Flussi Reggio Emilia: l’elettorato del M5S si divide fra lealtà, astensione e Lega

Il diagramma di Sankey (Fig. 1) riporta graficamente le stime dei flussi elettorali a Reggio Emilia emerse dall’analisi che abbiamo condotto. A sinistra sono riportati i bacini elettorali del 2018, a destra quelli del 2019. Le diverse bande, colorate in base al bacino 2018 di provenienza, mostrano le transizioni dai bacini delle politiche a quelli delle europee. L’altezza di ciascuna banda, così come quella dei rettangoli dei diversi bacini elettorali all’estrema sinistra e destra, è proporzionale al relativo peso sul totale degli elettori.

Dalla figura, emergono a colpo d’occhio alcuni dati significativi:

  1. un Movimento 5 Stelle tripartito;
  2. un Partito Democratico vincente e compatto;
  3. una Lega leggermente meno compatta del PD ma decisamente accresciuta e più eterogenea rispetto al 2018.

Fig. 1 – Flussi elettorali a Reggio Emilia fra politiche 2018 (sinistra) ed europee 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)sankey

In primis, la sostanziale tripartizione del Movimento 5 Stelle costituisce il dato più evidente, nonché quello più rilevante per il comune emiliano, in quanto contributo decisivo sia per la vittoria del PD (indirettamente) sia per il significativo accrescimento del bacino elettorale della Lega (direttamente). A distanza di neanche quindici mesi dalle elezioni politiche, l’elettorato del Movimento si è dipanato su tre fronti principali: un terzo abbondante (il 37%) ha continuato a sostenere il M5S; una percentuale simile (il 34%) ha preferito astenersi; i restanti hanno spostato la loro preferenza su altri fronti, alcuni dei quali hanno saputo attingere dal bacino elettorale pentastellato in misura decisamente più significativa rispetto ad altri – prima fra tutti la Lega, alla quale si è rivolto 1 elettore ogni 5 che avevano votato M5S nel 2018 (Tab. 1). In coda a questo 20% dell’elettorato del Movimento che ha votato per il partito di Salvini, si aggiungono solo piccole percentuali di ex elettori 5 Stelle che alle europee 2019 hanno preferito dare il loro voto ad altri partiti, tra cui Fratelli D’Italia (2%), il PD (2%) o a Europa Verde (1%).

In secondo luogo, come anticipato sopra, la divisione del Movimento 5 Stelle, che nel comune di Reggio Emilia aveva rappresentato nel 2018 il principale competitor del PD, alle europee 2019 contribuisce ad una vittoria più evidente del Partito Democratico, che ottiene 37,3% dei consensi. Indubbio è che questo non sarebbe stato possibile se l’elettorato del PD del 2018 non avesse, a distanza di più di un anno, confermato in massa la propria scelta di voto. Infatti, l’85% di chi aveva votato PD il 4 marzo del 2018, lo ha fatto anche il 26 maggio 2019. Tuttavia, se è vero che solo il 15% ha spostato la propria preferenza su altri simboli, è interessante notare come più della metà di questi elettori abbia deciso di sostenere Salvini (il 9% degli elettori PD del 2018) e solo poco più di un terzo si sia di fatto rivolto ad alternative di sinistra: il 4% ha votato Più Europa, l’1% La Sinistra, un altro 1% Europa Verde.

Tab. 1 – Flussi elettorali a Reggio Emilia fra politiche 2018 ed europee 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)dest

Infine, quanto detto finora su M5S e PD ci porta direttamente al risultato notevole ottenuto dalla Lega in occasione di queste elezioni a Reggio Emilia. Infatti, il Movimento ha ceduto il 20% dei suoi voti al partito di Salvini; il Partito Democratico il 9%. A questi si è aggiunta Forza Italia, che non abbiamo visto giocare alcun ruolo di rilievo né nella partita del PD né in quella del Movimento, ma che ha ceduto invece alla Lega ben il 27% dei propri voti. Dunque, il bacino elettorale della Lega che emerge dalle elezioni del Parlamento Europeo del 2019 è costituito solo per meno della metà da ex sostenitori della Lega, un quarto proviene dal M5S, un decimo sia dal PD che da Forza Italia, e l’ultimo da altri partiti, tra cui FDI (Tab. 2).

Tab. 2 – Flussi elettorali a Reggio Emilia fra politiche 2018 ed europee 2019, provenienze (clicca per ingrandire)prov

Similmente a quanto accaduto per gli elettori del PD, anche quelli della Lega del 2018 hanno grossomodo ribadito la loro scelta di voto, anche se in misura minore rispetto a quanto rilevato per il Partito Democratico (73% vs. 85%): circa 3 elettori su 4 hanno dunque confermato il voto alla Lega anche alle europee; il quarto ha, in alcuni casi, optato per partiti di centrodestra, come Forza Italia (7%) o Fratelli d’Italia (4%); mentre in altri si è allontanato di parecchio nello spazio politico, fino ad arrivare a sostenere anche partiti come Più Europa (6%), Europa Verde (6%) o il PD (3%).

Ne emerge, innanzitutto, una Lega enormemente rinforzata a Reggio Emilia tra le politiche del 2018, quando aveva ottenuto meno del 15% dei consensi, e le europee 2019, in cui la percentuale è arrivata al 26% (Tab. 3). Se escludiamo Europa Verde, che come già accaduto in altri comuni (Landini e Paparo 2019) si è rivelato il partito con più alto rendimento, in questo caso triplicato la percentuale di voti ottenuti, la Lega è il partito che nel comune emiliano ha dimostrato di essere cresciuto di più nel giro di un anno, sostanzialmente aumentando del 75% rispetto al suo bacino delle politiche. In seconda istanza, l’altro dato importante che ricaviamo da questa analisi è quello di una Lega eterogenea, non tanto in termini assoluti quanto relativi, se confrontiamo cioè la sua composizione con quella degli altri partiti principali. Su 10 elettori del PD alle europee, 8 avevano già votato PD o alleati PD nel 2018, 1 aveva sostenuto Liberi e Uguali e solo 1 su 10 proviene da partiti più “lontani” o, più spesso, dal bacino degli astenuti. Se guardiamo al M5S la situazione non è di molto dissimile: anche qua 8 elettori su 10 avevano già sostenuto il Movimento, 1 nel 2018 si era astenuto, e il decimo elettore è di varia provenienza – più spesso Forza Italia, ma anche alcuni partiti di sinistra.

Tab. 3 – Risultati elettorali delle recenti elezioni nel comune di Reggio Emiliareggio emilia_tab

Altri aspetti meno evidenti ma non meno interessanti emergono da un’analisi più approfondita dei dati numerici riportati nelle tabelle 1 e 2. Innanzitutto, la mancata propensione di chi aveva già votato PD e Lega nel 2018 ad astenersi nel 2019. (Valium) Reggio Emilia rientra tra quei comuni in cui il 26 maggio del 2019 si è votato non solo per il Parlamento Europeo ma anche per il comune, e abbiamo già visto come la concomitanza dei due eventi elettorali abbia sortito un effetto innegabile sull’affluenza alle europee (Vittori e Paparo 2019), spesso considerate elezioni di second’ordine rispetto a quelle nazionali. Tuttavia, al netto di quest’effetto, i dati mostrano chiaramente come tutti i partiti abbiano perso una porzione dei loro elettori che in quest’occasione elettorale hanno optato per l’astensione, ad eccezione degli elettorati di sinistra (gli elettori di Liberi e Uguali, del PD e dei suoi alleati) e della Lega. Il caso più forte di perdita verso l’astensione lo si registra in Forza Italia, per cui quasi la metà dei sostenitori del 2018 (46%) ha deciso di non recarsi alle urne nel 2019 – dato ulteriormente aggravato se si guarda ai flussi tra le politiche del 2018 e il ballottaggio delle comunali del 2019 (Mannoni e Paparo 2019). Dopo il M5S, che conserva comunque ancora circa il 14% dei consensi a Reggio Emilia, quello di Berlusconi è il partito che più è crollato in termini percentuali (-45%), quasi sparendo dallo scenario politico reggiano, con solo il 5% dei consensi ottenuto.

In secondo luogo, la relativa eterogeneità cui si accennava prima come carattere distintivo di questa Lega a Reggio Emilia rispetto agli altri partiti principali, sembra essere in realtà una peculiarità di alcuni partiti minori di questa tornata elettorale. Due casi interessanti sono Più Europa ed Europa Verde, che hanno ottenuto rispettivamente il 4,7% e il 3,4% dei consensi — ma da chi sono arrivati? Nel caso di Più Europa il 70% è in realtà costituito, com’era intuibile, da elettori di centrosinistra, ai quali però si aggiunge un interessante 10% proveniente da FDI e un 20% proveniente dalla Lega. In altri termini, ogni cinque sostenitori del partito della Bonino, uno è un ex sostenitore del partito di Salvini. Il caso di Europa Verde è ancora più eterogeneo: meno del 50% viene dal blocco di sinistra (l’11% solo da Liberi e Uguali), quasi il 30% dalla Lega, il 12% dal M5S, il 5% da FDI e percentuali minori da NCI ed altri partiti.

In conclusione, i risultati delle europee 2019 a Reggio Emilia mettono in luce alcuni punti di forza e di debolezza soprattutto dei partiti principali. La Lega è stata capace di mantenere il proprio bacino e mobilitare porzioni di elettorato al di là di esso, dimostrandosi partito in salute, attrattiva e competitiva (De Sio 2019). Il Partito Democratico si è limitato a mantenere saldo il proprio bacino, interrompendo le perdite che l’anno scorso lo avevano visto ingrossare le fila del M5S e della Lega (Mannoni e Paparo 2018), e registrando il più alto tasso di fedeltà fra tutti i partiti, che gli ha garantito una certa competitività e nondimeno la vittoria in città. Il Movimento 5 Stelle, che esce invece sconfitto, non è stato capace di fare né l’una né l’altra cosa, perdendo la metà dei consensi ottenuti alle politiche, senza riuscire a compensare la perdita con la mobilitazione di elettori di altri partiti.

 

Riferimenti bibliografici

De Sio, L., (2019), ‘Dentro i flussi elettorali: da Salvini e Zingaretti una tenaglia per il Movimento 5 Stelle?’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/27/la-nazionalizzazione-della-lega-di-salvini/.

Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.

Landini, I., e Paparo, A. (2019), ‘Flussi Padova: per gli elettori del M5S la riconferma del voto è la terza opzione (dopo astensione e Lega)’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/27/flussi-padova-per-gli-elettori-del-m5s-la-riconferma-del-voto-e-la-terza-opzione-dopo-astensione-e-lega.

Mannoni, E., e Paparo, A. (2018), ‘A Reggio Emilia il centrosinistra conquista il centro ma cede voti in tutte le direzioni’, in Emanuele, V., e Paparo, A. (a cura di), Gli sfidanti al governo. Disincanto, nuovi conflitti e diverse strategie dietro il voto del 4 marzo 2018, Dossier CISE (11), Roma, LUISS University Press, pp. 235-239.

Mannoni, E., e Paparo, A. (2019), ‘Flussi Reggio Emilia: gli elettori del M5S non votano e l’uscente di centrosinistra rivince’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/06/10/flussi-reggio-emilia-gli-elettori-del-m5s-non-votano-e-luscente-di-centrosinistra-rivince/.

Schadee, H. M. A., e Corbetta, P. G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.

Vittori, D., e Paparo, A., (2019), ‘La partecipazione elettorale alle comunali – e il suo dirompente effetto su quella delle europee’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile presso: https://cise.luiss.it/cise/2019/06/07/la-partecipazione-elettorale-alle-comunali-e-il-suo-dirompente-effetto-su-quella-delle-europee/.


NOTA METODOLOGICA

I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 160 sezioni elettorali del comune di Reggio Emilia. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR è pari a 13,3.

Elisabetta è dottoranda in Comparative Politics alla Central European University (CEU) di Vienna, dove sta lavorando ad un progetto sul gap tra opinioni e azioni rispetto al tema della lotta al cambiamento climatico e sulle scelte di voto pro-ambiente. I suoi interessi di ricerca includono psicologia sociale e politica, comportamento di voto e opinione pubblica. È autrice e co-autrice di articoli pubblicati in riviste peer-reviewed e di note di ricerca pubblicate in alcuni dei Dossier CISE. Laureata magistrale in Scienze Politiche e di Governo dall’Università degli Studi di Milano e triennale in Politics, Philosophy and Economics alla LUISS Guido Carli di Roma, ha conseguito un Master di ricerca in Scienza Politica presso l’Università Pompeu Fabra (UPF) di Barcellona.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.