Renzi, Berlusconi, Grillo: chi ha vinto e chi ha perso

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 13 giugno 2017

Questa volta il M5s non ci ha sorpreso. Cinque anni fa ci fu il caso Parma. L’anno scorso ci furono i casi di Roma e Torino e le 19 vittorie nei 20 ballottaggi. Quest’anno niente. Non essere riuscito a piazzare alcun candidato al secondo turno in nessun comune capoluogo, e solo 10 candidati nei 160 comuni superiori ai 15.000 abitanti, è un brutto segnale per il Movimento. Le elezioni amministrative non sono mai state il suo terreno preferito, ma ci si poteva aspettare che sulla scia dei risultati dello scorso anno avrebbe mostrato dei progressi nella selezione di una classe dirigente a livello locale capace di competere con i partiti tradizionali. Evidentemente non è così. E questo nonostante il fatto che a livello nazionale la stima delle intenzioni di voto lo diano di volta in volta al primo o al secondo posto con percentuali che oscillano tra il 25 e il 30%. Numeri molto lontani da quelli ottenuti in questa tornata elettorale che in molte delle città al voto hanno visto il Movimento con percentuali a una cifra. Va da sé che la debolezza dei suoi candidati e del suo radicamento si è riflessa pesantemente sui consensi alla lista, che complessivamente nei 160 comuni ammontano al 10%. I casi Appendino e Raggi restano per ora una eccezione. Ma da qui a profetizzare il tracollo ce ne corre. Per parlare di ritorno al bipolarismo è bene avere qualche dato in più.

A livello locale però è vero che la partita si gioca soprattutto tra centro-sinistra e centro-destra. Nei 160 comuni superiori ci sono state 49 vittorie al primo turno. Di queste 23 sono state appannaggio di Pd e alleati e 11 di Fi e alleati. Nei 111 comuni al ballottaggio il candidato del centro-sinistra è al ballottaggio in 78 casi (in 40 comuni in pole position). Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia sono insieme al ballottaggio in 72 comuni, tra i quali ce ne sono 43 in cui il loro candidato è al primo posto. In questi 111 comuni in cui si voterà Domenica 25 ci saranno 52 sfide dirette tra i candidati del centro-destra e quelli del centro-sinistra. A questi si aggiungono una varietà di altre sfide. Nei 10 comuni su 160 in cui il M5s è al ballottaggio in 5 casi affronterà un candidato del centro-destra e in 4 casi uno del centro-sinistra. Interessante è anche la situazione nei 25 comuni capoluogo. Tre sono già stati assegnati (Como, Palermo e Frosinone). Nei 22 comuni al ballottaggio ci saranno 18 sfide dirette tra centro-sinistra e centro-destra. In 12 casi il candidato di Fi e alleati è primo.

comunali 2017 aggregato mg

NOTA:

La tabella riporta i risultati maggioritari per i candidati sindaci relativamente alle elezioni comunali (precedenti e 2017). Per le politiche 2013 si usano i voti alle coalizioni (Bersani, Berlusconi, Monti, etc.). Per le europee del 2014 in ogni riga è riportata la somma dei risultati dei partiti relativi.

Sinistra è la somma dei risultati ottenuti da candidati (comunali) o partiti (politiche ed europee) di sinistra ma non in coalizione con il Pd.

Il Centro-sinistra somma candidati (comunali) che hanno in coalizione il Pd (a prescindere da quali altri partiti ne facciano parte e dell’appartenenza partitica del candidato sindaco) o le coalizioni (politiche ed europee) con il Pd.

Il Centro è formato da candidati (comunali) o coalizioni (politiche ed europee) sostenuti o contenenti almeno uno fra Udc, Ncd, Fli, Sc, Dc, Adc, Api, Udeur.

Il Centro-destra somma candidati (comunali) che hanno in coalizione Fi (o Pdl o altri centro-destra, a prescindere da quali altri partiti ne facciano parte e dell’appartenenza partitica del candidato sindaco) o coalizioni (politiche ed europee) contenenti Fi (o Pdl o altri centro-destra);

La Destra è la somma di candidati (comunali) sostenuti da Lega Nord, Fdi o La Destra o coalizioni (politiche ed europee) contenenti almeno uno di questi.

Criteri per l’assegnazione di un candidati a un polo: se un candidato è sostenuto dal Pd o Fi (o Pdl) è attribuito al centro-sinistra e al centro-destra rispettivamente, a prescindere da quali altre liste facciano parte della coalizione a suo sostegno. Se un candidato è sostenuto solo da liste civiche è un candidato civico. Se una coalizione è mista civiche-partiti, questi trascinano il candidato nel loro proprio polo se valgono almeno il 10% della coalizione, altrimenti il candidato resta civico. Se un candidato è sostenuto da partiti appartenenti a diverse aree (escludendo Pd e Pdl che hanno la priorità), si valuta il relativo contributo dei diversi poli alla coalizione del candidato per determinarne l’assegnazione (al polo che pesa di più).

Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.