Comunali Firenze: Nardella vince al primo turno grazie a ingressi a 360°

Il confronto con le europee e le politiche del 2018

Il risultato delle elezioni comunali a Firenze sembra poter essere considerato come in controtendenza rispetto all’esito generale delle elezioni (Angelucci e Paparo 2019). A Firenze, diversamente da quanto accaduto in gran parte del resto d’Italia (e in particolare anche della stessa Zona Rossa), il Partito Democratico e le liste ad esso collegate sono riuscite a conquistare il comune già al primo turno. Il sindaco uscente Dario Nardella è stato infatti riconfermato approssimativamente con il 57% dei consensi, distanziando nettamente i principali sfidanti, il candidato del centrodestra a guida leghista Ubaldo Bocci (fermatosi al 25% dei consensi), la candidata della coalizione di sinistra radicale Antonella Bundu, arrivata terza con circa il 7% dei voti e il candidato del Movimento 5 Stelle Roberto De Blasi (che raccoglie all’incirca il 6% dei consensi).

Per quanto riguarda il voto alle singole liste, è il Partito Democratico a raccogliere la percentuale maggiore di consensi. Il PD infatti alle comunali intercetta 74.025 voti, pari al 41% dei suffragi espressi, affermandosi come la lista più votata in città. Secondo partito risulta essere la Lega con all’incirca il 14% dei consensi (pari a 25.923 voti), seguita dalla lista civica alleata del centrosinistra Lista Nardella Sindaco che raggiunge complessivamente 14.914 voti (l’8% del totale).

Il dato delle elezioni comunali risulta ancora più interessante se confrontato con il risultato delle elezioni europee tenutesi lo stesso giorno e delle elezioni politiche del 2018 (Tabella 1).

Se rispetto alle contestuali elezioni europee il PD perde all’incirca 10.000 voti (fenomeno in parte spiegabile con la mutata offerta politica, alle comunali partecipano infatti ben quattro liste civiche all’interno della coalizione di centrosinistra, di cui, come detto, una sfiora i 15.000 voti), si nota come rispetto alle politiche del 2018 il Partito Democratico abbia consolidato le proprie posizioni, aumentando i propri consensi di circa 2.000 unità.

Diversa invece la situazione che emerge per il centrodestra. Per quanto riguarda la Lega l’andamento dei consensi segue all’incirca quanto detto per il PD. Il partito di Salvini cresce significativamente tra le politiche e le europee, quasi raddoppiando i propri consensi, ma ne perde circa 13.000 tra le europee e le comunali, andandosi ad attestare su un risultato di poco superiore a quello dell’anno precedente. Il partito guidato da Giorgia Meloni invece, nonostante la crescita alle europee, passa dai quasi 10.000 voti delle politiche ai 7.617 delle comunali. Infine, è da registrare un andamento fortemente decrescente per Forza Italia, che mantiene meno della metà dei propri consensi in città passando dai 16.568 voti del 2018 ai 7.630 delle comunali. Complessivamente si può dire che l’area dei tre partiti di centrodestra registra il picco dei propri consensi alle elezioni europee, per poi perderne alle elezioni comunali. Differentemente dal centrosinistra tuttavia, tale calo delle liste partitiche non viene controbilanciato dal successo delle liste civiche che, per quanto riguarda il centrodestra, raccolgono meno di 5.000 voti (circa il 2% dei suffragi).

Inoltre, vanno sottolineati i risultati sia delle liste di sinistra che del Movimento 5 Stelle. Per quanto riguarda il M5S si è in presenza di una significativa perdita di voti, con il partito del vicepremier Di Maio che alle europee dimezza il numero di consensi ottenuti alle politiche e alle comunali ne perde quasi i due terzi, passando dai circa 40.000 voti del 2018 a poco più di 12.000. Infine, le due liste di Sinistra Italiana e Potere al Popolo, ottengono alle comunali approssimativamente lo stesso numero di consensi delle europee (poco più di 7.000 voti): un risultato ben lontano da quello delle politiche 2018 (19.288 voti), solo in parte compensato dalla presenza di una lista civica presentatasi in coalizione con esse (5.596 voti).

Tab. 1 – Risultati elettorali delle recenti elezioni nel comune di Firenzerisultati_FI

I flussi elettorali

Dopo aver esaminato quali partiti hanno guadagnato e quali hanno perso voti, passiamo adesso ad esaminare in che direzione si sia spostati questi elettori. In particolare, è interessante interrogarsi su quale sia stato l’approdo degli elettori del M5S e della Lega, dato che come abbiamo visto vi è una significativa differenza tra il voto alle europee e quello alle comunali di questi due partiti. L’analisi dei flussi elettorali è quindi lo strumento che meglio ci permette di stimare quali siano stati questi spostamenti di voto[1].

All’interno della Tabella 2 vediamo elencate le destinazioni dei movimenti di voto tra le europee e le comunali, identificando quindi verso quali partiti si sono orientati alle comunali gli elettorati dei diversi partiti delle elezioni europee. Come si vede, il Partito Democratico è la forza politica che mostra la più alta continuità di voto tra le due elezioni. Infatti, degli elettori che hanno votato il PD alle europee, il 72% ha confermato la propria preferenza anche sulla scheda per le comunali. Molto più bassi i tassi di fedeltà per la Lega, che si ferma al 61%, il Movimento 5 Stelle (58%) e Forza Italia (47%). Di fatto, quindi, oltre un elettore su due del partito di Silvio Berlusconi alle europee ha modificato la propria preferenza alle comunali.

Gli elettori del PD inoltre, anche quando decidono di cambiare il proprio voto, sembrano indirizzarlo principalmente verso le liste civiche a sostengo di Dario Nardella (il 17%) o il non voto di lista (il 12%) concedendo pochissimo alle liste rivali (infatti solo un 2% degli elettori del PD alle europee cambia di fatto candidato e si orienta sulle liste a sostegno di Antonella Bundu). Come avevamo supposto poco sopra, quindi, gran parte dei voti in uscita dal PD sono stati recuperati dalle liste civiche all’interno della coalizione. Le civiche si dimostrano tuttavia importanti anche nell’attrarre i voti al di fuori del perimetro del Partito Democratico. Queste liste sono infatti i principali destinatari degli elettori in uscita sia da La Sinistra (12%) sia da Forza Italia (15%) e FDI (21%).

Per quanto attiene i flussi in uscita degli altri partiti, si nota come il PD sia la principale destinazione. Infatti, sia per la Lega che per il Movimento 5 Stelle, all’incirca un elettore su cinque ha dirottato la propria preferenza alle comunali verso il PD, nonostante i due partiti di governo abbiano anche concesso qualcosa agli altri soggetti politici in campo (la Lega perde infatti un 7% verso Fratelli d’Italia, partner all’interno della coalizione mentre il 9% degli elettori del Movimento 5 Stelle si orienta verso le liste della sinistra).

Evidentemente forti della candidatura del sindaco uscente Nardella, alle comunali, il PD e le liste ad esso collegate sembrano quindi essere riusciti ad attirare molti i voti dai bacini elettorali delle europee degli altri partiti. Nel complesso, PD e altre liste Nardella hanno raccolto fra il 18 e il 23% degli elettori di tutti i principali partiti rivali: M5S, Lega, FI, FDI.

Tab. 2 – Flussi elettorali a Firenze fra europee 2019 e comunali 2019, destinazioni (clicca per ingrandire)dest_FIOsservando i dati relativi alla provenienza dei voti dei vari partiti delle comunali in termini di bacini elettorali delle europee (Tabella 3), queste considerazioni sembrano venire confermate. I voti del Partito Democratico provengono in gran parte da quegli elettori che hanno votato il PD alle europee (84%), ma anche dalla Lega (9%) e dal Movimento 5 Stelle (6%), mentre non si registrano flussi in ingresso da parte dei sostenitori de La Sinistra alle europee. Le altre liste nella coalizione di Nardella, invece, sembrano raccogliere consensi dai bacini elettorali di praticamente tutti gli altri partiti (come ad esempio il 8% dagli elettori di Fratelli d’Italia, il 6% da quelli di Forza Italia e il 7% da quelli della Lega), con la significativa eccezione del M5S.

L’elettorato della Lega alle comunali è formato essenzialmente da chi ha sostenuto il partito alle elezioni europee (il 93%) e da alcuni elettori del Movimento 5 Stelle (4%). Nel contesto fiorentino, la Lega sembra dunque non essere stata in grado di attrarre significativamente i consensi provenienti dagli altri partiti nelle elezioni comunali.

Discorso analogo può essere fatto per il M5S, che raccoglie quasi esclusivamente voti dai suoi sostenitori alle europee (89%). L’unico ingresso degno di nota è quello dalla Lega, che pesa per il 6% dai voti del Movimento alle comunali.

La composizione dell’elettorato degli altri partiti presenta invece tratti più eterogenei. La coalizione a sostegno di Antonella Bundu è formata in parti sostanzialmente uguali da elettori de La Sinistra (il 38% dei voti) e degli altri partiti del centrosinistra (il 3% dal PD e il 16% da Europa Verde e il 13% da Più Europa). Un 15% di elettori delle liste Bundu proviene poi dal Movimento 5 Stelle.

Anche Fratelli d’Italia mostra una composizione piuttosto variegata attraendo, oltre agli elettori di FDI alle europee (da cui proviene il 47% dei voti di FDI alle comunali), anche gli elettori della Lega (il 35%), di Forza Italia (l’12%).

Infine, Forza Italia, nonostante la crisi di consensi, sembra in grado di attrarre elettori anche fuori dal proprio bacino delle europee, attirando elettori degli partiti del centrodestra: il 15% dei suoi consensi proviene dalla Lega e il 7% da Fratelli d’Italia.

Tab. 3 – Flussi elettorali a Firenze fra europee 2019 e comunali 2019, provenienze (clicca per ingrandire)prov_FIIl diagramma di Sankey (Figura 1) riassume graficamente le stime dei flussi elettorali appena discusse. A sinistra sono considerati i bacini elettorali delle europee, a destra quelli delle comunali. Le diverse bande, colorate in base al bacino di provenienza delle europee, mostrano i flussi dell’elettorato tra europee e comunali. L’altezza delle bande e i rettangoli dei diversi bacini sono proporzionali alla relativa dimensione sul totale degli elettori.

Tale rappresentazione grafica dei flussi consente di visualizzare i principali movimenti di elettori. Il centrosinistra fiorentino sembra essere riuscito a pescare molto fuori dalla propria area di consensi. Il Partito Democratico ed i suoi alleati riescono ad attirare i consensi dai bacini elettorali di tutti gli altri partiti, pur concedendo qualcosa alle liste a sostegno di Antonella Bundu e qualcosa verso l’astensione (all’interno della quale come abbiamo detto sopra sono conteggiati anche i voti ai soli candidati sindaco, quindi è lecito immaginare che ci sia anche una quota di voti al candidato Nardella, che ne ha raccolti oltre 9.000 su un totale inferiore a 13.000). In particolar modo, sia la Lega che il Movimento 5 Stelle perdono entrambi voti a favore del Partito Democratico, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia perdono voti verso le altre liste civiche del centrosinistra.

Sulle ragioni di questo spostamento di voti, possono chiaramente essere fatte delle ipotesi. Com’è noto, la logica che muove le elezioni comunali, più prossime al cittadino e in cui si sceglie il proprio amministratore locale, è ben diversa rispetto alla logica che muove gli elettori alle elezioni politiche o europee. Si può supporre dunque che, dietro questo spostamento di voti da parte degli elettori in sostegno del candidato sindaco uscente, ci sia stata la volontà di premiarne l’attività di governo della città. Oppure – ipotesi non in contraddizione con la precedente – si può immaginare che, non avendo considerato in questa analisi i dati relativi ai voti di preferenza, la presenza di candidati consiglieri particolarmente radicati e conosciuti all’interno della comunità cittadina abbia permesso alle liste del centrosinistra di raccogliere consensi anche al di fuori del bacino di voti delle elezioni europee, permettendo così il grande successo alle comunali. In ogni caso, questa capacità del centrosinistra di conquistare voti alle comunali al di fuori del proprio perimetro di riferimento costituisce una rilevante novità rispetto agli ultimi anni (Paparo 2017, Paparo 2018).

Fig. 1 – Flussi elettorali a Firenze fra europee 2019 (sinistra) e comunali 2019 (destra), percentuali sull’intero elettorato (clicca per ingrandire)sankey_FI

La distribuzione geografica del voto

Passiamo adesso ad analizzare qual è stata la distribuzione geografica del voto all’interno delle varie sezioni elettorali della città di Firenze. Comprendere la distribuzione del voto ci consente infatti di capire non solo quale sia stata la misura del successo dei vari partiti ma anche che tipo di insediamento territoriale essi presentano, se più o meno radicato all’interno del centro cittadino invece che delle periferie.

Per quanto riguarda il PD (Figura 2) si nota come vi siano numerose sezioni in cui il partito supera la percentuale ottenuta a livello comunale, superando addirittura il 50% dei consensi in alcune di esse. Il dato che balza immediatamente all’occhio è, però, la relativa forza del PD non tanto nelle sezioni centrali ma in quelle un po’ più periferiche. Le percentuali maggiori di consenso sono infatti raggiunte in quartieri leggermente decentrati rispetto al centro storico, come ad esempio al Galluzzo, a Rifredi, a L’Isolotto e a Campo di Marte. Viceversa, il PD sembra ottenere risultati in proporzione peggiori nelle sezioni del centro storico, storicamente più vicine al centrodestra. La distribuzione geografica del voto al Partito Democratico sembra dunque suggerire che, rispetto ad altri casi in Italia che mostravano il PD di Zingaretti come fortemente legato ai centri storici dei grandi centri urbani (Ajello 2019), a Firenze il partito ha proporzionalmente una maggiore forza nelle sezioni più decentrate rispetto a quelle più centrali della città.

Fig. 2 – Risultati elettorali del PD per sezione alle elezioni comunali del 2019 di Firenzefirenze_PD

Il voto alla Lega (Figura 3) sembra avere invece un andamento differente. Il partito di Salvini ottiene percentuali leggermente superiori alla media cittadina in alcune sezioni del centro e della zona di Gavinana, tuttavia è nelle sezioni della parte nord-occidentale della città che la Lega ottiene il suo risultato migliore. Nei quartieri popolari di Ugnano, Mantignano e Le Piagge in particolar modo, la Lega raggiunge il 30% dei consensi.

Fig. 3 – Risultati elettorali della Lega per sezione alle elezioni comunali del 2019 di Firenzefirenze_LEGA

Veniamo infine al Movimento 5 Stelle (Figura 4), il cui voto appare come quello con la più netta distribuzione geografica. Come per la Lega si può vedere che i consensi del M5S sono tendenzialmente più alti nei quartieri nord-occidentali della città, in particolar modo nelle sezioni di Novoli, Rifredi e Le Piagge, dove sostanzialmente ottiene percentuali doppie rispetto alla media cittadina.

Fig. 4 – Risultati elettorali del M5S per sezione alle elezioni comunali del 2019 di Firenzefirenze_M5S

In conclusione, si può dunque dire che le elezioni comunali di Firenze rappresentino un caso significativamente deviante rispetto all’andamento complessivo della tornata di amministrative. La coalizione a sostengo del candidato sindaco del PD riesce ad affermarsi già al primo turno aumentando i propri consensi sia in riferimento alle elezioni del 2018 sia in riferimento alle europee. Non si realizza invece lo sfondamento, verificatosi invece in altre parti d’Italia (De Sio 2019), della Lega, che, pur aumentando i propri consensi e consolidando la propria posizione di primo partito della coalizione di centrodestra, aumenta solo di poco i consensi ottenuti nel 2018.

Come ci hanno mostrato i flussi elettorali, la spiegazione di questo risultato va ricercata nella maggiore capacità del PD e delle liste alleate di intercettare voti oltre il bacino degli elettori dei partiti del centrosinistra. A Firenze il centrosinistra è riuscito ad intercettare una parte significativa degli elettori del M5S e delle liste del centrodestra, convincendoli ad esprimere sulla scheda per le comunali la propria preferenza di voto al PD e alle liste collegate al sindaco Nardella. Sebbene siano necessarie altre analisi più approfondite, si può dunque supporre che il risultato possa essere ricollegato ad una maggior radicamento sul territorio dei candidati del centrosinistra (e quindi specularmente ad una maggiore debolezza relativa della Lega e del M5S), ed una volontà dell’elettorato di premiare l’amministrazione del sindaco uscente.

Infine, per quanto riguarda la geografia del voto, diversamente da altrove, a Firenze il PD non ottiene consensi sopra la media nelle sezioni del centro storico, ma in quelle leggermente più decentrate rispetto al centro cittadino. Sembra quindi delinearsi un partito meno rinchiuso all’interno delle mura del centro di quanto non osservato recentemente anche nella Zona Rossa (Ferrara 2018), e maggiormente legato ad alcune zone più periferiche. Consensi invece molto più concentrati geograficamente per Lega e M5S i quali sembrano possedere una maggiore forza all’interno della periferia nord-occidentale della città che premia significativamente i due partiti di governo.

 

Riferimenti bibliografici

Ajello, M. (2019), ‘Elezioni europee, il Pd si afferma come partito delle Ztl’, Il Messaggero, lunedì 27 maggio 2019, disponibile a: https://www.ilmessaggero.it/politica/elezioni_europee_pd_zingaretti_citta_centri-4518781.html

Angelucci, D. e Paparo, A. (2019), ‘Comunali: equilibrio, stabilità e il ritorno del bipolarismo’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2019/06/13/comunali-equilibrio-stabilita-e-il-ritorno-del-bipolarismo/

De Sio, L. (2019), ‘La nazionalizzazione della Lega di Salvini’, Centro Italiano Studi Elettorali, disponibile a: https://cise.luiss.it/cise/2019/05/27/la-nazionalizzazione-della-lega-di-salvini/

Ferrara, E. (2018), ‘PD, ovvero il partito delle ZTL’, La Repubblica, 27 giugno 2018, disponibile a: https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/06/27/pd-ovvero-il-partito-delle-ztlFirenze01.html

Goodman, L. A. (1953), ‘Ecological regression and behavior of individual’, American Sociological Review, 18, pp. 663-664.

Paparo, A. (a cura di) (2018), Goodbye Zona Rossa. Il successo del centrodestra nelle comunali 2018, Dossier CISE (12), Roma, LUISS University Press.

Paparo A. (a cura di) (2017), La rinascita del centrodestra? Le elezioni comunali 2017, Dossier CISE (9), Roma, Centro Italiano Studi Elettorali.

Schadee, H.M.A., Corbetta, P.G., (1984), Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino.


[1] Occorre specificare che i dati su cui sono cui abbiamo effettuato quest’analisi e quelle seguenti si basano esclusivamente sui voti alle singole liste. Non sono stati presi in considerazione i voti espressi per i soli candidati sindaci, che nei risultati dell’analisi vengono per questo conteggiati all’interno del non voto (valido a una lista).

NOTA METODOLOGICA

I flussi presentati sono stati calcolati applicando il modello di Goodman (1953) alle 360 sezioni elettorali del comune di Firenze. Seguendo Schadee e Corbetta (1984), abbiamo eliminato le sezioni con meno di 100 elettori (in ognuna delle due elezioni considerate nell’analisi), nonché quelle che hanno registrato un tasso di variazione superiore al 15% nel numero di elettori iscritti (sia in aumento che in diminuzione). Il valore dell’indice VR  è pari a 10,5.

Matteo Boldrini è Postdoctoral Researcher presso il Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli. Ha conseguito il dottorato in Mutamento Sociale e Politico presso l'Università di Firenze in cotutela con l'Università Paris 1 Panthéon-Sorbona di Parigi. I suoi principali interessi di ricerca si concentrano sui mutamenti all'interno della politica e del governo locali, sulla classe politica e sui partiti politici. Ulteriori suoi interessi di ricerca includono i partiti della sinistra radicale e la loro evoluzione anche in chiave comparata.
Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.