L’andamento dei livelli di bipolarismo e bipartitismo

Nell’esaminare il risultato delle elezioni politiche di domenica 25 settembre, uno degli aspetti da considerare è relativo al livello di bipolarismo e bipartitismo.

Il tema ricopre una rilevanza particolare nel contesto italiano. L’Italia, nel corso della Prima Repubblica, è stata considerata un Paese frammentato e numerose sono state le leggi elettorali (a partire dalla legge Mattarella nel 1993 e la legge Calderoli nel 2005) introdotte per cercare di favorire una maggiore bipolarizzazione del sistema.

L’exploit del Movimento Cinque Stelle nel 2013 e nel 2018 ha però rappresentato un fatto nuovo, diminuendo drasticamente la tendenza al bipolarismo registrata negli anni precedenti e aprendo la strada ad un sistema di fatto tripolare.

L’esame dell’indice di bipolarismo può dunque consentire di verificare se questa tendenza alla frammentazione si sia mantenuta o se invece vi sia stata una inversione di tendenza rispetto alle elezioni precedenti.

Figura 1 Indice di bipolarismo per i voti ottenuti alle elezioni politiche del 2022

Come si può osservare dalla Figura 1, l’indice relativo alle elezioni del 2022 è solo leggermente più alto di quello del 2018 (69,94 contro 69,7) a indicare una sostanziale continuità nei livelli di bipolarismo. Sebbene il dato sia in controtendenza rispetto al 2013, è particolarmente distante rispetto al periodo 2001-2008, in cui la bipolarizzazione raggiungeva i suoi livelli massimi, superando stabilmente l’80% e raggiungendo addirittura il picco del 99,1% nel 2006.

La presenza di terzi e quarti poli fuori dalle due coalizioni principali, non sembra dunque aver impattato particolarmente sul livello di bipolarismo. Il sistema politico italiano si conferma di fatto tripolare, con una forte coalizione di centrodestra a cui si contrappongono una più piccola coalizione di centrosinistra e, a poca distanza, il Movimento Cinque Stelle. 

Un secondo aspetto che è possibile considerare è invece relativo all’indice di bipartitismo, che misura la forza elettorale dei primi due partiti.

Come si può vedere dalla Tabella 2, diversamente da quanto visto precedentemente, in quanto caso si verifica una netta inversione di tendenza rispetto alle elezioni precedenti. L’indice ha infatti valore 45,1, relativamente distante dai valori registrati nelle due elezioni del 2013 e del 2018 e sostanzialmente in linea con quelle del 2001-2006. Sostanzialmente, dunque, più di un elettore su due non ha votato per una delle due liste principali, favorendo una maggiore frammentazione del sistema politico.

Figura 2 Indice di bipartitismo per i voti ottenuti alle elezioni politiche del 2022

Il livello di bipartitismo può inoltre essere comparato con quello emerso dopo le ultime elezioni politiche negli altri Paesi dell’Europa occidentale (Figura 3). Come si può vedere, dopo le elezioni del 2022 l’Italia presenta uno dei sistemi meno bipartitici di tutto il contesto europeo, inferiore a tutti i grandi Paesi europei come Germania, Francia o Spagna e superiore solamente a Paesi storicamente molto frammentati sia dal punto di vista sociale che politico (come Svizzera, Olanda e Belgio).

Figura 3 Livelli di bipartitismo nei Paesi dell’Europa occidentale (ultima elezione politica)

In definitiva dunque, il sistema politico italiano uscito dalle elezioni, pur in sostanziale continuità nei livelli di bipolarismo, sembra caratterizzarsi per una maggiore frammentazione e per livelli di bipolarismo inferiori sia alla sua storia recente, sia alla maggior parte degli altri Paesi europei. Nonostante l’indebolimento del M5S, le difficoltà del centrosinistra (e in particolare del PD) nell’allargare la propria base di consensi e nel costituire una vera alternativa al centrodestra, hanno influito negativamente sul rafforzamento dell’assetto bipartitico.

Dopo il periodo del “bipolarismo frammentato”, del “bipolarismo limitato” (Chiaramonte, 2010), il “tripolarismo” del sistema politico italiano (Chiaramonte & Emanuele, 2014; Chiaramonte & Emanuele, 2019) sembra consolidarsi, in una forma più asimmetrica – data la compattezza della coalizione di centrodestra – e frammentata.

Bibliografia

Chiaramonte, A., (2010), Dal bipolarismo frammentato al bipolarismo limitato? Evoluzione del sistema partitico italiano, in Chiaramonte, A., D’Alimonte, R., Proporzionale se vi pare. Le elezioni politiche del 2008, Bologna, Il Mulino

Chiaramonte, A. e Emanuele, V. (2014), ‘Bipolarismo Addio? Il Sistema Partitico tra Cambiamento e De-Istituzionalizzazione’, in A. Chiaramonte e L. De Sio (a cura di), Terremoto elettorale. Le elezioni politiche del 2013, Bologna, Il Mulino, pp. 233-262.

Chiaramonte, A. e Emanuele, V. (2019). ‘La stabilità perduta e non (ancora) ritrovata. Il sistema partitico italiano dopo le elezioni del 2018’, in A. Chiaramonte e L. De Sio (a cura di), Il voto del cambiamento. Le elezioni politiche del 2019, Bologna, Il Mulino, pp. 241-264.

Matteo Boldrini è Postdoctoral Researcher presso il Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli. Ha conseguito il dottorato in Mutamento Sociale e Politico presso l'Università di Firenze in cotutela con l'Università Paris 1 Panthéon-Sorbona di Parigi. I suoi principali interessi di ricerca si concentrano sui mutamenti all'interno della politica e del governo locali, sulla classe politica e sui partiti politici. Ulteriori suoi interessi di ricerca includono i partiti della sinistra radicale e la loro evoluzione anche in chiave comparata.
Vincenzo Emanuele è professore associato in Scienza Politica presso la LUISS Guido Carli di Roma. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze con una tesi sul processo di nazionalizzazione del voto in Europa occidentale e le sue possibili determinanti. La sua tesi ha vinto il Premio 'Enrico Melchionda' conferita alle tesi di dottorato in Scienze Politiche discusse nel triennio 2012-2014 e il Premio 'Celso Ghini' come miglior tesi di dottorato in materia elettorale del biennio 2013-2014. È membro del CISE, di ITANES (Italian National Election Studies) e del Research Network in Political Parties, Party Systems and Elections del CES (Council of European Studies). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle elezioni e i sistemi di partito in prospettiva comparata, con particolare riferimento ai cleavages e ai processi di nazionalizzazione e istituzionalizzazione. Ha pubblicato articoli su European Journal of Political research, Comparative Political Studies, Party Politics, South European Society and Politics, Government and Opposition, Regional and Federal Studies, Journal of Contemporary European Research, oltre che sulle principali riviste scientifiche italiane. La sua prima monografia Cleavages, institutions, and competition. Understanding vote nationalization in Western Europe (1965-2015) è edita da Rowman and Littlefield/ECPR Press (2018), mentre la seconda The deinstitutionalization of Western European party systems è edita da Palgrave Macmillan. Sulle elezioni italiane del 2018, ha curato la Special Issue di Italian Political Science ‘Who’s the winner? An analysis of the 2018 Italian general election’. Clicca qui per accedere sito internet personale. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.