Gli eletti PD: tasso di rielezione, donne e composizione politica

di Federico De Lucia

Il PD, beneficiando del premio di maggioranza alla Camera, ha ottenuto 297 deputati (292 eletti in Italia, più 5 eletti all’estero). Al Senato invece, dove ha vinto il premio di maggioranza in 10 regioni su 17, ha ottenuto 111 senatori (107[1] eletti in Italia, 4 eletti all’estero). La delegazione complessiva del PD a Roma è pertanto composta da 408 parlamentari. Quella uscente era composta da 290 esponenti del partito (non si considerano qui gli altri parlamentari uscenti ancora iscritti ai gruppi parlamentari PD al momento dello scioglimento, ovvero  i 9 radicali, gli 8 ex PD passati con Monti e Beppe Lumia che, pur essendo un democratico, si è candidato ed è stato eletto nella lista Megafono di Crocetta).

Dei 290 parlamentari uscenti, 145 (la metà esatta) hanno rinunciato alla candidatura. Degli altri 145, 101 sono riusciti ad essere rieletti, e 44 non ci sono riusciti. Pertanto, i parlamentari uscenti rieletti saranno in questa legislatura 145 su 408: il 35,6%. Un dato in media con quello complessivo, e molto basso se si pensa che il partito ha incrementato in modo massiccio la propria rappresentanza e avrebbe pertanto potuto collocare in posizione eleggibile un numero di uscenti ben maggiore.

Tab. 1 Eletti PD: sorte dei parlamentari uscenti del PD

Sono quattro i candidati del PD che hanno ottenuto più di una elezione: si tratta di Bersani, Marino, Letta e Nardelli. Come noto, essi dovranno optare per una delle loro posizioni eleggibili e daranno così luogo ai ripescaggi. Poiché non è possibile ad oggi determinare quale sia la posizione che sceglieranno, siamo costretti ad ipotizzare come eletti tutti i possibili ripescati. Il numero complessivo di eletti che useremo in questa analisi non è pertanto 408, ma 412 (ci sono cioè 4 ripescati eccedenti, che però non possiamo identificare fra quelli possibili).

Tab. 2 Eletti PD: Disaggregazione fra listino e primarie dei nuovi eletti del PD

Come si ricorderà, il PD ha svolto delle primarie per determinare la composizione delle liste, anche se il segretario si è riservato la possibilità di scegliere direttamente alcuni candidati (124, per l’esattezza). Bene, dei 412 eletti PD, 290 sono stati selezionati dalle primarie, 113 dal listino (a questi si aggiungono i 9 eletti all’estero): ben il 72% degli eletti democratici in Italia ha quindi preso i voti direttamente sul territorio. Dei 290 provenienti dalle primarie, 96 (il 33,1%) sono parlamentari uscenti. Dei 113 scelti da Bersani, questi ultimi sono invece 44 (il 38,9%), senza considerare i 5 (su 9) riconfermati all’estero.

Tab. 3 Eletti PD: Rappresentanza femminile e presenza di parlamentari riconfermati negli eletti PD, disaggregazione per listino e primarie

*compresi i 9 eletti all’estero (5 uscenti, 1 donna)

Su 412 eletti democratici, le donne sono 156: il 37,9%. Si tratta della percentuale più alta assieme a quella del Movimento 5 Stelle. Nel gruppo uscente esse erano il 29,6% (86 su 290): l’incremento è notevole, ed è un punto sul quale il partito si è speso molto. Esse sono il 43,8% fra i candidati provenienti dal territorio, e solo il 23,8% nel listino di Bersani (comprensivo anche dell’estero).

Infine, cerchiamo di indagare quale sia la provenienza politica del nuovo drappello parlamentare democratico, per vedere se qualcosa è cambiato rispetto al recentissimo passato. Nell’insieme dei parlamentari uscenti, gli ex DS rappresentavano il 59% circa, gli ex Margherita il 36% circa. Vi erano poi una decina di indipendenti e qualche sparuto esponente di altri piccoli partiti. I cambiamenti che da questo punto di vista si intravedono nella nuova pattuglia democratica alla Camera sono di scarsa entità, ma comunque ci sono: gli ex diessini mantengono una posizione di assoluta preminenza, con il 56,6% dei componenti; restano quasi invariati numericamente, e dunque calano molto a livello percentuale, gli ex Margherita; sale sensibilmente la componente degli indipendenti, con cui Bersani ha riempito il listino, e fa il suo esordio la componente dei cosiddetti “nativi democratici”, composta da politici che non avevano esperienze precedenti nei due partiti fondatori, e che o provengono dal mondo delle liste civiche o, semplicemente, sono alla prima esperienza politica. I socialisti entrati in Parlamento sono infine 6 (anche se uno di essi è uno dei ripescabili a rischio).

Tab.4 Eletti PD: appartenenza politica dei parlamentari PD, prima e dopo le elezioni 2013

Il dato dei renziani, infine, è stato quello previsto: ne sono stati eletti 50 in tutto, di cui 14 inseriti nel listino e 36 provenienti dalle primarie.

Per concludere, una notazione di colore: con l’esclusione a sorpresa di Franco Marini, sono solo 4 i parlamentari democratici che hanno alle spalle più di 15 anni di vita parlamentare. Si tratta di Finocchiaro, Bindi, Fioroni e Bressa. A questi si aggiunge Beppe Lumia, democratico di fatto ma eletto nella lista Crocetta.



[1] In questo computo, non si considerano componenti del PD due degli eletti nei collegi senatoriali del Trentino Alto Adige, che il PD sosteneva in alleanza con i montiani: Vittorio Fravezzi e Franco Panizza, appartenenti a due partiti regionali vicini all’ex Presidente della Provincia di Trento, il montiano Dellai. Se il primo deve essere considerato certamente di area montiana, sul secondo si dovrà attendere la scelta del gruppo parlamentare per capirne la collocazione effettiva.

Federico De Lucia ha conseguito la laurea magistrale in Scienza della Politica e dei Processi Decisionali, presso la facoltà di Scienze Politiche all’Università di Firenze, discutendo una tesi dal titolo “Le Regioni a Statuto Speciale nella Transizione italiana. Forma di governo, sistema elettorale, sistema partitico.” Nel periodo degli studi universitari ha svolto tre tirocini presso gli uffici della Regione Toscana, nel Settore di assistenza alla I Commissione (Affari Istituzionali, Programmazione e Bilancio) del Consiglio e nell'Osservatorio elettorale regionale, presso la Presidenza. Ha poi partecipato poi al Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari "Silvano Tosi". Dal luglio 2013 al maggio 2018 ha lavorato presso FB & Associati, una società che si occupa di consulenza nel campo delle relazioni istituzionali. In tale società ha fondato e poi diretto per cinque anni FBLab, un Centro studi che si occupa di monitoraggio parlamentare e analisi dello scenario politico. Inoltre, è membro del CISE sin dalla sua costituzione, ha scritto numerosi contributi nei Dossier CISE e ha curato il quarto volume (Le Elezioni Politiche 2013). Oggi è funzionario del Ministero dell'Interno. I suoi principali interessi sono lo studio dell’assetto istituzionale, dei sistemi elettorali e dell’evoluzione storica dei sistemi partitici, nonché la raccolta, la catalogazione ed il confronto dei dati elettorali, a livello locale, nazionale ed internazionale.