I flussi elettorali del referendum ad Ancona

di Vincenzo Emanuele

In principio erano parte integrante della ‘Zona rossa’, ossia di quella cintura di regioni dell’Italia centrale che aveva sempre espresso, nel corso del tempo, un netto consenso per i partiti di centrosinistra (e del PCI-PDS-DS-PD in particolare).

Poi venne il ‘terremoto elettorale’ del 2013, con la vittoria del M5S nella regione (32% contro il 31,1% dell’intera coalizione Bersani). Da allora le Marche possono essere considerate un’area contendibile.

Non fa eccezione questa consultazione referendaria, in cui il NO ha prevalso, sebbene in modo meno netto che nel resto del paese (55,1%). Nel capoluogo marchigiano il consenso del NO è stato lievemente inferiore che nel resto della regione (53,5%). I flussi elettorali rappresentati dalla Figura in basso ci svelano cosa è realmente accaduto fra le politiche del 2013 e il voto di domenica scorsa. Qui, come nel resto del Centro-Nord, l’elettorato del Pd 2013 non è stato compatto: 2/3 hanno appoggiato la riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi, 1/3 si è sfilato, optando per il NO (22%) o l’astensione (13%). Eppure questa divisione interna dei vari elettorati non ha toccato solo il Pd ma quasi tutti i partiti. Più che nelle altre città nelle quali abbiamo analizzato i flussi elettorali, ad Ancona notiamo che il referendum costituzionale ha diviso quasi tutti i segmenti di elettorato. A parte l’elettorato montiano, che vota compatto per la riforma, tutte le altre aree mostrano importanti defezioni rispetto all’indicazione di voto delle rispettive elite: solo il 60% del popolo del Pdl e il 58% della sinistra radicale votano NO. Il restante 40% defeziona: tutto verso il SI nel caso del Pdl, a metà fra il SI e l’astensione gli ex elettori di Ingroia. Sorprendentemente, anche nel M5S si nota un certo livello di defezione: un elettore su 4 vira verso il SI o si astiene. Come altrove, anche ad Ancona è soltanto il fronte del NO che riesce a rimobilitare una quota di ex astenuti (11%).

Infine per quanto concerne le provenienze dei due elettorati, si nota, da un lato, la polarizzazione politica del SI che è in gran parte schiacciato sull’area del governo (Pd+Monti), che rappresenta circa il 72% dell’elettorato favorevole alla riforma. Dall’altro lato, invece, il fronte a sostegno del NO è più variegato: il 46% è composto da elettori pentastellati, mentre il centrodestra rappresenta appena 1/4 dell’area del NO, percentuale poco superiore a quella di elettori di sinistra o centrosinistra ostili alla riforma (22%).

Fig. 1 – Mappa circolare dei flussi fra elezioni politiche 2013 e referendum costituzionale 2016

ancona

Riferimenti bibliografici:

Goodman, L. A. [1953], Ecological regression and behavior of individual, «American Sociological Review», 18, pp. 663-664.


Nota metodologica: le analisi dei flussi elettorali qui mostrate sono state ottenute applicando il modello di Goodman corretto dall’algoritmo Ras ai risultati elettorali delle 100 sezioni del comune di Ancona. Il valore dell’indice VR è pari a 3,7. 

 

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.