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Pubblicato su Il Sole 24 Ore dell'11 giugno Le elezioni locali in Italia hanno sempre avuto una rilevanza nazionale. Un anno fa fecero scoprire alla massa degli osservatori la competitività del M5s. In particolare la sconfitta di Fassino a Torino al secondo turno contro la Appendino fu una grande sorpresa. Come le 19 vittorie del Movimento nei 20 ballottaggi in cui era presente. Fu allora che partì la campagna di delegittimazione dell’Italicum con la scusa che avrebbe fatto vincere Di Maio contro Renzi. Oggi si torna a votare in un contesto diverso dall’anno scorso e soprattutto da cinque anni fa. Il...

(Articolo pubblicato su ‘Questioni Primarie’ n. 5 del 4 maggio 2017) Con oltre 50 punti di vantaggio, Renzi ha stravinto le primarie del Partito Democratico. Per ritrovare un simile scarto dobbiamo tornare alle primarie fondative del 2007. Allora Veltroni vinse con oltre il 75% dei voti. La classe dirigente del partito era tutta schierata a sostegno dell’ex Sindaco di Roma. Per questo, come anche nel caso delle prime primarie di coalizione, quelle che incoronarono Prodi nel 2005, si parlo di ‘primarie di legittimazione’. Un bagno di popolo utile a compattare il partito (o la coalizione) e rilanciarlo in vista delle...

(English translation by Elisabetta Mannoni) Matteo Renzi won the primaries of the Democratic Party, with an outstanding result (70%) with respect to his two adversaries, the current Minister of Justice Andrea Orlando (19,5%) and the governor of Apulia Michele Emiliano (10,5%). A wide gap between the first and the second (50,5 percentage points), yet coherent with the gap registered in the previous primaries, between Renzi and Gianni Cuperlo (49,8). We can then confirm on the electorate what had already emerged in the vote by party members, held a few weeks ago: a dominant ex-Prime Minister over the other main competitors and a...

Matteo Renzi ha vinto le primarie del Partito Democratico, affermandosi nettamente (70%) nei confronti dei suoi due avversari, Andrea Orlando (19,5%), attuale Ministro della Giustizia, e Michele Emiliano (10,5%), governatore della Puglia. Un distacco molto ampio rispetto al secondo (50,5 punti) e in linea con il differenziale della precedente tornata in (49,8) in cui a sfidarsi erano stati Renzi e Gianni Cuperlo. A livello di elettorato si conferma quanto emerso nel voto nei circoli (a cui partecipavano gli iscritti), ossia la preponderanza dell’ex-Presidente del Consiglio rispetto ai principali contender e la marginalità della cosiddetta minoranza. Se le gerarchie interne all’interno...

di Vincenzo Emanuele Nella Prima Repubblica, quando il tradizionale cleavage di classe era ancora molto forte, l’incrocio del voto con la categoria professionale rivelava una netta dicotomia tra le intenzioni di voto della borghesia e quelle degli operai: dirigenti, professionisti e grandi imprenditori mostravano un massiccio sostegno per la DC e i partiti di destra (PLI e MSI), mentre gli operai votavano prevalentemente il PCI e il PSI. Nel corso della Seconda Repubblica queste differenze si sono affievolite, dal momento che quote crescenti della classe operaia hanno iniziato a votare partiti di destra, e allo stesso modo la borghesia si è divisa tra...