Testa a testa nei 142 comuni superiori, Sud e Zona rossa al centrosinistra

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 28 giugno

Con il secondo turno di domenica 26 giugno si chiude questa tornata di elezioni comunali. Le urne hanno consegnato la vittoria al centrosinistra, che riesce non solo a ribaltare l’esito del primo turno, ma anche a migliorare rispetto a 5 anni fa. Due settimane fa, 79 comuni sui 142 sopra i 15.000 abitanti avevano assegnato il sindaco con un bilancio parziale a favore del centrodestra. Considerando anche le coalizioni di destra (quelle che escludono FI), il centrodestra aveva conquistato 34 comuni (la gran parte al Nord) contro i 30 di centrosinistra e sinistra insieme. Il primo turno aveva inoltre decretato la scomparsa del M5S e la timida ricomparsa del Centro (con vittorie in 3 comuni superiori).

Nei 63 comuni andati al ballottaggio, il centrosinistra ribalta l’esito del primo turno, superando il centrodestra in tutte le zone del paese, incluso il Nord dove si registrano vittorie importanti come a Verona (Tabella 1). Il centrosinistra conquista 23 comuni (24 considerando anche la sinistra alternativa al PD e 25 se si considera l’unico comune conquistato dal M5S, Mottola). Il bilancio non cambia se si considerano nell’ambito del centrodestra anche le vittorie ottenute da candidati di destra non sostenuti da FI. Nei 35 ballottaggi in cui era in gara, il centrodestra vince in 12 comuni (19 su 47 includendo anche la destra). Se da un lato il centrodestra sembra aver pagato le divisioni interne (vedi Verona), dall’altro il dato sembra confermare una strutturale debolezza dei candidati conservatori quando viene meno il traino del voto di lista come succede al ballottaggio.

Tabella 1 – Chi ha vinto e chi ha perso alle amministrative 2022 nei 142 comuni superiori

I numeri finali, considerando primo e secondo turno e confrontando i totali con la tornata precedente, offrono un quadro più dinamico di come sono cambiati i rapporti di forza nei 142 comuni. Il centrosinistra, in una tornata in cui partiva svantaggiato (il centrodestra partiva avanti con 45 comuni), migliora sensibilmente rispetto a 5 anni fa. Oggi controlla 51 comuni, contro i 44 della tornata precedente. Il grosso di queste città è al Sud, dove il centrosinistra domina (anche sui civici che qui rispetto a 5 anni fa hanno perso 5 comuni). Il centrosinistra torna inoltre la principale forza politica nella zona rossa: 5 anni fa si registrava una sostanziale parità tra centrosinistra e centrodestra (6 vs 6); oggi il centrosinistra amministra 10 comuni, contro i 5 conquistati dal centrodestra. Rispetto a 5 anni fa, inoltre, si riduce (seppure leggermente) la distanza con il centrodestra al Nord.

Sul fronte opposto, il centrodestra chiude in pareggio rispetto a 5 anni fa, ma con un sensibile spostamento del baricentro da FI verso la destra: il centrodestra (con FI) perde 5 città, la destra (senza FI) ne guadagna altrettante, per un totale di 53 (un numero pari a quello di 5 anni fa). La forza del centrodestra è prevalentemente localizzata al Nord, dove pure perde però 2 comuni se si considerano centrodestra e destra insieme (30 comuni 5 anni fa contro i 28 di oggi).

Infine, concentrandosi sui comuni capoluogo, il bilancio finale vede il centrodestra vincente in 12 casi (14 se si considera anche la destra senza FI), il centrosinistra in 10, con 2 comuni (Viterbo e Como) vinti da candidati civici. Anche in questo caso il centrosinistra ha guadagnato posizioni rispetto a 5 anni fa, passando da 5 a 10 comuni, mentre il centrodestra è sceso da 18 a 12.   

Davide Angelucci is a lecturer at the Department of Political Science of Luiss University, Rome. He has been a visiting student at Royal Holloway University of London and at the Instituto de Ciências Sociais da Universidade de Lisboa. He is currently a member of the Italian Centre for Electoral Studies (CISE) and part of the editorial board of the journal Italian Political Science (IPS). His research interests include elections and electoral behaviour, party politics, class politics, and public opinion. His work has been published in journals like European Union Politics, West European Politics, South European Society and Politics, Swiss Political Science Review and others.
Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.