Autore: Janis Ikstens

  • Europee Lettonia: la competenza europea conta

    Europee Lettonia: la competenza europea conta

    Traduzione di Irene Fratellini.

    La Lettonia è stato uno dei pochi paesi UE ad andare alle urne sabato 25 maggio, sebbene fosse possibile votare anche nei tre giorni precedenti con la procedura del voto anticipato. Secondo la Commissione Elettorale Centrale (CEC), un numero pari a 1.411.955 di persone ha esercitato il proprio diritto di voto –con un calo del 4% di votanti rispetto al 2014. La votazione è avvenuta mediante un sistema elettorale a lista aperta, che consentiva a ciascun elettore di esprimere una preferenza positiva o negativa per ogni candidato della lista votata. In tal modo sono stati scelti otto europarlamentari. La legge prevede il raggiungimento di una soglia pari al 5%  per accedere al riparto dei seggi, anche se quella effettiva (a causa di un numero modesto di seggi) è tendenzialmente più alta. Al contrario di quanto avviene nelle elezioni parlamentari, organizzate in cinque circoscrizioni elettorali, il territorio dell’intero paese forma un’unica circoscrizione in occasione delle elezioni europee. (Clonazepam)

    La campagna

    Sia i partiti politici registrati, sia i loro alleati con non meno di 500 membri, sono autorizzati a presentare proprie liste di candidati nelle elezioni europee. Il CEC ha registrato 16 liste di candidati, che includevano sia i partiti di governo che di opposizione, nonché alcuni partiti che non hanno superato la soglia elettorale di sbarramento nelle elezioni del Saeima (cioè il Parlamento della Repubblica della Lettonia) nel 2018 e diverse organizzazioni che non presero parte a quelle elezioni.

    La performance elettorale dei partiti recentemente eletti nel parlamento nazionale è stata uno degli aspetti più interessanti di queste elezioni. Sia il Nuovo Partito Conservatore che il partito KPV LV hanno mobilitato i propri sostenitori criticando pesantemente il governo e accusando la classe politica di corruzione e cattiva gestione della pubblica amministrazione. Tuttavia, in seguito ad un faticoso processo di formazione della coalizione di governo, entrambi i partiti sono diventati parte della compagine governativa guidata dal Primo Ministro Krišjānis Kariņš di Nuova Unione. Tutto ciò è però avvenuto in coincidenza con un calo del supporto popolare per il partito KPV LV, un calo che ha indotto alcuni esperti a concludere che l’accesso al governo non sarebbe stato vantaggioso per il partito populista. In più, il partito ha dovuto fronteggiare numerose lotte intestine che hanno coinvolto i suoi principali esponenti e che, di conseguenza, hanno favorito un crescente disappunto tra gli elettori. I Nuovi Conservatori, al contrario, hanno mostrato una forte unità che non ha intaccato il supporto per il partito.

    Nonostante ciò, è il Partito Social Democratico Armonia, uno dei principali esponenti degli interessi politici delle minoranze slave, che ha avuto le maggiori difficoltà in campagna elettorale. Il partito fu in gran parte colto di sorpresa quando, a febbraio, il parlamentare Vjačeslavs Dombrovskis fu rimosso come top-candidate del partito e rimpiazzato da Nils Ušakovs, storico sindaco di Riga, e Andris Ameriks (membro della lista municipale Honor to Serve Riga), ex vicesindaco di Rīga e alleato di Ušakovs. Tale decisione fu presa in conseguenza delle accuse di corruzione nei confronti di un certo numero di dirigenti della più grande società di trasporto comunale. Il significato di questa scelta improvvisa divenne chiaro a maggio, quando, qualche settimana prima delle elezioni, l’Agenzia Anticorruzione perquisì le strutture dell’Ufficio dello Sviluppo Turistico di Riga (RTDO) e i media diedero pubblicamente notizia di alcune transazioni finanziarie effettuate con fondi RTDO per finanziare la campagna elettorale di Armonia nel 2018. Non appena la notizia divenne pubblica, Ušakovs scomparse dalla scena pubblica, rivelando la scelta del partito di evitare dibattiti pubblici durante la campagna elettorale. In più, ciò potrebbe spiegare il motivo per cui i manifesti del partito raffigurassero Frans Timmermans (Party of European Socialists) piuttosto che i leader locali.

    I programmi elettorali degli altri principali partiti politici hanno focalizzato la propria attenzione su questioni propriamente europee, sostenendo, ad esempio, la crescita della quota del prodotto interno lordo da redistribuire attraverso il budget dell’Unione. Mentre la questione dei finanziamenti per il settore dell’istruzione secondaria e la ricerca nel prossimo quadro finanziario pluriennale è stata ampiamente condivisa, i partiti di centro, come Sviluppo/Per! e i Progressisti, hanno sostenuto la redistribuzione delle risorse fornite dalla politica agricola comune (PAC). Questa mossa è stata contestata da molti partiti di centro-destra, tra cui l’Unione dei Verdi e degli Agricoltori che, d’altro canto, ha enfatizzato lo sviluppo nel campo bio-economico, la riduzione dei rifiuti e il graduale abbandono dei combustibili fossili. I partiti di centro hanno di fatto primeggiato nel proporre soluzioni a problemi di natura sociale ed europea –la creazione di un fondo pensionistico paneuropeo, la creazione di una formula uniforme di salario minimo a livello comunitario o addirittura l’introduzione di un sistema fiscale uniforme in tutta l’Unione Europea. Si tratta di politiche sostenute anche dal partito Armonia che, si è impegnato, tra le altre cose, a combattere il nazionalismo e la xenofobia, chiedendo un accesso diretto dei comuni ai finanziamenti dell’UE. Tale posizione in merito al decentramento è stata ulteriormente elaborata dall’Unione Russa di Lettonia, che ha sostenuto il progetto di un’Europa federale e un’autonomia culturale estesa per le minoranze etniche nell’UE.

    Il Nuovo Partito Conservatore e Alleanza Nazionale, invece, hanno mostrato la loro volontà di stanziare sempre più fondi europei per la formazione professionale e l’apprendimento permanente, così da rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. I due partiti hanno così concepito l’UE come un ulteriore strumento di protezione dalla Russia per combattere la disinformazione, migliorare gli standard di sicurezza nel web e supportare i paesi dell’Europa dell’est. I due hanno parlato dell’UE come di un’unione di Stati nazionali, mentre Nuova Unità -ideologicamente vicina ai conservatori e ad Alleanza Nazionale- ha mostrato una chiara preferenza per un’UE forte e unita che scoraggi il trasferimento di proprietà di imprese europee strategiche verso paesi terzi ostili. Il partito populista KPV LV ha offerto una piattaforma “piglia-tutti”, enfatizzando i temi della sicurezza, dello sviluppo economico, della PAC e della trasparenza della governance dell’UE, dell’inclusività società e del sostegno alla cultura delle nazioni più piccole.

    Secondo i dati forniti dai partiti, la spesa complessiva per la campagna sarà con ogni probabilità più bassa rispetto alle elezioni nazionali del 2018. Armonia e Sviluppo/Per! emergono come top-spenders, seguiti da Nuova Unità e dall’Unione Russia di Lettonia. Inoltre, i partiti hanno impiegato strategie mediatiche diverse tra loro. Mentre Armonia ha investito pesantemente nella pubblicità televisiva, Sviluppo/Per!, L’Alleanza regionale della Lettonia e il Nuovo Partito Conservatore hanno dato priorità agli annunci radiofonici. I Progressisti e Nuova Unità hanno privilegiato l’uso di manifesti, mentre KPV LV ha puntato sui social media, che giocarono a proprio favore già nelle elezioni del 2018.

    L’amministrazione delle elezioni, invece, è stata colpita da una serie di problematiche dopo che Arnis Cimdars, presidente di lunga data della CEC, è stato rimosso dal suo incarico a marzo. I media hanno riportato che fino a 700.000 votanti potrebbero non aver ricevuto la lettera ufficiale indicante il seggio elettorale al quale recarsi. Sebbene siano state adottate misure di rettifica, non tutti gli indirizzi hanno ricevuto quell’informazione. Il governo ha annunciato che la popolazione avrebbe avuto la possibilità di recarsi ad ogni seggio nei tre giorni antecedenti al voto. Tuttavia, questa opzione è stata parzialmente ridimensionata a causa di problemi tecnici. Questa situazione ha portato ad una dichiarazione del sindaco di Daugavpils, Andrejs Elksniņš, che ha definito illegittime queste elezioni.

    Risultati

    L’affluenza di elettori è aumentata di poco più di 3 punti percentuali raggiungendo il 33,51% dell’elettorato totale. Sebbene il dato sia in linea con la tendenza di molti paesi dell’Unione, si tratta di un cambiamento che va nella direzione contraria rispetto alla diminuzione di quasi 2 punti percentuali dell’affluenza alle elezioni nazionali di ottobre 2018, quando il 54,56% degli aventi diritto si recò alle urne. Sebbene i problemi tecnici sopra menzionati siano stati occasionalmente considerati come potenzialmente in grado di ridurre l’affluenza, si può ipotizzare che la copertura mediatica di questi stessi problemi abbia aumentato la consapevolezza delle elezioni e della possibilità di poter votare in qualsiasi seggio elettorale per diversi giorni, favorendo di fatto il turnout.

    Nuova Unità ha ricevuto più di un quarto dei voti totali espressi. Il dato segnala un chiaro declino rispetto 2014, quando questo partito conquistò il supporto di quasi metà degli elettori ottenendo quattro seggi. Il partito Armonia dal canto suo ha migliorato la sua performance, guadagnando 4 punti percentuali e un seggio rispetto al 2014. Anche Alleanza Nazionale ha guadagnato un seggio in più. L’Unione Russa della Lettonia ha colto i frutti del notevole investimento nella campagna elettorale ed è riuscita a mantenere un seggio in un testa a testa con Armonia. Tuttavia, l’Unione dei Verdi e degli Agricoltori ha continuato a perdere il supporto dell’elettorato e non è riuscita ad ottenere alcun rappresentante nel Parlamento Europeo.

    Tab. 1 – Risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo 2019: Lettonia
    Partito Gruppo parlamentare Voti (N) Voti (%) Seggi Differenza di voti dal 2014 (%) Differenza di seggi dal 2014
    Unione Russa di Lettonia (LKS) EPP 29.546 6,3 1 +0,1 0
    Nazionalisti Lettoni (LN) NI 3.172 0,7 0 n/d n/d
    Alleanza Lettone delle Regioni (LRA) NI 23.581 5,0 0 +2,5 0
    Unione dei Verdi e degli Agricoltori (ZZS) ALDE 25.252 5,4 0 -2,9 -1
    Partito Politico KPV LV (KPV) NI 4.362 0,9 0 n/d n/d
    Progressisti (P) NI 13.705 2,9 0 n/d n/d
    Nuova Armonia (JS) NI 829 0,2 0 n/d n/d
    Nuovo Partito Conservatore (JKP) NI 20.595 4,4 0 n/d n/d
    Sviluppo/Per! (A/P) NI 58.763 12,5 1 n/d n/d
    Partito Socialdemocratico Armonia S&D 82.604 17,6 2 +4,4 +1
    Alleanza Nazionale ‘Tutti per la Lettonia-‘Per la Patria e la Libertà/LNNK’ (NA) ECR 77.591 16,5 2 +2,2 +1
    Partito d’Azione (RP) NI 791 0,2 0 n/d n/d
    Risveglio (A) NI 2.242 0,5 0 n/d n/d
    partito Centrista (CP) NI 2.312 0,5 0 n/d n/d
    Partito dei Lavoratori Socialdemocratici Lettoni (LSDSP) NI 922 0,2 0 -0,1 0
    Nuova Unità (JV) EPP 124.193 26,4 2 -19,8 -2
    Totale 470.460 100 8
    Affluenza (%) 33,5
    Soglia legale di sbarramento (%) 5
    Fonte: https://epv2019.cvk.lv/pub/velesanu-rezultati

    Discussione

    Le elezioni del 2019 del Parlamento Europeo in Lettonia hanno sottolineato l’importanza delle competenze dei candidati negli affari europei. Il partito Nuova Unità ha beneficiato della presenza di Valdis Dombrovskis -vicepresidente della Commissione europea– e di numerosi eurodeputati nell’elenco dei candidati del partito. Roberts Zīle, un parlamentare europeo di lunga data che rappresenta Alleanza Nazionale, è riuscito probabilmente a mobilitare segmenti di elettorato che altrimenti non avrebbero supportato il partito. Tatjana Ždanoka dell’Unione Russa di Lettonia, un altro eurodeputato esperto, ha aiutato il suo partito ad ottenere un rappresentante nel Parlamento Europeo.

    In linea con la teoria delle elezioni di secondo ordine, molti partiti tra i più piccoli sono riusciti ad avanzare (Nuova Unità, Unione Russa di Lettonia). Tuttavia, i partiti di opposizione hanno avuto risultati contrastanti -mentre Armonia ha aumentato la propria quota di voti, l’Unione dei Verdi e degli Agricoltori ha perso la propria rappresentanza in Parlamento. Allo stesso modo, i nuovi partiti hanno avuto risultati divergenti: i Nuovi Conservatori e KPV LV non hanno superato la soglia elettorale mentre Sviluppo/Per! ha ottenuto un seggio.

    Sebbene KPV LV avesse ottenuto ottimi risultati nelle elezioni nazionali otto mesi prima, il partito populista ha subito una sconfitta schiacciante nelle elezioni per il Parlamento Europeo. Questo è probabilmente non solo un riflesso di una graduale disillusione degli elettori del KPV, ma anche una conseguenza di gravi conflitti all’interno della leadership del partito, che porteranno probabilmente alla sua disgregazione entro le elezioni municipali del 2021.

    I partiti slavi (Armonia e Unione russa di Lettonia) hanno mobilitato i loro sostenitori in numero maggiore e aumentato la loro rappresentanza congiunta in Parlamento Europeo. Alcuni avversari politici hanno frettolosamente sostenuto che si tratti di un risultato prodotto da una bassa affluenza. Sulla base dei rendimenti ufficiali, questo sembra essere un effetto legato ad Ušakovs. Inoltre, mandare Ušakovs al Parlamento Europeo influenzerà probabilmente non solo la sua visibilità e il suo supporto tra gli elettori, ma potrebbe anche innescare cambiamenti più profondi all’interno del partito Armonia e favorire la competizione per la posizione di sindaco di Rīga.

    Mentre i risultati elettorali del PE sono raramente considerati un’indicazione del supporto per i partiti a livello nazionale in Lettonia, alcuni politici hanno presntato una proposta per scegliere il prossimo commissario UE sulla base delle prestazioni dei partiti alle elezioni. Questo approccio non è sostenuto da molti all’interno dell’attuale coalizione di governo, quindi il prossimo commissario sarà probabilmente nominato sulla base di un più ampio compromesso politico che coinvolgerà altre importanti decisioni.

  • Latvia: EUropean expertise matters

    Latvia: EUropean expertise matters

    Latvia was one of the few EU countries that went to the polls on Saturday, May 25 although advance voting was also available for three days. According to the Central Elections Commission (CEC), there were 1’411’955 persons eligible to vote – a decrease by 4 percent from 2014. A party list system is used to choose eight MEPs, and a voter can express either a positive or a negative preference for each candidate on a list that s/he is to vote for. An electoral threshold of 5 percent is provided in the law but the effective threshold (due to the small number of seats) tends to be higher. Contrary to the parliamentary elections that are organized in five electoral districts, the whole country constitutes single electoral district in the EUropean elections.

    The campaign

    Both registered political parties and their alliances having no less than 500 members are allowed to field candidate lists in EUropean elections in Latvia. CEC registered 16 candidate lists representing both coalition and opposition parties in the national parliament along with parties that did not clear the electoral threshold in the 2018 Saeima elections and organisations that did not participate in those elections.

    Electoral performance of parties that were recently elected to the Latvian parliament constituted one of the intrigues of the campaign. Both the New Conservative Party and the KPV LV party mobilised their supporters by heavily criticising the government and charging the political establishment with corruption and mismanagement of public administration. As a result of a complicated coalition building process, both became part of the ruling coalition headed by Prime Minister Krišjānis Kariņš of New Unity. That, however, coincided with an ebb of popular support for the KPV LV party, which prompted some pundits to conclude that the accession to the executive was not politically beneficial for this populist party. Moreover, the party faced intensive political infighting among its political leaders that arguably contributed the decline of the party’s support. The New Conservatives, however, stood united and suffered almost no loss of public support.

    Yet, it was the Social Democratic Party “Harmony”, a main advocate of political interests of Slavic minorities, that experienced the most turbulent campaign. The party was largely caught by surprise in February when MP Vjačeslavs Dombrovskis was removed as the party’s top candidate to be replaced by Nils Ušakovs (Harmony), a long-serving Mayor of Rīga, and Andris Ameriks (Honoured to Serve Riga), former Deputy Mayor of Rīga and a close ally of Ušakovs, against the background of corruption charges brought against a number of managers of the largest municipal transportation company. The meaning of this sudden overhaul became more visible in May when the Anti-corruption Bureau searched premises of the Rīga Tourism Development Office (RTDO) a few weeks before the elections and media reported about financial transactions implicating the use of RTDO funds to finance the 2018 national election campaign of “Harmony”. After this news emerged, Ušakovs disappeared from the public sight just to underline “Harmony”’s inclination to avoid many public discussions throughout this campaign. Moreover, this may explain why the party’s posters depicted Frans Timmermans (PES) instead of local leaders.

    Manifestos of major contestants seemingly afforded more attention to EUropean issues (as compared to earlier campaigns) and revealed a great deal of support to increasing the percentage of gross national income to be redistributed via the EU budget. While more funding for higher education and research in the next multiannual financial framework was broadly shared, centrist parties such as Development/For! and the Progressives were keen to redistribute the support provided by the Common Agricultural Policy (CAP). This was opposed by several right-of-the-centre parties, most notably by the Union of Greens and Farmers that, on the other hand, emphasized fostering of bioeconomics, reduction of waste and transition away from fossil fuel. Centrists took the lead in offering EU-related solutions to social problems in Latvia – creation of a pan-European pension fund, setting a uniform minimum wage formula, or even introducing a uniform tax system across the EU.  To this end, they were joined by the pro-Slavic Harmony party that inter alia pledged to fight nationalism and xenophobia and called for a direct access of municipalities to EU funding. This take on devolution was further elaborated by the Russian Union of Latvia calling for a federal EUrope and extensive cultural autonomy of ethnic minorities in the EU.

    The New Conservative Party and the National Alliance, in turn, wanted to increasingly allocate EU funding for vocational education and life-long learning to meet the demands of labour market. The two parties saw the EU as yet another mechanism to provide security from Russia by means of battling misinformation, improving cyber security and supporting select EU Eastern neighbourhood countries. The two spoke about the EU as a union of nation states while the ideologically proximal New Unity preferred a strong and united EU that discourages a transfer of ownership of strategic European companies to ‘unfriendly third countries’. The populist KPV LV party offered a catch-all platform emphasizing both human security, economic development, CAP and transparency of EU governance, inclusive society as well as support to culture of smaller nations.

    According to data provided by parties, the overall campaign spending will likely have been several times lower than in the 2018 national elections. Harmony and Development/For! emerged as top spenders followed by New Unity and the Russian Union of Latvia. Moreover, media strategies of parties differed. While Harmony invested heavily in TV advertising, Development/For!, Regional Alliance of Latvia and the New Conservative Party prioritised radio adverts. The Progressives and the New Unity geared towards outdoor billboards but KPV LV relied on social media that had worked to its favour in 2018.

    The administration of elections, however, was plagued with problems after Arnis Cimdars, a long-standing Chair of CEC, was removed from office in March. Media reported that up to 700’000 eligible citizens may have not received an official letter indicating the polling station at which they are to vote. Although measures were taken to rectify the situation, not all addressees received that information. The government announced that people could go to any polling station on the three days of advance voting. However, this option was closed for parts of the second and third day of advance voting due to a technical problem. This culminated in a Mayor of Daugavpils Andrejs Elksniņš’ statement calling these elections ‘illegitimate’.

    Results

    The voter turnout rose by little more than three percentage points to reach 33.51 percent of the total electorate. While this was in line with a trend in many EU countries, it ran contrary to a nearly two percentage point decrease of turnout in national elections held in October 2018 when 54.56 percent of the eligible citizens went to the polls. Although the technical problems mentioned above were occasionally blamed for keeping the voter activity low this year, one could argue that the media coverage of this issue increased awareness of the elections and the option to vote at any polling station for a few days actually increased the turnout.

    The New Unity received more than a quarter of all votes cast. However, this represented a sharp decline from 2014 when this party garnered support from nearly a half of voters to obtain four MEP seats. The Harmony party, in turn improved its performance to add four percentage points and one MEP seat as compared to 2014. The National Alliance also gained one more MEP seat. The Russian Union of Latvia reaped fruits of a notable investment in the election campaign as its managed to retain one MEP seat in a fierce competition with Harmony. However, the Union of Greens and Farmers continued to lose public support and failed to obtain representation in the European Parliament.

    Table 1 – Results of the 2019 European Parliament elections – Latvia
    Party EP Group Votes (N) Votes (%) Seats Votes change from 2014 (%) Seats change from 2014
    Russian Union of Latvia (LKS) EPP 29546 6.3 1 +0.1 0
    Latvian Nationalists (LN) NI 3172 0.7 0 n/a n/a
    Regional Alliance of Latvia (LRA) NI 23581 5.0 0 +2.5 0
    Union of Greens and Farmers (ZZS) ALDE 25252 5.4 0 -2.9 -1
    Political Party KPV LV (KPV) NI 4362 0.9 0 n/a n/a
    Progressives (P) NI 13705 2.9 0 n/a n/a
    New Harmony (JS) NI 829 0.2 0 n/a n/a
    New Conservative Party (JKP) NI 20595 4.4 0 n/a n/a
    For Development/For! (A/P) NI 58763 12.5 1 n/a n/a
    Social Democratic Party ‘Harmony’ S&D 82604 17.6 2 +4.4 +1
    National Alliance ‘All for Latvia’-‘For Fatherland and Freedom/LNNK’ (NA) ECR 77591 16.5 2 +2.2 +1
    Party of Action (RP) NI 791 0.2 0 n/a n/a
    Awakening (A) NI 2242 0.5 0 n/a n/a
    Centre Party (CP) NI 2312 0.5 0 n/a n/a
    Social Democratic Workers’ Party of Latvia (LSDSP) NI 922 0.2 0 -0.1 0
    New Unity (JV) EPP 124193 26.4 2 -19.8 -2
    Total 470460 100 8
    Turnout (%) 33.51
    Legal threshold for obtaining MEPs (%) 5

    Discussion

    The 2019 EP elections in Latvia arguably underlined the importance of the expertise of candidates in European affairs. The New Unity benefitted from the presence on the party’s candidate list of Valdis Dombrovskis, the Vice-President of the European Commission, and several seasoned MEPs. Roberts Zīle, a long-serving MEP representing the National Alliance, likely mobilised voter segments that would otherwise not support NA. Tatjana Ždanoka of the Russian Union of Latvia, another experienced MEP, helped her party secure a representation in the EP.

    In line with the theory of second-order elections, several smaller parties fared well (New Unity, Russian Union of Latvia). Yet, opposition parties yielded mixed results – while Harmony increased its vote share, the Union of Greens and Farmers lost their EP representation. Similarly, new parties had diverging fortunes – the New Conservatives and KPV LV did not clear the electoral threshold while Development/For! obtained one MEP seat.

    Although the KPV LV party gained excellent result in the national elections eight months earlier, these populists suffered a crushing defeat in the EP elections. This is arguably not only a reflection of a gradual disillusionment of KPV voters but also a consequence of serious conflicts within the party’s leadership, that will likely result in a disintegration of this party by the 2021 municipal elections.

    Slavic parties (Harmony and the Russian Union of Latvia) mobilised their supporters in greater numbers and increased their combined representation in the EP. Some political rivals have hastily claimed this resulted from a low turnout. Based on official returns, this appears to be an Ušakovs effect. Moreover, sending Ušakovs to the EP will likely affect not only his public visibility and support but may also trigger both more profound changes within the Harmony party and competition for the position of Mayor of Rīga.

    While EP election results are rarely taken as an indication of party support at the national level in Latvia, some politicians have voiced a proposal to choose the next EU commissioner on the basis of party performance in the elections. This approach is not favoured by several participants of the current coalition, therefore, the next commissioner will likely be a result of a broader political compromise involving other important decisions.