Regionali Basilicata: torna il centrodestra, ora Salvini è al bivio

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 26 marzo

Anche la Basilicata è passata al centrodestra. Anche qui ha prevalso la voglia di cambiamento dopo un quarto di secolo di governi di centrosinistra. L’aumento della partecipazione elettorale dal 47,6% delle precedenti amministrative al 53,5% di oggi ne è una conferma indiretta. Così come il fatto che il nuovo presidente della regione sia una figura anomala, un ex alto ufficiale della guardia di finanza a guidare un governo regionale. Per Berlusconi, che lo ha scelto, è un successo che compensa parzialmente il risultato negativo di Forza Italia. Infatti il suo partito che aveva ottenuto il 12,6% alle politiche dell’anno scorso e il 12,3% alle regionali del 2013 si è fermato al 9,1%.

All’interno del centrodestra il vincitore indiscusso è la Lega di Salvini. Quella Lega Sud che anche in questa parte del Paese ha scavalcato Forza Italia, come aveva già fatto l’anno scorso la Lega Nord nelle regioni settentrionali. Con il suo 19,1% ha mancato di poco il sorpasso sui Cinque Stelle che ne avrebbe fatto il primo partito in regione, come invece è successo in Abruzzo. Dopo il 27,5% ottenuto in Abruzzo (D’Alimonte 2019), e l’11,4% in Sardegna si può dire che la Lega di Salvini sta portando avanti con successo la sua strategia sudista a spese sia di Forza Italia che del M5S.

Il centrosinistra ha perso male. Con il suo 33,1% però resta il secondo polo del sistema partitico lucano, pur essendo sceso di quasi 30 punti percentuali rispetto alle precedenti regionali. È stato così anche in Abruzzo e Sardegna, ma non in Molise (Plescia 2018). Tutto sommato in Basilicata è andata meglio in termini di distacco dal centrodestra: solo otto punti invece dei 15-17 registrati in Abruzzo e Sardegna.

Per il M5S si tratta della quarta sconfitta consecutiva nelle regioni del Sud in cui si è votato dopo le politiche dell’anno scorso. È cosa nota che a livello locale il M5S non è competitivo  (De Sio, Emanuele, Maggini, Paparo, 2018Paparo 2018). È vero che rispetto alle regionali precedenti ha registrato un aumento significativo ed è altrettanto vero che è il primo partito in regione. Ma non si può non tener conto che soltanto un anno fa aveva preso il 44,4% contro il 20,3% di oggi.

L’indicatore più adatto per misurare il rendimento del Movimento è il rapporto tra i suoi voti alle politiche e quelli alle regionali. In altre parole, si tratta di calcolare il tasso di conversione tra voto politico e voto amministrativo. Usando questo indicatore si vede che in Basilicata è andato male ma non tanto quanto in Sardegna. Lì era riuscito a convertire solo il 26% dei voti presi alle politiche. In Basilicata siamo intorno al 50%, più o meno come in Abruzzo (Angelucci 2019). In Molise invece era andata molto meglio (Plescia 2018). Pur non riuscendo a vincere, il tasso di conversione era stato l’86%. Anche questo confronto ci aiuta a capire che il M5S sta effettivamente scontando una perdita di consensi che non è legata solo al tipo di consultazione, ma proprio alla perdita di empatia con una parte dell’elettorato che lo aveva votato il 4 marzo 2018.

Come dimostra l’analisi dei flussi elettorali a Potenza (CISE 2019) il centrodestra non avrebbe vinto senza un massiccio spostamento di voti a suo favore provenienti da coloro che avevano votato il Movimento alle politiche dello scorso anno. Per quanto siano flussi molto parziali, sono tuttavia indicativi di quanto sta succedendo. I Cinque Stelle che in passato prendevano voti da tutti, adesso li restituiscono a tutti, compreso- come si vede nel grafico- il centrosinistra. Lo stesso fenomeno era successo nelle altre regioni.

Dopo la Basilicata ci sono le Europee. E dopo le Europee chissà. Continuano a circolare voci di crisi di elezioni anticipate. Per Lega e Cinque Stelle la continuazione dell’attuale governo ha costi e benefici. Quale sia il saldo saranno Salvini e Di Maio a deciderlo dopo le Europee. Noi ci limitiamo a dire due cose, alla luce dei risultati nelle tre regioni del Sud dove si è votato in questi mesi. Oggi si sono create le condizioni perché nuove elezioni politiche diano un risultato diverso da quello dell’anno scorso. L’evidente declino del M5S in generale, e al Sud in particolare, e la ritrovata competitività del centrodestra in questa zona del Paese rendono probabile una maggioranza assoluta di seggi per questo schieramento. La seconda osservazione riguarda la Lega. Nonostante abbia raddoppiato o addirittura triplicato i suoi voti al Sud, per vincere a livello nazionale non può fare a meno della alleanza con Forza Italia (oltre che con Fratelli d’Italia). Né più né meno di quanto accade a livello locale. Quindi, Di Maio o Berlusconi? Per Salvini, hic Rhodus, hic salta.

Riferimenti bibliografici

Angelucci, D. (2019), ‘Regionali in Abruzzo: la Lega Nord alla conquista del Sud, cede il M5S’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso https://cise.luiss.it/cise/2019/02/11/regionali-in-abruzzo-la-lega-alla-conquista-del-sud-cede-il-m5s/

D’Alimonte, R. (2019), ‘Regionali in Abruzzo: la Lega Nord alla conquista del Sud, cede il M5S’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2019/02/12/la-lega-sbarca-al-sud-e-prende-anche-i-voti-degli-alleati-m5s/

De Sio, L., Emanuele, V., Maggini, N., Paparo,A., (2018), ‘Il risultato? Ancora il clima del 4 marzo, ma il M5S (come nel 2013) non rende bene alle comunali’, in Paparo, A. (a cura di), Goodbye Zona Rossa. Il successo del centrodestra nelle comunali 2018, Dossier CISE (12), Roma, LUISS University Press e Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 59-63.

Paparo, A. (2018), ‘Le fatiche del M5S nei comuni: l’avanzata che non arriva e i sindaci che se ne vanno’, in Paparo, A. (a cura di), Goodbye Zona Rossa. Il successo del centrodestra nelle comunali 2018, Dossier CISE (12), Roma, LUISS University Press e Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 227-234.

Plescia, C. (2018), ‘Molise: ancora niente primo governatore per il
M5S ‘, in Emanuele, V. e A. Paparo (a cura di) Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE(11), Roma, LUISS University Press e Centro Italiano Studi Elettorali, 173-188.

Redazione CISE (2019), ‘Regionali Basilicata, flussi Potenza: la vittoria del centrodestra grazie ai voti 2018 del M5S’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso” https://cise.luiss.it/cise/2019/03/25/regionali-basilicata-flussi-potenza-la-vittoria-del-centrodestra-grazie-ai-voti-2018-del-m5s/

Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.