Bisinella, tre voti su quattro da elettori del Pd e M5S: i risultati e i flussi elettorali a Verona

Giunto alla fine del suo secondo mandato da sindaco di Verona e consumatasi a inizio 2015 la rottura con la Lega Nord-Liga Veneta, Flavio Tosi con la lista “Fare!”, candida la compagna Patrizia Bisinella a Palazzo Barbieri, provando a mantenere in famiglia la carica di sindaco. Del resto in città, Tosi, ha sempre goduto di uno straordinario consenso personale culminato con la rielezione del 2012. In quell’occasione la sua lista raccolse oltre il 37% dei voti validi e come dimostrato in questo articolo, lo fece drenando molti voti ai principali partiti del centrodestra. Il risultato del primo turno a Verona ha premiato la scelta di Tosi e della Bisinella che, seppure di un soffio (1.200 voti appena), accede al ballottaggio con il candidato di centrodestra Federico Sboarina (29.3%) tagliando fuori dal secondo turno il centrosinistra schierato con Ornella Salemi che si è fermata al 22.5% contro il 23.5% della Bisinella.

La Salemi, in termini percentuali, ottiene praticamente lo stesso risultato della coalizione di centrosinistra del 2012 che si presentava unita sotto la guida di Michele Bertucco, oggi candidato della sinistra: 22.5% Salemi, 22.8% Bertucco cinque anni fa.

Tra gli altri candidati esclusi dal secondo turno troviamo, oltre allo stesso Bertucco che raccoglie il 4.6% dei voti validi maggioritari, Michele Croce, candidato civico che sfiora il 5% dei voti e Alessandro Gennari del Movimento 5 stelle. Nel capoluogo scaligero, il candidato grillino ottiene esattamente la stessa percentuale di voti raccolta cinque anni prima dal candidato del Movimento (9.5%). Un risultato sotto le aspettative della vigilia, lontano da quello delle europee del 2014 e, soprattutto, delle politiche del 2013.

Per finire il centrodestra di Sboarina raccoglie una quota di voti simile a quella ricevuta dal centrodestra e dalla destra nel 2013 e nel 2014, ma lontana anni luce da quella dei due candidati di centrodestra nel 2012, Tosi e Castelletti, che congiuntamente misero assieme due voti su tre di quanti espressero validamente un voto.

La tabella 1 nella parte in alto ci mostra l’evoluzione dei voti per partiti e liste civiche. Iniziando dal Pd e dalle liste alleate notiamo, rispetto alle elezioni omologhe del 2012, una crescita complessiva di 4 punti percentuali dal 17.8 del 2012 al 21.8 di domenica scorsa, un risultato non distante da quello delle politiche ma pur sempre la metà di quanto riscosso dal Pd alle europee. Le varie liste di sinistra, nonostante la scissione patita dal Pd si mantengono, grossomodo, sulla stessa quota di consensi registrata negli anni più recenti.

Tabella 1 – Risultati elettorali a Verona 2013-2017tab0

Nel centrodestra cittadino la situazione è molto frastagliata e a causa delle molte divisioni e della presenza di numerose liste civiche complicata da delineare. La Lega Nord, che ha sempre mantenuta una lista propria, perde quasi due punti percentuali rispetto al 2012.

Infine il Movimento 5 stelle resta in linea con la percentuali di voti delle precedenti comunali, 9.5%, una percentuale che corrisponde a poco più della metà di quella ottenuta alle europee e al 40% circa di quella ricevuta alle elezioni per la camera.

Veniamo adesso ai flussi di voto tra le elezioni politiche del 2013 e il primo turno di quest’anno a partire dalle 268 sezioni cittadine.

Nella tabella 2 sono riportate le destinazioni di voto. Rispetto alle altre città per cui il CISE ha elaborato i flussi elettorali, il tasso di fedeltà degli elettori ai candidati sindaco indicati dai partiti votati nel 2013 risulta essere molto basso. Gli elettori della coalizione di Bersani sono quelli che in misura maggiore hanno scelto il candidato del Pd, ma lo hanno fatto, comunque, meno della metà degli elettori di allora (44%).  Poco più di un quarto di questi (27%) è confluito su Bisinella e l’11% ha scelto Bertucco. Un elettore su due tra chi alle politiche scelse l’ex Presidente Monti si è astenuto e un altro quarto ha optato per la candidata del centrosinistra. Chi, infine, scelse uno dei partiti della coalizione di Berlusconi si è diviso in misura molto simile, poco più del 40%, tra astensione e Sboarina; un altro 11% ha invece premiato Bisinella.

Tabella 2 – Flussi elettorali a Verona: matrice delle destinazioni di voto degli elettori 2013

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Tabella 3 – Flussi elettorali a Verona: matrice delle provenienze di voto dei candidati alle comunali 2017

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Discorso a parte merita il Movimento 5 stelle i cui elettori del 2013 hanno messo in atto una vera e propria diaspora. Poco meno di un terzo (30%) ha scelto il candidato di centrodestra Sboarina, un altro quarto si è diretto su Bisinella e poco più di un quinto (22%) è rimasto fedele ai cinque stelle premiando Gennari. Per finire un altro 20% dei voti circa si è diviso tra astensione e il candidato civico Croce.

Nella tabella 3 sono mostrate le provenienze dei voti ai candidati sindaco. Vogliamo sottolineare la trasversalità della candidata di Fare!, addirittura maggiore di quella di Tosi nel 2012. Infatti l’ex sindaco riuscì a drenare un gran numero dei voti pescando, però, principalmente nel bacino di centrodestra, mentre per Bisinella tre voti su quattro provengono da elettori di Bersani e di Grillo. Può essere proprio questa trasversalità la carta migliore da far valere sul tavolo da gioco del secondo turno.

Figura 1 – Rappresentazione grafica della matrice dei flussi (percentuali sull’elettorato) – CLICCA PER INGRANDIRE

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Riferimenti bibliografici:

Corbetta, P.G., A. Parisi e H.M.A. Schadee [1988], Elezioni in Italia: struttura e tipologia delle consultazioni politiche, Bologna, Il Mulino.

Goodman, L. A. (1953), Ecological regression and behavior of individual, «American Sociological Review», 18, pp. 663-664.


NOTA METODOLOGICA

I flussi riportati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman alle circa 260 sezioni elettorali del comune di Verona. Abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (oggi o nel 2013), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 20% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione).  Il valore dell’indice VR è pari a 8.

Matteo Cataldi si è laureato presso la Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze con una tesi sulla competitività delle elezioni italiane. È stato ricercatore presso Tolomeo Studi e Ricerche e ha pubblicato articoli su Polena e Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, è co-autore di un capitolo di Terremoto elettorale (Il Mulino, 2014) e co-curatore di vari Dossier CISE e di numerose note di ricerche apparse nella serie di Dossier. Ha inoltre curato l’appendice al volume Proporzionale se vi pare (Il Mulino, 2010). I suoi interessi di ricerca comprendono lo studio del comportamento elettorale e in particolare il cambiamento della geografia del voto, anche attraverso i più recenti sviluppi degli applicativi GIS in ambito politico-sociale. È membro SISP e dello Standing Group POPE – Partiti Opinione Pubblica Elezioni.