La Lega sbarca al Sud e prende (anche) i voti degli alleati M5S

Pubblicato sul Il Sole 24 Ore del 12 febbraio

È successo. L’Abruzzo è la prima regione del Sud in cui la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania è diventata il primo partito. Sono elezioni regionali e non politiche, ma il fatto resta. La strategia di Matteo Salvini funziona. La Lega Nord sta diventando sempre più Lega Nazionale, senza cambiare statuto, ma solo cambiando il simbolo (D’Alimonte 2018). Questo è il dato politicamente più rilevante delle elezioni abruzzesi. Molto più significativo della vittoria del centrodestra.

Cinque anni fa aveva vinto il centrosinistra con il 46,3% (Carrieri 2014), oggi ha vinto il centrodestra con il 48,0%[1]. La ruota gira, come è sempre successo in questa regione negli ultimi venti anni. Ma non era mai successo che in una regione meridionale la Lega Nord arrivasse prima. Certo, l’Abruzzo non fa parte del profondo Sud ma qui il partito di Salvini aveva preso 1.407 voti alle regionali del 2014, 102.283 voti alle politiche del 2018 e oggi – con una affluenza minore rispetto allo scorso anno – ne ha presi 165.008, il 27,5% contro il 14,0%.

La Lega Nord raddoppia e il M5S si dimezza. Il Movimento di Di Maio aveva preso quasi il 40% alle politiche e oggi si è fermato al 19.7%. In valori assoluti è andata anche peggio. Da 288.834 voti è passato a 118.287. È vero che Il confronto tra elezioni diverse è sempre problematico. Ed è altrettanto vero che il M5S è sempre andato meglio alle politiche rispetto alle regionali. Il Molise è stato un caso simile in tempi recenti (Plescia 2018). A Campobasso si è votato per le regionali poche settimane dopo il clamoroso successo del Movimento alle politiche del 4 marzo e anche lì la regione è andata al centrodestra.

Nel caso dell’Abruzzo il movimento di Di Maio può far pesare il fatto che il risultato di oggi non è molto diverso in termini percentuali da quello delle regionali del 2014 – il 19,7% di oggi contro il 21,4% di ieri, ma c’è un altro dato rivelatore di cui occorre tener conto confrontando il ciclo elettorale 2013-2014 con quello 2018-2019. Alle politiche del 2013 il Movimento aveva preso il 29,9%. (norvado.com) Alle regionali dell’anno dopo scese al 21,4%. Questo vuol dire che riuscì a convertire in voti regionali il 72% di quelli ottenuti alle politiche. Quest’anno invece la differenza tra il risultato delle politiche, 39,6%, e quello delle regionali, 19,7%, è ancora più ampia. Nella sostanza il tasso di conversione è crollato al 50%. E questo in un momento, a differenza di cinque anni fa, in cui il ciclo elettorale nazionale è favorevole, visto che siamo ancora nella fase della luna di miele con un governo che ha do poco approvato una misura simbolo come il reddito di cittadinanza.

Il problema per il M5S si chiama Salvini. In Abruzzo, come altrove, il leader della Lega Nord ha dimostrato una notevole capacità di attrazione sull’elettorale pentastellato. Non sono ancora disponibili i flussi elettorali a livello regionale. Ma quelli che il CISE ha calcolato a L’Aquila e a Pescara mettono chiaramente in evidenza l’emorragia di voti dal Movimento alla Lega Nord. A L’Aquila il 31% di coloro che avevano votato M5S alle politiche ha votato Lega alle regionali. E non a caso in questa città il M5S ha preso solo l’8,4% dei voti di lista. Cambiando prospettiva, si può dire che a L’Aquila la metà dei voti di Salvini viene dal bacino elettorale del M5S. A Pescara è andata un po’ meglio per il M5S, ma il trend è lo stesso. Qui il 16% di chi aveva votato il Movimento alle politiche ha votato Lega Nord alle regionali. E questo si traduce nel fatto che il 30% degli elettori di Salvini viene dal Movimento.

Insomma un bel pezzo della Lega Nord di oggi è un pezzo del M5S di ieri. Questa è la lezione dell’Abruzzo. Adesso aspettiamo di vedere se la Sardegna tra un paio di settimane confermerà questo fenomeno.

Riferimenti bibliografici

Angelucci, D. (2019), ‘Regionali in Abruzzo: la Lega Nord alla conquista del Sud, cede il M5S’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2019/02/11/regionali-in-abruzzo-la-lega-alla-conquista-del-sud-cede-il-m5s/

Carrieri, L. (2014), ‘Abruzzo, la “legge ferrea dell’alternanza”: il Pd riconquista la regione’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2014/05/28/abruzzo-la-legge-ferrea-dellalternanza-il-pd-riconquista-la-regione/

Centro Italiano Studi Elettorali (2019), ‘Regionali Abruzzo: nei flussi a Pescara il 30% dei voti della Lega proviene dal M5S’ disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2019/02/11/regionali-abruzzo-nei-flussi-a-pescara-il-30-dei-voti-della-lega-proviene-dal-m5s/

Centro Italiano Studi Elettorali (2019), ‘Flussi Abruzzo: a L’Aquila addirittura la metà dei voti della Lega proviene dal M5S’ disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2019/02/11/flussi-abruzzo-a-laquila-addirittura-la-meta-dei-voti-della-lega-proviene-dal-m5s/

D’Alimonte, R. (2018), ‘Il successo della nuova Lega e le contraddizioni con la vecchia’, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2018/11/14/il-successo-della-nuova-lega-e-le-contraddizioni-con-la-vecchia/

Plescia, C. (2018), ‘Molise: ancora niente primo governatore per il
M5S ’, in Emanuele, V., e Paparo A. (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE(11), Roma, LUISS University Press e Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 173-178.


[1] Per il quadro completo dei recenti risultati elettorali in Abruzzo, compresi anche quelli di queste regionali, si veda Angelucci (2019).

Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.