L’analisi dei flussi: Monti prenderebbe voti a tutti

Aldo Paparo

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Aldo Paparo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Firenze. È stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli. Dopo il conseguimento del dottorato è stato W. Glenn Campbell and Rita Ricardo-Campbell National Fellow presso la Hoover Institution alla Stanford University, dove ha condotto una ricerca sulla identificazione di partito in chiave comparata. Ha conseguito con lode il dottorato di ricerca in Scienza della Politica presso la Scuola Normale Superiore (ex SUM) di Firenze, con una tesi sugli effetti del ciclo politico nazionale sui risultati delle elezioni locali in Europa occidentale. Ha conseguito con lode la laurea magistrale presso Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della Università degli Studi di Firenze, discutendo una tesi sulle elezioni comunali nell’Italia meridionale. Le sue principali aree di interesse sono i sistemi elettorali, i sistemi politici e il comportamento elettorale, con particolare riferimento al livello locale. Ha co-curato numerosi volumi della serie dei Dossier CISE; e ha pubblicato articoli scientifici su South European Society and Politics, Italian Political Science, Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, Contemporary Italian Politics e su Monkey Cage. È stato inoltre co-autore di un capitolo in Terremoto elettorale (Il Mulino 2014). È membro dell’APSA, della MPSA, della ESPA, della ECPR, della SISP e della SISE. Clicca qui per accedere al profilo su IRIS.

di Aldo Paparo Presentiamo le matrici di flusso che mostrano i movimenti di voto intervenuti dall’inizio della legislatura fino ad oggi. La prima tabella riporta i flussi in percentuale rispetto al ricordo di voto del 2008 e ricostruisce quindi le destinazioni di quel voto. Il dato più importante, che sebbene in misura diversa, accomuna tutti i partiti è la forte crescita di coloro che rispetto a quattro anni fa dichiarano di volersi astenere. Per alcuni partiti le defezioni verso il bacino del non voto sfiorano il 50%. In particolare i partiti più colpiti sembrano essere quelli di centrodestra, la Lega nord...

di Aldo Paparo I prossimi 6 e 7 maggio si svolgerà il primo turno delle elezioni comunali in oltre 1.000 comuni italiani. Presentiamo qui il quadro relativo ai comuni con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti che non sono capoluogo di provincia. Si tratta complessivamente di 148 unità, nelle quali vivono oltre 4 milioni di italiani. La regione maggiormente interessata è la Lombardia, con 28 comuni, seguono Campania e Lazio (21 comuni), e la Sicilia con 18. Il Veneto e il Lazio sono le altre regioni in doppia cifra per numero di comuni superiori non capoluogo chiamati alle urne (12 e...

di Vincenzo Emanuele e Aldo Paparo Fra poco più di due mesi ( il primo turno si svolgerà il 6  e 7 maggio) oltre 8 milioni di elettori italiani saranno chiamati alle urne per il rinnovo delle amministrazioni di circa 1000 comuni, di cui 176 superiori ai 15.000 abitanti, dei quali fanno parte 28 comuni capoluogo di provincia. Si tratta di un test molto importante in chiave nazionale per diverse ragioni. In primo luogo è la prima tornata elettorale dopo la fine della lunga stagione berlusconiana e l’instaurazione del “governo dei professori” guidato da Mario Monti; in secondo luogo, sarà l’ultimo...

di Federico De Lucia e Aldo Paparo Al Senato il Pdl contava a inizio legislatura 146 senatori e oggi ne ha 129. La scissione di Fli ne ha sottratti 11, di cui uno poi è rientrato (Pontone); la Poli Bortone ha creato Io Sud, ed oggi è iscritta al gruppo di Coesione nazionale; altri 7 senatori eletti nel Pdl hanno rinforzato le fila di Coesione Nazionale, anche se due sono in seguito tornati indietro sui loro passi; il repubblicano Del Pennino, subentrato nel corso della legislatura, si è iscritto al misto. Musso e Galioto, infine, sono passati al gruppo dell’Udc...

di Aldo Paparo e Federico De Lucia Oggi il governo si trova impantanato nelle difficoltà di mantenimento di una maggioranza parlamentare. In particolare a preoccupare Berlusconi è la Camera. Ma come si è arrivati a questa situazione, considerando che le elezioni dell’aprile del 2008 gli avevano consegnato solide maggioranze in entrambi i rami del Parlamento? Certo non si trattava della più ampia maggioranza parlamentare della storia repubblicana, come troppo spesso siamo stati costretti ad ascoltare: alla Camera i 344 deputati ne facevano la maggioranza più risicata di tutta la Seconda Repubblica, a parte quella di centrosinistra dell’XI legislatura. A Palazzo ...