gli elettori della coalizione di centro guidata da Monti presentano un profilo simile per ciò che concerne la issue Europa: si tratta cioè di due elettorati europeisti. Al contrario, “euroscettici” appaiono gli elettori del Movimento 5 Stelle e fortemente critici verso tutto ciò che riguarda l’Europa gli elettori del centrodestra guidato da Berlusconi.

 

Fig. 1

 

La Fig. 1 mostra l’incrocio tra il voto alle principali coalizioni e le risposte alla domanda: “Se domani mattina le annunciassero che l’Italia ha abbandonato l’Unione Europea, quale sarebbe la sua reazione?”. I dati mostrano come gli elettori della coalizione guidata da Bersani e quelli della coalizione guidata da Monti siano i più europeisti: il 78,6 % degli elettori centristi e l’82,1% degli elettori del centrosinistra dichiarano che sarebbero molto dispiaciuti se l’Italia abbandonasse l’Unione Europea. Al contrario i più “euroscettici” sembrano essere gli elettori del Movimento 5 Stelle e i più anti Ue gli elettori della coalizione guidata da Berlusconi.  Tra gli elettori del centrodestra ben il 38,7 % dichiara che proverebbe un grande sollievo se l’Italia uscisse dall’Unione Europea e il 10,4% sarebbe abbastanza indifferente. Tra gli elettori del Movimento 5 Stelle il 22,8% sarebbe contento se l’Italia uscisse dall’Unione Europea, il 16,5% sarebbe abbastanza indifferente e l’11,1% non sa o non risponde (una percentuale nettamente al di sopra della media).

 

Fig.2

 

La Fig. 2 mostra l’incrocio tra il voto alle principali coalizioni e le risposte alla domanda: “Per affrontare efficacemente le questioni più importanti dei prossimi anni, quale pensa che sia la soluzione migliore?”. In totale a questa domanda il 56,4% (la maggioranza assoluta) risponde che è necessario mantenere la sovranità del proprio paese, anche se ciò può limitare il potere decisionale in Europa, mentre il 37,2% dice che è opportuno rafforzare i poteri decisionali dell’Europa, anche a costo di ridurre la sovranità del   proprio paese (il 6,3% non sa o non risponde). Se si guarda però al profilo degli elettori delle diverse coalizioni si nota come ci siano delle nette differenze. I difensori della sovranità nazionale tra gli elettori della coalizione guidata da Berlusconi sono ben il 73,4% e tra gli elettori del Movimento 5 Stelle sono il 59,7%. Tra gli elettori della coalizione guidata da Bersani si nota invece un maggiore equilibrio: il 49,4% difende la sovranità nazionale, il 45,1% è favorevole a un rafforzamento dei poteri decisionali dell’Europa. Infine, gli elettori della coalizione guidata da Monti sono i più europeisti: il 49,4% (la maggioranza relativa) è a favore di un rafforzamento dei poteri decisionali dell’Europa, mentre il 36,5% è per il mantenimento della sovranità nazionale.

Fig.3

 

 La Fig.3 mostra l’incrocio tra il voto alle principali coalizioni e le risposte alla domanda: “Lei pensa che l’Italia abbia beneficiato della sua appartenenza all’Ue?”. Anche in questo caso gli elettori delle principali coalizioni mostrano dei profili contrapposti, con gli elettori di Bersani e Monti che mostrano il profilo più europeista e gli elettori di Berlusconi che mostrano il profilo più critico  nei confronti dell’Unione Europea. Infatti, coloro che pensano che l’Italia abbia beneficiato della sua appartenenza all’Ue sono il 69,6% tra gli elettori del centrosinistra e il 71,2% tra gli elettori centristi, mentre coloro che ritengono il contrario sono il 53,2% (la maggioranza assoluta) tra gli elettori del centrodestra. Gli elettori del Movimento 5 Stelle mostrano un profilo più equilibrato: coloro che ritengono che  l’Italia abbia beneficiato della sua appartenenza all’Ue sono la maggioranza relativa (46,9%), una percentuale tuttavia nettamente inferiore rispetto alla media (57,3%).

Infine, nelle Fig. 4 e 5 abbiamo incrociato il voto alle principali coalizioni con due possibili paure legate all’integrazione europea: la paura di una minore protezione sociale in Italia e il timore di perdere la nostra identità e cultura. Nel primo caso si conferma quanto visto finora: tra gli elettori della coalizione di centrodestra e del Movimento 5 Stelle coloro che sono spaventati dal processo di integrazione europea costituiscono una netta maggioranza. Tra gli elettori delle coalizioni di Bersani e Monti gli “spaventati” sono una minoranza (anche se consistente). Il dato più interessante lo riscontriamo invece a proposito del timore di perdere la nostra identità e cultura. Ancora una volta gli elettori del centrodestra si mostrano come i più spaventati (67,3%), seguiti dagli elettori del Movimento 5 Stelle (57%). Gli elettori del centrosinistra sono invece i meno spaventati (35,2%). La novità emerge tra gli elettori di Monti, solitamente pro Europa in maniera chiara come abbiamo visto in precedenza. In questo caso, tra gli elettori centristi, coloro che hanno paura di perdere la nostra identità e cultura in seguito all’integrazione europea sono il 48,5% (contro il 48,2% che non ha paura). Probabilmente ciò è dovuto al fatto che tra gli elettori centristi c’è una forte componente cattolica sensibile al mantenimento della propria identità culturale.

Fig. 4

 

Fig. 5

Nicola Maggini è ricercatore in scienza politica. È membro del laboratorio di ricerca spsTREND "Hans Schadee" presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali) e di ITANES (Italian National Election Study). In precedenza è stato Jean Monnet Fellow presso lo Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo e ha partecipato a due progetti di ricerca europei Horizon 2020: Sirius-Skills and Integration of Migrants, Refugees and Asylum Applicants in European Labour Markets e TransSol-Transnational solidarity at times of crisis. Si è addottorato, con lode, in Scienza della Politica all’Istituto Italiano di Scienze Umane nel marzo 2012. Ha pubblicato articoli in diverse riviste scientifiche italiane e internazionali, tra cui European Political Science Review, Journal of Common Market Studies, West European Politics, American Behavioral Scientist, South European Society and Politics, Italian Political Science Review, Journal of Contemporary European Research, Quality & Quantity, Italian Political Science, Italian Journal of Electoral Studies, International Sociology e Quaderni di Scienza Politica. Ha pubblicato, per Palgrave MacMillan, il libro Young People’s Voting Behaviour in Europe. A Comparative Perspective (Palgrave Macmillan, 2016). È inoltre coautore di diversi capitoli in volumi collettanei e ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE. Ha curato (con Andrea Pedrazzani) Come siamo cambiati? Opinioni, orientamenti politici, preferenze di voto alla prova della pandemia (Fondazione Feltrinelli, 2021). Infine, è autore di diverse note di ricerca pubblicate nella serie dei Dossier CISE. I suoi interessi di ricerca si concentrano sullo studio degli atteggiamenti e comportamenti socio-politici, dei sistemi elettorali, del comportamento di voto e della competizione partitica in prospettiva comparata.