Il ruolo dei Notabili nelle Elezioni Regionali 2020 in Calabria

Poco più di dieci mesi fa, la regione Calabria ha affrontato le elezioni regionali e i partiti politici in lizza sono passati al vaglio dei cittadini. La coalizione di centrodestra è uscita trionfante dalle urne e al governo della regione è stata eletta per la prima volta una donna, Jole Santelli. La sua morte, per certi versi improvvisa, lascia un vuoto politico e istituzionale non indifferente che pone la Calabria, già abbastanza provata dall’emergenza sanitaria, dalla gestione delle strutture ospedaliere e dall’organizzazione delle nuove elezioni regionali, in una posizione di forte insicurezza e precarietà.

Le elezioni regionali del 26 gennaio 2020 hanno rispettato quella che in “politichese” si chiama la regola della perfetta alternanza; è infatti, dalle elezioni regionali del 2000 che nessun Governatore uscente della Calabria viene rieletto: le coalizioni in lizza per le elezioni, principalmente due, centrodestra e centrosinistra, si sono perfettamente alternate al governo della regione ad ogni tornata elettorale come se giocassero in un perfetto sistema bi-partitico dove gli altri candidati a Presidente assumono un ruolo più che marginale.

Oltre alla regola della perfetta alternanza, il sistema politico calabrese presenta delle caratteristiche particolari che sono state oggetto di studio e ricerca per molti politologi (De Luca e 2015; Emanuele e Marino 2016). Il sistema politico e partitico della Calabria è definito de-istituzionalizzato (Sartori 1976; Casal Bértoa 2014; Bardi e Mair 2008) poiché risente di una forte frammentazione partitica e di un alto tasso di volatilità elettorale – che spiega e conferma il rispetto della regola della perfetta alternanza.

Le cause principali di questo tipo di sistema politico possono essere ricondotte alla presenza ramificata e profonda sul territorio del fenomeno notabilare. Altra variabile determinante è l’uso distorto del voto di preferenza che da essere veicolo per scegliere chi eleggere in consiglio regionale, diventa l’oggetto di scambio tra elettore e candidato ed un modo per plasmare una nuova forma di sistema partitico sempre più imprevedibile in quanto dipendente dagli spostamenti dei notabili da un partito a un altro e da una coalizione all’altra.  

Nei contesti sociali e politici dove il fenomeno notabilare attecchisce con facilità e ha maggiori aderenze, si registra una espansione rilevante dell’uso del voto di scambio: i sistemi politici meridionali, specialmente quello calabrese, sono affetti da un clientelismo e familismo amorale che pervade le relazioni che si instaurano tra partiti e candidati e tra candidati ed elettori (Cartocci 1985); per queste ragioni, il sistema politico della Calabria, oltre ad essere definito de-istituzionalizzato, è anche definito Candidate-based System (Fabrizio e Feltrin 2007).

In un sistema orientato al candidato è quest’ultimo ad avere potere di contrattazione preelettorale con i partiti, a plasmare la struttura della competizione elettorale e ad indirizzare il voto degli elettori, i quali non usano più il partito come euristica di voto. Il rapporto tra questi e i candidati, pertanto, è segnato da legami personali e privati; di conseguenza, il comportamento di voto dell’elettore è orientato allo scopo e alla soddisfazione di benefici e favori personali.

Il risultato di un contesto politico simile a quello appena descritto è un grave deficit di qualità della democrazia, di erosione dell’accountability della classe politica e dirigente – si avrà un’accountability viziosa ed individuale basata sulle capacità dei notabili di procurare, attraverso il loro patrocinio politico, benefici personali ai propri elettori – e ovviamente, ne consegue una falsificazione degli esiti elettorali.

In altre parole, in un ambiente politico caratterizzato in modo significativo dalla presenza di notabili si concretizzano due implicazioni: la prima è che la presenza di più notabili nello stesso territorio equivale a blocchi di voti personali più consistenti che possono prevedere e determinare i risultati elettorali delle elezioni nel momento stesso in cui il notabile X si candidata per uno o per l’altro schieramento; la seconda implicazione si fonda sulla considerazione che una presenza marcata del fenomeno notabilare in uno specifico territorio potrebbe essere sinonimo di una rete di rapporti personali, diadici e di clientelismo che caratterizzano e definisco l’ambiente politico in cui operano, il tipo di voto e di elettore.

Al contrario, in un sistema politico dove i partiti sono il fulcro della competizione elettorale, il voto dell’elettore è mosso per il partito a lui più vicino ideologicamente. Sono i partiti, quindi, a strutturare la competizione elettorale stabilendo legami con gli elettori e mostrando alti livelli di continuità territoriale del loro sostegno. I singoli candidati giocano un ruolo minore; infatti, necessitano del supporto delle alleanze partitiche e la loro elezione dipende fortemente dalle prestazioni dei partiti in lizza.

Per dimostrare come l’importante diffusione del voto di preferenza in sistemi partitici de-istituzionalizzati e in determinati contesti locali abbia influenzato la competizione elettorale e i risultati delle regionali del 2020, è stata realizzata una analisi descrittiva sui candidati e ricandidati a consigliere regionale e sui loro endorsement, che ha permesso di verificare quanto e in che modo il fenomeno notabilare abbia inciso sulla prevedibilità dei risultati elettorali e sui flussi di voto.

La ricerca prende in considerazione solamente i candidati che hanno concorso per entrambe le regionali del 2014 e del 2020 e i candidati che pur non avendo partecipato alle elezioni regionali del 2014, sono stati sostenuti da un notabile o da dei politici locali che godono di una sfera di influenza sul territorio significativa.

Innanzitutto l’analisi svolta ha individuato 24 candidati (Tabella 1) che possiamo definire i notabili del 2020. Di questi 24, sette si erano già candidati per le regionali del 2014 e sono Giovanni Arruzzolo, Domenico Creazzo, Domenico Giannetta, Nicola Irto, Clotilde Minasi, Gianluca Gallo e Giuseppe Neri.

Tab. 1 – Notabili 2020, percentuali voti validi circ./regione

Come visibile dalla Tabella 2, risulta che:

13 dei Top Candidates (Notabili) selezionati hanno cambiato partito pur rimanendo all’interno della stessa coalizione con cui hanno concorso nelle regionali del 2014;

5 candidati sono passati dalla coalizione di centrosinistra a quella di centrodestra – nessun notabile è passato dal centrodestra al centrosinistra;

6 candidati hanno concorso con lo stesso partito in entrambe le tornate elettorali;

Tab. 2 – Notabili e schieramenti tra le regionali 2014 e 2020

Al fine di comprendere come i movimenti dei notabili abbiano potuto determinare (in parte) il risultato delle regionali 2020, focalizziamo l’attenzione sui 5 candidati a consigliere regionale che sono passati dalla coalizione di centrosinistra a quella di centrodestra tra le regionali del 2014 e quelle del 2020.

Il notabile Bruno Bagnato si era candidato nel 2014 nella lista di “Autonomia e Diritti” che appoggiava Mario Oliverio mentre nel 2020 si è candidato nella lista “Jole Santelli Presidente” ,passando quindi alla coalizione di centrodestra. Tuttavia, in entrambe le regionali non è stato eletto.

Domenico Creazzo nel 2014 si era candidato con la lista “Democratici Progressisti” ma non riuscì ad essere eletto; nel 2020 si candida con il partito della Meloni e ottiene 8.033 preferenze aggiudicandosi il seggio.

Mauro D’Acri nelle regionali del 2014 decide di sostenere il candidato Presidente del centrosinistra, Mario Oliverio, venendo eletto mentre in quelle del 2020 decide di schierarsi per la candidata del centrodestra, non riuscendo però ad aggiudicarsi il seggio.

Giuseppe Neri da “Democratici Progressisti” con cui ottiene 5.000 preferenze nelle regionali del 2014, decide di passare a Fratelli d’Italia nel 2020 e raccoglie 7.378 voti, riuscendo a sedere a Palazzo Campanella per entrambe le legislature.

Per ultimo abbiamo Antonio Scalzo che dal Partito Democratico con cui ottenne 12.712 preferenze aggiudicandosi il seggio nelle regionali del 2014, è passato all’UDC per le regionali del 2020, raccogliendo 4.370 voti e non riuscendo ad essere eletto.

In definitiva, lo spostamento di questi cinque notabili dal centrosinistra al centrodestra ha permesso alla coalizione che appoggiava Jole Santelli di ottenere ben 25.898 voti che, almeno teoricamente, sarebbero dovuti appartenere alla coalizione avversaria. 

Dai risultati ottenuti dal calcolo della percentuale di voti validi a livello circoscrizionale, visibili nella Tabella 1, risulta che nella circoscrizione Nord erano presenti 7 notabili, i quali hanno raccolto, in termini assoluti, 49.287 voti di preferenza che corrispondono al 16,9% dei voti validi espressi in tutta la loro circoscrizione.

Nella circoscrizione Centro erano presenti 5 notabili che hanno raccolto 32.258 preferenze ed equivalgono all’11,9% dei voti validi espressi nella circoscrizione Centro.

Nella circoscrizione Sud erano presenti, invece, 12 notabili, i quali hanno raccolto 69.118 voti di preferenza – più del doppio rispetto ai voti di preferenza della circoscrizione Centro e circa 1/3 in più rispetto alle preferenze espresse nella circoscrizione Nord – che corrispondono al 31,9% dei voti validi espressi in tutta la circoscrizione di Reggio Calabria.

In stretta relazione con i dati appena discussi, dai risultati ottenuti dal calcolo della percentuale di voti validi a livello regionale emerge che i 24 notabili, congiuntamente, hanno ottenuto il 19,15% dei voti nell’intera regione Calabria.

È importante sottolineare che la quota di voti più alta all’interno di questo quasi 20% proviene dai notabili della circoscrizione Sud che, come detto prima, sono in numero superiore rispetto ai notabili delle altre due circoscrizioni; ragion per cui, è possibile affermare che la circoscrizione di Reggio Calabria è la circoscrizione della regione dove il fenomeno notabilare è maggiormente diffuso e lo spostamento dei notabili reggini da una coalizione all’altra è indice di prevedibilità degli esiti elettorali.

Per quanto concerne, invece, i notabili che decidono di non ricandidarsi e che sostengono con il loro endorsement altri candidati, abbiamo riscontrato diversi casi in cui il pacchetto di voti personali di cui questi dispongono siano passati ad alcuni dei consiglieri regionali eletti in questa ultima tornata elettorale.

È il caso, ad esempio, di Vito Pitaro, che è stato eletto consigliere regionale con 5024 preferenze nella lista di Jole Santelli e che ha portato la lista della Governatrice della Calabria al 17,28% di consensi nel comune di Vibo Valentia, dove batte addirittura la lista di Forza Italia che riesce ad ottenere il 9,14%. Vito Pitaro è stato ex dirigente del Partito Democratico di Vibo Valentia e da maggio 2016 a novembre 2019 è stato anche il capo staff e segretario dell’ex consigliere regionale del Partito Democratico, Michelangelo Mirabello. Nonostante sia sempre stato un esponente di rilievo del Partito Democratico della Calabria, per le regionali del 2020 si è spostato nella coalizione di centrodestra facendosi sostenere dal notabile Giuseppe Mangialavori, ex consigliere regionale della Casa delle Libertà nella legislatura di Oliverio e attuale senatore forzista. 

Un altro esempio di come l’endorsement di un notabile sia rilevante ai fini dell’elezione a consigliere regionale è quello di Luca Morrone: la sua candidatura è stata sostenuta dal padre Giuseppe Morrone detto “Ennio”- politico calabrese di lungo corso – e dal suo endorsement, tra cui si conta anche Francesco Spadafora, consigliere comunale di Cosenza. Nel corso degli anni la famiglia Morrone e specialmente il padre Ennio sono stati coinvolti in numerosi scandali e inchieste giudiziarie ma questo non ha impedito al figlio Luca di candidarsi alle regionali del 2020 nella lista di Fratelli d’Italia, venendo eletto consigliere regionale con 8110 preferenze.

Anche Pierluigi Caputo, Presidente del consiglio comunale di Cosenza ed eletto consigliere regionale nella lista di Jole Santelli, ha goduto del sostegno di alcuni politici locali con un endorsement di rilievo: durante la sua campagna elettorale, Caputo ha ricevuto l’appoggio di Carmine Potesio, ex capo di gabinetto del Comune di Cosenza nominato dal sindaco Mario Occhiuto e suo uomo fidato ed inoltre, la sua candidatura è stata sostenuta anche dai consiglieri comunali di Cosenza quali Anna Ruggiero, Gaetano Cairo e Alessandra De Rosa. 

Alla lista dei consiglieri regionali eletti nel 2020 che hanno ricevuto il sostegno di politici locali e notabili si aggiunge anche Giacomo Crinò, eletto nella lista della Casa delle Libertà con il sostegno degli zii Pietro (notabile 2010) e Francesco (notabile 2014).

Altri due nomi da aggiungere alla lista sono quelli di Libero Notarangelo e Filippo Mancuso, candidati ed eletti entrambi nella circoscrizione Centro con più di 6.000 preferenze ciascuno. La candidatura di Notarangelo nella lista del Partito Democratico è stata appoggiata da Sergio Costanzo e Nicola Fiorita, consiglieri comunali di minoranza di Catanzaro, i quali remavano contro la candidatura a consigliere regionale del loro collega Filippo Mancuso con la Lega, il quale era appoggiato invece dal Sindaco del loro comune, Sergio Abramo e da un gruppo abbastanza numeroso di consiglieri comunali di maggioranza.

Pietro Molinaro, altro Consigliere regionale eletto per la Lega, è stato sostenuto da Vincenzo Sofo, europarlamentare eletto alle ultime europee nella provincia di Catanzaro.

Esempi di candidati a consigliere regionale che hanno goduto dell’endorsement e del sostegno di notabili e di diverse personalità della politica locale sono numerosi e ciò rende chiara l’idea di come contesti politici caratterizzati dalle interazioni del sistema dei notabili come quello calabrese, incidano fortemente sulla competizione elettorale e sugli equilibri politici tra i diversi schieramenti.  Infatti, per chi approda per la prima volta alle elezioni regionali, è fondamentale godere di un sostegno elettorale stabile; proprio per questa ragione ricevere o meno il supporto di notabili ma anche di politici locali determina l’elezione a consigliere regionale.

Un altro elemento chiave che dovrebbe dimostrare come la rete notabilare calabrese ha, di fatto, rimpiazzato il sistema dei partiti e delle loro alleanze, diventando questa l’elemento di continuità e prevedibilità del sistema politico, è l’incremento del livello dell’uso del voto di preferenza nelle elezioni regionali degli ultimi decenni.

Come è possibile notare dalla Figura 1, dal 1970 al 2015, l’uso del voto di preferenza nelle regionali è cresciuto costantemente in tutta Italia, specialmente nelle regioni meridionali e in Calabria.

Fig. 1 – L’uso del voto di preferenza in Italia e Calabria nelle elezioni regionali. Fonte: Emanuele e Marino (2016)

Sommando i voti di preferenza che tutti i candidati a consigliere regionale hanno ottenuto – in tutte le circoscrizioni e in tutte le liste – e dividendo il totale dei voti di lista circoscrizionali a livello regionale, otteniamo che il livello dell’uso del voto di preferenza, nelle regionali del 2020, si è attestato al 76,9%, circa 10 punti in meno rispetto al livello registrato nel 2014.

Questa diminuzione del livello dell’uso del voto di preferenza nelle regionali 2020 – che rimane, comunque, molto alto specie se osservato in chiave comparata rispetto alle altre regioni italiane – può essere riconducibile a un probabile impatto più contenuto del ruolo dei notabili dovuto principalmente a tre fattori:

i giudizi poco positivi sull’operato della giunta Oliverio da parte dei cittadini;

l’applicazione, ormai dal 2000, in Calabria della regola della perfetta alternanza;

un discreto spostamento dell’elettorato a destra.

Infatti, considerando i risultati elettorali ottenuti dalla coalizione di centrodestra in Calabria nelle tornate elettorali degli ultimi anni, possiamo notare che dopo la cocente sconfitta alle regionali del 2014, già alle politiche del 2018, la coalizione di centrodestra era passata dal 23,6% al 32,2% dei consensi, fino ad arrivare al 55,3% nelle regionali 2020.

La crescita di consensi del centrodestra potrebbe essere anche data dalla scesa in campo – per la prima volta alle regionali in Calabria – della Lega, che ha ottenuto quasi gli stessi voti di Forza Italia e dall’aumento di un altro punto percentuale rispetto alle regionali del 2014 del partito di Giorgia Meloni.

È necessario specificare che i dati emersi da questa ricerca non smentiscono l’evidenza empirica che dimostra come alcuni politici locali possiedano le capacità di spostare delle quote di voti decisive per la vittoria di una coalizione rispetto all’altra; e che quindi la rete notabilare calabrese sia e rimanga un elemento di continuità e prevedibilità del sistema politico in cui opera; tuttavia, è doveroso specificare che nella Tabella 1 e nei calcoli che ne sono conseguiti non possono essere conteggiati i voti ottenuti da coloro che si candidano per la prima volta al consiglio regionale ma che sono sostenuti da notabili e politici locali che hanno le capacità di spostare pacchetti di voti corposi; ed è proprio per questa ragione che una parte importante degli effetti prodotti dal sistema dei notabili non può essere registrato. 

Per concludere, è corretto asserire che in un contesto caratterizzato da alti livelli di volatilità elettorale e di discontinuità tra i partiti, il voto di preferenza e il voto di scambio, insieme al sistema notabilare e alla pratica delle ricandidature e degli endorsement, diventano gli unici elementi di continuità e stabilità all’interno del sistema politico e sociale, ruolo che in un sistema dove viene rispettata la piena democraticità e trasparenza, spetta ai partiti.

Alla luce di quanto detto, sarà interessante e di particolare rilievo politico osservare i meccanismi e le alleanze strategiche che determineranno la competizione e gli esiti elettorali delle prossime elezioni (anticipate) in Calabria.

Chissà, se anche a questo giro, i Notabili e il sistema clientelare saranno il pilastro fondante della competizione elettorale…

La risposta appare alquanto scontata!

Riferimenti bibliografici

Bardi L. e Mair P. (2008), The parameters of party systems, Party Politics, 14(2): 147–166

Cartocci R. (1985), Differenze territoriali e tipi di voto. Le consultazioni del Maggio – Giugno 1985, Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica, 15(3): 421- 454

Casal Bértoa F. (2014), Party systems and cleavage structures revisited: a sociological explanation of party system institutionalization in East Central Europe, Party Politics, 20(1): 16–36

De Luca R. (2015), Le elezioni regionali del 2014 in Calabria, Osservatorio regionale, https://www.regione.emilia-romagna.it/affari_ist/RIbidemsta_1_2015/Deluca.pdf

Emanuele V. e Marino B. (2016), Follow the Candidates, Not the Parties? Personal Vote in a Regional De-institutionalized Party System, Regional & Federal Studies, 26(4): 531-554

Fabrizio D. e Feltrin P. (2007), L’uso del voto di preferenza: una crescita continua, in A. Chiaramonte, e G. Tarli Barbieri (a cura di) Riforme istituzionali e rappresentanza politica nelle Regioni italiane,pp. 175-199

Sartori G. (1976), Parties and party systems: a framework for analysis. Cambridge: Cambridge University Press

Sofia Prezzia inizia la sua carriera universitaria presso l’Università di Bologna, dove nella sede di Forlì si laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Decide di continuare i suoi studi presso la LUISS Guido Carli di Roma, laureandosi in Governo e Politiche nell’indirizzo di Politiche Pubbliche. I suoi principali interessi di ricerca si basano sui vari tipi di sistemi partitici e sulle leggi elettorali, con particolare attenzione al livello di stabilità dei governi nazionali. Segue attualmente un Master in Marketing Globale e Comunicazione politica e collabora con vari enti e fondazioni culturali e politiche sia di stampo nazionale che regionale.