Elezioni di svolta

In queste prime ore si susseguono a ripetizione risultati contraddittori: exit e instant polls, proiezioni, simulazioni su dati ufficiali. Riguardo a queste ultime, si registra una clamorosa instabilità: nonostante l’alta percentuale di sezioni scrutinate, all’affluire di nuove sezioni il risultato cambia in modo significativo.

Qual è il motivo di questa instabilità e contraddittorietà? Esistono per lo meno tre spunti di riflessione:

1) E’ molto alto il numero di regioni in bilico. Piemonte, Friuli, Lazio, Abruzzo, Calabria e Sicilia sono incerte, a tal punto da fare in modo che, all’affluire di nuove sezioni, più di una regione passi da uno schieramento all’altro, cambiando quindi in modo rilevante la composizione del Senato. Se in passato già solo con il 15% di sezioni era stato possibile anticipare il risultato complessivo, oggi il 50% delle sezioni non sembra ancora sufficiente a delineare la situazione con chiarezza. Ma in realtà c’è un problema più importante.

2) Appaiono cambiate in modo radicale alcune coordinate fondamentali dei comportamenti di voto degli italiani. In particolare l’irrompere di Grillo nella scena politica sembra aver tagliato gli schieramenti in modo completamente trasversale. Dal punto di vista sociale, politico e territoriale, tanto da mandare completamente in crisi anche i modelli di analisi su cui si basano le proiezioni elettorali basate su seggi campione.

3) La crisi del rapporto tra gli italiani e i partiti appare aver toccato un livello critico, in cui anche gli strumenti tradizionali di analisi degli atteggiamenti politici (campioni statistici rappresentativi, interviste, sondaggi) appaiono scarsamente adeguati a cogliere il cambiamento. Si tratta di un punto assolutamente critico, visto che in Italia vengono in realtà impiegate le stesse metodologie utilizzate negli Stati Uniti e nei principali paesi europei, e che in quei casi permettono quasi sempre una previsione piuttosto accurata dei risultati. Perché questi strumenti non sono stati in grado di cogliere il cambiamento? Cosa è successo in profondità all’opinione pubblica?