Simulazioni elettorali: cosa accadrebbe alle politiche con i risultati delle europee?

Fig. 1 – Simulazione esito elezioni politiche con i voti delle europee

All’indomani del grande successo ottenuto nelle elezioni europee, abbiamo già sottolineato che uno degli aspetti più rilevanti della vittoria di Salvini è strategico: stando ai risultati del 26 maggio, una maggioranza alternativa a quella giallo-verde sarebbe possibile, se si andasse ad elezioni anticipate. Ma questa possibilità esiste davvero? E a quali condizioni? Sarebbe necessario includere anche Berlusconi, o per Salvini ci sarebbe la possibilità di una maggioranza più agile e ideologicamente omogenea, composta soltanto della Lega e da Fratelli D’Italia? Quale potrebbe essere una possibile strategia alternativa per il centrosinistra? Infine, quali le scelte ottimali per gli elettori dei del M5S?

Abbiamo provato a rispondere a queste domande costruendo una simulazione di quello che potrebbe accadere se si andasse a votare con il Rosatellum. Si tratta di una simulazione per adesso molto rozza, perché per simulare i risultati nei collegi uninominali abbiamo ipotizzato che abbiano una distribuzione simile ai risultati per provincia nelle elezioni europee: in sostanza, abbiamo fatto varie simulazioni su quale partito/schieramento si classificherebbe primo in ogni provincia, per dedurne una possibile distribuzione nazionale dei collegi uninominali. E, ovviamente, abbiamo sommato questi risultati a quelli che verrebbero ottenuti nella parte proporzionale.

Tuttavia, l’aspetto più interessante è che la simulazione è stata fatta per diversi tipi di coalizioni, sia per una coalizione di destra guidata da Salvini, che per una coalizione di centrosinistra guidata da Zingaretti. Oltre che ovviamente per il Movimento 5 Stelle.

I risultati sono decisamente interessanti (Figura 1). La notizia più importante è che effettivamente la posizione strategicamente positiva per Salvini è confermata. Se ci si limitasse a fotografare i voti delle europee, oggi una coalizione formata semplicemente da Lega e Fratelli d’Italia (Tabella 1, colonna 1) effettivamente riuscirebbe ad ottenere una maggioranza dei seggi parlamentari (345). Se inoltre la coalizione aggregasse anche i voti di Forza Italia (impresa non semplice, perché la presenza diretta di Berlusconi potrebbe indebolire la portata innovatrice di Salvini; ma forse possibile, ad esempio, con un nuovo movimento di “Moderati per Salvini” guidato da Giovanni Toti) il risultato (colonna 2) sarebbe di una maggioranza veramente molto netta (413).

In questi primi scenari abbiamo considerato che il centro-sinistra potrebbe competere con una coalizione relativamente ristretta, ovvero con una semplice alleanza con i Verdi Europei e probabilmente con + Europa. Alleanza che, con i risultati attuali non sarebbe sufficiente a essere competitiva. Ci siamo quindi interrogati sulle possibili condizioni che potrebbero rendere il centro-sinistra di Zingaretti competitivo nei collegi uninominali. Abbiamo sperimentato anzitutto la possibilità di un accordo con la sinistra più radicale. In secondo luogo, un’ipotesi ancora più ardita: ovvero che il segretario del PD riesca a dispiegare una strategia politica in grado di attrarre i voti di elettori delusi del Movimento 5 stelle.

Quest’ultima sperimentazione si basa su un assunto di fondo: che, considerato che il M5S ha visto consistenti flussi di voto in uscita verso la Lega in queste elezioni europee, la parte residua dei suoi consensi sia composta da quella parte del Movimento che invece ha tradizionalmente posizioni più di sinistra e che quindi possa essere tentata dal dare un voto al centrosinistra in futuro, soprattutto in una logica di voto utile contrario al successo di una coalizione di Salvini e Meloni.

Come si vede dai dati (colonna 3) la semplice inclusione della sinistra non sarebbe assolutamente sufficiente a rendere il centro-sinistra competitivo. Lo scenario cambia invece se il centrosinistra diventasse capace di attrarre di una parte di elettori delusi dal M5S. Ottenere il 25% di quell’elettorato o il 50% non sarebbe sufficiente. Per riuscire a rendere possibile una maggioranza post-elettorale tra centro-sinistra e M5S, sarebbe necessario che Zingaretti riuscisse a raggiungere una capacità di attrazione del 75% sui voti del Movimento 5 stelle, ma anche a creare una qualche forma di coalizione con la sinistra radicale (colonna 8). Ma anche in questo caso, l’inclusione  nella coalizione di centro-destra anche di Forza Italia permetterebbe a Salvini di cautelarsi sulla possibilità di una maggioranza anche in caso della massima performance possibile per il centro-sinistra. Almeno secondo i dati attuali. Staremo a vedere.

Lorenzo De Sio è professore ordinario di Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli, e direttore del CISE - Centro Italiano di Studi Elettorali. Già Jean Monnet Fellow presso lo European University Institute, Visiting Research Fellow presso la University of California, Irvine, e Campbell National Fellow presso la Stanford University, è membro di ITANES (Italian National Election Studies), ha partecipato a vari progetti di ricerca internazionali, tra cui “The True European Voter”(ESF-COST Action IS0806), the “EU Profiler” (2009) e EUandI (2014), e di recente ha dato vita al progetto ICCP (Issue Competition Comparative Project). I suoi interessi di ricerca attuali vertono sull'analisi quantitativa dei comportamenti di voto e delle strategie di partito in prospettiva comparata, con particolare attenzione al ruolo delle issues. Tra le sue pubblicazioni, accanto a vari volumi in italiano e in inglese, ci sono articoli apparsi su American Political Science Review, Comparative Political Studies, Electoral Studies, Party Politics, West European Politics, South European Society and Politics, oltre che su numerose riviste scientifiche italiane. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.