L’affluenza nei comuni superiori: un netto calo in linea con le tendenze degli ultimi anni

Il primo dato di cui tenere conto per analizzare l’esito di queste elezioni amministrative è quello relativo alla partecipazione elettorale. Osservando i 109 comuni superiori ai 15.000 abitanti al voto, l’affluenza è stata del 60,1%, con un netto calo di 6,4 punti rispetto alle precedenti comunali (vedi Tabella 1). Un calo sensibilmente più alto (-10,2 punti) si è invece verificato in confronto alle politiche del 4 marzo. Se il termine di raffronto sono le politiche del 2013, in questo insieme di comuni il calo è stato di ben 12,5 punti. Questi dati pertanto sono un indicatore della sempre maggiore disaffezione degli elettori nei confronti della politica, già ampiamente documentata sia dalle analisi dell’Osservatorio politico del CISE sugli atteggiamenti dell’opinione pubblica che dalle analisi delle elezioni comunali degli ultimi anni (Emanuele e Maggini 2016; Maggini 2017).

Disaggregando questo dato tra le diverse zone geopolitiche[1], notiamo una partecipazione più alta al Sud (61,5%), rispetto alla Zona Rossa (58,9%) e al Nord (56,2%). Questa maggiore affluenza al Sud non è un dato sorprendente, ma in linea con la tradizione delle elezioni comunali, come mostrato anche dall’analisi della tornata amministrativa del giugno 2016 e del giugno 2017 (Emanuele e Maggini 2016; Maggini 2017). Si conferma cioè come il Sud, che alle politiche tende a partecipare meno del resto del paese (circa -11 punti rispetto alle altre due zone nel 2018), alle amministrative sia l’area con la maggiore affluenza. Tuttavia, rispetto alle precedenti comunali, il calo generale dell’affluenza ha riguardato soprattutto il Sud (-7,2 punti percentuali) e il Nord (-6 punti), mentre nella Zona Rossa tale calo è stato meno marcato (-3,8 punti). In altre parole, le differenze di partecipazione tra le tre aree del paese sono diminuite. In ogni modo, a conferma dell’importanza percepita delle elezioni comunali al Sud e della loro peculiarità rispetto al resto del paese, è interessante notare il fatto che, se il termine di raffronto sono le politiche del 2018, al Sud l’affluenza ha subito un calo contenuto (-5,2 punti percentuali), mentre al Nord e nella Zona Rossa si è verificato un vero e proprio crollo (oltre i 17 punti percentuali). Si riscontra una situazione analoga se si prende come termine di paragone le politiche del 2013, con cali un po’ superiori a quelli indicati dal 2018 per tutte e tre le zone. Questi dati confermano quindi come nelle regioni meridionali l’affluenza alle comunali, dove il voto personale (espresso tramite lo strumento del voto di preferenza e del voto al candidato sindaco) è molto importante, sia simile a quella di un’elezione politica, anche se in netto calo rispetto al passato. A tal proposito, basti pensare che nelle precedenti comunali la partecipazione elettorale al Sud era stata del 68,7%, ossia lievemente più alta dell’affluenza alle politiche del 2013 (68,5%).

In linea con le precedenti comunali, la disaggregazione per dimensione demografica[2] dei comuni rivela che la partecipazione è più bassa nelle grandi città (con popolazione pari o superiore ai 100.000 abitanti), rispetto ai comuni medi (tra 50.000 e 99.999 abitanti) e piccoli (tra 15 e 49.999 abitanti). Infatti l’affluenza è stata del 57,4%, mentre nei comuni medi e piccoli è stata quasi uguale (61,4% e 60,5%, rispettivamente). Questa tendenza è molto simile a quella riscontrata alle politiche del un po’ in tutte le elezioni considerate, anche se in queste comunali lo scarto fra i comuni grandi e gli altri è superiore, anche se di poco. Questo dimostra il fatto che le comunali sono più sentite nei comuni piccoli e medi (soprattutto al Sud), rispetto alle grandi città. Un dato che è rafforzato se si guarda alla diminuzione della partecipazione elettorale rispetto alle precedenti comunali: nelle grandi città si assiste al calo maggiore (-7,9 punti). Tendenze simili, anche se di dimensioni diverse, sono riscontrabili nel raffronto con le politiche del 2018. Se poi il termine di paragone sono le politiche del 2013, nelle grandi città si verifica un vero e proprio crollo di 21,4 punti, molto maggiore di quello nei comuni piccoli (-13,2) e medi (-11,8 punti).

In generale, comunque, in queste elezioni comunali la dimensione demografica non ha inciso molto sulla partecipazione elettorale, dal momento che tra le tre classi demografiche ci sono scarti di pochi punti percentuali, a differenza della tornata amministrativa del giugno 2017 che aveva mostrato una affluenza con un andamento chiaramente inversamente proporzionale alla grandezza delle città (Maggini 2017).

Tab. 1 – Riepilogo dell’affluenza nei 109 comuni superiori al voto e confronto con le elezioni precedentiaffluenza

Disaggregando il dato nei 20 comuni capoluogo al voto (vedi Tabella 2), l’affluenza è stata di poco inferiore rispetto al dato complessivo dei comuni non capoluogo (59,4%), con un calo identico a quello riscontrato nell’aggregato complessivo (-6,4 punti rispetto alle comunali precedenti). Spicca il dato di alcuni comuni del Sud, con partecipazione pari o superiore al 65%: Messina, Teramo, Barletta, Avellino. Superiore alla media (60,5%), è stata anche l’affluenza a Siena (63,1%), Imperia (62,8%), Viterbo (62,7%), Massa (62,4%). Attorno alla media è stata a Brindisi (60,7%). Al contrario la partecipazione è stata molto bassa a Catania (53,2%), Ancona (54,6%), Siracusa (55,3%) e Vicenza (55,8%). Di più di due punti sotto la media è stata la partecipazione a Brescia, Sondrio e Ragusa. Siracusa e Catania sono anche i comuni dove l’affluenza cala di più rispetto alle comunali precedenti, andando dai -10,9 punti percentuali di Siracusa ai -10,2 di Catania. Cali marcati si registrano anche a Brescia e a Terni (-8,1 punti in entrambe le città) e anche in alcune città con un’affluenza attorno o sopra la media, come a Brindisi (-7,2), a Barletta (-8,8) e a Teramo (-7,0). L’unico comune capoluogo dove l’affluenza rimane pressoché identica è Trapani (+0,3), mentre Pisa è l’unica città che mostra un aumento (+2,8).

Tab. 2 – Affluenza nei 20 comuni capoluogo al voto e confronto con le precedenti comunali
Tab. 2 affluenza

In generale, si deve sottolineare come quello registrato alle recenti comunali non sia stato un calo inatteso dell’affluenza, essendo in linea con i trend degli ultimi anni, simile ad esempio a quelli registrati nelle tornate amministrative del giugno 2016 e del giugno 2017 (Emanuele e Maggini 2016; Maggini 2017). Da questi dati sull’affluenza emergono in conclusione due elementi importanti, uno in linea con gli elementi di novità emersi negli ultimi  anni e l’altro in forte continuità con il passato: il primo è il fatto che il netto e generalizzato calo dell’affluenza ha ridotto le differenze di partecipazione tra le aree del paese, con il Sud che vede il maggiore calo e con una partecipazione molto simile al Nord e nella Zona Rossa (un dato quest’ultimo già emerso alle precedenti comunali e confermato anche alla tornata amministrativa del giugno 2017). L’elemento di continuità con la storia elettorale del paese è invece rappresentato dalle regioni meridionali dove l’affluenza, seppur in forte calo rispetto al passato, rimane comunque più alta rispetto alle altre aree geopolitiche, confermando la tradizione di un Sud che alle elezioni amministrative, quando si tratta di attribuire un voto che è molto più “personale” (al sindaco e al consigliere) che “politico”, partecipa di più rispetto al resto del paese.

Riferimenti bibliografici

Chiaramonte, A. e De Sio, L. (a cura di) (2014), Terremoto elettorale. Le elezioni politiche del 2013, Bologna, Il Mulino.

Corbetta, P. G., Parisi, A. e Schadee, H. M. A. (1988), Elezioni in Italia. Struttura e tipologia delle consultazioni politiche, Bologna, Il Mulino.

Diamanti, I. (2009), Mappe dall’Italia politica. Bianco, rosso, verde, azzurro… e  tricolore, Bologna, Il Mulino.

Emanuele, V. (2011), ‘Riscoprire il territorio: dimensione demografica dei comuni e comportamento elettorale in Italia’, in Meridiana– Rivista di Storia e Scienze Sociali, 70, pp. 115-148.

Emanuele, V. (2013), ‘Il voto ai partiti nei comuni: La Lega è rintanata nei piccoli centri, nelle grandi città vince il Pd’, in De Sio, L., Cataldi, M. e De Lucia, F. (a cura di), Le Elezioni Politiche 2013, Dossier CISE (4), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 83-88.

Emanuele, V. e Maggini, N. (2016), ‘Calo dell’affluenza, frammentazione e incertezza nei comuni superiori al voto’, in Emanuele, V., Maggini, N. e Paparo, A. (a cura di), Cosa succede in città? Le elezioni comunali 2016, Dossier CISE (8), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 49-56.

Maggini, N. (2017), ‘Netto calo dell’affluenza nei comuni superiori al voto’, in Paparo, A. (a cura di), La rinascita del centrodestra? Le elezioni comunali 2017, Dossier CISE (9), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 45-49.


[1] Sul concetto di zone geopolitiche e le diverse classificazioni proposte, vedi Corbetta, Parisi e Schadee (1988), Diamanti (2009), Chiaramonte e De Sio (2014)

[2] Per un’analisi del rapporto tra dimensione demografica dei comuni e comportamento elettorale in Italia vedi Emanuele (2011; 2013), Emanuele e Maggini (2016), Maggini (2017).

Nicola Maggini è ricercatore in scienza politica. È membro del laboratorio di ricerca spsTREND "Hans Schadee" presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, del CISE (Centro Italiano Studi Elettorali) e di ITANES (Italian National Election Study). In precedenza è stato Jean Monnet Fellow presso lo Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo e ha partecipato a due progetti di ricerca europei Horizon 2020: Sirius-Skills and Integration of Migrants, Refugees and Asylum Applicants in European Labour Markets e TransSol-Transnational solidarity at times of crisis. Si è addottorato, con lode, in Scienza della Politica all’Istituto Italiano di Scienze Umane nel marzo 2012. Ha pubblicato articoli in diverse riviste scientifiche italiane e internazionali, tra cui European Political Science Review, Journal of Common Market Studies, West European Politics, American Behavioral Scientist, South European Society and Politics, Italian Political Science Review, Journal of Contemporary European Research, Quality & Quantity, Italian Political Science, Italian Journal of Electoral Studies, International Sociology e Quaderni di Scienza Politica. Ha pubblicato, per Palgrave MacMillan, il libro Young People’s Voting Behaviour in Europe. A Comparative Perspective (Palgrave Macmillan, 2016). È inoltre coautore di diversi capitoli in volumi collettanei e ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE. Ha curato (con Andrea Pedrazzani) Come siamo cambiati? Opinioni, orientamenti politici, preferenze di voto alla prova della pandemia (Fondazione Feltrinelli, 2021). Infine, è autore di diverse note di ricerca pubblicate nella serie dei Dossier CISE. I suoi interessi di ricerca si concentrano sullo studio degli atteggiamenti e comportamenti socio-politici, dei sistemi elettorali, del comportamento di voto e della competizione partitica in prospettiva comparata.