La prospettiva del voto anticipato nell’opinione degli elettori

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore del 2 agosto.

Lega e M5s continuano a litigare. Il nuovo tema di scontro è la giustizia. Ma la crisi di governo non è alle porte. Così sembra. Eppure gli elettori italiani sono arrivati alla conclusione che questo governo sia arrivato al capolinea e che sia meglio tornare a votare (Tabella 1). È il risultato dell’ultimo sondaggio di Winpoll[1] condotto la scorsa settimana.

Non è del tutto una novità perché già a maggio in un sondaggio simile il 64% degli intervistati aveva risposto nello stesso modo. In questo sondaggio la percentuale è salita. Adesso è il 72% a preferire il voto alla continuazione dell’attuale governo. È un’opinione condivisa dalla maggioranza degli elettori di tutti i maggiori partiti, con la sola eccezione di quelli del M5S. Questo dato però nasconde un piccolo mistero.

Tab. 1 – Crisi di governo: secondo lei…

Che addirittura l’88% degli elettori pentastellati preferiscano che, nonostante tutto, il governo Conte vada avanti non è difficile da spiegare. Visto che in Parlamento rappresentano oltre il 30% degli eletti mentre i sondaggi li danno intorno al 15% dei voti, è razionale che non vogliano nuove elezioni. Ma perché gli elettori del Pd e quelli di Forza Italia dovrebbero preferire il ritorno al voto? In questo sondaggio (Tabella 2), e in altri usciti recentemente, le intenzioni di voto alla Lega vengono stimate tra il 37% e il 39%. Nel nostro caso al 38,9%. Aggiungendo a questa cifra la percentuale stimata per Fratelli d’Italia, cioè il 7,4%, si arriva al 46,3%. Con questi numeri è praticamente certo che in caso di voto anticipato i due partiti otterrebbero insieme la maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le camere. Forse gli elettori del Pd e quelli di Forza Italia non lo sanno. Deve essere un difetto di informazione che li spinge a favorire la vittoria di Salvini alle urne.

Tab. 2 – Intenzioni di voto

Nel caso degli elettori di Berlusconi, però, potrebbe esserci dell’altro. Dietro la loro preferenza per le elezioni anticipate potrebbe nascondersi la speranza che Salvini alla fine si convinca che sia meglio per lui mettere insieme tutte le componenti del centro-destra e quindi anche Forza Italia, in una coalizione pre-elettorale inclusiva. Un ritorno ai vecchi tempi, con la Lega al posto che una volta era di Forza Italia. Questa ipotesi non è fondata. Come ha fatto capire in tante occasioni, Salvini non ha nessuna intenzione di allearsi a livello nazionale con Forza Italia. Berlusconi rappresenta quel vecchio mondo da cui la Lega di Salvini vuole prendere le distanze. E, come si vede nel nostro sondaggio (Tabella 3), i suoi elettori sono d’accordo con lui. Il 64% preferisce che in caso di elezioni anticipate la Lega si allei solo con Fdi e altri del centro-destra, ad esclusione di Forza Italia. Solo il 18% vorrebbe includere il partito di Berlusconi. Nel sondaggio di maggio questi ultimi erano il 30%. La vecchia alleanza continua a perdere appeal. E questo è vero anche per gli elettori di Fdi, anche se tra di loro la percentuale di chi vorrebbe un centro-destra inclusivo (il 35%) è più alta che tra gli elettori della Lega. Per gli elettori di Forza Italia l’atteggiamento dei loro vecchi alleati è indubbiamente una brutta notizia, visto che addirittura l’85% di loro vorrebbero proprio quella alleanza che gli altri rifiutano.

Tab. 3 – Secondo lei, se si andasse al voto anticipato, con chi dovrebbe allearsi la Lega?

Resta il caso degli elettori leghisti. Il 58% di loro vuole le elezioni anticipate. Sono pochi o sono molti? Intanto c’è da dire che sono cresciuti rispetto a qualche mese fa.  Certo, se confrontiamo questa percentuale con quella, per esempio, degli elettori Pd e se aggiungiamo la considerazione che il voto anticipato li premierebbe sono relativamente pochi. Visto che i numeri li danno vincenti perché molti non vogliono andare a votare? D’altro canto però occorre sottolineare che si tratta di elettori di un partito il cui leader è manifestamente contrario ad aprire la crisi. E da questo punto di vista non si può dire che siano pochi. In ogni caso, pochi o molti che siano, il fatto è che il 42% di loro non vuole le elezioni anticipate. Forse è la prudenza. Forse molti non sono convinti che una crisi di governo porti al voto. Altri forse non si fidano dei numeri attuali che li danno vincenti e preferiscono aspettare. Sta di fatto che la loro prudenza è condivisa dal loro leader. Anche Salvini non sembra avere fretta. Le occasioni per aprire una crisi non sono mancate. Ma il leader non ne ha approfittato. Le tendenze elettorali in atto gli danno ragione. La Lega continua a crescere, nonostante i passi falsi moscoviti. Anche Fdi, il futuro alleato, sale e ha superato Forza Italia che continua a sfarinarsi. Il Pd di Zingaretti con il suo 23,8% non va male ma non ha prospettive e quindi non rappresenta un pericolo. E allora forse è meglio superare lo scoglio della prossima legge di bilancio insieme agli attuali alleati e intanto consolidare la crescita nei collegi elettorali del Sud. Poi si vedrà.


[1] Il sondaggio è stato realizzato da Winpoll Srls con metodo Cawi-Cati-Cami nel periodo compreso tra il 27 ed il 30 luglio 2019 su un campione casuale rappresentativo della popolazione italiana adulta (+18 anni), ponderato per sesso, età ed intenzioni di voto alle europee 2019. Numero interviste: 1500. Margine di errore (con intervallo di confidenza al 99%): 2,3%.

Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.