Autore: Nicola Maggini

  • Comunali 2012, il rendimento coalizionale del centrosinistra guidato dal Pd

    di Nicola Maggini

       Uno dei temi da analizzare per capire il voto delle comunali del 6 e 7 maggio è il rendimento coalizionale. Per prima cosa abbiamo cercato di vedere quale è stato il rendimento della coalizione di centrosinistra guidata dal Pd nei comuni capoluogo. Per fare ciò abbiamo calcolato la somma dei voti proporzionali ottenuti da tutte le liste che appoggiavano il principale candidato del centrosinistra, intendendo con ciò il candidato appoggiato da una coalizione di centrosinistra che comprendesse il Pd (anche se non diretta espressione del Pd come a Genova). Ad esempio a Palermo abbiamo considerato la somma dei voti alle liste che appoggiavano Ferrandelli (e non la somma dei voti delle liste che appoggiavano Orlando). Oltre al dato in valori assoluti, abbiamo anche calcolato il dato in valori percentuali sul totale dei voti di lista validi. Questi dati sono poi stati messi a confronto con quelli delle regionali del 2010, in cui il formato coalizionale è stato attualizzato sulla base del formato del 2012, in modo da capire se le performances del centrosinistra sono migliorate, peggiorate o rimaste invariate. In quattro comuni (Gorizia, L’Aquila, Palermo e Trapani) alle regionali del 2010 non si è votato, pertanto la riaggregazione è stata effettuata in base ai risultati delle elezioni politiche del 2008 (mentre ad Isernia le regionali si sono tenute nel 2011).  Oltre al dato per ciascun comune, abbiamo anche presentato il dato nell’aggregato totale e in due sotto-aggregati: abbiamo infatti cercato di capire qual è stato il rendimento della coalizione guidata dal Pd sia nei cinque comuni capoluogo in cui l’alleanza comprendeva anche l’Udc (Brindisi, Frosinone, La Spezia, Taranto e Trani) che nei restanti 20 comuni capoluogo in cui l’alleanza non comprendeva l’Udc (il comune di Agrigento è stato escluso dall’analisi perché la coalizione era con Fli e con l’Api, ma non con l’Udc).

    La Tabella seguente mostra i risultati: nell’insieme dei 25 comuni la coalizione di centrosinistra guidata dal Pd arretra sia in valori assoluti che in termini percentuali (-3 punti percentuali circa), passando dal 39,3% al 36,4%. In via generale quindi si può dire che la coalizione del Pd ha sostanzialmente tenuto.

    Se si guarda alle percentuali nei due sotto-aggregati (coalizione con l’Udc e coalizione senza l’Udc), si vede come nei cinque comuni in cui il centrosinistra è allargato all’Udc il rendimento coalizionale sia migliore conservando praticamente le stesse percentuali di voto del passato, mentre nei 20 comuni dove non c’è un’alleanza con l’Udc l’arretramento è di circa 4 punti percentuali. L’allargamento dell’alleanza all’Udc sembra quindi migliorare le prestazioni elettorali del centrosinistra. A tal proposito si deve però considerare che il numero dei comuni in cui tale alleanza era presente è esiguo (cinque) e in quattro su cinque si tratta di comuni centro-meridionali in cui storicamente l’Udc è più forte. Se passiamo ad osservare i risultati nei singoli comuni, il quadro si fa molto più variegato e si rileva una certa varianza: in alcuni comuni capoluogo il centrosinistra guidato dal Pd incrementa i propri voti in termini percentuali, in altri invece arretra notevolmente e in altri ancora rimane stabile. L’incremento maggiore lo si ha nella città di Brindisi, dove il centrosinistra allargato all’Udc passa dal 39,1% del 2010 al 57,7% del 2012, con un guadagno di 18,6 punti percentuali. L’arretramento maggiore lo si riscontra invece a Lecce, dove il centrosinistra passa dal 43,2% del 2010 al 24,6 % del 2012 con una perdita secca di 18,6 punti percentuali, e nel comune di Trani, dove pure la coalizione comprendeva l’Udc, diminuendo la propria percentuale di voti di 17,3 punti (dal 44% del 2010 al 26,7% del 2012). La tenuta rispetto al 2010 della coalizione di centrosinistra comprendente l’Udc è quindi dovuta principalmente ai risultati speculari di Brindisi e di Taranto che si annullano a vicenda dal momento che negli altri tre comuni le performances tra il 2010 e il 2012 rimangono sostanzialmente simili. Nel resto dei comuni, un arretramento considerevole in termini percentuali (oltre alla già citata Lecce) si verifica anche a Belluno (-10,1 punti percentuali), Verona (-9,4 punti percentuali), Trapani (-8,8 punti percentuali), Cuneo (-8,8 punti percentuali) e Palermo (-6,9 punti percentuali). In quest’ultimo caso si deve tenere presente che la coalizione guidata dal Pd non comprendeva l’Idv e la Fds che sostenevano Leoluca Orlando, il quale come si è visto ha registrato un ottimo risultato. In generale quindi i comuni capoluogo in cui il centrosinistra arretra sono di più di quelli in cui incrementa i propri voti, anche se nell’aggregato totale la perdita è “solo” di 3 punti percentuali e ciò in molti casi ha permesso ai candidati di centrosinistra di vincere al primo turno o comunque di arrivare primi.

  • Le elezioni comunali del maggio 2011 nei comuni con oltre 15.000 abitanti: il voto per blocchi e per partiti

    Maggini, N., & De Lucia, F. (2012). Le elezioni comunali del maggio 2011 nei comuni con oltre 15.000 abitanti: il voto per blocchi e per partiti. Quaderni dell’Osservatorio Elettorale, 68 (2), 31–65.

    This article analyzes the results of the Italian municipal elections held in May 2011. First, we make a simple count of the municipalities won by the various political blocs, and secondly we make a comparison with the results of regional elections of 2010. We have compared data concerning both the electoral performances of political blocs and those of the political parties who appeared in this election. We also present the results as disaggregated data, both from a demographic standpoint and from a geographical point of view.
    The analysis shows a clear electoral defeat of the center-right coalition, both in terms of municipalities lost and in terms of percentages of votes obtained. The fact that these two phenomena have occurred especially in the North, its traditional area of electoral strength, makes this defeat particularly significant. The center-left coalition, due to the difficulties of its opponent, gets a good result in terms of number of municipalities won, while not improving its performance in terms of percentages of votes obtained. The centrist coalition, finally, does not get a great performance in terms of votes obtained, but it often proves decisive in forcing the other two coalitions to the second ballot.

  • I giovani dell’Europa meridionale e gli atteggiamenti verso la democrazia: 1985-2001

    Maggini, N. (2012). I giovani dell’Europa meridionale e gli atteggiamenti verso la democrazia: 1985-2001. SocietàMutamentoPolitica, 3(5), 135–156.

    Questo articolo si prefigge di indagare il rapporto fra giovani e democrazia in quattro paesi dell’Europa meridionale (Grecia, Italia, Portogallo, Spagna) nel periodo 1985-2001, utilizzando i dati dell’Eurobarometro. Gli atteggiamenti verso il funzionamento della democrazia sono il tema centrale dell’analisi.

    This article aims to analyze the relationship between young people and democracy in four countries of southern Europe (Greece, Italy, Portugal, Spain) in the 1985-2001 period, using data from Eurobarometer. Attitudes towards the functioning of democracy are the focal theme of the analysis.

  • Il ballottaggio a Milano: risultati per zona e confronto con il primo turno

    di Nicola Maggini  

    I ballottaggi si sono conclusi. E il verdetto a Milano è stato inequivocabile: il candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia ha sconfitto il sindaco uscente di centrodestra Letizia Moratti con un distacco di quasi dieci punti percentuali. Pisapia, infatti, ha ottenuto il 55,11% dei consensi mentre alla Moratti è andato il 44,89% dei voti. Prima di vedere, come abbiamo già fatto con i risultati del primo turno, se tale vittoria è omogenea su tutto il territorio comunale, guardiamo al dato dell’affluenza. Come si può vedere dalla tabella seguente (tabella 1), l’affluenza al ballottaggio è stata quasi identica a quella del primo turno (c’è stata una leggera diminuzione di 2108 votanti). Questo è un dato in controtendenza rispetto agli altri comuni che al ballottaggio hanno registrato  una netta flessione nell’affluenza alle urne rispetto al primo turno. L’affluenza è stata alta in tutte le zone di Milano, con differenze non marcate. I milanesi, quindi, sembrano aver percepito l’importanza della posta in palio e al ballottaggio sono tornati a votare con un’affluenza del 67,4%. Questo dato rende politicamente ancor più significativi i risultati finali.

    Tabella 1- Elettorato, votanti, voti validi

    Guardiamo ora a quelli che sono i risultati dei candidati a sindaco disaggregati per zona, come riportato nelle tabelle seguenti (tabella 2 e 3). Nella tabella 2 riportiamo i risultati, disaggregati per zona,  ottenuti al primo turno da Pisapia e dalla Moratti di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo. (Zolpidem) La tabella 3 mostra invece quelli che sono i risultati del ballottaggio disaggregati per zona, sia in valori assoluti che in termini percentuali.

    Tabella 2- Elezioni comunali: primo turno, dati disaggregati per zone

    Tabella 3- Elezioni comunali: ballottaggio, dati disaggregati per zone

    Legenda

    zona 1: centro storico;
    zona 2: Stazione Centrale, Gorla, Turro, Greco, Crescenzago;
    zona 3: Città Studi, Lambrate, Venezia;
    zona 4: Vittoria, Forlanini;
    zona 5: Vigentino, Chiaravalle, Gratosoglio;
    zona 6: Barona, Lorenteggio;
    zona 7: Baggio, De Angeli, San Siro;
    zona 8: Fiera, Gallaratese, Quarto Oggiaro;
    zona 9: Stazione Garibaldi, Niguarda

        Al primo turno Pisapia aveva preso il 48,08% dei voti contro il 41,58% dei voti della Moratti, con un distacco di quasi sette punti percentuali. La distanza tra i due sfidanti in termini percentuali si è quindi allargata a favore di Pisapia. Se guardiamo ai valori assoluti, al ballottaggio Pisapia ha preso 49658 voti in più rispetto al primo turno, mentre l’incremento della Moratti è stato minore, pari a 24322 voti. Andando oltre i 365000 voti, Pisapia ha ottenuto in valori assoluti la cifra elettorale più alta presa a Milano dal candidato di una coalizione di centrosinistra da quando c’è l’elezione diretta del sindaco (anno 1993).

       Passiamo ora a vedere i risultati per l’elezione del sindaco nelle varie zone di Milano. Come si può vedere dalle tabelle, anche al ballottaggio la vittoria di Pisapia è omogenea su tutto il territorio comunale. Pisapia vince cioè ovunque, anche nella zona 1 (centro storico) che è la zona “bene” e borghese di Milano, in linea con quanto era già avvenuto al primo turno. Se guardiamo alle percentuali dei voti per Pisapia e per la Moratti nelle varie zone, si nota come i rapporti di forza tra i due schieramenti siano simili a quelli del primo turno, con un ulteriore allargamento della distanza tra la Moratti e Pisapia (a vantaggio di quest’ultimo). La zona dove il distacco tra Pisapia e la Moratti è minore è la già citata zona 1, dove la differenza in termini percentuali tra i due candidati  al primo turno è di 0,4 punti percentuali, mentre al secondo turno è di 2,4 punti percentuali. Questa differenza di poco più di due punti percentuali è quasi identica a quella registrata nella zona 1 alle elezioni circoscrizionali. Il dato può essere importante: come abbiamo scritto in un precedente articolo, in questa zona alle elezioni circoscrizionali (a differenza del primo turno delle comunali) non era presente la lista civica “Movimento 5 Stelle”, proprio come al ballottaggio. In attesa dell’analisi dei flussi elettorali, questo potrebbe essere un buon indizio del fatto che molti elettori “grillini” al ballottaggio potrebbero aver votato per Pisapia.

     Nelle altre zone il vantaggio di Pisapia, al secondo turno, si consolida e aumenta ulteriormente. Mentre al primo turno la zona che presentava la distanza maggiore (di 9,9 punti percentuali) tra Pisapia e la Moratti  era stata la zona 3 (Città Studi, Lambrate, Venezia), al ballottaggio la zona dove il vantaggio per il centrosinistra è maggiore è la zona 5 (Vicentino, Chiaravalle, Gratosoglio) dove Pisapia stacca Moratti di 13,28 punti percentuali. Al ballottaggio,in generale, Pisapia ottiene percentuali sopra la media nelle già citate zone 5 e 3, nella zona 4 (Vittoria, Forlanini), nella zona 6 (Barona, Lorenteggio) e nella zona 9 (Stazione Garibaldi, Niguarda).

        In conclusione, i dati del ballottaggio confermano e consolidano in maniera sistematica la vittoria del candidato del centrosinistra al primo turno. Pisapia vince ovunque: dalla zone borghesi a quelle periferiche e popolari. I risultati del primo turno ci avevano portato a porre la domanda se qualcosa di profondo fosse avvenuto negli umori dell’elettorato milanese. A questo punto possiamo dare la risposta: a Milano è avvenuto un terremoto politico.

  • Elezioni comunali e circoscrizionali a Milano: i risultati nei consigli di zona

    di Nicola Maggini

    Al primo turno delle elezioni comunali di Milano, il candidato del centrosinistra Pisapia ha ottenuto il 48,04% dei consensi contro il 41,58% ottenuto dal sindaco uscente di centrodestra Letizia Moratti. Questo dato è omogeneo su tutto il territorio comunale? Per rispondere a questa domanda guardiamo sia a quelli che sono i risultati elettorali per i nove consigli di zona presenti nel comune di Milano sia a quelli che sono i risultati dei vari candidati a sindaco disaggregati per zona, come riportato nelle tabelle seguenti.

    Tabella 1- Elezioni circoscrizionali

    Tabella 2- Elezioni comunali, dati disaggregati per zone

    Legenda

    zona 1: centro storico;
    zona 2: Stazione Centrale, Gorla, Turro, Greco, Crescenzago;
    zona 3: Città Studi, Lambrate, Venezia;
    zona 4: Vittoria, Forlanini;
    zona 5: Vigentino, Chiaravalle, Gratosoglio;
    zona 6: Barona, Lorenteggio;
    zona 7: Baggio, De Angeli, San Siro;
    zona 8: Fiera, Gallaratese, Quarto Oggiaro;
    zona 9: Stazione Garibaldi, Niguarda

    La prima tabella riporta i risultati elettorali delle varie coalizioni per le elezioni dei consigli di zona, mentre la seconda tabella riporta i risultati dei vari candidati a sindaco disaggregati per zona.

    Concentriamoci prima di tutto sulle elezioni circoscrizionali (tabella 1). Prima di cominciare con l’analisi dei dati, sono necessarie alcune premesse. L’offerta elettorale nei vari consigli di zona non è esattamente la stessa delle elezioni per il sindaco. Ci sono infatti meno liste rispetto a quelle presenti alle elezioni per il consiglio comunale (soprattutto nel campo del centrodestra) e la lista civica del “Movimento 5 stelle” non è presente nella zona 1 alle elezioni circoscrizionali. Inoltre alcune liste del centrodestra e del terzo polo alle elezioni circoscrizionali si presentano da sole fuori dalle rispettive coalizioni in alcune zone. Ciò è vero per la Destra (zona 3, 4 e 6), per i Popolari di Italia Domani (zona 1 e 9), per l’Unione Italiana Ui Librandi (tutte le zone eccetto la 9) e per l’UDC (zona 7). Si tratta, per quel che riguarda il centrodestra, soprattutto di liste minori. Tenuto a mente questo fatto, passiamo all’analisi dei risultati delle elezioni per i consigli di zona.

    Il dato più evidente che emerge è che la coalizione che sostiene Pisapia alle elezioni circoscrizionali vince in tutti i consigli di zona. Anche nella zona 1 (centro storico) Pisapia batte Moratti di poco più di due punti percentuali: 47,19% contro 44,91%. Questo dato è sorprendente, perché la zona 1 è la zona “bene” e borghese di Milano, dove tradizionalmente il centrodestra è molto forte. La vittoria di Pisapia al primo turno si spiega quindi per il suo appeal verso i liberi professionisti “radical chic”? Niente affatto. Il centrosinistra va bene anche nelle zone periferiche, anzi soprattutto nelle zone periferiche. Nella zona 6 (dove è presente il quartiere di Barona) il distacco a favore della coalizione di Pisapia è di quasi 10 punti percentuali, così come un distacco simile (di 9 punti percentuali) si registra nella zona 8 (dove è presente il “difficile” quartiere di Quarto Oggiaro). La zona dove il vantaggio per il centrosinistra è maggiore è la zona 3 (Città Studi, Lambrate, Venezia): qui la coalizione di Pisapia prende il 49,55% mentre la coalizione della Moratti prende il 39,36 % dei voti. La zona dove Pisapia raccoglie la percentuale minore di voti è la zona 7 (Baggio, De Angeli, San Siro), dove riceve il 45,53% dei consensi. Per quel che riguarda le altre coalizioni principali, il Terzo Polo riceve percentualmente la cifra migliore nel centro storico, con il 7,24% dei consensi. E questo dato, per quel che abbiamo detto prima circa la zona 1, non ci sorprende visto il profilo moderato di tale coalizione. La zona 1 è anche l’unica zona dove la lista civica “Movimento 5 Stelle” che sostiene il candidato Mattia Calise non è presente. La lista dei “grillini” raccoglie i consensi maggiori, dal punto di vista percentuale, nella zona 9 (Stazione Garibaldi, Niguarda) con il 5,04% dei consensi.

    Confrontiamo ora questi dati con i risultati per l’elezione del sindaco disaggregati per zona (tabella 2) in modo tale da vedere se quanto visto in precedenza trova una conferma. Come si può vedere dai valori assoluti, i totali dei voti validi espressi in ogni zona sono simili a quelli delle elezioni circoscrizionali. Sono in realtà leggermente superiori, ma ciò non sorprende dal momento che, come si è detto, ci sono più liste. Se guardiamo alle percentuali dei voti per Pisapia e per la Moratti nelle varie zone, si nota come i rapporti di forza tra i due schieramenti siano molto simili a quelli delle elezioni circoscrizionali, con l’eccezione della zona 1. Qui Pisapia ottiene comunque più voti della Moratti, ma la distanza è minima: 44,9% vs. 44,5% (meno di mille voti di differenza). Questo dato lo si può spiegare con il fatto che questa volta anche in questa zona, a differenza delle elezioni circoscrizionali, è presente la lista del “grillino” Mattia Calise che ottiene 1.120 voti. Una parte di questi voti, probabilmente, alle elezioni per il consiglio di zona sono andati alla coalizione di centrosinistra che prende 566 voti in più rispetto a quanto ottiene Pisapia nell’elezione per il sindaco (mentre nelle altre zone Pisapia come candidato sindaco prende quasi sempre più voti della sua coalizione a livello di elezione circoscrizionale). Un’altra parte dei voti per Calise, forse, è andata verso l’astensione quando si passa all’elezione per il consiglio di zona 1 (i totali dei voti di lista nelle circoscrizionali della zona 1 sono di oltre mille unità inferiori ai totali dei voti per i candidati a sindaco nella stessa zona). Questi dati sono interessanti perché ci possono dare in via intuitiva un’idea di quello che potrebbe essere il comportamento degli elettori di Calise al ballottaggio. Una parte di questi elettori, cioè, sembrerebbe rientrare nell’elettorato potenziale del centrosinistra. Nelle altre zone Calise ottiene, sia in valori assoluti che in valori percentuali, meno voti di quanto ottenga la sua lista nelle stesse zone alle elezioni circoscrizionali. Anche questo fatto può avere una spiegazione plausibile: nelle elezioni per i consigli di zona ci sono meno incentivi per un voto strategico.

    In linea con i risultati delle circoscrizionali sono, invece, i voti ottenuti da Palmeri, candidato del Terzo Polo, con l’eccezione della zona 7. In tale zona Palmeri prende molti più voti della coalizione del Terzo Polo alle circoscrizionali, ma questo dato lo si può spiegare molto facilmente: all’elezione per il consiglio di zona 7, infatti, l’UDC si presentata da sola fuori dalla coalizione (rientrando nella nostra tabella nella categoria residuale “Altri”).

    In conclusione, le elezioni a Milano ci offrono un dato sistematico: la vittoria della coalizione di Pisapia avviene su tutto il territorio comunale, anche in zone storicamente difficili per la sinistra. Qualcosa di profondo sembra essere avvenuto negli umori dell’elettorato milanese. Solo i risultati del ballottaggio, tuttavia, potranno confermare o smentire questo cambiamento.


  • Quali prospettive per il Pd e gli altri partiti di centrosinistra? Un’analisi dei dati e delle tendenze elettorali

    Maggini, N. (2010). Quali prospettive per il Pd e gli altri partiti di centrosinistra? Un’analisi dei dati e delle tendenze elettorali. Quaderni Del Circolo Rosselli, 108(3-4), 117–120.

  • Giovani e partecipazione

    Maggini, N. (2010). Giovani e partecipazione. Quaderni Del Circolo Rosselli, 107(2), 134–136.

    Un’analisi della partecipazione al voto delle generazioni più giovani nel 2010.