Online il Dossier CISE “Le elezioni amministrative del 2019”

È online il tredicesimo Dossier CISE, pubblicato dalla casa editrice Luiss University Press e dedicato alla tornata ordinaria di elezioni amministrative del 2019. Il Dossier è curato da Aldo Paparo ed è scaricabile gratuitamente tramite questo link.

Il 2019 è stato per l’Italia un anno denso di appuntamenti elettorali. Il 26 maggio, infatti, gli elettori sono stati chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento Europeo (a cui il CISE ha dedicato molteplici approfondimenti contenuti nel volume originale edito da Lorenzo De Sio, Mark Franklin e Luana Russo) e per il rinnovo di numerose amministrazioni locali della penisola. Le elezioni amministrative hanno goduto di minore attenzione rispetto al concomitante voto europeo. Tuttavia, il loro studio è cruciale per comprendere le trasformazioni avvenute nell’arena politica nazionale, oltre che locale, soprattutto per quanto riguarda le interazioni fra partiti e il comportamento degli elettori.

Il voto amministrativo ha interessato quasi la metà del totale dei comuni italiani, tra cui 25 capoluoghi di provincia. Circa il 90% dei comuni sono tornati alle urne a distanza di cinque anni dall’ultimo voto amministrativo. La precedente tornata, infatti, si era svolta nel 2014: stagione politica ricordata per la massima espansione elettorale ottenuta dal Partito Democratico guidato da Matteo Renzi. Dopo cinque anni, lo scenario politico italiano è radicalmente cambiato. Da un lato, la Lega di Matteo Salvini ha ampliato il proprio bacino di voti espandendosi in territori precedentemente inesplorati, tra cui il Mezzogiorno (D’Alimonte 2019; De Sio 2019; Angelucci 2019). Dall’altro, il Movimento 5 Stelle ha conosciuto una parabola discendente, passando dal 33% delle elezioni politiche del 2018 alla débâcle del voto europeo. Le elezioni amministrative del 2019 si sono svolte, dunque, in un sistema partitico profondamente mutato e i rapporti di forza si sono rivelati altamente instabili.

Per indagare in maniera approfondita questi fenomeni il Dossier dedica l’attenzione a specifici passaggi del voto amministrativo. All’interno della prima parte vengono analizzati i risultati del primo turno nei comuni con più di 15.000 abitanti chiamati alle urne nell’election day del 26 maggio 2019. In questa sezione, inoltre, è incluso anche un capitolo interamente rivolto all’analisi delle elezioni regionali in Piemonte, le uniche svoltesi in concomitanza con le amministrative e le Europee. La seconda parte si concentra invece sul secondo turno nei comuni superiori che non hanno assegnato la vittoria al primo turno. I contributi presenti in questa sezione presentano una panoramica generale sui dati riguardanti il secondo turno, ma offrono al lettore anche una chiave interpretativa complessiva per comprendere le dinamiche che hanno portato al risultato finale dell’intera consultazione elettorale. La terza parte si dedica allo studio dei flussi elettorali, nucleo fondamentale dell’attività di ricerca del CISE. L’analisi dei flussi è stata effettuata con riferimento al risultato dei ballottaggi in nove grandi città italiane, confrontando l’esito elettorale sia rispetto alle europee 2019 che alle politiche 2018. Infine, la quarta sezione del Dossier è completamente rivolta all’analisi delle elezioni amministrative nei 28 comuni sardi chiamati alle urne il 16 giugno per il primo turno. All’interno di questa parte il lettore potrà trovare studi approfonditi sulla panoramica pre-elettorale e sui risultati del primo e secondo turno, oltre che sui risultati nelle cinque città superiori al voto, tra cui i capoluoghi Cagliari e Sassari.

Qual è l’Italia politica che emerge dall’analisi del voto amministrativo svolta in questo Dossier? In primo luogo, uno degli elementi maggiormente evidenti è rappresentato dal bipolarismo locale. Le coalizioni di centrosinistra e centrodestra governano la maggior parte dei capoluoghi di provincia, relegando il “terzo polo” del Movimento 5 Stelle ad una condizione di debolezza che conferma un trend ormai quinquennale (Paparo 2018). Un altro elemento di interesse riguarda i mutamenti avvenuti nella geografia elettorale. Contrariamente alla tradizione dello Stivale, vari capoluoghi della Zona Rossa sono amministrati dal centrodestra (capoluoghi dell’Umbria, della Toscana e anche alcuni dell’Emilia-Romagna), mentre il centrosinistra riesce invece ad imporsi in aree come Puglia, Sicilia occidentale e Nord-Est (non solo l’Alto Adige). Le motivazioni alla base di questi sviluppi sono da ricercare nella letteratura politologica. Nello specifico, la teoria delle elezioni di second’ordine (Reif e Schmitt 1980) e gli studi sulla popolarità del governo e della sua ciclicità (si veda ad esempio: Tufte 1975) ci aiutano a capire il ruolo di fattori come il tipo di elezione e l’andamento del gradimento del governo sul comportamento degli elettori. Il voto amministrativo del 2019 ha dunque ridefinito la geografia elettorale, rilegando il Movimento 5 Stelle ad un ruolo marginale a livello locale e creando le basi per un ritorno ad una struttura bipolare del conflitto locale incentrata sulla competizione tra i poli di centrosinistra e centrodestra.

Riferimenti bibliografici:

Angelucci, D. (2019), “Regionali in Abruzzo: la Lega Nord alla conquista del Sud, cede il M5S”, Centro Italiano Studi Elettorali.

D’Alimonte, R. (2019), “La Lega sbarca al Sud e prende (anche) i voti degli alleati M5S”, Centro Italiano Studi Elettorali.

De Sio, L. (2019), “La nazionalizzazione della Lega di Salvini”, Centro Italiano Studi Elettorali.

Paparo, A. (2018), “Le fatiche del M5S nei comuni: l’avanzata che non arriva e i sindaci che se ne vanno”, in Paparo, A. (a cura di), Goodbye Zona Rossa. Le elezioni comunali 2018, Dossier CISE (12), Roma, LUISS University Press, pp.227-234.

Reif, K. e Schmitt, H. (1980), “Nine Second-Order National Elections. A Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results”, European Journal of Political Research, 8(1), pp.3-44.

Tufte, E. R. (1975), “Determinants of the Outcomes of Midterm Congressional Elections”, American Political Science Review, 69(3), pp.812-826.