Il rendimento del M5S nei comuni superiori

di Nicola Maggini

            Il Movimento 5 Stelle (M5S) alle elezioni politiche delle 24-25 Febbraio scorsi aveva ottenuto un grande successo elettorale, divenendo il primo partito alla Camera (senza contare la circoscrizione estero) con il 25,6% dei voti. Risulta quindi naturale e opportuno vedere quale è stato il rendimento elettorale del M5S alle comunali del 26-27 Maggio 2013. Nei 92 comuni superiori ai 15.000 abitanti in cui si è votato, il M5S ha ottenuto l’8,5 % dei voti.  Nelle politiche di Febbraio negli stessi comuni il M5S aveva preso il 26,3 %. Se si considerano le politiche come termine di paragone, non c’è alcun dubbio che si debba parlare di crollo. Infatti, nel giro di tre mesi sono stati persi poco più dei due terzi dei voti ottenuti alle elezioni politiche. Nelle Tabelle 1 e 2 è possibile vedere l’andamento del M5S disaggregato per area geografica (Tab. 1) e per dimensione demografica del comune (Tab. 2). Il calo è generalizzato, ma non del tutto uniforme. Al Nord passa dal 23,1% di Febbraio all’8% delle recenti comunali, con un calo di 15,1 punti percentuali. Al Sud il calo è ancora più marcato, pari a 18,8 punti percentuali (passando dal 27% all’8,2%). Nella “Zona Rossa”, infine, le perdite sono simili a quelle registrate nel Nord: tra le politiche e le comunali il M5S scende di 15,4 punti percentuali, passando dal 26,9% all’11,5%. In generale comunque la flessione è evidente e di simile entità in tutte le aree del paese. Una maggiore varianza è riscontrabile nel caso della classificazione per dimensione demografica del comune. Per comuni piccoli intendiamo quelli compresi tra i 15.000 e i 50.000 abitanti, i medi sono quelli superiori ai 50.000 abitanti, mentre Roma (data la sua ampiezza demografica) è considerata come una categoria a sé stante. I dati ci dicono che minore è l’ampiezza demografica del comune, maggiore è il calo elettorale del M5S. Infatti, nei comuni piccoli il movimento di Grillo nel giro di tre mesi passa dal 25,8% al 4,9%, con un calo di ben 20,9 punti percentuali.  Nei comuni medi la perdita di voti è di 18,3 punti percentuali (passando dal 25,3% al 7%), mentre a Roma l’emorragia di voti è più contenuta. Infatti, nella capitale, il M5S alle politiche aveva ottenuto il 27,3%, mentre alle comunali la percentuale di voti è stata del 12,8% (scendendo quindi di 14,5 punti percentuali).  Rispetto alle politiche, il vistoso calo del M5S è generalizzato, ed è più marcato nei comuni di piccole dimensioni.

Tabella 1 – Rendimento elettorale del M5S (in valori percentuali) disaggregato per area geografica (comuni superiori).

Tabella 2 – Rendimento elettorale del M5S (in valori percentuali) disaggregato per dimensione demografica del comune (comuni superiori).

            A questo punto va detto che il confronto comunali-politiche è ancora più fuorviante per il M5S che per gli altri partiti.  Questo perché la competizione comunale non è congeniale ai candidati del M5S. In un contesto di forte personalizzazione del voto e di elezione diretta del sindaco sono fortemente svantaggiati.  Essendo del tutto sconosciuti o quasi, prendono voti solo in proporzione al loro grado di effettivo radicamento territoriale, e quest’ultimo è spesso scarso. Se lasciamo perdere il confronto comunali-politiche e andiamo a vedere come il M5S si è comportato nelle tornate amministrative degli ultimi due anni il quadro appare un po’ diverso. Si deve tenere presente che si tratta di un confronto tra elezioni ammnistrative in cui si è votato in comuni differenti e tale confronto si è basato sui voti ottenuti nell’arena maggioritaria dai candidati a sindaco del M5S. Vediamo in primis quale è stata la presenza nei diversi gruppi di comuni del M5S alle comunali del 2011, del 2012 e del 2013 (Tab. 3). Alle comunali del 2011 il M5S era presente nel 33,3% dei comuni superiori (47 su 141), con una presenza non uniforme sul territorio nazionale: era presente infatti nel 57,5% dei comuni superiori del Nord, nel 54,5% dei comuni superiori della “Zona Rossa” e solo nel 15,2% dei comuni superiori del Sud. Alle comunali del 2012 il M5S era presente nel 46,9% dei comuni superiori (75 su 160), e anche in questo caso la presenza è nettamente maggiore nel Centro-Nord rispetto al Sud: era presente infatti nel 71,7% dei comuni superiori del Nord, nel 76,5% dei comuni superiori della “Zona Rossa” e nel 26,7% dei comuni superiori del Sud. Alle recenti comunali il M5S ha invece presentato candidati a sindaco nella stragrande maggioranza dei comuni superiori, pari all’81,5% (75 comuni su 92), con una presenza abbastanza omogenea su tutto il territorio nazionale: si è presentato infatti nell’89,3% dei comuni superiori del Nord, nella totalità dei comuni superiori della “Zona Rossa” e nel 73,1% dei comuni superiori del Sud.

Per ciò che concerne le percentuali di voto (Tab. 4), alle comunali del 2011 i candidati a sindaco del M5S avevano preso nell’insieme dei comuni dove si erano presentati il 4,7%. Al Nord avevano preso il 4,8%, nella “Zona Rossa” l’8,4% e nel Sud il 2,2%. Alle comunali del 2012 la percentuale di consensi del M5S era salita al 9,1%. Il miglioramento era stato meno marcato al Sud rispetto alle altre zone. Al Sud infatti, nel 2012, i candidati a sindaco del M5S avevano ottenuto il 4,5%, nella Zona Rossa il 13,8% e nel Nord l’11,1%. Oggi i candidati a sindaco del M5S hanno ottenuto l’8,5% dei voti, un dato leggermente più basso di quello del 2012. Se poi si considera che alle recenti comunali il M5S si è presentato in molti più comuni rispetto al passato, si può dire che siamo di fronte a una battuta d’arresto rispetto al trend (in crescita) registrato tra il 2011 e il 2012. Inoltre, si deve osservare come la distribuzione territoriale del voto al M5S sia molto più omogenea oggi che nel passato: alle comunali del 26-27 Maggio 2013 i candidati a sindaco del M5S hanno ottenuto l’8% dei voti nei comuni superiori del Nord in cui erano presenti, l’11,5% nella “Zona Rossa” e l’8,2% al Sud.  Il Sud è l’unica zona del paese dove il M5S ottiene una percentuale migliore rispetto al passato (ed è anche la zona dove aumenta di più la sua presenza territoriale).

Tabella 3 – Presenza del M5S nei comuni superiori al voto alle elezioni comunali.

Tabella 4 – Voti ai candidati sindaco del M5S nei comuni superiori dove erano presenti, disaggregati per area geografica (valori percentuali).

    In sintesi, il M5S non è andato bene a queste elezioni comunali. Se il confronto è con le politiche, sicuramente si può parlare di crollo. Ciò non è vero se si considerano le elezioni comunali degli ultimi due anni. Tuttavia anche in questo caso il dato non è positivo perché la crescita elettorale del M5S si è arrestata e si è registrata una leggera inversione di tendenza. Ma il punto è sempre lo stesso. Alle elezioni comunali i candidati del M5S scontano il fatto di avere poca esperienza e poca visibilità in un contesto in cui l’una e l’altra contano molto. Alle politiche il peso di Grillo è determinante, ma nei singoli comuni Grillo non può sostituire i suoi candidati.

            In conclusione, siamo in una fase di tale volatilità elettorale che occorre fare molta attenzione a trarre conclusioni tranchant su fenomeni di portata tutto sommato circoscritta, come è una tornata di elezioni comunali. Sicuramente è presto per parlare di disfatta o di declino irreversibile del M5S. Tuttavia si può dire che queste elezioni comunali hanno segnato senza dubbio una battuta d’arresto per il movimento di Grillo.

Nicola Maggini è ricercatore in scienza politica. È membro del laboratorio di ricerca spsTREND "Hans Schadee" presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali) e di ITANES (Italian National Election Study). In precedenza è stato Jean Monnet Fellow presso lo Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo e ha partecipato a due progetti di ricerca europei Horizon 2020: Sirius-Skills and Integration of Migrants, Refugees and Asylum Applicants in European Labour Markets e TransSol-Transnational solidarity at times of crisis. Si è addottorato, con lode, in Scienza della Politica all’Istituto Italiano di Scienze Umane nel marzo 2012. Ha pubblicato articoli in diverse riviste scientifiche italiane e internazionali, tra cui European Political Science Review, Journal of Common Market Studies, West European Politics, American Behavioral Scientist, South European Society and Politics, Italian Political Science Review, Journal of Contemporary European Research, Quality & Quantity, Italian Political Science, Italian Journal of Electoral Studies, International Sociology e Quaderni di Scienza Politica. Ha pubblicato, per Palgrave MacMillan, il libro Young People’s Voting Behaviour in Europe. A Comparative Perspective (Palgrave Macmillan, 2016). È inoltre coautore di diversi capitoli in volumi collettanei e ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE. Ha curato (con Andrea Pedrazzani) Come siamo cambiati? Opinioni, orientamenti politici, preferenze di voto alla prova della pandemia (Fondazione Feltrinelli, 2021). Infine, è autore di diverse note di ricerca pubblicate nella serie dei Dossier CISE. I suoi interessi di ricerca si concentrano sullo studio degli atteggiamenti e comportamenti socio-politici, dei sistemi elettorali, del comportamento di voto e della competizione partitica in prospettiva comparata.