Lo statuto del Pd, una corsa a ostacoli

di Roberto D’Alimonte

Pubblicato sul Sole 24 ore del 19 novembre 2013

Lo statuto del Pd è una cosa molto complicata. Anche gli addetti ai lavori fanno fatica a capire cosa sta succedendo. Figuriamoci i cittadini.  Da giorni i giornali danno le cifre della competizione tra i quattro candidati che si sono presentati per la segreteria del partito  ma chi veramente conosce il significato di questi numeri ?  Non è da questi numeri che verrà fuori il nuovo segretario nazionale del PD né la composizione del massimo organo dirigente del partito che è l’assemblea nazionale. Tutto questo verrà deciso  dalle primarie aperte che si svolgeranno l’ 8 dicembre. Ma intanto i contendenti si sono fronteggiati in una gara che apparentemente non ha una vera posta in palio. Solo apparentemente però.

In questo momento il Pd è alle prese con uno dei passaggi di un percorso logorante fissato dallo statuto e che non finirà nemmeno l’ 8 dicembre ma che andrà avanti fino alla prossima primavera. Questo percorso è iniziato con il voto nei circoli per la nomina dei segretari dei circoli, segretari cittadini e di federazione da parte degli iscritti. Questa fase si è conclusa qualche giorno fa. Poi si è aperta la fase attuale che ha visto ancora come protagonisti i circoli e gli iscritti.  In questa fase si dovevano selezionare i candidati alla segreteria nazionale che si contenderanno la carica nelle primarie dell’  8 Dicembre. Ne sono stati ammessi tre. Pittella non ce l’ha fatta. Ma in ogni caso ciò che veramente contava in questa fase non è se siano tre o quattro i candidati ammessi . La vera e unica posta in palio era il primato all’interno del partito.

Renzi ha preso più voti di Cuperlo, 46,7 % contro 38,4 % . Con questa vittoria può rivendicare da oggi di essere il candidato preferito dagli iscritti di un partito in cui tanti fino a qualche mese fa lo consideravano un alieno . Per lui, che è il candidato favorito per la vittoria finale, questo è un fatto che non si può sottovalutare. Ha conquistato il Pd da dentro. E’ questo che spiega la durezza dello scontro e le ripetute battute polemiche tra lui e D’Alema. Questo esito non era affatto scontato. Dai dati al momento disponibili sembra che la vittoria del sindaco di Firenze sia non solo netta ma anche ben distribuita su tutto il territorio nazionale. Non c’è dubbio che questo successo rappresenta un viatico molto importante in vista delle prossime primarie. Prima del 25 Febbraio che Renzi potesse prevalere contro il vecchio apparato era una cosa impensabile. E questo la dice lunga su quanto abbia pesato quella sconfitta elettorale nel cambiare lo scenario politico dentro il Pd e fuori.

I conti definitivi però si faranno solo alla fine del percorso statutario. Infatti l’ 8 dicembre non si sceglierà solo il segretario ma verranno eletti anche i componenti della assemblea nazionale che a sua volta eleggerà la direzione nazionale. I seggi saranno ripartiti tra le liste collegate ai candidati con metodo proporzionale. Sia l’assemblea che la direzione sono organi pletorici ma con poteri rilevanti. E’ l’assemblea che deve decidere su eventuali modifiche dello statuto ed è la direzione nazionale che deve approvare le liste di candidati alle prossime elezioni politiche. Solo se Renzi vincerà bene a dicembre controllerà veramente il partito. E a questo proposito non potrà nemmeno trascurare l’ultima fase di questo lungo percorso, quella in cui verranno scelti con le primarie aperte i segretari regionali. Questo avverrà nella primavera 2014. A quel punto, e solo allora, si potrà fare un bilancio complessivo. Ma per Renzi la vittoria di oggi è un tassello importante. Non si potrà più dire che è il candidato che viene da Marte.

Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.