Belgio: Elezioni di terz’ordine

di Tom Verthé

Finora le elezioni europee in Belgio si sono sempre tenute contemporaneamente a quelle regionali. Questa calendarizzazione ha contribuito a determinare una percezione delle elezioni europee come elezioni di secondo ordine (Reif & Schmitt, 1980; Van Aelst & Lefevere, 2012). A partire alla divisione del sistema dei partiti negli anni ’70 le elezioni regionali in Belgio sono da considerarsi chiaramente elezioni first-order poiché non c’è praticamente alcuna differenza rispetto alle elezioni federali rispetto per quanto riguarda numero di elettori e offerta elettorale (Russo & Deschouwer, 2014).

In effetti si può affermare che a livello istituzionale e organizzativo le elezioni federali (e anche quelle europee) in Belgio sono praticamente elezioni regionali (per una descrizione più dettagliata del sistema elettorale utilizzato per le elezioni europee si veda la Tabella 1) .

 

La campagna

L’elemento di novità della tornata elettorale 2014 consiste nel fatto che il 25 maggio si sono tenute contemporaneamente tre consultazioni elettorali invece che due. Infatti conseguentemente alla sesta riforma dell’ordine statale varata dall’uscente governo Di Rupo le elezioni regionali, federali ed europee saranno d’ora in poi sempre calendarizzate lo stesso giorno. Per andare di pari passo al ciclo elettorale europeo la durata del mandato di governo federale è stata prolungata da quattro a cinque anni. Nel caso in cui un governo cada prima della scadenza naturale del suo mandato è possibile indire nuove elezioni, ma il nuovo governo può rimanere in carica solo fino alle seguenti elezioni europee.

Tom Verthé sta completando il dottorato di ricerca presso la Vrije Universiteit Brussel.  Attualmente è ricercatore e research manager nell’ambito del progetto PartiRep. Il suo lavoro riguarda principalmente il comportamento strategico di partiti ed elettori, ed in particolare la formazione di alleanze pre-elettorali e il voto strategico. 

Il 25 maggio 2014 gli elettori belgi hanno quindi votato non solo per le elezioni europee e regionali, ma anche per le elezioni federali. Questo è da considerarsi un elemento rilevante, specialmente alla luce del fatto che le precedenti elezioni federali sono state indette in conseguenza della caduta del governo nel 2010 e che le negoziazioni per la formazione del nuovo governo si sono prolungate per 541 giorni – un record mondiale.

Alle elezioni amministrative del 2012 i nazionalisti fiamminghi della Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA) hanno ottenuto un ottimo risultato nelle Fiandre (la regione settentrionale di lingua neerlandese) e nel 2014 i sondaggi pre-elettorali avevano stimato che questo partito non solo aveva ancora margini di crescita e che sarebbe probabilmente diventato il partito più grande delle Fiandre, ma che era molto probabile che in futuro avrebbe continuato a crescere. L’incredibile crescita di questo partito potrebbe giocare un ruolo importante nelle negoziazioni per il futuro governo federale. L’intera campagna elettorale è stata quindi completamente incentrata sulle elezioni federali e sui possibili scenari per la formazione di una coalizione di governo, lasciando fuori dal dibattito perfino le elezioni regionali. Le elezioni europee sono state decisamente declassate in terza posizione, ben distanziate dalle altre due. Affermare che le elezioni europee sono state trattate come elezioni di terz’ordine non è sicuramente un’esagerazione (Irwin, 1995). Fatta eccezione per l’obbligatorio dibattito in televisione il tema dell’Europa è stato completamente assente dalla campagna elettorale.

Tutto ciò potrebbe sembrare strano per un paese che può vantare di essere tra i membri fondatori ed ospita la Commissione ed il Parlamento europei (quando non sono a Strasburgo). Il Belgio esprime anche il Presidente del Consiglio d’Europa, Herman Van Rompuy, e contrariamente alla maggior parte degli altri stati membri candidava uno dei suoi concittadini alla presidenza della Commissione: l’ex primo ministro belga Guy Verhofstadt , candidato per l’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa.

Ciò nonostante il tema dell’Europa non è mai stato rilevante nella campagna elettorale. I mass-media si sono concentrati su argomenti di rilevanza nazionale e gli unici accenni all’Europa hanno riguardato le chances di Guy Verhofstadt di diventare presidente della Commissione.

I temi europei non hanno giocato un ruolo nella campagna elettorale anche a causa dalla quasi assenza di partiti euroscettici. L’unico partito anti-europeo che ha conquistato un seggio è il partito di estrema destra Interesse Fiammingo (Vlaams Belang) che contesta l’Unione Europea perché interferisce con il diritto dei singoli stati di regolare (cioè rendere più restrittiva) l’immigrazione e gestire i confini. Questo partito promuove un’idea alternativa di Europa, che piuttosto che una federazione dovrebbe invece essere una confederazione di stati nazionali. Nel 2009 un altro partito euroscettico, la Lista Dedecker (LDD), aveva ottenuto un seggio al Parlamento Europeo, ma la sua popolarità ebbe durata breve e già dall’inizio della scorsa campagna elettorale i sondaggi avevano stimato che difficilmente questo partito avrebbe conquistato un seggio nel parlamento federale o in quello fiammingo. Il presidente del partito ha quindi deciso che la scelta strategicamente migliore era quella di presentarsi in una sola provincia nell’ambito delle elezioni federali rinunciando in partenza alla riconquista del seggio al Parlamento Europeo. In realtà questa scelta non ha avvantaggiato gli altri partiti poiché il Belgio (e più specificamente il collegio di lingua fiamminga) ha subito la decurtazione di un seggio in ragione della ridistribuzione dei seggi dovuta all’espansione dell’Unione Europea e della determinazione del nuovo numero (massimo) dei suoi parlamentari.

 

I risultati

Un rapido sguardo alla Tabella 1 è sufficiente per capire chi è il vero vincitore di queste elezioni. Rispetto al 2009 il partito della Nuova Alleanza Fiamminga (N_VA) è aumentato di 17 punti percentuale e ha conquistato un terzo dei seggi del collegio riservato alla comunità di lingua fiamminga. Questo risultato è un riflesso del successo ottenuto a livello regionale e federale. L’N-VA non ha una posizione chiara rispetto all’Europa: se da un lato rimette in discussione le competenze che dovrebbero spettare all’Europa, dall’altro afferma che l’indipendenza delle Fiandre (il tema che lo caratterizza maggiormente) è possibile solo nel contesto di un’Unione Europea più forte. L’Europa è quindi solo (marginalmente) funzionale alla sua agenda nazionalista e non costituisce un tema a parte, né è motivo del suo successo elettorale. Durante la campagna l’N-VA ha precisato che è intenzionata a lasciare il gruppo Verdi – Alleanza Libera Europea, ma ha rifiutato di rilasciare una dichiarazione in merito a quale altro gruppo intende congiungersi.

 

Tab. 1 – Risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo 2014 – Belgio
Partito

Gruppo PE

Voti (%)

Seggi

Voti (diff. sul 2009)

Seggi (diff. sul 2009)

Collegio elettorale fiammingo
Liberali e Democratici Fiamminghi (OPEN VLD)

ALDE

20.4

3

-0.2

=

Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA)

G-EFA

26.7

4

16.8

+3

Cristiano-democratici fiamminghi (CD&V)

EPP

20.0

2

-3.3

-1

Verdi (GROEN)

G-EFA

10.6

1

2.7

=

Partito Socialista Differente (SP.A)

S&D

13.2

1

-0.1

-1

Interesse Fiammingo (VLAAMS BELANG)

NI

6.8

1

-9.1

-1

Partito Laburista (PVDA+)

2.4

0

1.4

=

Lista Dedecker (LDD)

ECR

0

-7.3

-1

Colegio elettorale francese
Partito Socialista (PS)

S&D

29.3

3

0.2

=

Movimento Riformatore (MR)

ALDE

27.1

3

1.1

+1

Ecologisti (ECOLO)

G-EFA

11.7

1

-11.2

-1

Cristiano-democratici e Umanisti (CDH)

EPP

11.4

1

-2.0

=

Partito Popolare (PP)

6.0

0

6.0

=

Partito dei Lavoratori Belgi (PTB-GO!)

5.5

0

4.3

=

Altri

9.1

0

Collegio elettorale tedesco
Partito Cristiano-sociale (CSP)

EPP

30.4

1

-1.9

=

Ecologisti (ECOLO)

G-EFA

16.7

0

1.1

=

Partito per la Libertà e la Prosperità (PFF)

ALDE

16.1

0

-4.3

=

Partito socialista (SP)

S&D

15.1

0

0.5

=

Pro Comunità Tedesca (PRO DG)

13.2

0

3.2

=

Altri

8.6

0

Totale

100

21

-1

Affluenza al voto (%)

89.7

0.7

Soglia di sbarramento per ottenere seggi (%)

nessuna

Nota: I 21 parlamentari europei del Belgio sono eletti in tre college elettorali separati: il collegio elettorale fiammingo (12), quello francese (8) e quello tedesco (1). Questi collegi rappresentano le tre comunità linguistiche e hanno collegi elettorali geograficamente distinti. Solo a Bruxelles gli elettori hanno la possibilità di votare in qualità di membro della comunità fiamminga o francese. Ciascun elettore può votare per un solo collegio elettorale. Per questo motivo, riportare il totale nazionale del Belgio potrebbe essere abbastanza fuorviante, dal momento che il numero di seggi per ciascuna comunità è distribuito all’interno di ciascun collegio elettorale. Un partito totalizza così il 100% dei propri voti per ciascun collegio elettorale.
Abbreviazioni per i gruppi al Parlamento Europeo: EPP=European People’s Party; S&D=Progressive Alliance of Socialists and Democrats; ALDE=Alliance of Liberals and Democrats for Europe; G-EFA=The Greens–European Free Alliance; ECR=European Conservatives and Reformists; GUE-NGL=European United Left–Nordic Green Left; EFD=Europe of Freedom and Democracy; NI=Non-Inscrits. 

 

I partiti storici belgi che fanno parte del governo uscente (social-democratici, cristiano-democratici e liberali) hanno grossomodo mantenuto il loro consenso – un risultato notevole nell’attuale clima politico. Il partito Cristiano-Democratico fiammingo (CD&V) ha subito una perdita contenuta, mentre il partito di estrema destra Vlaams Belang ha subito (e pagato in termini di voto) la concorrenza dell’N-VA. La sera delle elezioni, a spoglio iniziato, non era assolutamente scontato che Vlaams Belang avrebbe raggiunto un risultato tale da garantirgli di essere rappresentato al Parlamento Europeo. Alla fine, per poco, ha guadagnato un seggio.

 

Un altro clamoroso insuccesso è quello del partito vallone ecologista (Ecolo), specialmente considerando che il suo gemello fiammingo ha invece migliorato il risultato delle europee del 2009 di circa 3 punti percentuale (incremento che però non si è tradotto nella conquista di un ulteriore seggio). Anche questo trend rispecchia fedelmente quello delle elezioni regionali e federali. Riguardo le perdite di Ecolo alcuni commentatori hanno fatto notare che un partito ecologista che alle elezioni del 2009 aveva totalizzato più del 22% non poteva che vedere diminuito il suo consenso. Le ragioni di questo insuccesso potrebbero essere probabilmente legate al buon risultato ottenuto dal partito comunista (PTB-GO!) in Wallonia e nella regione di Bruxelles. Sebbene le dinamiche di flussi di voto siano da verificare, quel che è certo è che sono completamente slegate da logiche connesse alle elezioni europee.

 

Infine, il seggio spettante alla comunità di lingua tedesca (che ha una popolazione di circa 77.000 abitanti) è andato al partito Cristiano-Sociale (CSP), che lo detiene senza interruzione dal 1994.

 

Considerazioni finali

 

Rispetto al 2009 in Belgio si è assistito a diversi cambiamenti a livello del risultato elettorale. I partiti storici che costituivano il governo uscente sono riusciti a rimanere più o meno sui livelli di consenso precedenti. I cambiamenti di portata maggiore sono avvenuti piuttosto alla destra e alla sinistra del continuum ideologico. Diversamente da quanto accaduto in altri paesi europei sarebbe certamente un errore interpretare questi risultati alla luce di sentimenti anti o pro europei. In Belgio le elezioni per il Parlamento Europeo non sono mai state parte della campagna elettorale e non sono mai state al centro di alcun dibattito promosso a livello mediatico. La ragione di questa assenza è dovuta al fatto che è stata data precedenza alle elezioni federali e regionali rispetto a quelle europee – fatto che non deve stupire considerata la storia recente del Belgio. Le cause che hanno determinato gli spostamenti di voto tra partiti andranno chiaramente studiate utilizzando i dati elettorali, i sondaggi, ecc., ed è possibile che una parte della popolazione abbia espresso il suo voto per il Parlamento Europeo in base a delle motivazioni di natura europea. Ma le interpretazioni del voto e delle sue cause non possono trovare una risposta utilizzando logiche legate a considerazioni di respiro europeo. E se da adesso in poi le elezioni regionali, federali ed europee saranno sempre tenute lo stesso giorno come stabilito, è estremamente probabile che quelle europee rimarranno elezioni di terz’ordine.

 

Riferimenti bibliografici

Irwin, G. (1995), Second-order or third-rate? Issues in the campaign for the elections for the European parliament 1994, in “Electoral Studies” 14 (2): 183-199

Reif, K., e Schmitt, H. (1980), Nine 2nd-Order National Elections – a Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results, in “European Journal of Political Research”, vol. 8 (1), pp. 3-44.

Russo, L. e Deschouwer, K. (2014), Electoral nationalization in a denationalized party syste: the case(s) of Belgium, Paper presented at the 3rd European Conference on Comparative Electoral Research.

Schakel, A. H. e Jeffery, C. (2013), Are regional elections really ‘second-order’ elections?,Regional Studies”, vol. 47 (3), pp. 323-341

Van Aelst, P. e Lefevere, J. (2012), Has Europe got anything to do with the European elections? A study on split-ticket voting in the Belgian regional and European elections of 2009, in “European Union Politics” vol. 13 (1), pp. 3-25.