Autore: Mazvydas Jastramskis

  • Europee Lituania: la sconfitta dei partiti euroscettici all’ombra della campagna presidenziale

    Europee Lituania: la sconfitta dei partiti euroscettici all’ombra della campagna presidenziale

    Traduzione di Irene Fratellini.

    Le elezioni del Parlamento europeo (PE) in Lituania sono state oscurate dalle elezioni presidenziali. In particolare, i tre principali competitors erano molto vicini nei sondaggi durante i mesi precedenti. Il secondo turno tra Ingrida Šimonytė e Gitanas Nausėda si è svolto due settimane dopo il primo, contemporaneamente al voto per il parlamento europeo. La sovrapposizione di due elezioni ha aumentato l’affluenza anche per le europee, che sarebbe stata altrimenti (potenzialmente) bassa (il 53,1% dei lituani ha espresso il proprio voto); tuttavia ciò ha determinato anche una scarsa attenzione da parte dei principali partiti politici per la campagna elettorale per il Parlamento Europeo.

    Il contesto e la campagna

    Le dinamiche relative alle elezioni del Parlamento europeo in Lituania aderiscono alla teoria del second order (Reif e Schmitt 1980): gli elettori scelgono sulla base di domande e preferenze nazionali, piuttosto che votare secondo temi specifici legati all’UE. Le precedenti elezioni europee, svolte in assenza di concomitanza con elezioni nazionali, hanno ricevuto pochissima attenzione (nel 2009 l’affluenza alle urne è stata del 21%). In questo tipo di elezioni la competizione è sbilanciata a favore delle forze politiche europeiste, in quanto la Lituania è uno dei paesi in cui si registra il più alto livello di fiducia nell’Unione Europea: secondo i dati Eurobarometro dell’autunno 2018, il 65% dei lituani esprime fiducia nell’Unione Europea, mentre solo il 21% dichiara di non aver fiducia nell’UE (Commissione europea, 2018).

    Fatta eccezione per i dibattiti trasmessi sull’emittente pubblica LRT (nelle due settimane prima delle elezioni) ed alcuni manifesti e pubblicità diffuse nei social media, la campagna elettorale è stata appena visibile. I due partiti parlamentari più grandi hanno cercato di migliorare le loro prospettive elettorali facendo sì che le prime posizioni nelle loro liste fossero occupate da figure popolari ma inesperte di politica. Il partito di destra di opposizione Unione della Patria-Democratici Cristiani di Lituania (TS-LKD) ha assegnato il primo posto all’accademico Liudas Mažylis, divenuto famoso due anni prima per il ritrovamento del documento ufficiale di dichiarazione di indipendenza lituana (datato 1918). Il più grande partito governativo, l’Unione dei Contadini e dei Verdi di Lituania (LVŽS), ha dato il secondo posto in lista all’ex giocatore di basket šarūnas Marčiulionis.

    A differenza del 2014, in queste elezioni è mancata una questione europea di rilievo per cui i partiti avrebbero potuto fare campagna elettorale a favore o contro (come fu invece il tema dell’introduzione dell’euro nelle precedenti elezioni); e temi come l’immigrazione (rilevanti in altri paesi europei) non sono questioni urgenti in Lituania. Tuttavia, secondo la voting advice apllication lituana “Mano balsas” (2019), ci sono ancora differenze rilevanti sulla dimensione europea. Tra i partiti parlamentari, Ordine e giustizia (PTT) è moderatamente scettico sull’integrazione sovranazionale. Opinioni simili sono sostenute dal partito della minoranza etnica polacca, l’Azione Elettorale dei Polacchi in Lituania (LLRA-KŠS). Il principale partito di governo (vincitore delle elezioni parlamentari del 2016), LVŽS insieme al suo partner di coalizione, vale a dire il Partito Socialdemocratico Laburista di Lituania (LSDDP, nato come scissione da LSDP nel 2018) sono al centro dell’asse pro-anti Europa. I partiti tradizionali di centrodestra e di centrosinistra sono moderatamente europeisti: Unione della Patria-Democratici Cristiani di Lituania (TS-LKD), Movimento dei Liberali della Repubblica di Lituania (LRLS) e Partito Socialdemocratico di Lituania (LSDP).

    Il numero di liste elettorali è aumentato da 10 a 16, grazie anche alla possibilità che è stata data -recentemente- a comitati pubblici elettorali di competere a queste elezioni. La principale differenza tra questi comitati ed un tradizionale partito politico è che quest’ultimo ha bisogno di un’adesione minima di 2000 individui e può accedere al finanziamento statale. I comitati partecipano alle elezioni locali lituane dal 2011. Cinque comitati pubblici nazionali hanno partecipato a queste elezioni per il Parlamento europeo, a fianco di undici partiti politici.

    Risultati

    Senza una campagna elettorale attiva, l’elezione si è svolta in maniera analoga ad un referendum sul governo. LVŽS ha ottenuto due seggi al Parlamento europeo -uno in più rispetto al 2014. Tuttavia, il partito si è classificato al terzo posto per numero di voti: un risultato comunque deludente per il più grande partito attualmente in parlamento. Questo risultato è stato in qualche modo preannunciato dal primo turno delle elezioni presidenziali, dove anche il primo ministro Saulius Skvernelis è arrivato terzo, non passando quindi al secondo turno. Queste elezioni europee hanno nuovamente dato prova che, similmente agli altri paesi post-comunisti (Roberts, 2008), l’elettorato lituano è particolarmente propenso a dispiegare meccanismi di responsabilità rispetto ai propri governanti. Vale la pena ricordare che in precedenza i partiti di governo lituani hanno sempre perso le elezioni europee, eccezion fatta nel 2009, anno in cui l’affluenza fu così bassa che il partito TS-LKD riuscì a capitalizzare grazie alla sola lealtà dei propri elettori (Ramonaitė et al., 2014). Attualmente, l’eurodeputata di LVŽS Bronis Ropė appartiene al gruppo parlamentare dei Verdi Europei-Alleanza Libera Europea (ALE).

    Tab. 1 – Risultati delle Elezioni Europarlamentari: Lituania
    Partito Gruppo EP Voti (N) Voti (%) Seggi Variazione dei voti dal 2014 (%) Variazione dei seggi dal 2014
    Unione della Patria – Democratici Cristiani di Lituania (TS-LKD) EPP 245.918 18,6 3 +2,1 +1
    Partito Socialdemocratica di Lituania (LSDP) S&D 199.220 15,1 2 -1,2 +0
    Unione dei Contadini e dei Verdi di Lituania (LVŽS) G-EFA 157.603 11,9 2 +5,7 +1
    Partito Laburista (DP) ALDE 112.985 8,5 1 -3,6 +0
    Movimento dei Liberali della Repubblica di Lituania (LRLS) ALDE 81.916 6,2 1 -9,4 -1
    Comitato Pubblico Elettorale “Treno di Aušra Maldeikienė” (AMT) ALDE (provisional) 80.683 6,1 1 +6,1 +1
    „Blocco di Valdemar Tomaševski“ – Azione Elettorale dei Polacchi in Lituania – Alleanza di Famigier Cristiane e Alleanza Russa (LLRA-KŠS) ECR 69.262 5,2 1 -2,4 +0
    Partito Centrale Lituano (LCP) 64.091 4,8 0 +4,8
    Comitato Pubblico Elettorale „Moovimento del Presidente Rolandas Paksas“ (PRPJ) 50.129 3,8 +3,8
    Comitato Pubblico Elettorale „Vytautas Radžvilas: Torniamo allo Stato!“ (VRSV) 41.859 3,2 +3,2
    Party “Ordine e Giustizia” (PTT) EFD 34.298 2,6 0 -10,9 -2
    Partito Socialdemocratico di Lituania (LSDDP) 29.591 2,2 +2,2
    Il Partito dei Verdi lituano (LŽP) 28.126 2,1 -1,3
    L’Unione della Libertà lituana (liberali) (LLS) 23.828 1,8 +0,4
    Comitato Pubblico Elettorale „Lituania Forte nell’Europa Unita“ (SLVE) 16.671 1,3 +1,3
    Comitato Pubblico Elettorale “Salto decisivo“ (LŠ) 14.195 1,1 +1,1
    Voti non validi 71.661 5,4
    Totale 1.322.036 100 11
    Affluenza (%) 53,08
    Soglia legale di sbarramento (%) 5

    L’LSDDP ha ottenuto un fiasco, ricevendo solo il 2,2% dei voti (la soglia minima per ottenere un seggio è il 5%) e perdendo la battaglia per gli elettori di sinistra, a vantaggio di LSDP. Queste elezioni hanno visto una ripresa del partito LSDP, generalmente la forza politica principale del centrosinistra ma che arrivò terzo alle elezioni parlamentari del 2016 ed che è stato fortemente indebolito da una scissione. Il partito è arrivato secondo con il 15,1% dei voti ed ha ottenuto due eurodeputati (lo stesso risultato del 2014). La performance elettorale del partito è stata probabilmente favorita dalla presenza in lista del leader Vilija Blinkevičiūtė, uno dei deputati più attivi della Lituania. Il partito LSDP appartiene al gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici (S&D).

    Similmente a quanto registrato nel 2014, queste elezioni sono state vinte dal più grande partito di opposizione parlamentare, il partito di destra TS-LKD (appartenente al Partito Popolare Europeo). Quest’ultimo ha ottenuto il 18,6% dei voti e 3 deputati. Il supporto per TS-LKD è stato probabilmente rafforzato dalla presenza della candidata alle presidenziali Ingrida Šimonytė, una non partigiana affiliata al partito (vinse le primarie di TS-LKD e fa parte tutt’ora del gruppo parlamentare del partito).

    I partiti euroscettici hanno subito una sconfitta. Nel 2014, il partito populista PTT ottenne 2 seggi in parlamento, analogamente ai tre vincitori europeisti. In questa elezione il PTT ha ricevuto un esiguo 2,6% dei voti, 10,9 punti percentuali in meno. Diversi fattori hanno contribuito a questo risultato. In primo luogo, è mancato in campagna elettorale un tema europeo di rilievo su cui schierarsi in modo netto (ricordiamo nel 2014 la campagna del PTT contro l’introduzione dell’euro). In secondo luogo, il partito ha subito una scissione: l’ex leader Rolandas Paksas ha fondato il proprio comitato pubblico elettorale ed ha partecipato alle elezioni separatamente. In terzo luogo, alcuni dei voti di questo partito potrebbero essere andati ad un’altra lista euroscettica, il comitato elettorale Vytautas Radžvilas: Torniamo allo stato! Insieme, queste tre liste hanno ricevuto il 9,6% dei voti, ma separatamente nessuno di loro ha superato la soglia del 5% che è necessaria per ottenere almeno un seggio al Parlamento europeo. L’unica forza moderatamente euroscettica che ha ottenuto un seggio (con il 5,2% dei voti) è stato il Blocco di Valdemar Tomaševski, Coalizione dell’Azione Elettorale dei Polacchi in Lituania – Alleanza delle Famiglie Cristiane e Alleanza Russa (LLRA-KŠS). Il leader della coalizione, Tomaševski, dovrebbe unirsi al Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), come già in passato.

    Una nuova forza politica lituana è entrata nel Parlamento europeo: il comitato elettorale Treno di Aušra Maldeikienė, guidato dal politico carismatico ed esplicitamente pro-europeista Maldeikienė, ha ricevuto il 6,1% dei voti ed un seggio. I due seggi rimanenti sono andati al Partito Laburista (8,5% dei voti) e ai liberali di LRLS (6,2%). Ci si aspetta che tutti e tre i deputati europei di queste liste si schierino con il Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE).

    Riferimenti bibliografici

    Reif, K., e Schmitt, H. (1980). Nine Second-Order National Elections: A Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results. European Journal of Political Research, 8, 3–44.

    European Commission (2018). Autumn 2018 Standard Eurobarometer. Accessed 22.05.2019. Retrieved from: https://ec.europa.eu/commfrontoffice/publicopinion/index.cfm.

    Manobalsas [MyVote] (2019). Test for European parliament election 2019. Accessed 22.05.2019. Retrieved from: https://www.manobalsas.lt/.

    Ramonaitė, A., Kavaliauskaitė, J., Jastramskis, M., Nevinskaitė, L., e R. Žiliukaitė (2014). Kaip renkasi Lietuvos rinkėjai? Idėjos, interesai ir įvaizdžiai politikoje. Vilnius: Vilnius universiteto leidykla.

    Roberts, A. (2008). Hyperaccountability: Economic voting in Central and Eastern Europe. Electoral Studies 27(3), 533–546.

  • Lithuania: Defeat of Eurosceptic Parties in the Shadow of Presidential Campaign

    Lithuania: Defeat of Eurosceptic Parties in the Shadow of Presidential Campaign

    European parliament (EP) election in Lithuania was overshadowed by the competitive direct presidential election. Three main contenders were close in the polls during the preceding months. The second round between two frontrunners Ingrida Šimonytė and Gitanas Nausėda was held two weeks after the first one, simultaneously with the voting for EP. Overlap of two elections raised the otherwise (potentially) low turnout in EP election (53.1 per cent of Lithuanians voted), but it also meant that less attention was given to EP campaign by the main political parties.

    Context and campaign

    European parliament elections in Lithuania quite closely conform to the second-order theory by Reif and Schmitt (1980): voters choose on the basis of national-level questions and sympathies, instead of voting according to specific EU-related topics. When held alone last time, European election received very little attention (in 2009 turnout was 21 per cent). The competition is skewed in favour of the pro-European political powers, as Lithuania is one of the most EU-trusting countries in the union: in the Eurobarometer of Autumn 2018, 65 per cent of Lithuanians tended to trust EU with only 21 tending not to trust (European Commission, 2018).

    Except for the debates in the public broadcaster LRT (in the two weeks before election), also some poster and social media advertising, the electoral campaign was barely visible.  Two largest parliamentary parties tried to enhance their electoral prospects by giving high places in their lists for popular figures that have zero experience in politics. The right-wing, oppositional Homeland Union-Lithuanian Christian Democrats (TS-LKD) gave their number one position to academic Liudas Mažylis that became famous two years ago by discovering the document of 1918 Lithuanian declaration of independence. Largest government party, Lithuanian Farmers and Greens (LVŽS) gave the second spot in their list to former basketball player Šarūnas Marčiulionis.

    Differently from 2014, election lacked a salient European issue for the parties to campaign “for” or “against” (it was the introduction of euro in previous election), as immigration is very low in Lithuania. However, there still are differences on the European dimension, according to Lithuanian voting advice application “Mano balsas” (2019). Among the parliamentary parties, the “Order and Justice” (PTT) is moderately sceptic of the European integration and authority. Similar views are held by the party of Polish ethnic minority, Electoral Action of Poles in Lithuania – Christian Families Alliance (LLRA-KŠS). The main governing party (winner of 2016 parliamentary election), LVŽS and their coalitional partner Lithuanian Social Democratic Labour Party (LSDDP, split from LSDP that was founded in 2018) are in the centre of pro- and anti- European axis. Remaining parties of traditional centre right and left are moderately pro-European in the matters of EU integration and authority: TS-LKD, Liberal Movement of the Republic of Lithuania (LRLS) and Lithuanian Social Democratic Party (LSDP).

    The supply of electoral lists increased from 10 to 16 due a decision to allow the public electoral committees to compete. The main difference between a committee and a political party is that latter needs a minimum membership of 2000 and is eligible for state financing. Committees take part in the local Lithuanian elections since 2011. Five national public committees participated in this EP election, alongside eleven political parties.

    Results

    With no active campaign, election resembled a referendum on the government by the LVŽS and LSDDP. LVŽS obtained two members of the European parliament (MEPs) – one more than in 2014. However, they came in the third place according to votes: obviously a disappointing result for the largest parliamentary party. This was foreshadowed by the first round of presidential elections where Prime Minister Saulius Skvernelis also finished third, not entering the second round. This EP election proved again that quite similarly to the other post-communist countries (Roberts, 2008), Lithuanian electorate is hyper-accountable. It is worth mentioning that all the previous Lithuanian governments lost the EP elections, with an exception of 2009 where the turnout was so low that TS-LKD capitalized on the loyalty of their voters (Ramonaitė et al. 2014). Currently, MEP of LVŽS Bronis Ropė belongs to the Greens–European Free Alliance.

    The LSDDP experienced a fiasco, receiving only 2.2 per cent of votes (5 per cent are needed for a seat) and losing the battle for left-leaning voters to LSDP. These elections witnessed a recovery of the LSDP that used to be main party in the centre-left but came third in the 2016 parliamentary elections and stagnated since then, also experiencing a split. Party finished second with 15.1 per cent of votes and received two MEPs (same result as in 2014). Their performance was probably enhanced by the leader of list – Vilija Blinkevičiūtė, one of the most active MEPs from Lithuania. LSDP belongs to the Progressive Alliance of Socialists and Democrats.

     

    Table 1 – Results of the 2019 European Parliament elections – Lithuania
    Party EP Group Votes (N) Votes (%) Seats Votes change from 2014 (%) Seats change from 2014
    Homeland Union – Lithuanian Christian Democrats (TS-LKD) EPP 245918 18.6 3 +2.1 +1
    Lithuanian Social Democratic Party (LSDP) S&D 199220 15.1 2 -1.2 +0
    Lithuanian Farmers and Greens Union (LVŽS) G-EFA 157603 11.9 2 +5.7 +1
    Labour Party (DP) ALDE 112985 8.5 1 -3.6 +0
    Liberal Movement of the Republic of Lithuania (LRLS) ALDE 81916 6.2 1 -9.4 -1
    Public Electoral Committee “Train of Aušra Maldeikienė” (AMT) ALDE (provisional) 80683 6.1 1 +6.1 +1
    „Bloc of Valdemar Tomaševski“ – Coalition of Electoral Action of Poles in Lithuania – Christian Families Alliance and Russian Alliance (LLRA-KŠS) ECR 69262 5.2 1 -2.4 +0
    Lithuanian Centre Party (LCP) 64091 4.8 0 +4.8
    Public Electoral Committee „Movement of President Rolandas Paksas“ (PRPJ) 50129 3.8 +3.8
    Public Electoral Committee „Vytautas Radžvilas: Let’s Get Back the State!“ (VRSV) 41859 3.2 +3.2
    Party “Order and Justice” (PTT) EFD 34298 2.6 0 -10.9 -2
    Lithuanian Social Democratic Labour Party (LSDDP) 29591 2.2 +2.2
    Lithuanian Greens Party (LŽP) 28126 2.1 -1.3
    Lithuanian Freedom Union (liberals) (LLS) 23828 1.8 +0.4
    Public Electoral Committee „Strong Lithuania in United Europe“ (SLVE) 16671 1.3 +1.3
    Public Electoral Committee “Decisive Leap“ (LŠ) 14195 1.1 +1.1
    Spoilt votes 71661 5.4
    Total 1322036 100 11
    Turnout (%) 53.08
    Legal threshold for obtaining MEPs (%) 5 per cent from all votes

     

    Quite similarly to 2014, this election was won by the largest parliamentary oppositional party, right wing TS-LKD (belongs to the European People’s Party in EP). It received 18.6 per cent of votes and 3 MEPs. Voting for TS-LKD was probably reinforced by a second-placed presidential candidate Ingrida Šimonytė, non-partisan that is affiliated with the party (she won the primaries of TS-LKD and also belongs to party’s parliamentary grouping).

    Eurosceptic parties suffered a defeat. In 2014, the populist right PTT received 2 MEPS, same as three other pro-European election winners. In this election PTT received only 2.6 per cent of votes, 10.9 percentage points down.  Several factors possibly contributed to this. First, the campaign lacked a salient European issue to campaign against (in 2014 the PTT campaigned against the introduction of euro). Second, it suffered from split: former leader Rolandas Paksas founded his own committee and participated in election separately. Third, some of their votes could have gone to another Eurosceptic list, committee „Vytautas Radžvilas: Let’s Get Back the State!“. Together these three lists received 9.6 percent of votes, but separately none of them climbed over the five per cent threshold that is needed for at least one MEP. The only moderately Eurosceptic power that received a MEP (5.2 per cent of votes) was „Bloc of Valdemar Tomaševski, Coalition of Electoral Action of Poles in Lithuania – Christian Families Alliance and Russian Alliance (LLRA-KŠS). Leader of coalition, Tomaševski, is expected to join the European Conservatives and Reformists, as before.

    One new political force entered the EP from Lithuania: electoral committee “Train of Aušra Maldeikienė” led by charismatic and explicitly pro-European politician Maldeikienė received 6.1 per cent of votes and one MEP. Remaining two seats went to centre-populist Labour Party (8.5 per cent of votes) and liberals LRLS (6.2 per cent of votes). All three MEPs from these lists are expected to side with the Alliance of Liberals and Democrats for Europe.

     

    References

    European Commission (2018). Autumn 2018 Standard Eurobarometer. Accessed 22.05.2019. Retrieved from: https://ec.europa.eu/commfrontoffice/publicopinion/index.cfm.

    Manobalsas [MyVote] (2019). Test for European parliament election 2019. Accessed 22.05.2019. Retrieved from: https://www.manobalsas.lt/.

    Ramonaitė, A., Kavaliauskaitė, J., Jastramskis, M., Nevinskaitė, L., and R. Žiliukaitė (2014). Kaip renkasi Lietuvos rinkėjai? Idėjos, interesai ir įvaizdžiai politikoje. Vilnius: Vilnius universiteto leidykla.

    Reif, K., and Schmitt, H. (1980). Nine Second-Order National Elections: A Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results. European Journal of Political Research, 8, 3–44.

    Roberts, A. (2008). Hyperaccountability: Economic voting in Central and Eastern Europe. Electoral Studies 27(3), 533–546.

     


    [1] Author is grateful for the support of the Lithuanian Research Council (Grant no. S-LIP-19-67).