Conte due: partenza in salita

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 15 settembre

Per Il secondo governo Conte è una partenza in salita. Il 55 % degli elettori ne dà un giudizio negativo (Fig. 1). É quanto emerge dalla rilevazione Winpoll-Sole 24 Ore. La differenza con il Conte uno è netta. A Luglio 2018 il suo indice di gradimento era superiore al 50%. Il dato negativo di oggi si spiega in gran parte con la distribuzione delle intenzioni di voto tra i partiti. Molto semplicemente gli elettori dei partiti di opposizione sono più dei sostenitori dei partiti di governo ed è ovvio che a loro l’attuale governo non piaccia.

Fig. 1 – Gradimento governo M5S-PD. Fonte: Winpoll

Nonostante il fallimento della sua strategia estiva, la Lega di Matteo Salvini resta di gran lunga il maggior partito (Fig. 2). Ha perso alcuni punti rispetto al picco raggiunto a fine Luglio, ma il 34% stimato ne fa ancora uno dei più forti partiti in Europa e il perno dello schieramento di destra. Lega e Fdi arrivano insieme al 42,9%. Con Forza Italia la percentuale sale al 49,7%.

Fig. 2 – Intenzioni di voto. Fonte: Winpoll

Per l’attuale governo non tutti i dati sono negativi. Ci si sarebbe potuti aspettare che la nascita di un esecutivo che vede insieme due formazioni con un passato caratterizzato da aspri conflitti avrebbe penalizzato significativamente i consensi di entrambe. Ma così non è. Rispetto al sondaggio Winpoll di fine agosto il M5s passa dal 16,6% al 15,5 % ma si tratta di un arretramento statisticamente insignificante. Lo stesso vale per il Pd che scende al 23,3% dal 24%. Il dato più importante è un altro. Gli elettori dei due partiti al governo dimostrano un grado di accettazione reciproca e di condivisione di questa esperienza del tutto inaspettato (Fig. 1). Il 93% degli elettori Pd e l’85% di quelli del M5s danno del nuovo governo un giudizio positivo, che per un elettore su tre è addirittura molto positivo. Tra l’altro il 70% dei cinque stelle dichiara di preferirlo a quello precedente in cui il M5s era alleato della Lega. 

Rimangono tuttavia differenze importanti tra gli elettori dei due partiti. Per esempio sulla possibilità che l’accordo raggiunto a livello nazionale si trasformi in accordi elettorali alle prossime elezioni regionali e comunali. Tra gli elettori del Pd quelli che vedono questa possibilità molto positivamente o abbastanza positivamente sono addirittura l’81%. Gli elettori del Movimento sono più cauti. Solo il 47% di loro è favorevole mentre il 43% è contrario. Tenendo conto del passato non sono percentuali modeste ma è evidente che per molti elettori cinque stelle non è ancora arrivato il momento di una alleanza a tutto campo. 

Ancora più netto è il diverso atteggiamento rispetto al valore strategico della alleanza di governo. Per quasi la metà degli elettori democratici (49%) la nascita del Conte due potrebbe rappresentare un primo passo verso la costituzione di un nuovo polo di centro-sinistra in contrapposizione ad un polo di centro-destra. Invece per il 58% degli elettori del Movimento il governo attuale rappresenta solo un fatto temporaneo senza alcuna valenza strategica. Questa opinione è largamente condivisa anche dagli elettori della Lega (63%), Fdi (58%) e Forza Italia (51%).

Sulla durata del governo in carica invece le differenze spariscono (Fig. 3). Praticamente nella stessa misura, il 45-46%, i due elettorati si aspettano che duri fino alla fine della legislatura. Non è una percentuale elevatissima, ma considerando le residue diffidenze reciproche e la novità dell’impresa non si può dire che sia irrilevante. In ogni caso meno del 10% pensa che durerà solo pochi mesi. Cosa che invece si aspettano molti, ma non tutti, gli elettori dei partiti di destra.

Fig. 3 – Durata del governo M5S-PD. Fonte: Winpoll

In sintesi, a livello di elettorati la distanza tra Pd e Movimento è molto diminuita. Tanto che il 64 % degli elettori democratici pensa che i programmi dei due partiti siano abbastanza simili. Il fatto sorprendente è che la stessa opinione sia condivisa dal 58% degli elettori cinque stelle. Siamo di fronte a un cambiamento di atteggiamenti che fino a poco tempo fa era impensabile. La velocità con cui è avvenuto lascia perplessi, ma forse è semplicemente il segnale della mutata composizione dell’elettorato del Movimento. Come abbiamo segnalato più volte, nel corso della sua esperienza di governo con la Lega il Movimento ha perso molti suoi elettori di destra a favore del partito di Salvini. Gli elettori rimasti hanno un orientamento che su molti temi è ideologicamente vicino a quello degli elettori democratici, indipendentemente dal fatto che i cinque stelle continuino a rifiutare le etichette di destra e sinistra.

In conclusione, il quadro che emerge da questa rilevazione evidenzia una opportunità per i vertici dei due partiti e per il paese. Come abbiamo già fatto notare, è ancora troppo presto per concludere che l’accordo che ha dato vita al governo Conte due configuri un ritorno ad un assetto bipolare della politica italiana.  Ma l’ipotesi non è da escludere a priori. Tra i due partiti esiste oggi la possibilità di gettare le basi di una vera svolta. Dopo un lungo periodo di contrapposizione frontale è iniziato un processo di convergenza che questi dati evidenziano. Eppure invece di assecondare questa prospettiva politica che assicurerebbe al paese un minimo di governabilità pare che i leader di Pd e M5s si preoccupino di manipolare ancora una volta le regole del gioco e reintrodurre un sistema elettorale proporzionale che è l’esatto contrario di quello di cui il nostro paese ha bisogno in questa fase storica così tormentata.

Roberto D’Alimonte (1947) è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli dove insegna Sistema Politico Italiano. Dal 1974 fino al 2009 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato come visiting professor nelle Università di Yale e Stanford. Collabora con il centro della New York University a Firenze. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano i sistemi elettorali, elezioni e comportamento di voto in Italia. A partire dal 1993 ha coordinato con Stefano Bartolini e Alessandro Chiaramonte un gruppo di ricerca su elezioni e trasformazione del sistema partitico italiano. I risultati sono stati pubblicati in una collana di volumi editi da Il Mulino: Maggioritario ma non troppo. Le elezioni del 1994; Maggioritario per caso. Le elezioni del 1996; Maggioritario finalmente? Le elezioni del 2001; Proporzionale ma non solo. Le elezioni del 2006; Proporzionale se vi pare. Le elezioni del 2008. Tra le sue pubblicazioni ci sono articoli apparsi su West European Politics, Party Politics, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. E’ membro di ITANES (Italian National Election Studies). E’ editorialista de IlSole24Ore. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.