Comunali 2015 ad Aosta: offerta in campo e storia recente

di Aldo Paparo

Siamo a poche ore dall’apertura dei seggi per le elezioni comunali in Valle d’Aosta. Qui ci concentriamo, come sempre, sui comuni superiori, definiti come a livello nazionale quali quelli con almeno 15.000 abitanti. Solo il capoluogo Aosta soddisfa tale criterio. In questo articolo presentiamo il quadro delle candidature, inserendolo nel contesto della recente storia elettorale cittadina.

Prima di entrare nel dettaglio dei candidati in corsa, discutiamo brevemente il sistema elettorale in vigore nella regione per le elezioni comunali. In Val d’Aosta sono addirittura tre i sistemi elettorali: uno per i comuni molto piccoli, fino 1.000 abitanti, uno per quelli con popolazione fra 1.001 e 15.000 unità, e uno per i comuni con più di 15.000 abitanti. Per quest’ultimo classe il sistema elettorale è piuttosto simile a quello nazionale, seppure con alcune significative variazioni. Rimane comunque un sistema misto del tipo proporzionale con premio di maggioranza (Chiaramonte 2005).

Vediamo ora gli aspetti caratteristici del sistema valdostano. Innanzitutto si elegge direttamente non solo il sindaco, ma anche il vicesindaco: ciascun candidato alla carica di primo cittadino si presenta insieme ad un candidato vice, proprio come succede nei ticket presidenziali statunitensi. Questi sono, nell’ordine, i primi due eletti per la loro coalizione. Inoltre, il premio di maggioranza per la coalizione del sindaco (e vicesindaco) vincente è stabilito nei due terzi dei seggi – invece del 60% della legge nazionale -, e a prescindere dal fatto che al proporzionale essa abbia ottenuto almeno il 40% se il sindaco vince al primo turno. E’ però vietato il voto disgiunto, per cui è impossibile che ciò accada. Anche perché, come in Trentino a Alto Adige, è poi previsto un meccanismo per conteggiare anche al proporzionale i voti espressi al solo sindaco sostenuto da una coalizione. La formula architettata è diversa, ma l’esito è esattamente identico: ogni coalizione utilizza al proporzionale tutti i voti ottenuti dal candidato, i seggi spettanti sono poi ripartiti fra le liste coalizzate in ragione dei voti individualmente ottenuti da ciascuna di esse.

Veniamo quindi alle candidature in queste comunali 2015. Come riportato nella tabella 1, i tandem sindaco-vicesindaco in corsa sono sette, sostenuti in tutto da undici liste. Vi sono solo due coalizioni: quella di centro-sinistra a sostegno della coppia formata da Fulvio Centoz e Antonella Marcoz, e quella leghista con Nicoletta Spelgatti e Andrea Manfrin candidati a guidare l’esecutivo comunale. Per il centro-sinistra le liste sono quattro: Pd-Sinista[1], Union Valdôtaine (Uv), Stella Alpina (Sa), Creare Vda (erede della Féderation Autonomiste – Fa). Per il tandem Spelgatti-Manfrin oltre alla Lega c’è una lista civica.

Sono due la candidature rappresentative di partiti regionali: Etienne Andrione è candidato a sindaco per l’Union Valdôtaine progressiste (Uvp), con Daniela Piassot come vice; Loris Sartore (con Giuliana Lamastra) è invece candidato per Autonomie Liberté Participation Écologie (Alpe). Abbiamo infine tre candidature sostenute da una sola lista espressione di partiti nazionali. Sono quella di Luca Lotto come sindaco e Patrizia Pradelli come vice per il M5s, Luca Lattanzi (con Sylvie Spirli) appoggiati da una lista unitaria di Fi e Ncd, e infine Carola Carpinello (e Walter Manazzale) per L’altra Valle d’Aosta, lista erede della lista Tsipras.

Tab.1 – Elezioni comunali 2015 ad Aosta: candidati e liste in corsa

Cerchiamo adesso di capire quali di questi candidati possano essere favoriti guardando agli ultimi risultati elettorali fatti registrare nel comune. Nel 2010, alle precedenti elezioni comunali (tab. 2), la poltrona di sindaco era stata conquistata da Bruno Giordano, con Alberto Follien come vice. Questi erano sostenuti da una coalizione di centro-destra formata da cinque liste: due nazionali (Pdl e Lega) e tre locali (Union Valdôtaine, Stella Alpina e Féderation Autonomiste). Giordano e Follien passavano già al primo turno, sfiorando quasi il 60% dei voti. Oltre l’80% dei quali raccolti dalle liste locali. In particolare, l’Uv sfiorava il 24%, la Sa il 19 e la Fa l’8. Il Pdl risultava il quinto partito più rilevante di Aosta: non raggiungeva neppure il 10% ed era anche superato dal Pd (12%) per il primato fra i partiti nazionali.

La competizione era stata allora assai meno affollata di oggi, con soli altri due tandem sulla scheda oltre quello vincitore: Michele Monteleone e Flavio Patania per il centro-sinistra, nella formazione esatta delle precedenti politiche (Pd e Idv); e Carlo Curtaz con Iris Morando per la Fds e l’Alpe. Questi ultimi raccoglievano quasi il doppio dei voti dei rivali di area politica (27% contro 14), soprattutto grazie ai voti dell’Alpe, che era il secondo partito più votato in città con il 19%. Buono comunque il risultato anche della lista di sinistra, sufficiente ad entrare in Consiglio. L’affluenza era stata di due elettori su tre.

Tab. 2 – Risultati  alle elezioni comunali 2010 ad Aosta

Per inquadrare il risultato delle politiche di due anni fa è necessario considerare il sistema elettorale: in Val d’Aosta si votava, infatti, in un collegio uninominale coincidente con il territorio della regione, in cui i candidati sono sostenuti da un solo contrassegno. Come possiamo vedere nella tabella 3, due anni or sono, in una elezione assai partecipata cui prendevano parte i tre quarti dell’elettorato (appena due punti in meno di cinque anni prima), il candidato più votato nel capoluogo fu Jean Pierre Guichardaz con il 26%. Questi era sostenuto dalla coalizione nazionale di centro-sinistra integrata dall’Alpe.

I tre partiti regionali che sostenevano la giunta Giordano (Uv, Sa e Fa) correvano ancora insieme con Rudi Marguerettaz come candidato. Questi, vincitore del seggio per meno di duecento voti, era solo il secondo candidato più votato nel capoluogo, con poco meno del 23%. Il M5s, che come sempre presenta il proprio simbolo e non fa alleanza, otteneva il 20% con il proprio candidato Roberto Cognetta. Laurent Vierin, candidato dell’Uvp, raccoglieva un voto su sei. In assenza di Fi, otteneva un buon risultato per Fdi (6%), che schierava Giorgia Meloni come candidata; e anche la Lega registrava una crescita rispetto alle comunali. Nonostante l’assenza di Sc, invece, l’Udc non riusciva ad arrivare neppure al 3%.

Tab. 3 – Risultati  alle elezioni politiche 2013 ad Aosta

Vediamo infine quale è stato l’esito delle elezioni europee di un anno fa (tab. 4). La regione fa parte della circoscrizione nord-occidentale, in cui bisogna quindi presentare le liste; inoltre la ripartizione nazionale dei seggi preclude ai partiti regionali di ottenere seggi. Nessuno di essi si è dunque presentato. Se però i due partner del governo regionale, l’Uv e la Sa, non hanno chiuso alleanze né sostenuto nessun partito nazionale, lo stesso non vale per l’opposizione in Consiglio regionale. L’Alpe e l’Uvp hanno infatti siglato un accordo con il loro alleato alle regionali, il Pd, in virtù del quale un loro candidato è stato inserito nella lista circoscrizionale del principale partito di centro-sinistra (senza però risultare eletto).

In virtù anche di questo accordo, il risultato maturato nel capoluogo segnava un chiaro successo del Pd, che raccoglieva il 47% dei consensi. Il M5s perdeva un paio di punti rispetto alle politiche, ma si affermava come la seconda forza più votata. Fi superava l’11%, un risultato davvero lusinghiero ad Aosta per il partito di Berlusconi: addirittura superiore a quello del Pdl alle comunali 2010. La lista Tsipras sfiorava poi il 10%. Guardando agli altri partiti del centro-destra, la Lega continuava la sua crescita elettorale nel capoluogo, sfiorando il 5%; l’Udc approfittava della federazione con Ncd per superare il 4%; mentre Fdi vedeva più che dimezzarsi il proprio risultato delle politiche.

Risultava infine straordinariamente bassa la partecipazione elettorale: appena un paio di punti superiore al 50%, significativamente inferiore alla già molto bassa media regionale (Emanuele 2014). Certo, l’impossibilità di votare il proprio partito preferito può avere spinto molti elettori a disertare le urne in questa specifica occasione. Anche sotto questo profilo le imminenti elezioni si presentano come un interessante momento di verifica.

Tab. 4 – Risultati  alle elezioni europee 2014 ad Aosta

Ma assai più politicamente rilevante sarà la risposta dell’elettorato aostano in termini di voti espressi, soprattutto alla luce del mutato quadro delle alleanze. I partiti di governo a livello regionale (Uv e Sa), che allora erano in coalizione con il centro-destra berlusconiano, – e non avevano fatto accordi alle politiche e alle europee – sono oggi alleate con il Pd renziano. Che invece non è più alleato con l’Alpe, come era stato invece nelle due elezioni nazionali citate – e anche alle regionali 2013.

Come abbiamo visto, rispetto a cinque anni fa si registra un notevole aumento della frammentazione, sia in termini di candidati che di liste presenti, che rende più difficile una vittoria al primo turno. In ogni caso, alla luce dei risultato dello scorso anno e del fatto di essere sostenuto dall’unica coalizione che integra forza locali e nazionali, il tandem Centoz-Marcoz si presenta come il front-runner. Ciò anche in virtù della separazione fra Uvp e Alpe. I tandem sostenuti da questi due partiti regionali sembrano i più accreditati per contendersi il secondo posto al ballottaggio, insieme con quello espressione del M5s. Più difficile che gli altri candidati  riescano ad essere competitivi. Sia per quello di sinistra che per i due del centro-destra sarebbe già una notevole affermazione riuscire a confermare i buoni risultati dei rispettivi partiti alle europee. Sarà dunque interessante verificare se la Lega si dimostrerà capace di crescere ulteriormente in una porzione del nord in cui ha sempre fatto molta fatica (magari pescando nel piuttosto ampio bacino di Fi alle europee), o se invece il partito di Berlusconi darà una inaspettata prova di salute, magari giovandosi dell’alleanza con lo scissionista Ncd..

Riferimenti bibliografici:

Chiaramonte, Alessandro.  2005. Tra Maggioritario E Proporzionale. L’universo Dei Sistemi Elettorali Misti. Bologna: Il Mulino.

Emanuele, Vincenzo. 2014. “Affluenza, Un Calo Atteso. Al Sud 1 Su 2 Si Astiene.” In Le Elezioni Europee 2014, a cura di  Lorenzo De Sio, Vincenzo Emanuele, e Nicola Maggini, 107–13. Dossier CISE 6. Roma: Centro Italiano di Studi Elettorali.


[1] Nella lista del Pd sono presenti anche personalità di spicco di altri partiti di centro-sinistra sul piano regionale, quali ad esempio il segretario regionali del Psi Antonio Crea e la coordinatrice regionale di Cd Vera Verducci. Ecco perché il nome della lista è Pd-Sinistra.

Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.