Verso un Parlamento senza maggioranza? Le elezioni nel Regno Unito fra proiezioni e analisi delle sfide nei seggi marginali

Il prossimo 8 giugno gli elettori britannici si recheranno alle urne per votare in una elezione decisiva, che potrebbe avere un effetto decisivo non solo per il Regno Unito, ma anche per le negoziazioni, relative alla Brexit, che si dovranno svolgere con l’Unione Europea. Al di là dell’analisi dell’opinione pubblica e dei partiti che il CISE sta conducendo a partire da un sondaggio realizzato nei giorni scorsi, è interessante cercare di capire che composizione avrà la prossima Camera dei Comuni.

Nei giorni scorsi, da più parti si è sottolineato come i Laburisti sembrano aver ridotto lo svantaggio con i Conservatori. Dopo aver spinto per le elezioni anticipate in modo tale da poter rinforzare la maggioranza parlamentare a proprio sostegno, il Primo Ministro uscente, Theresa May, rischia di non ottenere la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei Comuni. La nostra analisi vuole cercare di capire quale potrebbe essere il risultato delle prossime elezioni. Ci basiamo sulle previsioni realizzate da YouGov[1] per cercare di capire la composizione del prossimo Parlamento e anche la situazione nei seggi incerti.

Tabella 1. Situazione di partenza in Parlamento e previsioni di YouGov dopo le elezioni

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La Tabella 1 mostra la composizione della Camera dei Comuni uscente – escludendo l’Irlanda del Nord[2] – le previsioni di YouGov del risultato elettorale dell’8 giugno e la configurazione dei seggi in base alla probabilità di vittoria da parte di un partito. Le elezioni del 2015 avevano garantito ai Conservatori una maggioranza assoluta di 330 seggi, mentre solo 232 seggi erano finiti ai Laburisti. Inoltre, il Partito Nazionalista Scozzese (SNP) aveva ottenuto un risultato senza precedenti, vincendo 56 seggi su 59 in Scozia. Al contrario, i Liberal Democratici avevano subito una sconfitta catastrofica, ottenendo solo 8 parlamentari, mentre lo UKIP, nonostante un ragguardevole 12,7% dei voti, era stato fortemente danneggiato dal sistema elettorale, portando in parlamento solo 1 parlamentare.

Un primo elemento sorprendente che emerge dalla Tabella 1 è che il Partito Conservatore, in base alle previsioni di YouGov del 1 giugno, otterrebbe 5 seggi in meno di quelli necessari per arrivare alla maggioranza assoluta. Quindi, un “Parlamento appeso” (Hung Parliament) sembra essere il risultato più probabile. La situazione sembrerebbe poter essere più rosea per il Partito Laburista di Jeremy Corbyn, che incrementerebbe la propria presenza in Parlamento di più di 15 seggi, mentre l’SNP otterrebbe 6 seggi in meno rispetto al 2015.

Al di là di questi numeri generali, la parte più interessante delle previsioni di YouGov riguarda l’analisi della probabilità, per ogni partito, di vincere un seggio specifico. L’istituto di ricerche inglesi ha infatti classificato i seggi in 4 categorie: seggi sicuri (dove un partito specifico dovrebbe vincere tranquillamente), seggi probabili (dove, appunto, c’è un’alta probabilità che un partito specifico ottenga la vittoria), seggi tendenziali (dove ci si aspetta una competizione maggiore tra due o più partiti) e, infine, seggi incerti (dove la gara è totalmente aperta).

Per avere un quadro più dettagliato della situazione, abbiamo deciso di analizzare ciascuno dei 632 seggi, e abbiamo calcolato la composizione dei seggi che sono stati assegnati, con diversi gradi di certezza, a ciascun partito da YouGov. Guardando la Tabella 1, emerge come, dei 321 seggi che ci si aspetta vincano i Conservatori, 210 dovrebbero essere sicuri (circa il 65% del totale), mentre 63 dovrebbero essere probabili, 32 tendenziali, e 16 incerti. A tal proposito, si noti che abbiamo assegnato i seggi incerti al partito dato in vantaggio da YouGov il 1 giugno. Spostandoci sul Partito Laburista, 156 seggi sul totale di 249 assegnato dalle previsioni sono sicuri (circa il 63%), mentre 61 sono probabili, 26 tendenziali, e solo 6 incerti. Un’analisi molto interessante è quella relativa all’SNP, i cui 50 seggi sarebbero composti di solo 8 seggi sicuri, mentre 42 sarebbero meno che sicuri (anche se ben 31 sarebbero probabili e 10 tendenziali). Insomma, sembra che i collegi scozzesi, almeno secondo YouGov, siano diventati più contendibili rispetto al 2015.

Tabella 2. Distribuzione dei seggi sicuri, probabili, tendenziali, e incerti (previsioni di YouGov)

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A questo proposito, è interessante capire come le diverse categorie di seggi sono distribuite nelle regioni inglesi. La Tabella 2 ci mostra appunto questa distribuzione. Non tutte le regioni sono ugualmente competitive. Infatti, alcune di esse mostrano una grande proporzione di seggi sicuri o probabili, segnalando quindi un basso livello di competitività. Nello specifico, due regioni emergono chiaramente come “non competitive”: il Nord Est, un tradizionale bastione laburista, e il Sud Est dove, al contrario, il Partito Conservatore domina da anni. All’estremo opposto, altre due regioni hanno il più alto livello di competitività: sono due regioni periferiche, la Scozia e il Galles, con, rispettivamente, il 25% e il 20% dei seggi tendenziali o incerti. È un dato per certi versi sorprendente, se si considera che solo nel 2015 l’SNP aveva ottenuto una vittoria schiacciante in Scozia e che il Galles è tradizionalmente una regione di forza per i laburisti.

Ovviamente, al di là della distribuzione geografica dei seggi, la domanda cruciale di queste elezioni è capire se Theresa May riuscirà ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi o se, invece, altri scenari, come un “Parlamento appeso” o addirittura una maggioranza di seggi vinti dai laburisti, siano possibili.

Abbiamo visto in Tabella 1 che i conservatori dovrebbero partire da 210 seggi sicuri. Questo vuol dire che devono ottenere altri 116 per arrivare alla maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni. Come mostriamo nella Tabella 3, la strada del Partito Conservatore verso la maggioranza passa da 226 seggi. Questo numero è ottenuto dalla somma dei seggi nei quali i conservatori sono in vantaggio (siano essi probabili, tendenziali o incerti) o sono secondi (siano essi probabili, tendenziali o incerti). Questo vuol dire che i conservatori devono vincere in più del 50% di questi seggi (116 su 226) per ottenere la maggioranza assoluta l’8 giugno. Nello specifico, se i conservatori vincessero in tutti i 226 seggi – un risultato estremamente favorevole per loro ma decisamente poco probabile – otterrebbero una super maggioranza di 436 seggi. Al contrario, se perdessero tutte e 226 le sfide – un risultato molto deludente ma anche molto improbabile – il partito si fermerebbe a soli 210 seggi, un bottino decisamente mediocre. Ciononostante, un elemento molto interessante della Tabella 3 è che, per ottenere la maggioranza assoluta, non solo i conservatori dovrebbero vincere tutte le gare nei seggi sicuri, probabili e tendenziali dove sono in vantaggio, ma dovrebbero vincere in tutti i seggi incerti in cui sono attualmente dati in vantaggio e anche ribaltare il pronostico in 5 seggi incerti in cui sono dati in svantaggio. Questo vuol dire che la strada del Partito Conservatore verso la maggioranza assoluta non è scontata. Tuttavia, va anche considerato che i candidati conservatori potrebbero anche vincere qualche gara più difficile (ad esempio in alcuni dei 95 seggi probabili o tendenziali in cui dovrebbero arrivare secondi).

Tabella 3. La strada del Partito Conservatore verso la maggioranza alla Camera dei Comuni (previsioni di YouGov)

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Nonostante la notevole rimonta dei laburisti nei sondaggi, la strada del partito di Jeremy Corbyn verso la maggioranza dei seggi alla Camera dei Comuni è, naturalmente, più complicata. Infatti, il Partito Laburista dovrebbe poter contare solo su 156 seggi sicuri e, come mostrato nella Tabella 4, dovrebbe poter competere in ulteriori 199 seggi. Di questi ultimi, il partito dovrebbe conquistarne 170 (l’85%) per arrivare alla maggioranza assoluta. Nello specifico, in queste 199 gare, il Partito Laburista dovrebbe arrivare primo in 93 seggi (di cui 61 sono probabili) e secondo in 106 (di cui 13 sono incerti). Questo vuol dire che i candidati laburisti dovrebbero vincere tutte le gare in cui sono dati per favoriti e anche quasi tutte le gare in cui, secondo le previsioni, dovrebbero arrivare secondi. In più, nello scenario più favorevole per il partito – vale a dire nel caso in cui i laburisti conquistassero tutti i seggi in questione – esso arriverebbe alla maggioranza assoluta dei seggi (nello specifico, toccherebbe quota 355). Al contrario, perdere tutte queste gare vorrebbe dire che i laburisti alla Camera dei Comuni sarebbero solo 156. Un risultato insoddisfacente. Tuttavia, entrambi questi scenari sono poco probabili. Questo non vuol dire che la strada verso una maggioranza assoluta laburista sia totalmente impraticabile, ma che sembra al momento difficile che si arrivi a questo risultato l’8 giugno.

Tabella 4. La strada del Partito Laburista verso la maggioranza alla Camera dei Comuni (previsioni di YouGov)

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Va tuttavia considerata un’altra possibilità: un governo di coalizione. Tra quali partiti? Le posizioni del Partito Conservatore a favore della cosiddetta Hard Brexit rendono estremamente difficile immaginare una coalizione tra il partito di Theresa May e l’SNP o i Liberal Democratici, due partiti che, per motivi diversi, non supportano un divorzio “ostile” con l’UE. E il Partito Laburista? Potrebbe farcela? Il programma elettorale del partito, anche se non mette in discussione il risultato del referendum sulla Brexit, segnala la volontà di trovare un accordo soddisfacente sia per Londra che per Bruxelles. Questo vuol dire che l’SNP e i Liberal Democratici potrebbero accettare di far parte di un governo di coalizione a guida laburista – ovviamente sempre che fosse possibile raggiungere la maggioranza almeno relativa dei seggi. È uno scenario possibile? Le previsioni di YouGov non sono ottimistiche: la coalizione tra questi tre partiti non otterrebbe la maggioranza assoluta dei seggi (306 invece di 326)[3]. Questo vuol dire che per raggiungere il numero 10 di Downing Street alla guida di un governo di coalizione, Corbyn deve sperare che il suo partito ottenga un risultato ragguardevole l’8 giugno, vincendo molte gare incerte e tendenziali in cui i suoi candidati dovrebbero arrivare secondi. Passando dalla padella alla brace, i nostri calcoli si basano sull’assunto che l’SNP e i Liberal Democratici vincano tutte le gare, incluse quelle in seggi incerti e tendenziali dove non è possibile parlare di un vincitore certo. Se alcune di queste gare più incerte finissero con una vittoria, ad esempio, dei conservatori, è evidente che il Partito Laburista dovrebbe fare ancora meglio alle urne per ottenere almeno la maggioranza relativa dei seggi.

Tabella 5. I 97 seggi marginali (previsioni di YouGov)

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Al di là di questi scenari su possibili governi di coalizione, è certamente essere utile dare un’occhiata ai seggi marginali, dove i conservatori e i laburisti probabilmente concentreranno gran parte delle forze negli ultimi giorni di campagna elettorale. Infatti, questi seggi potrebbero risultare decisivi nell’assegnazione della vittoria finale ad un partito o ad un altro, o anche nel produrre un “Parlamento appeso”. La Tabella 5 sintetizza la situazione di partenza in questi 97 seggi marginali, in base alle previsioni di YouGov. Circa il 60% di questi seggi sono stati vinti da un candidato conservatore alle ultime elezioni, e questo vuol dire che il partito di Theresa May potrebbe partire da una situazione favorevole. Allo stesso tempo, ciò significa anche che il partito deve mantenere questi seggi, mentre il Partito Laburista interpreta il ruolo, forse più facile, dell’inseguitore (partendo da soli 19 seggi conquistati nel 2015). Non è una sorpresa che il Partito Conservatore sia competitivo per la vittoria nel 92% di questi seggi marginali, ma è invece curioso notare come il Partito Laburista sia primo o secondo nei sondaggi nel 72% dei casi.

Tabella 6. Primo e secondo partito nei 97 seggi marginali (previsioni di YouGov)

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Qual è la struttura della competizione in questi 97 seggi marginali? La Tabella 6 suddivide i seggi in base al primo e al secondo partito nelle previsioni di YouGov. La parte del leone spetta ai due partiti principali, i conservatori e i laburisti, che lottano per conquistare la maggior parte di questi seggi. Infatti, è possibile che l’elezione dell’8 giugno si giochi nei 66 seggi in cui la gara dovrebbe essere tra un candidato conservatore ed uno laburista. Nello specifico, è facile capire come vincere in un seggio marginale contro un diretto concorrente ha un doppio effetto: ottenere un parlamentare in più e togliere un potenziale parlamentare al partito avversario.

In estrema sintesi, a cosa dovremo prestare attenzione durante la notte elettorale tra l’8 e il 9 giugno? La nostra impressione è che una spinta a favore o, al contrario, un freno ai conservatori dovrebbe arrivare dalla Scozia, dove è possibile che il partito possa strappare dei seggi all’SNP, e da Londra, dove il Partito Laburista dovrebbe ottenere un risultato ragguardevole rispetto al Partito Conservatore. Citando un hashtag molto popolare su Twitter, solo venerdì sapremo se gli elettori britannici avranno fatto in modo che ‘Giugno rappresenti la fine di Maggio’ (da May, nome del Primo Ministro conservatore)

[1] https://yougov.co.uk/uk-general-election2017/ .  La nostra analisi si basa sulle stime di YouGov pubblicate l’1 giugno. Si noti come altri istituti di sondaggio abbiano pubblicato stime diverse, più favorevoli per I conservatori. Inoltre, si noti anche che l’ultima previsione di YouGov disponibile (5 Giugno) è ancora più favorevole per i Laburisti, che dovrebbero ottenere 268 seggi contro i 305 dei Conservatori.

[2] I 18 seggi dell’Irlanda del Nord sono stati esclusi dalla presente analisi poiché non sono stati considerati nelle stime di YouGov.

[3] La situazione cambierebbe solo marginalmente se anche il Plaid Cymru e i Verdi entrassero nella coalizione a guida laburista: in questo caso la coalizione di cinque partiti rimarrebbe comunque al di sotto della maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni (310 contro 326 seggi).

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Bruno Marino è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. I suoi interessi di ricerca comprendono partiti e sistemi di partito in prospettiva comparata, élite politiche e la personalizzazione della politica. Ha pubblicato articoli su West European Politics, Government and Opposition, Acta Politica, Electoral Studies, European Political Science Review, Regional and Federal Studies, Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica. La sua monografia, Party Leaders and their Selection Rules in Western Europe, è stata pubblicata da Routledge.