I numeri finali del voto: il centrodestra vince le comunali conquistando le roccaforti rosse

Per la prima volta dal 2010 il centrodestra vince le elezioni comunali. Politicamente aveva già ottenuto un risultato assai rilevante l’anno scorso, quando, grazie al successo nei ballottaggi, chiuse la tornata con 53 vittorie totali, esattamente alla pari con il centrosinistra. Quest’anno per la prima volta il centrodestra ha vinto nella maggioranza relativa dei comuni superiori, superando il centrosinistra 42 a 31. Inoltre, ed anche questo è un risultato senza precedenti, ha conquistato (ex) roccaforti rosse come Siena, Pisa e Terni.

Come già osservato in un articolo precedente (Emanuele e Paparo 2018), la situazione di partenza di queste comunali vedeva un netto vantaggio del centrosinistra nei confronti della coalizione guidata da Berlusconi (57 a 23). Il primo turno aveva lasciato intravedere un ribaltamento dei rapporti di forza, ma nel complesso si registrava un equilibrio fra le due principali coalizioni protagoniste della stagione bipolare (16 a 12 per il centrodestra). Nei ballottaggi di ieri il vantaggio del centrodestra è aumentato (26 a 19), determinando l’esito finale di 42 a 31. Il risultato dei ballottaggi è ancor più rilevante se pensiamo che tradizionalmente si tratta di una tipologia di competizione che sfavorisce il centrodestra, dal momento che l’assenza del traino del voto di preferenza per i candidati consiglieri (presente invece al primo turno) penalizza i candidati moderati. Ieri notte invece le cose sono andate almeno in parte diversamente e il centrodestra ha ottenuto alcune vittorie di portata storica, fra le quali si segnala senz’altro il caso di Siena. Scendendo inoltre nel dettaglio dei capoluoghi, il centrosinistra governava 15 città e il centrodestra solo in una (Teramo), oggi la situazione si è decisamente ribaltata, con un vantaggio di 10 a 5 per il centrodestra (vedi Tabella 2). Va comunque segnalato che il centrodestra ha sì vinto 26 ballottaggi, ma era presente in 59 (in 32 casi da primo), quindi ne porta a casa meno del 50%. Risultato simile per il centrosinistra che competeva in 43 città (21 da primo) e vince in 19.

Tabella 1. Comuni superiori: riepilogo vittorie al primo turno, ai ballottaggi e vittorie totali.

comunali 2018 conteggi secondo turno

* Completa il quadro Trapani, in cui le comunali dell’anno scorso non hanno eletto il sindaco (vedi Emanuele e Paparo 2017)

Nel complesso, due comuni su tre sono vinti dalle due coalizioni di centrosinistra e centrodestra, erano 3 su 4 nelle precedenti comunali. Questo significa che è aumentato lo spazio di competizione per candidati (e coalizioni) alternative, coerentemente con la crisi del sistema bipolare che registriamo ormai da anni in tutte le competizioni elettorali (Chiaramonte e Emanuele 2014). A beneficiare di tale maggiore spazio non è però, se non in misura residuale il Movimento Cinque Stelle, che vince in appena 5 città (tra cui Avellino, ma perde a Ragusa e non riesce a ribaltare l’esito del primo turno a Terni). Sono invece sopratutto i candidati civici, ossia coloro che non sono espressione di partiti nazionali a beneficiare di questo spazio politico che si apre nei contesti locali: i candidati civici vincono in 20 città contro le 13 delle precedenti comunali. In particolare, è il Sud che fa registrare il maggior numero di vittorie per candidati civici (17), fra cui le importanti città siciliane di Messina e Siracusa (vedi Tabelle 2 e 4). Completano il quadro il buon risultato della sinistra alternativa al Pd (6 vittorie, il doppio che nelle precedenti comunali), le 3 vittorie delle coalizioni di centro (in calo rispetto alle 8 delle precedenti comunali) e le vittorie della Destra a Cisterna di Latina (già al primo turno) e a Ragusa.

Tabella 2. Comuni capoluogo: riepilogo della situazione di partenza e dei risultati (primo turno e ballottaggio): in corsivo le coalizioni vincenti.

comunali 2018 riepilogo capoluoghi

La Tabella 3 illustra il dettaglio delle vittorie e delle sconfitte nei 75 comuni superiori al ballottaggio per tipo di sfida. Notiamo il mantenimento di un sostanziale equilibrio fra centrosinistra e centrodestra: si sfidavano in 33 città, con il centrodestra in vantaggio in 18 città contro le 15 del centrosinistra. Nel complesso, il rapporto si mantiene identico alla situazione che era emersa dopo il primo turno, con una vittoria del centrodestra per 18-15. Il centrodestra ha invece sofferto nelle sfide contro i candidati civici: su 15 città dove si presentava questo tipo di ballottaggio, il risultato è stato di 10 a 5 in favore dei candidati civici (tra cui spiccano Messina e Siracusa). Infine, il M5S ha vinto 5 ballottaggi su 7 (perdendo “solo” a Ragusa e Terni), confermando la propria forza in questo tipo di competizione grazie alla sua trasversalità. Tuttavia, rispetto alle tornate precedenti, il tasso di successo del partito di Di Maio è stato inferiore: nel 2016 i pentastellati conquistavano 18 città su 20 (90%), tra cui Roma e Torino (Emanuele e Maggini 2017), nel 2017 ancora 8 su 10 (80%) (Emanuele e Paparo 2017).

Tabella 3. Comuni superiori: vincitore e sconfitto per tipo di sfida al ballottaggio.

comunali 2018 dettaglio sfide secondo turno

Disaggregando il confronto fra comunali 2018 e precedenti per zona geopolitica e dimensione demografica, infine, il Centro-Nord vedeva un netto predominio del centrosinistra (20 su 27 nel Nord e 13 su 16 nella Zona rossa), mentre nel Sud il quadro era più frammentato, con il centrosinistra in vantaggio sul centrodestra per 24-17, ma anche con una cospicua presenza di amministrazione civiche (9) e di centro (8). Il risultato di ieri fa emergere una netta differenziazione fra il Centro-Nord e il Sud del paese. Nel Centro-Nord l’arretramento del centrosinistra produce una competizione fondamentalmente bipolare, con un vantaggio del centrodestra (14 a 9 nel Nord e 8 a 6 nella Zona rossa). Nel complesso 37 città su 43 sono vinte da una delle due coalizioni principali. Il Sud invece registra un ulteriore aumento del multipolarismo, con appena 36 città su 66 vinte dalle due coalizioni principali (20 a 16 per il centrodestra). I candidati civici rappresentano qui il vero “secondo polo”, con 17 città conquistate. Inoltre, anche la sinistra alternativa al Pd e il M5S vincono in quest’area la quasi totalità dei rispettivi comuni conquistati (5 su 6 e 4 su 5 rispettivamente).

Tabella 4. Confronto fra comunali 2018 e precedenti con dettaglio per zona geografica e dimensione demografica dei comuni.

comunali 2018 dettaglio superiori con zona e dim dem

Infine, per quanto concerne il voto per dimensione demografica, il centrodestra diventa la coalizione di maggioranza relativa in tutte le categorie di comuni, con un’avanzata sensibile sopratutto nei comuni medi (50.000-100.000 abitanti) e grandi (oltre 100.000), dove, a dispetto di una storica debolezza (Emanuele 2011), passa da 2 città amministrate a 12 (rispettivamente 9 nei comuni medi e 3 nelle grandi città), mentre il centrosinistra crolla da 19 a 8.

Riferimenti bibliografici

Chiaramonte, A. and Emanuele, V. (2014), Bipolarismo Addio? Il Sistema Partitico tra Cambiamento e De-Istituzionalizzazione, in A. Chiaramonte and L. De Sio (eds.), Terremoto elettorale. Le elezioni politiche 2013, Bologna, Il Mulino, pp. 233-262.

Emanuele V. (2011), ‘Riscoprire il territorio: dimensione demografica dei comuni e comportamento elettorale in Italia’, Meridiana – Rivista di Storia e Scienze Sociali, 70, pp. 115-148.

Emanuele, V. e Maggini, N (2017), ‘Le elezioni amministrative di giugno’. In: Chiaramonte, A. and Wilson, A. (a cura di), Politica in Italia. Edizione 2017. I fatti dell’anno e le interpretazioni, Bologna, il Mulino, pp. 103-122.

Emanuele, V. e Paparo A. (2017), ‘IL centrodestra avanza, il Pd arretra, è pareggio: i numeri finali delle comunali’, in Paparo, A. (a cura di), La rinascita del centrodestra? Le elezioni comunali 2017, Dossier CISE (9), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 190-199.

Emanuele, V. e Paparo, A. (2018), ‘Il centrodestra avanza, il centrosinistra arretra ma si difende, il M5S è fuori dai giochi’, https://cise.luiss.it/cise/2018/06/11/il-centrodestra-avanza-il-centrosinistra-si-difende-il-m5s-e-fuori-dai-giochi/

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NOTA:

Sinistra riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra PAP, RC, PCI, PC, MDP, LEU, SI, Verdi, IDV, Radicali, ma non dal PD;

il Centrosinistra è formato da candidati nelle cui coalizioni a sostegno compaia il PD;

il Centro riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra  NCI, UDC, CP, NCD, FLI, SC, PDF, DC, PRI, PLI;

il Centrodestra  è formato da candidati nelle cui coalizioni a sostegno compaia FI (o il PDL);

la Destra riunisce tutti i candidati sostenuti da almeno una fra  Lega, FDI, La Destra, MNS, FN, FT, CasaPound, DivBell ma non FI (o PDL).

Quindi, se un candidato è sostenuto dal PD o da FI (o PDL) è attribuito al centrosinistra e al centrodestra rispettivamente, a prescindere da quali altre liste facciano parte della coalizione a suo sostegno.

Se un candidato è sostenuto solo da liste civiche è un candidato civico (Altri). Se una coalizione è mista civiche-partiti, questi trascinano il candidato nel loro proprio polo se valgono almeno il 10% della coalizione, altrimenti il candidato resta civico. Se un candidato è sostenuto da partiti appartenenti a diverse aree (escludendo PD e FI/PDL che hanno la priorità), si valuta il relativo contributo dei diversi poli alla coalizione del candidato per determinarne l’assegnazione (al polo che pesa di più).

Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.