Autore: Eftichia Teperoglou

  • Europee Grecia: una storia di punizione del governo e di stabilizzazione del sistema partitico

    Europee Grecia: una storia di punizione del governo e di stabilizzazione del sistema partitico

    Traduzione di Francesco Sorana.

    Le elezioni del Parlamento Europeo del 2019 in Grecia si sono svolte il 26 maggio insieme alle elezioni comunali e regionali. Il partito di governo di sinistra radicale SYRIZA ha subito perdite importanti, mentre il partito di centrodestra Nuova Democrazia (ND) ha accresciuto il suo supporto elettorale ed è tornato a dominare il sistema partitico greco dopo il periodo di governo tra il 2012 e il 2015. Il risultato delle elezioni ha avuto conseguenze immediate nell’arena politica nazionale. Durante la notte delle elezioni, il Primo Ministro greco Alexis Tsipras ha chiesto che le elezioni nazionali siano anticipate di quattro mesi, e che siano tenute il 7 luglio 2019.

    Il contesto

    In Grecia le elezioni europee del 2019 sono state la prima competizione elettorale dalle elezioni nazionali del settembre 2015. A seguito di un periodo politico impegnativo tra il 2012 e il 2015, in cui si sono tenute quattro elezioni nazionali consecutive, le elezioni del Parlamento Europeo del 2014 e il referendum consultivo del 2015 sull’approvazione o il rifiuto della proposta di un prestito da parte dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale (il terzo piano di salvataggio dal 2010), gli elettori greci sono andati alle urne per eleggere i rappresentanti del Parlamento Europeo. La maggioranza dei cittadini ancora mostra alti tassi di euroscetticismo (ad es. soltanto il 25% ha una visione positiva dell’Unione Europea, secondo il sondaggio Standard Eurobarometer 90 per l’autunno 2018, dove la media europea è al 43%)- una caratteristica emersa sin dall’inizio della crisi economica.

    Dalle elezioni europee del 2014 a quelle del 2019, il paese ha sperimentato un periodo intenso dal punto di vista economico e sociopolitico. Sotto il primo governo di coalizione tra SYRIZA e il partito nazionalista di destra Greci Indipendenti/ANEL (formatosi a seguito delle elezioni nazionali tenutesi nel gennaio del 2015), il paese è entrato in una fase di forte instabilità economica. SYRIZA ha vinto ancora alle elezioni anticipate del settembre 2015 e ha formato di nuovo un governo di coalizione con ANEL. Durante questo secondo mandato, il governo ha dovuto implementare un rigido programma economico che ha prodotto sentimenti di disillusione tra i sostenitori. Il governo di coalizione ha inoltre approvato con i creditori un terzo e ultimo piano di salvataggio scaduto il 20 agosto 2018. Nel complesso, nell’anno precedente le elezioni, l’economia greca si era pressoché stabilizzata. Tuttavia il malcontento sociale e politico è rimasto particolarmente diffuso. I tassi di disoccupazione erano calati ma restavano comunque alti (al 18,5% nel febbraio 2019) ed era stata imposta una maggiore pressione fiscale soprattutto sulla classe media e i ceti superiori. C’era inoltre una sensazione di “stanchezza” crescente tra i cittadini, che percepivano l’amministrazione di SYRIZA inefficiente e a tratti pericolosamente inadeguata (ad es. durante gli incendi durante l’estate del 2018 nella regione dell’Attica che hanno causato 101 morti). Il governo di coalizione si è formalmente concluso nel febbraio 2019 a causa dei disaccordi tra i due partiti sulla disputa riguardante il nome della Macedonia. Il 12 giugno 2018 è stato raggiunto un accordo tra il primo ministro Alexis Tsipras e la sua controparte Zoran Zaev secondo il quale sarebbe stato adottato il nome “Repubblica di Macedonia del Nord”. Si trattava di una questione internazionale che era rimasta irrisolta per più di 20 anni, ma secondo la maggioranza dei greci (e specialmente di quelli che vivono nella regione greca della Macedonia) l’accordo è stato svantaggioso per la Grecia e lo stesso primo ministro è stato spesso etichettato come “traditore” dai gruppi nazionalisti di opposizione. Parte della spiegazione della sconfitta di SYRIZA può perciò essere attribuita a questa polemica, specialmente in Grecia del nord.

    La campagna elettorale: elezioni europee senza Europa

    Il dibattito tra i due partiti principali, SYRIZA e Nuova Democrazia, ha offuscato ogni altro aspetto della campagna. Le questioni nazionali –in particolare il futuro dell’economia greca e la disputa macedone– sono state predominanti. Le elezioni si sono rivelate una tipica competizione referendaria con un elevato tasso di polarizzazione. Il partito socialista PASOK ha tentato di mobilitare e attrarre parti del suo vecchio elettorato e si è posto come un’alternativa politica. Ha aderito alla coalizione di centrosinistra Movimento per il Cambiamento (KINAL) fondata nel marzo 2018. A queste elezioni europee hanno partecipato anche alcuni nuovi partiti. Tra di loro, “Corso di Libertà” fondato dall’ex-parlamentare di SYRIZA Zoe Kontantopoulou, il nuovo partito pan-europeo Fronte di Disobbedienza Realistica Europea (MeRA25), fondato come parte di DiEM25 da Yanis Varoufakis, anche lui ex-parlamentare di SYRIZA e ex-ministro dell’Economia, e infine “Soluzione Greca” fondato da Kyriakos Velopoulos, un ex-membro del parlamento del partito nazionalista “Raggruppamento Popolare Ortodosso” (LAOS), nonché membro, in passato, anche di ND. Complessivamente, dalla sinistra comunista all’estrema destra hanno partecipato alle elezioni 40 partiti. È stato adottato un sistema elettorale proporzionale con una soglia elettorale al 3% e (dal 2014) le liste aperte. L’ultimo aspetto ha determinato una campagna elettorale personalizzata con i partiti candidati al Parlamento Europeo che conducevano campagne individuali in Grecia. Una problematica importante è stata la mobilitazione degli elettori più giovani. Uno cambiamento significativo rispetto alle elezioni precedenti è stato l’adozione di una nuova legge elettorale da parte del governo SYRIZA, secondo la quale l’età minima per avere accesso al voto è passata da 18 a 17 anni.

    SYRIZA ha affermato che questa elezione avrebbe dovuto essere vista come un voto di fiducia al governo dopo la fine dei piani di salvataggio. I principali slogan erano “Abbiamo il potere, non torniamo indietro”, “Uniamo le nostre forze. Per la Grecia dei molti, per un’Europa dei popoli”, “Il tempo dei molti è arrivato!”. Il partito ha accusato ND di supportare la candidatura di Manfred Weber del Partito Popolare Europeo a presidente della Commissione Europea. Weber è largamente considerato un sostenitore dell’austerità per i paesi dell’Europa meridionale. D’altro canto, ND ha sottolineato la necessità di un cambiamento: “Il 26 maggio votiamo per il cambiamento politico”. Il suo leader, Kyriakos Mitsotakis durante la corsa elettorale ha promesso un programma economico che comprende una ristrutturazione del sistema fiscale con l’obiettivo di ridurre le tasse, laddove SYRIZA ha sovvenzionato l’assistenza sociale e le pensioni, e piani di pagamento agevolati per i contribuenti morosi. Quasi nessun attore politico ha parlato di problematiche europee. Questo è particolarmente sorprendente dal momento che la Grecia è stata profondamente coinvolta e colpita sia dalla crisi economica che dalle crisi migratorie e dei rifugiati.

    Affluenza elettorale

    In Grecia il voto è obbligatorio anche se le sanzioni per non aver esercitato il voto non sono mai messe in atto. L’affluenza ha raggiunto il 58,7%, come mostrato nella Figura 1. Si è registrata una diminuzione di 1,3 punti rispetto alle elezioni europee del 2014, ma c’è stata una crescita rispetto alle precedenti elezioni nazionali di settembre 2015 (+2,1 punti, cioè 352.507 voti in più). Dobbiamo tuttavia interpretare queste differenze con prudenza, dato l’aumento di 161.289 aventi diritto al voto registrato rispetto al 2015 dovuto all’inclusione degli elettori più giovani.

    Fig. 1 – Affluenza elettorale alle elezioni politiche (Pol) ed europee (Eu) in Grecia (1981-2019), valori percentualigreece

    I risultati

    Le elezioni si presentano come un altro esempio di contesa decisiva nella storia delle elezioni europee nel paese. Nel 2014 si è assistito a un cambiamento storico con la vittoria di SYRIZA alle elezioni (Teperoglou et al. 2015). Anche questa volta c’è un cambiamento, ma nella direzione di un nuovo equilibrio. SYRIZA è stato punito severamente (23,8% dei voti) e il partito di opposizione ND ha ottenuto il 33,1%. La differenza (-9,3 punti) nella percentuale di voto tra i due partiti è la più ampia mai registrata alle elezioni europee in Grecia. Nuova Democrazia è riuscito ad aumentare il supporto elettorale rispetto alle elezioni nazionali di settembre 2015 (+5 punti) mentre SYRIZA ha perso molto terreno (-11,7 punti). Secondo i risultati degli exit poll (condotti dagli istituti di sondaggio Metron Analysis, Alco, Marc e MRB), SYRIZA è riuscito a mantiene il 58% dell’elettorato che aveva nel 2015, mentre per ND lo stesso dato era all’85%.

    ANEL, il partner più piccolo della coalizione, ha raccolto soltanto lo 0,8% del voto totale (una diminuzione di 2,9 punti comparata al 2015). Nel complesso, la punizione elettorale della coalizione è un classico esempio di “voto con lo stivale” (van der Eijk e Franklin 1996) contro le politiche governative, dato anche il fatto che le elezioni europee si sono tenute nell’ultimo periodo del ciclo elettorale nazionale. La concentrazione del voto su SYRIZA e ND – complessivamente il 56,9% – (rispetto al 48,3% del 2014) conferma un passaggio nel sistema partitico greco verso una forma più modesta di bipartitismo, che è stato gradualmente restaurato nel periodo post-crisi, con SYRIZA che è andato a rimpiazzare il PASOK come il principale partito di sinistra.

    Un punto che vale la pena menzionare è la diminuzione del supporto per il partito neo-nazista Alba Dorata (-2,1% punti rispetto al 2015 e -4,5 rispetto alle elezioni europee del 2014). Questo peggioramento potrebbe essere dovuto ai conflitti interni e ai continui problemi legali delle guide del partito, ma anche per lo spostamento degli elettori verso ND e “Soluzione Greca”. La performance elettorale di KINAL è rimasta stabile, con la coalizione che è riuscita a diventare il terzo partito grazie al declino di Alba Dorata. Anche i risultati dei comunisti sono rimasti stabili, mentre il partito “Il Fiume” non è riuscito a ripetere il successo elettorale del 2014. Lo sfondamento del nuovo partito nazionalista “Soluzione Greca” è forse un ulteriore esempio di elezioni che fungono da “ostetrica che assiste alla nascita di nuovi partiti” (van der Eijk e Franklin 1996). Il partito DiEM25 non è riuscito a raggiungere il 3% richiesto per eleggere un eurodeputato solo per qualche centinaio di voti.

    Tab. 1 – Risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo del 2019: Grecia
    Partito Gruppo parlamentare Voti (VA) Voti (%) Seggi Differenza di voti rispetto al 2014 (PP) Differenza di seggi rispetto al 2014
    Nuova Democrazia (ND) EPP 1.873.080 33,1 8 +10,4 +3
    Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA) GUE-NGL 1.343.816 23,8 6 -2,8 +0
    Movimento per il Cambiamento (KINAL)  [PASOK e KIDISO] S&D 436.739 7,7 2 -0,3 +0
    Partito Comunista Greco (KKE) Non iscritti 302.673 5,4 2 -0,8 +0
    Associazione Popolare – Alba Dorata (XA) Non iscritti 275.821 4,9 2 -4,5 -1
    Soluzione Greca -Kyriakos Velopoulos Altri 236.365 4,2 1 0 0
    Mera25 169.293 3,0 0 0 0
    Corso di Libertà 90.856 1,6 0 0 0
    Il Fiume S&D 85.998 1,5 0 -5,1 -2
    Unione di Centro 82.075 1,5 0 +0,8 0
    Grecia-L’altra Via — Notis Marias 70.288 1,2 0 0 0
    Raggruppamento Popolare Ortodosso (LAOS) 69.528 1,2 0 -1,5 0
    Greci Indipendenti (ANEL) ECR 45.148 0,8 0 -2,7 -1
    Altri partiti 574.474 10,2 0
    Totale 5.656.154 100 21
    Affluenza (%) 58,8
    Soglia legale di sbarramento (%) 3

     

    Le elezioni potrebbero essere classificate nel complesso come elezioni nazionali di secondo ordine (seguendo gli studi di Reif e Schmitt, 1980) solo per ciò che riguarda le perdite per i partiti al governo (classiche in questo tipo di elezioni) e il carattere referendario delle elezioni. L’affluenza è stata più alta rispetto alle precedenti elezioni nazionali, mentre i risultati non sono stati favorevoli per i partiti più piccoli, con l’eccezione del partito nazionalista formato recentemente “Soluzione Greca”.

    Conseguenze e conclusioni

    Le elezioni europee del 2019 – similarmente a quelle del 2014 – potrebbero rappresentare un preludio a una trasformazione degli equilibri di potere alle prossime elezioni nazionali. Presumibilmente, questa volta il partito di ND vincerà le elezioni il 7 luglio 2019. La prima lezione importante di queste elezioni è che delle elezioni di secondo ordine preannunciano dei cambiamenti nelle elezioni di primo ordine, piuttosto che il contrario (Schmitt e Teperoglou, 2018). Una seconda lezione è che il sistema partitico greco è entrato in un nuovo periodo di stabilizzazione.

    Riferimenti bibliografici

    Reif, K. e Schmitt, H. (1980), ‘Nine second-order national elections – a conceptual framework for the analysis of European election results’, European Journal of Political Research, 8 (1), pp. 3–44.

    Schmitt, H. e Teperoglou, E. (2018), ‘Voting behaviour in multi-level electoral systems’, in J. Fisher, E. Fieldhouse, M. N. Franklin, R. Gibson, M. Cantijoch e C. Wlezien (a cura di), The Routledge Handbook of Elections, Voting Behaviour and Public Opinion, Abingdon, Routledge, pp. 232-243.

    Teperoglou, E., Tsatsanis, E. e Nicolacopoulos, E. (2015), ‘Habituating to the New Normal in a Post-earthquake Party System: The 2014 European Election in Greece’, South European Society and Politics, 20 (3), pp. 333-355.

    Van der Eijk, C. e Franklin, M. N. (1996), Choosing Europe? The European Electorate and National Politics in the Face of the Union, Ann Arbor, University of Michigan Press.

  • Greece: A Story of Punishment of Government and Party System Stabilization

    Greece: A Story of Punishment of Government and Party System Stabilization

     

    The European Parliament elections of 2019 in Greece took place on 26 May together with municipal and regional elections. The governmental party of the radical left SYRIZA suffered severe losses and the centre-right party of New Democracy (ND) increased its electoral strength and dominates again in the Greek party system after the period 2012-2015. The outcome of the election had immediate consequences for the national electoral arena. On the night of the election, the Greek PM Alexis Tsipras called for snap elections (four months ahead) to be held on 7 July 2019.

    The context

    The 2019 European election in Greece was the first contest after the national elections in September 2015. After a very busy political timeline from 2012 to 2015 with four consecutive national elections, the 2014 EP election and the referendum of 2015 on acceptance or rejection of an EU/IMF lending proposal (the third bailout agreement since 2010), the Greek electorate went to the polls to elect the representatives in the European parliament. The majority of citizens still share high percentages of Eurosceptical attitudes towards the EU (e.g. only 25% have a positive image towards the EU according to the standard Eurobarometer 90 in autumn 2018 while the European average is 43%) – a characteristic which has appeared since the onset of the economic crisis.

    From the 2014 European election to the one in 2019, the country experienced a tense period both in economic and socio-political terms. Under the first coalition government between SYRIZA and the nationalist right-wing party of Independent Greeks/ANEL (formed in the aftermath of the January 2015 national elections) the country entered a phase of sharp economic instability. SYRIZA won again the September 2015 snap election and formed another coalition government with ANEL. During this second term, the government had to implement a harsh economic programme creating disillusionment among its supporters.   Moreover, the coalition government agreed with the creditors on the third and last bailout programme which expired on 20 August 2018. Overall, during the last year before the European election one could say that the Greek economy had been stabilized. However, social and political dissatisfaction was particular high. Unemployment rates were down but still high (18.5% in February 2019) and more severe taxes have been imposed especially for the middle/upper class.  Additionally, there was a sense of a growing “tiredness” of citizens with the perceived ineffective and sometimes dangerously inept administration of SYRIZA (e.g. the fires in the summer of 2018 in the Attica region with 101 deaths). The coalition government formally ended in February 2019 due to the disagreement between the two parties over the Macedonia name dispute. On 12 June 2018, an agreement was reached between Greek PM Alexis Tsipras and his counterpart Zoran Zaev, whereby the name “Republic of North Macedonia” would be adopted.  It was an international issue that had remained unsolved for more than 20 years, but according to the majority of Greeks (and especially those living in the Greek region of Macedonia) the agreement was a bad one for Greece and the PM himself was often labelled as a “traitor” by nationalist opposition groups. Therefore, part of the explanation for the losses of SYRIZA can be attributed to this issue, especially in Northern Greece.

    The electoral campaign: European elections without Europe

    The debate between the two main parties, SYRIZA and ND overshadowed any other aspect of the campaign. National issues – especially the future of the Greek economy and the Macedonia dispute – were predominant. The election was a typical referendum contest with a very high level of polarization. The socialist party of PASOK has tried to mobilize and attract part of its old electorate and posed itself as an alternative political solution. It participated in the centre-left coalition Movement for Change (KINAL) which was founded in March 2018. In these European elections some new parties participated. Among them the Course of Freedom” by Zoe Kontantopoulou, a former SYRIZA MP, the new pan-European party European Realistic Disobedience Front (DiEM25) formed by Yanis Varoufakis, a former MP of SYRIZA and ex-minister of Economics, as well as Greek Solution by Kyriakos Velopoulos, an ex-parliamentary member of the nationalist Popular Orthodox Rally (LAOS) who had been also a member of ND from 2012 to 2015. Overall, 40 parties participated from the communist left to the extreme right. A proportional electoral system with a 3% electoral threshold and open lists (since 2014) were adopted. The latter feature produced a personalized electoral campaign with EP candidates running individual campaigns throughout Greece. A major issue was the mobilization of younger voters. A significant change compared to previous elections was the passage of a new electoral law by SYRIZA government, in which the eligible age for voting changed from 18 years to 17 years old.

    SYRIZA claimed that this election should be seen as a vote of confidence to the government after the end of the bailout programmes.  Its main slogans were “We have the power, we do not go back”, “We join our forces. For the Greece of the many, for a Europe of the peoples”, “The time of the many has arrived!”. The party accused ND for supporting the candidacy of Manfred Weber from the European People’s Party as next President of the European Commission. Weber is widely perceived as a champion of austerity for the countries of Southern Europe.  On the other hand, ND highlighted the necessity for change: “On 26 May we vote for political change”. Its leader, Kyriakos Mitsotakis promised an economic programme with a restructuring of the taxation system aiming to reduce the taxes, while SYRIZA pushed through welfare and pension benefits, as well as favourable payment plans for taxpayers with arrears, in the run-up to the contest. Almost no political actor talked about European issues. This is particular striking given the fact that in both the economic and ongoing refugee-immigration crises, Greece is very much involved and affected.

    Turnout

    Greece is a country with compulsory voting even though the relevant penalties for not voting are never imposed. Participation reached 58.7%, as shown in Figure 1. It decreased by 1.27% compared to the 2014 European election, but there is an increase compared to the previous national elections of September 2015 (+2.13% or 352,507 more voters). Nevertheless, we have to interpret these differences with caution given the increase of 161,289 registered voters compared to 2015 because of the inclusion of younger voters.

     

    Figure 1 – Turnout % in National (N) and European (E) elections in Greece 1981-2019
    N81 81.5
    Ε81 81.5
    Ε84 80.6
    N85 79.1
    N89a 79.59
    E89 80.03
    B89b 78.71
    N90 77.39
    N93 78.23
    Ε94 71.23
    N96 76.36
    Ε99 70.21
    N00 74.97
    N04 76.48
    Ε04 63.22
    N07 74.15
    Ε09 52.54
    N09 70.95
    N12a 65.12
    N12b 62.49
    Ε14 59.97
    N15a 63.94
    N15b 56.57
    E19 58.7

     

    greece picture

    Source: own elaboration from data from the Minister of Interior

     

    The results

    The election stands as another example of a momentous contest in the history of European elections in the country. Back in 2014, there was a historical shift with SYRIZA winning the elections (Teperoglou et al., 2015). This time there is again a shift, but towards a new equilibrium.  SYRIZA was severely punished (23.8% of the vote) and the opposition party of ND obtained 33.1 %. The difference (-9.3%) in the vote share between the two parties is the biggest one ever documented in European elections in Greece. The party of ND managed to increase its vote share compared to the national election of September 2015 (+5.03%) while SYRIZA lost much ground (-11.7%). According to the exit poll data (by Metron Analysis, Alco, Marc and MRB opinion poll companies) SYRIZA managed to hold 58% of its electorate of 2015, while the figure for ND was 85%.

    The smaller coalition partner, ANEL captured only 0.8% of the total vote (a decrease of 2.89% compared to 2015). Overall, the punishment of the coalition is a classic example of “voting with the boot” (van der Eijk and Franklin, 1996) against the governmental policies given also the fact that the European election took place in the latter term of the first–order national electoral cycle.  The concentration of vote among SYRIZA and ND – a total of 56.88% – (compared to 49.28% in 2014) confirms a shift in the Greek party system towards a more modest form of two-partyism which has gradually been restored in the post-crisis period, with SYRIZA replacing PASOK as the major left-of-centre party.

    A worthy point to mention is the decrease of the vote share for the neo-Nazi party of Golden Dawn (-2.11% compared to 2015 and -4.51% compared to 2014 European election).  This decline could be explained due to internal conflicts and ongoing legal troubles of the party’s leadership, but also because of vote switching of its voters to ND and “Greek Solution”.  The electoral performance of KINAL remained stable, but the coalition managed to become the third largest party due to the decline of Golden Dawn. The performance of the communists remained stable too, while the party of The River did not manage to repeat its electoral success of 2014. The breakthrough of the newly formed nationalist party of “Greek solution” is perhaps a typical example of elections that function as a “midwife assisting in the birth of new parties” (van der Eijk and Franklin, 1996). The party of DiEM25 failed to reach the 3% required to elect an MEP for only a few hundred votes.

     

    Table 1 – Results of the 2019 European Parliament elections – Greece
    Party EP Group Votes (N) Votes (%) Seats Votes change from 2014 (%) Seats change from 2014
    New Democray (ND) EPP 1,873,080 33.12 8 +10.4 +3
    Coalition of Radical Left (SYRIZA) GUE-NGL 1,343,816 23.76 6 -2.8 +0
    Movement for Change (KINAL) S&D 436,739 7.72 2 -0.3 +0
    Communist Party of Greece (KKE) NI 302,673 5.35 2 -0.8 +0
    Popular Association-Golden Dawn (GD) NI 275,821 4.88 2 -4.5 -1
    Greek Solution-Kyriakos Velopoulos others 236,365 4.12 1 0 0
    Mera25 169,293 2.99 0 0 0
    Course of Freedom 90,856 1.61 0 0 0
    The River S&D 85,998 1.52 0 -5.1 -2
    Centre Union 82,075 1.45 0 +0.8 0
    Greece-the other way Notis Marias 70,288 1.24 0 0 0
    Popular Orthodox Rally (LAOS) 69,528 1.23 0 -1.5 0
    Independent Greeks (ANEL) ECR 45,148 0.80 0 -2.66 -1
    Other parties 838,757 10.21 0
    Total 5,920,437 100 21
    Turnout (%) 58.76
    Legal threshold for obtaining MEPs (%) 3%

     

    Overall, the election could be classified as a national second-order election (following the seminal study by Reif and Schmitt, 1980) only in terms of the losses of the incumbent parties in this type of election and the referendum character of the election. Turnout was higher compared to the previous national election, while the results were not favourable for smaller parties with the exception of the newly formed nationalist party.

    The consequences and conclusions

    The 2019 European election – similar to the one of 2014 – could serve as a prelude of a shift in the balance of power in the forthcoming national elections. This time, presumably, the party of ND will win the national elections of 7 July 2019. The first major lesson of this election is that a second-order election prefigures changes on first-order electoral politics, rather than the other way around (Schmitt and Teperoglou, 2018). A second lesson is that the Greek party system has entered a new period of stabilization.

     

    References

    Reif, K. and Schmitt, H. (1980). Nine second-order national elections – a conceptual framework for the analysis of European election results. European Journal of Political Research, 8(1), 3–44.

    Schmitt, H. and Teperoglou, E. (2018). Voting behaviour in multi-level electoral systems. In J. Fisher, E. Fieldhouse, M. N. Franklin, R. Gibson, M. Cantijoch and C. Wlezien (Eds.), The Routledge Handbook of Elections, Voting Behaviour and Public Opinion (232-243). Abingdon: Routledge.

    Teperoglou, E., Tsatsanis, E. and Nicolacopoulos, E. (2015). Habituating to the New Normal in a Post-earthquake Party System: The 2014 European Election in Greece. South European Society and Politics, 20(3), 333-355.

    Van der Eijk, C. and Franklin, M. N. (1996). Choosing Europe? The European Electorate and National Politics in the Face of the Union. Ann Arbor: University of Michigan Press.