Flussi Padova: per gli elettori del M5S la riconferma del voto è la terza opzione (dopo astensione e Lega)

I risultati delle elezioni europee del 26 maggio 2019 a Padova hanno confermato (con poche eccezioni) i risultati ottenuti dai vari partiti a livello nazionale. Per avere un’immagine dettagliata, osserviamo la Tabella 1 che ci riporta i voti in termini assoluti e percentuali ottenuti dai vari partiti a Padova, durante le elezioni europee del 2014, le politiche del 4 marzo 2018 e le europee dello scorso 26 maggio.

In primo luogo, emerge la crescita rispetto alle politiche del 2018 (in termini di consensi elettorali raggiunti) dal 24,5% al 31,9 % del Partito Democratico che, ricordiamo, è stato uno dei principali partiti che, alle elezioni amministrative italiane del 2017, ha sostenuto il sindaco attualmente in carica Giordani. Il partito scende tuttavia al secondo posto nella città, dopo la Lega, mentre nel 2018 era di poco primo. Anche in questo caso, la distanza fra i due partiti è limitata, circa un punto e mezzo. Se confrontato poi con i risultati ottenuti durante le precedenti elezioni europee del 2014 (41,4%), notiamo che il partito non è riuscito a replicare la stessa performance, calando di circa 10 punti.

In secondo luogo, riscontriamo l’avanzata della Lega, divenuta primo partito nella città con il 33,2%, sia rispetto alle elezioni politiche del 2018, dove tuttavia aveva già ottenuto un numero alto di consensi (24,2%), sia, soprattutto, guardando i risultati ottenuti nel 2014, dove si era fermata all’8,8%.

All’avanzata della Lega si contrappone il declino elettorale dell’alleato di governo, il Movimento 5 Stelle, sia rispetto al 2014 (dove aveva ottenuto il 17,2% dei consensi) che al 2018 (20,5%). Il 26 maggio, invece, il partito si è fermato all’8,8%, curiosamente, esattamente il risultato della Lega a Padova cinque anni fa. Oltre al M5S, un ulteriore partito in declino è Forza Italia che, a Padova, ha visto un progressivo calo dei suoi consensi a cominciare dal 2014, passando dal 14,8% al 10,3% delle politiche e, infine, al 6% il 26 maggio. Infine, il terzo partito di destra, Fratelli d’Italia (FDI), ha vissuto, a Padova, il percorso opposto, aumentando progressivamente i propri consensi, dal 4,1% (europee 2014) al 4,2% (politiche 2018) fino ad arrivare al 6,4% nel 2019.

Tab. 1 – Risultati elettorali delle recenti elezioni nel comune di Padovapadova tab

Se guardiamo al rendimento elettorale alle europee rispetto alle politiche, ovvero alla capacità dei vari partiti di trascinare anche sulle elezioni europee il proprio risultato delle politiche (De Sio e Paparo 2018), emerge che il partito con il più alto rendimento è Europa Verde, che ha quadriplicato i propri voti in valore assoluto rispetto alla lista Insieme alle poltiche. I partiti emersi come “vincitori” a Padova raggiungono anch’essi un buon livello di rendimento rispetto al 2018. FDI, PD e Lega hanno tutti aumentato i propri voti in valore assoluto, non solo il loro risultato percentuale. FDI fa segnare un +38%, la Lega +31%, il PD +18%. Rendimenti molto bassi, invece, per gli “sconfitti”: attorno al 40% per il M5S, poco sopra il 50% per FI. Appaiono quindi evidenti le grandi difficoltà del Movimento nel tradurre le preferenze nazionali in voti alle europee, trend già rilevato per il partito nella traduzione delle preferenze nazionali in voti alle regionali (Paparo 2018).

Effettuando un’analisi più approfondita dei flussi elettorali a livello locale, è possibile mettere in luce quali sono stati i tassi di fedeltà ai vari partiti (percentuale dei propri elettori nelle elezioni politiche 2018 che conferma il voto alle europee del 2019). Questo è un indicatore importante per comprendere lo stato di salute e attrattività di un partito (De Sio 2019). Vediamo, dunque, cosa è successo nel caso specifico di Padova. Dobbiamo però ricordare che le elezioni europee vedono sempre una partecipazione più bassa rispetto alle politiche, rendendo dunque più difficile raggiungere valori alti di fedeltà.

La Tabella 2 mostra con chiarezza i tassi di fedeltà degli elettori dei vari partiti fra politiche 2018 ed europee 2019, a Padova. Il PD presenta un tasso di fedeltà molto alto, all’ 82%, simile a quello raggiunto in altre città italiane.  In maniera analoga, anche la Lega, storicamente forte nella regione e fino alle elezioni amministrative del 2017 (Cataldi e Paparo 2017) nella città stessa, presenta uno stato di salute molto buono. Infatti, il 78% dei suoi elettori ha riconfermato il voto del 2018.

Risultati opposti sono ottenuti dal M5S e da FI. Il primo presenta un tasso di fedeltà basso, al 30%, Per quanto riguarda FI, il partito risulta essere ancora più debole, con un tasso di fedeltà solo al 22%. In entrambi casi, questi dati non sono altro che un’ ulteriore conferma dello stato di crisi in cui versano attualmente entrambi i partiti, anche a livello nazionale. Infine, FDI, pur non raggiungendo a Padova gli stessi risultati sorprendenti raggiunti in altre città e a livello nazionale, presenta un tasso di fedeltà al 40%, dunque nettamente maggiore rispetto al M5S e a FI. Il dato interessante per questo partito, come vedremo fra poco, è un ricambio molto forte di elettori rispetto al 2018 e la capacità di attrarre elettori da partiti molti diversi fra loro.

Tab. 2 – Flussi elettorali a Padova fra politiche 2018 ed europee 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)destMa qual è la provenienza dei voti dei partiti vincitori? E dove sono andati quelli degli sconfitti? Per rispondere, dobbiamo guardare la Tabella 3. Per quanto riguarda i vincitori (PD e Lega) possiamo notare che, in linea con quanto verificatosi in altre città italiane (De Sio 2019), il PD ancora non riesce a catturare niente dal Movimento 5 Stelle ma, invece, attinge voti principalmente dal proprio bacino elettorale del 2018 (per il 71%), da Liberi e Uguali (LeU) per l’8% e da altri alleati del PD nel 2018 (14%). Questo sta a significare, ancora una volta, la reticenza degli elettori del M5S, anche provenienti dal centrosinistra, a votare per il PD. In passato questo era dovuto alla presenza di Renzi come segretario del partito a livello nazionale, oggi, con l’arrivo del nuovo segretario PD, Nicola Zingaretti, tali elettori potrebbero, in futuro orientarsi nuovamente verso il PD, anche a Padova. Ma al momento la nostra analisi mostra che così non è.

Al contrario, la Lega dimostra una maggiore capacità attrattiva, attingendo il 25% dei propri voti da quelli che nel 2018 erano elettori del M5S. Oltre a ciò, il partito di Salvini trae l’8% dei suoi voti dal bacino di FI e il 61% dai propri elettori del 2018.

Tab. 3 – Flussi elettorali a Padova fra politiche 2018 ed europee 2019, provenienze (clicca per ingrandire)prov

Per visualizzare il quadro dei partiti che hanno subito le maggiori perdite, possiamo osservare la Figura 1. Il diagramma di Sankey mostra in forma grafica le nostre stime dei flussi elettorali a Padova. A sinistra sono riportati i bacini elettorali del 2018, a destra quelli del 2019. Le diverse bande, colorate in base al bacino 2018 di provenienza, mostrano le transizioni dai bacini delle politiche a quelli delle europee. L’altezza di ciascuna banda, così come quella dei rettangoli dei diversi bacini elettorali all’estrema sinistra e destra, è proporzionale al relativo peso sul totale degli elettori.

Possiamo notare i tre tronconi più o meno uguali in cui si divide l’elettorato 2018 del M5S: verso la Lega (34%), l’astensione (31%), mentre, come detto, solo il 30% dei suoi elettori 2018 ha riconfermato il voto alle europee. Questi dati non devono sorprenderci più di tanto, considerando che, negli anni scorsi, il M5S, un po’ in tutte le città italiane, ha saputo pescare i propri consensi in modo ideologicamente trasversale sia da destra che da sinistra.

Anche per FI il flusso in riconferma è il terzo più grande, dopo quello in uscita verso l’astensione (26%) e quello verso la Lega (24%), in linea con il nuovo equilibrio che si sta sempre più venendo a creare nel centrodestra e che vede il partito di Salvini come principale forza trainante, in grado di mobilitare e aggregare voti. Inoltre, FI registra una fuoriuscita significativa anche verso FDI (13% dei suoi elettori 2018).

Fig. 1 – Flussi elettorali a Padova fra politiche 2018 (sinistra) ed europee 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)sankey

In conclusione, la nostra analisi dei flussi elettorali a Padova evidenzia la grande difficoltà del M5S al nord. Mantiene infatti meno di un terzo dei propri elettori, meno di quelli che si sono astenuti ma anche meno di quelli che hanno scelto la Lega, che di qui prende un quarto dei suoi voti di oggi.

Insomma, sembra proprio che, ora che Matteo Salvini ha costruito una nuova forza catalizzatrice nel centrodestra, quella parte di elettori centrodestra che aveva votato il M5S abbia a questo punto scelto di tornare all’ovile verso la Lega di Salvini.

Non così, almeno per il momento, per gli elettori M5S di centrosinistra: nonostante l’arretramento del Movimento e la crescita (anche nei voti assoluti) del PD, non si registra alcun flusso dal M5S 2018 al PD 2019.

 

Riferimenti bibliografici

Cataldi, M., e Paparo, A. (2017), ‘I flussi elettorali a Padova: Giordani ricompatta il centrosinistra e conquista il comune’, in Paparo, A. (a cura di), La rinascita del centrodestra? Le comunali 2017, Dossier CISE (9), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali, pp. 219-223.

De Sio, L. (2019), ‘Dentro i flussi elettorali: da Salvini e Zingaretti una tenaglia per il Movimento 5 Stelle?’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/28/dentro-i-flussi-elettorali-da-salvini-e-zingaretti-una-tenaglia-per-il-movimento-5-stelle/

De Sio, L. e Paparo, A. (2018), ‘Comunali: chi potrà dire di aver vinto?’, in Paparo, A. (a cura di), Goodbye Zona Rossa. Il successo del centrodestra nelle comunali 2018, Dossier CISE (12), Roma, LUISS University Press, pp. 19-25.

Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.

Ministero dell’Interno, “Europee, Regionali e Comunali del 26 Maggio 2019, Affluenza e Risultati”, https://elezioni.interno.gov.it/europee/scrutini/20190526/scrutiniEI2050540600

Paparo, A. (2018), ‘Le fatiche del M5S nei comuni: l’avanzata che non arriva e i sindaci che se ne vanno’, in Paparo, A. (a cura di), Goodbye Zona Rossa. Il successo del centrodestra nelle comunali 2018, Dossier CISE (12), Roma, LUISS University Press, pp. 227-234.

Schadee, H.M.A., e Corbetta, P.G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.


NOTA METODOLOGICA

I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 160 sezioni elettorali del comune di Padova. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 9,3.

Irene Landini è studentessa del Dottorato in Politics: History, Theory, Science presso l’Università LUISS - Guido Carli. Precedentemente ha ottenuto la Laurea Magistrale in Human Rights and Multi - Level Governance presso l’Università di Padova, dove ha discusso una Tesi riguardante le scelte elettorali degli immigrati di seconda generazione in Italia. Attualmente, il suo principale interesse di ricerca sono la tensione fra Responsibility e responsiveness, affrontata dai partiti mainstream nei Paesi dell’Europa Occidentale e l’impatto di tale tensione sulle scelte elettorali, a livello individuale.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.