La transizione italiana: il voto regionale del 23 Aprile

di

Roberto D'Alimonte

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D’ALIMONTE, R. D. R. (1995). La transizione italiana: il voto regionale del 23 Aprile. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZA POLITICA, 25, 515–560.

Il nuovo sistema elettorale per l’elezione dei consiglieri delle quindici regioni a statuto ordinario rappresenta l’ultimo tassello del processo di riforma delle regole elettorali. Come i sistemi elettorali per le elezioni parlamentari, comunali e provinciali, è anche esso un sistema misto.

Più precisamente è un sistema a turno unico con un doppio voto: uno per l’attribuzione dell’80% dei seggi con formula proporzionale in circoscrizioni coincidenti con il territorio delle province; l’altro per la assegnazione del restante 20%, con scrutinio maggioritario di lista, in una unica circoscrizione coincidente con il territorio della regione. Questa quota rappresenta il premio destinato alla lista regionale che ottenga il maggiore numero di voti. Come vedremo successivamente, il premio non sempre corrisponde al 20% dei seggi, ma è in realtà variabile. In ogni caso però – ed è questa la caratteristica più importante del nuovo sistema elettorale – esso è tale da garantire al partito o alla coalizione di partiti vincenti la maggioranza assoluta dei seggi in consiglio.

Complessivamente, dunque, si tratta di un sistema di difficile classificazione: prevalentemente proporzionale quanto a rappresentatività delle forze politiche, tendenzialmente maggioritario quanto alla dinamica della competizione elettorale e all’impatto sulla formazione del governo regionale.

Tutto sommato, la dizione «sistema proporzionale a premio di maggioranza variabile» mi sembra la più adatta a riassumerne le caratteristiche principali. In questa sezione le vedremo una per una cominciando dalla struttura della scheda elettorale.