Autore: Simona Kustec

  • Europee Slovenia: identità politiche nazionali divise nella democrazia elettorale europea

    Europee Slovenia: identità politiche nazionali divise nella democrazia elettorale europea

    Traduzione di Arianna Cappelli.

    Le elezioni per l’attribuzione degli otto seggi al Parlamento Europeo in Slovenia si sono svolte il 26 maggio. In queste elezioni il territorio nazionale costituisce un singolo collegio elettorale. Il sistema elettorale è proporzionale, con voto di lista e con la possibilità opzionale di esprimere un voto di preferenza per un singolo candidato tra quelli del partito votato. Gli 8 seggi al Parlamento Europeo sono distribuiti con il metodo d’Hondt. Non esiste una soglia di sbarramento formale. Tutto questo, unitamente all’introduzione ufficiale del sistema delle quote di genere, ha fatto in modo che il sistema elettorale fosse abbastanza efficace (Fink-Hafner e Deželan 2016).

    L’interesse delle liste politiche slovene a competere nelle elezioni del Parlamento Europeo è stato tradizionalmente piuttosto alto.  Per le elezioni del Parlamento Europeo 2019 si sono presentate 14 liste politiche, di cui 7 per la prima volta e 7 già presenti nella precedente tornata elettorale. I candidati erano 103, di cui 51 donne e 52 uomini. Sia i 9 partiti che siedono in parlamento che i 5 che sono attualmente al di fuori del Parlamento hanno presentato le loro candidature.

    Gli 8 seggi sloveni al Parlamento Europeo sono stati equamente distribuiti tra 4 partiti parlamentari (2 di sinistra e 2 di destra), di cui 3 hanno riconfermato il loro status di parlamentari europei, 1 è un neoeletto e 2 che erano stati eletti nel 2014-2019 lo hanno invece perso.

    Per entrare nel Parlamento Europeo nel 2019 era necessario superare una soglia effettiva dell’11%, considerato il bassissimo tasso di affluenza (28,4%).

    Come sempre, le dinamiche di politica interna e gli equilibri di potere nel paese hanno influenzato anche i processi elettorali della campagna europea di quest’anno, nonché le stesse scelte elettorali dei cittadini.

    Il contesto politico nazionale come rampa di lancio per le elezioni europee

    La fiducia politica degli sloveni nell’Unione Europea è bassa, simile a quella nelle istituzioni e nei partiti politici nazionali, sebbene questi siano, allo stesso tempo, considerati soluzioni per la maggior parte dei problemi del paese (Toš et al. 2018). Sebbene l’ingresso nell’Unione Europea sia stato tradizionalmente considerato una scelta politica positiva per la Slovenia, la scarsa fiducia nell’Unione Europea, espressa sia nei sondaggi di opinione pubblica che attraverso la bassa partecipazione elettorale, è una questione che non è mai stata affrontata sin dalle prime elezioni del 2004. In una certa misura, ciò può essere direttamente correlato alla percezione del ruolo dell’Unione Europea e delle sue istituzioni, giudicate nelle valutazioni dei cittadini sloveni come incapaci di risolvere molti dei gravi problemi del paese, come la crisi finanziaria del 2012 e la crisi migratoria, che hanno letteralmente paralizzato l’apparato dello stato nel 2015. Questo, insieme ad un atteggiamento insofferente nei confronti della politica interna, ha fatto sì che l’affluenza del 28,4% di quest’anno, la seconda più bassa tra tutti i membri dell’UE, non fosse una sorpresa inaspettata.

    Dal punto di vista politico nazionale, come nel 2014, le elezioni del Parlamento Europeo si sono svolte in circostanze di instabilità, con un governo di minoranza fragile e frammentato. Due elezioni nazionali anticipate si sono svolte a luglio 2014 e giugno 2018 tra i due cicli elettorali del Parlamento Europeo. In entrambi i casi, i partiti politici liberali di nuova costituzione hanno assunto posizioni di punta (in primo luogo, il Modern Center Party (SMC) nel luglio 2014 e la Lista di Marjan Šarec (LMS) dopo le elezioni del giugno 2018). Entrambi questi partiti hanno formato coalizioni con i socialdemocratici (SD) e il Partito Democratico dei Pensionati sloveni DeSUS (entrambi partiti tradizionali nell’arena politica slovena, fatte salve leggere riforme interne agli stessi partiti a partire dagli anni ’90). Un terzo esempio da annoverare tra i nuovi partiti liberali è il piccolo e giovane Partito di Alenka Bratušek (SAB), poi passato sotto l’ombrello del Partito Positivo Slovenia, che ha guidato la coalizione di governo tra il 2013 e il 2014, e che si è unito anche all’attuale coalizione di governo. Nonostante siano insolitamente numerosi, i cinque attuali membri della coalizione governativa sono ancora una minoranza a causa di risultati elettorali frammentati, con tutti i partner che hanno ottenuto proporzioni di voti simili. Il vincitore assoluto delle elezioni del 2018, il partito di destra Socialdemocrazia Slovena (SDS), non è stato capace di formare una coalizione e, insieme alla Nuova Slovenia – Democratici cristiani (NSi) e Partito nazionale sloveno (SNS), è entrata a far parte dell’opposizione.

    La campagna elettorale per le elezioni del Parlamento Europeo è dunque iniziata nel paese in circostanze così frammentate e fragili, con statistiche del ciclo di crescita positive -come l’aumento del PIL del 4,1%, l’1,7% di inflazione e il 4,4% di disoccupazione (SORS 2019), ma con previsioni negative di crescita economica, con la necessità di riforme strutturali e con questioni politiche ancora controverse e problematiche (ad esempio la questione migranti).

    Campagna elettorale

    La campagna elettorale per le elezioni del Parlamento Europeo 2019 è stata sostanzialmente una campagna ‘da manuale’, priva di toni particolarmente negativi, con un misto di elementi di campagne pre- e post-moderne (Farrell e Schmitt-Beck 2002).  I partiti e i loro candidati sono stati attivi sui social media (in particolare su Twitter, Facebook e Instagram), tutti i partiti che siedono al Parlamento Europeo hanno distribuito poster di grandi dimensioni e la maggior di essi ha anche fatto ricorso ai classici volantini da campagna. Una parte importante della campagna è stata anche la comunicazione diretta con gli elettori sul territorio, anche con il sostegno internazionale e le visite di politici europei.  Ad un certo punto le campagne sono diventate così simili, che era quasi impossibile identificare una campagna come unica.

    Una valutazione simile può essere fatta anche per l’ampia copertura mediatica della campagna, con i media che hanno organizzato confronti elettorali tra i candidati su una serie di questioni salienti (in particolare immigrazione, il futuro dell’UE e il ruolo della Slovenia nell’UE). Le campagne sui social media per le elezioni del Parlamento di quest’anno hanno coinciso anche con i progetti di campagne nazionali condotti dall’UE, come “#EuandME”, rivolto ai giovani elettori, e un progetto video, “Tokratgremvolit.eu”, che chiede invano una partecipazione elettorale più elevata.

    È interessante notare che una serie di sondaggi di opinione preelettorali sono stati resi noti al pubblico durante il periodo della campagna elettorale, con molti risultati distorti a favore di alcuni partiti che sono stati poi effettivamente eletti.

    Eccezion fatta per SDS, NSi e La Sinistra, poco può essere detto dei programmi elettorali, delle posizioni e delle scelte ideologiche dei partiti, poiché questi non hanno approfondito i propri programmi o hanno fatto ancora meno per indirizzare le preferenze dei votanti. LMŠ, che ha ottenuto 2 seggi al Parlamento Europeo, ad esempio, ha compensato la mancanza di un programma definito con discorsi e comunicati stampa del presidente e del partito.

    È interessante notare che, sebbene i partiti facciano riferimento alla loro appartenenza ai gruppi parlamentari europei, raramente applicano direttamente le dichiarazioni politiche o i manifesti programmatici dei gruppi a cui sono collegati. Il contenuto della campagna è stato caratterizzato da dichiarazioni molto basilari e generali sull’importanza del futuro dell’Unione Europea, sul ruolo della Slovenia al suo interno, sui valori e sui principi europei e solo un paio di posizioni politiche molto generali su sicurezza, corruzione, socialità, problemi economici e agricoli.

    Risultati

    4 partiti politici, di cui 2 membri della coalizione di governo e 2 dell’opposizione, hanno ottenuto complessivamente otto seggi alle elezioni del Parlamento Europeo 2019. Il principale partito della coalizione, quello dei liberali de LMŠ (fondato un anno prima delle elezioni nazionali) e il suo alleato, l’SD, hanno ottenuto 2 seggi a testa, mentre il principale partito d’opposizione, l’SDS, insieme al Partito Popolare Sloveno (SLS) con cui si è presentato in coalizione a queste elezioni, hanno ottenuto 3 seggi; infine, l’NSi si è aggiudicato da solo 1 seggio (senza la coalizione pre-elettorale delle elezioni europee 2014 con l’SLS). Insieme, i 4 partiti vincenti hanno ottenuto poco più del 70% dei voti validi, con tutti gli 8 candidati eletti con voti di preferenza. L’equilibrio di genere è stato mantenuto a livello nazionale grazie alle 4 donne e ai 4 uomini eletti al Parlamento Europeo, equamente distribuiti tra i partiti di governo e quelli di opposizione.

    Accanto ad un’equa distribuzione di potere all’interno del paese tra le forze politiche tradizionali, i risultati delle elezioni parlamentari europee 2019 delineano un quadro molto interessante dell’élite nazionale nel Parlamento Europeo (Scarrow, 1997). A parte DeSUS, gli altri partiti tradizionali (quelli fondati poco dopo l’indipendenza slovena del 1991), ovvero l’SD, l’SDS e il NSi, sono stati sempre rieletti in Parlamento Europeo dalle prime elezioni del 2004. Anche a livello di singoli Europarlamentari, un’identificabile élite all’interno di questi partiti ha guadagnato forza nel tempo. 3 europarlamentari della lista SDS e 1 dell’SD sono stati rieletti almeno 2 volte, e la neoeletta per l’NSi sta tornando al Parlamento Europeo dopo il precedente mandato da europarlamentare nel 2004-2009 e quello da parlamentare nazionale nel 2011-2019. Dei 3 Europarlamentari rimanenti, il neoeletto per la lista LMŠ non ha esperienza politica precedente, mentre il secondo, ora nell’LMŠ, militava nel defunto partito liberale For Real (2008-2011). Infine, il neoeletto per l’SD, grazie al mandato 2014-2018, è forte di un percorso parlamentare nazionale durante il quale ha svolto la funzione di Presidente dell’Assemblea Nazionale e quella di vicepresidente del Partito Liberale che era allora a capo della coalizione, l’SMC; rieletto con la lista SMC per il periodo 2018-2022, si è poi trasferito al gruppo parlamentare e alla lista partitica dell’SD poche settimane dopo.

    Non si può individuare un vero vincitore delle elezioni per il Parlamento Europeo in Slovenia. Nonostante la riconquista di 1 seggio da parte dell’SD dopo le elezioni del 2009, nonostante il fatto che LMŠ, forte del proprio potere nella coalizione di governo, abbia avuto 2 seggi e che il NSi ne abbia perso 1, la volatilità e la storia dei risultati elettorali dei partiti, a livello sia nazionale che europeo, tendono a confermare questa valutazione (Tabella 1, Kustec Lipicer e Henjak 2015). Tutti i partiti tradizionali hanno registrato solo una lieve variazione percentuale nei loro voti tra le singole elezioni, mentre la storia dei nuovi partiti mostra tassi di volatilità estremamente alti a causa dei brevi periodi di forza elettorale. Nel caso delle elezioni per il Parlamento Europeo 2019, per esempio, due nuovi partiti liberali, in precedenza centrali nella coalizione di governo, vale a dire +SAB/Slovenia Positiva (2013-2014) e SMC (2014-2018), non hanno ottenuto seggi e otterranno risultati anche molto inferiori alle prossime elezioni nazionali.

    Sempre nel contesto di elezioni europee, un destino simile è toccato al partito liberale For Real (ZARES) e al suo europarlamentare Ivo Vajgl nel 2009, e a Believe, la lista del Dr. Igor Šoltes, nelle elezioni europee del 2014; entrambi i partiti sono infatti scomparsi dalla scena nazionale ed europea nelle elezioni successive. E’ interessante notare come i suddetti europarlamentari hanno entrambi tentato di accedere in parlamento come capilista di DeSUS – Vajgl con successo nel 2014, a differenza di Šoltes nel 2019.

    Tab. 1 – Variazioni nei risultati elettorali delle elezioni per il Parlamento Europeo per i partiti selezionati, 2004-2019 (%)
    Partiti Gruppo parlamentare 2004 2009 2014 2019
    Partito Democratico Sloveno (SDS)Coalizione di governo 2004-2008, 2012-2013 EPP 17,7 % di tutti i voti(2) +10(2+1**) -1,9(3) +1,6 (con SLS)(3)
    Nuova Slovenia – Cristiano Democratici (NSi) EPP 23,6 % di tutti i voti(2) -7,1(1) -0,1 (con SLS)(2) -5,5(1)
    Social Democratici (SD)Coalizione di governo 2009-2012 S&D 14,1 % di tutti i voti(1) +4,3(2) -10,6(1) +10,6(2)
    Democrazia Liberale di Slovenia (LDS)Coalizione di governo 1992-2004 ALDE 21,9 % di tutti i voti(2) -10,4(1) NC NC
    Partito Democratico dei Pensionati della Slovenia (DeSUS) ALDE NC 7,2% di tutti i voti +1,1(1) -2,4
    Davvero ALDE NE 9,8% di tutti i voti(1) -8,9 NE
    Lista Marjan Šarec (LMŠ)Coalizione di governo 2018- ALDE NE NE NE 15,6% di tutti i voti(2)
    Partito di Alenka Bratušek (SAB)(Alenka Bratušek, membro del partito Slovenia Positiva, coalizione di governo 2013-2014) ALDE NE NE NC(6,6% di tutti i voti per Slovenia Positiva) 4% di tutti i voti
    Partito del Centro Moderno (SMC)Coalizione di governo 2014-2018 ALDE NE NE NE 1,6 %di tutti i voti
    Io ci credo (Verjamem), Lista del dr. Igor Šoltes G-EFA NE NE 10,3% di tutti i voti (1) NE
    La Sinistra (Levica) GUE-NGL NE NE 5,5% di tutti i voti +0,8
    Partito Nazionale Sloveno (SNS) NI 5% di tutti i voti -2,1 NC 4% di tutti i voti
    Legenda: in parentesi il numero di seggi conquistati; * sono incluse tutte le liste con almeno un seggio conquistato al Parlamento Europeo, tutti i partiti che guidano una coalizione a livello nazionale, il partito di estrema sinistra nell’arena nazionale (La Sinistra) e il partito nazionale centrale nell’arena nazionale (SNS); ** seggio aggiuntivo per gli eurodeputati a causa dell’allargamento dell’UE nel 2013; NE: il partito non esiste; NC: partito non in corsa alle elezioni del Parlamento Europeo; SLS indica il Partito Popolare Sloveno.

    Fonte: elaborazione dati SEC 2019

    Riguardo la volatilità elettorale, è necessario ricordare che più della metà delle liste in competizione alle elezioni del Parlamento Europeo 2014 (9 su 16) non si sono ripresentate alle elezioni del 2019, tra cui 3 membri della coalizione di governo in quella legislatura, e che sono ora o sciolti o attivi solo a livello regionale, come ad esempio Slovenia Positiva. D’altro canto, esattamente metà dei partiti politici che si sono presentati alle elezioni per il Parlamento Europeo sono totalmente nuovi. SMC e SAB non si sono presentati alle elezioni europee 2014, ma si sono preparati invece per le elezioni nazionali anticipate che si sono tenute a luglio dello stesso anno. LMŠ è stato istituito come partito solo nel 2018, prima delle elezioni anticipate di giugno dello stesso anno, mentre le liste partitiche DOM e Let’s Unite sono state formate direttamente per le elezioni europee 2019.

    Alla fine, delle 7 nuove liste che si sono presentate, solo LMŠ è riuscita ad entrare nel Parlamento Europeo, e anche in questo caso solo grazie al suo status centrale nella coalizione di governo.

    Tab. 2 – Risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo del 2019: Slovenia
    Partiti Gruppi parlamentare Voti (VA) Voti (%) Seggi Differenza di voti dal 2014 (PP) Differenza di seggi dal 2014
    Partito Democratico Sloveno (SDS) e Partito Popolare Sloveno (SLS) EPP 124.844 26,4 3 +1,6 +0
    Social Democratici (SD) S&D 88.093 18,7 2 +10,6 +1
    Lista Marjan Šarec (LMŠ) ALDE 73.581 15,6 2 Non esisteva +2
    Nuova Slovenia – Cristiano Democratici (NSi) EPP 52.244 11,1 1 -5,5 -1
    La Sinistra (Levica) GUE-NGL 29.931 6,3 0 +0,8
    Partito Democratico dei Pensionati della Slovenia (DeSUS) ALDE 26.752 5,7 0 +2,4 -1
    Partito di Alenka Bratušek (SAB) ALDE 19.051 4,0 0 Non in corsa
    Partito Nazionale Slovano (SNS) NI 18.957 4,0 0 Non in corsa
    Verdi (Zeleni) NI 9.813 2,1 0 +1,3
    Lega Patriottica (DOM) NI 8.058 1,7 0 Non in corsa
    Uniamoci (Povežimo se) NI 7.766 1,6 0 Non in corsa
    Partito del Centro Moderno (SMC) ALDE 7.538 1,6 0 Non in corsa
    Altri partiti 5.638 1,2 0
    Totale 472.266 100 8
    Affluenza (%) 28,4
    Soglia legale di sbarramento (%) Nessuna

    Fonte: SEC 2019.

    Osservazioni finali

    Il dibattito sulle elezioni europee in Slovenia del 2019 non riguarda tanto la loro natura di primo o secondo ordine (Reif e Schmitt, 1980, Reif 1984, Hix e Marsh 2011) quanto invece la divisione delle identità politiche e partitiche in ambito nazionale.

    Le seguenti conclusioni avranno bisogno, in futuro, di accurate considerazioni analitiche aggiuntive:

    1. Una bassa affluenza e una campagna elettorale autoreferenziale, con allo stesso tempo una percezione dell’UE come attore fondamentale per il futuro della nazione.
    2. Livelli significativi di volatilità in un contesto di formazione e consolidamento di un’élite europarlamentare nei partiti tradizionali sia di destra che di sinistra, e l’incapacità dei nuovi partiti, per lo più liberali, di rimobilitare il proprio elettorato nelle prossime elezioni.
    3. Un’arena politica nazionale di primo ordine instabile e in continuo mutamento, con un impatto diretto sui comportamenti di voto nelle elezioni sia nazionali che europee.

    Un appello per la stabilizzazione dell’arena politica nazionale e del sistema partitico, nonché per la costruzione di una più forte consapevolezza dei processi democratici e della cultura politica dell’UE, risulta più che ovvio considerando l’esperienza elettorale europea del 2019. Questo senza menzionare le imminenti, tradizionalmente combattive, dispute politiche interne che riguardano il processo di nomina di un membro nazionale per la Commissione Europea, dispute che sono già state innescate subito dopo l’annuncio dei risultati elettorali (Rtvslo 2019).

    Riferimenti bibliografici

    Farrell, D. M. e Schmitt‐Beck, R. (2002), Do political campaigns matter? Campaign effects in elections and referendums. Londra, Routledge.

    Fink-Hafner, D. e Deželan, T. (2016), ‘Slovenia’, in D. M. Viola (a cura di), Routledge Handbook of European Elections,  Abingdon, New York, Routledge, pp. 471-490.

    Hix, S. e Marsh, M. (2011), ‘Second-Order Effects Plus Pan-European Political Swings: An Analysis of European Parliament Elections Across Time’, Electoral Studies, 30 (1), pp. 4-15.

    Kustec Lipicer, S. e Henjak, A. (2015), ‘Changing dynamics of democratic parliamentary arena in Slovenia: voters, parties, elections’, Contributions to Contemporary History, 55 (3), pp. 84-104.

    Reif, K. (1984), ‘National Electoral Cycles and European Elections 1979 and 1984’, Electoral Studies, 3 (3), pp. 244–255.

    Reif, K. e Schmitt, H. (1980), ‘Nine Second-Order National Elections – A Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results’, European Journal of Political Research, 8 (1), pp. 3-44.

    Rtvslo (2019), ‘Fajonova, Logar, Cerar, Erjavec, Jelinčič? Kdo bo novi komisar? Koalicija bo o novem komisarju morda razpravljala že v četrtek’, disponibile presso: https://www.rtvslo.si/slovenija/evropske-volitve-2019/fajonova-logar-cerar-erjavec-jelincic-kdo-bo-novi-komisar/489509.

    SEC (2019), State Election Commission. Results of the European Parliament Elections, disponibile presso: https://volitve.gov.si/ep2019/#/rezultati.

    SORS (2019), Official statistics,  disponibile presso: https://www.stat.si/StatWeb/en.

    Toš, N. et al.  (2018). ‘Vrednote v prehodu XII’, Lubiana, Università di Lubiana, Public Opinion and Mass Communication Research Centre.

  • Slovenia: Split National Political Identities in EU Electoral Democracy

    Slovenia: Split National Political Identities in EU Electoral Democracy

     

    The election in Slovenia for eight European Parliament (EP) seats took place on May 26. For the EP elections, Slovenia is considered a single electoral constituency. The election is based on a system of proportional representation – it is obligatory to vote for a party list and optional to also give a preference vote to any of the individual candidates on the selected party list. EP seats are distributed according to the d’Hondt method. There is no formal electoral threshold. All stated, together with the official introduction of a gender quota system, has proven to represent a fairly effective electoral system (Fink-Hafner and Deželan, 2016).

    The interest of Slovenian political lists to compete in the EP elections has traditionally been quite high. There were fourteen political lists, among them seven competing for the first time and seven re-competing for the 2019 EP elections. Candidates numbered 103, among them 51 women and 52 men. All nine parliamentary and five non-parliamentary parties submitted their candidacies. The four party lists (two left-wing and two right-wing parliamentary parties) equally distributed eight Slovenian seats in the EP, of which three lists confirmed their previous EP status, one was newly elected, and two from the 2014-2019 mandate lost their bids. An 11% threshold of the very low 28.4% turnout rate in Slovenia was needed to enter the EP in 2019. Traditionally strong dependencies on contemporary domestic political circumstances and balances of powers have also marked this year’s EP campaign processes and electoral choices.

    Powers on the domestic political parquet floor as a runway for EP elections

    Slovenians’ political trust in the EU is low, similar to domestic political institutions and parties, though these are, at the same time, seen as holding solutions to the majority of the country’s problems (Toš et al., 2018). Although entry into the EU has traditionally been seen as a positive political decision for Slovenia, low trust in the EU, expressed both in public opinion polls and through participation in elections, is an issue that has not been addressed since the first elections in 2004. To some extent, this can be directly correlated with the role of the EU and its institutions which are scored in citizens’ evaluations as unsuccessful in solving many of the serious problems in the country, such as the 2012 financial crisis and the recent migration issues that literally paralysed the state’s apparatus in 2015. In this regard and together with a fed-up attitude towards domestic politics, this year’s 28.4% turnout, the second lowest among all EU members at 2019 elections, is no surprise.

    From the national political perspective, as in 2014, EP elections have been held in the domestic political circumstances of a vague and fragmented minority government. Two early national elections were held in July 2014 and June 2018 between two EP election cycles. In both cases, newly established liberal political parties were taking over the leading coalition positions (first, the Modern Centre Party (SMC) in July 2014 and the List of Marjan Šarec (LMS) after the June 2018 elections). Both of these parties formed coalitions with the Social Democrats (SD) and the Democratic Party of Pensioners of Slovenia DeSUS (both traditional parties in the political arena with slight internal reformations from the 1990s on). The small and young Party of Alenka Bratušek (SAB) is a third example of a new liberal party, then under the umbrella of Positive Slovenia party, leading a coalition between 2013 and 2014 and also joining the current coalition. Despite being unusually numerous, the five current coalition partners are together still a minority due to the scattered election results, with all of the partners having similar proportions of votes. The absolute winner of the 2018 election, the right-wing Slovenian Social Democracy (SDS), was unable to form a coalition, and together with New Slovenia – Christian Democrats (NSi) and Slovenian National Party (SNS) became part of the opposition.

    In such fragmented and fragile circumstances, coloured with positive growth cycle statistics of 4.1% GDP growth, 1.7% inflation and 4.4% unemployment rate (SORS, 2019), but bound by poor economic growth forecasts, the lack of needed structural reforms and active migrant issues, the electoral campaign for the EP elections started in the country.

    Campaign

    The 2019 EP election campaign was implemented without any serious negative attacks, the campaign in general can be labelled as ‘by the book’, with a mixture of pre- and post-modern campaign elements (Farrell and Schmitt‐Beck, 2002). The parties and their candidates were active on social media (especially Twitter, Facebook and Instagram), all of the EP parliamentary parties distributed large posters, and most circulated campaign leaflets. A lot of the direct communication with the voters on the terrain was organised, including with international support and visits by European politicians. At some point the campaigns became so similar and template-made that it was almost impossible to identify any one campaign as unique.

    A similar assessment can also be made for the extensive media coverage of the campaign, which, with almost no provocation, organised media confrontations between the candidates about a set of salient issues (especially migration, the future of the EU and the role of Slovenia in the EU). Social media campaigns for this year’s EP elections coincided also with the EU run national campaigns projects, like ‘#EUandME‘, addressing young voters, and a video project, ‘Tokratgremvolit.eu’, unsuccessfully calling for higher electoral participation.

    Interestingly, a flow of pre-election opinion polls were released to the public during the campaign period with many biased results in favour of certain parties that were actually elected at the end.

    With the exception of SDS, NSi and The Left, little can be said about the parties’ ideological and policy programme statements, positions or choices because parties used only programme-dashboards or did even less to address the voters’ preferences. LMŠ, which gained two EP seats, for example, compensated a lack of a programme statement with the president’s and party list holder’s speeches and press releases. It is interesting that, though parties refer to their membership in the European family groups, they rarely directly apply any of the ‘mother’s’ programme statements or manifestos. The campaign’s content was marked by a lot of very basic and general statements about the importance of the European Union’s future, the role of Slovenia inside it, European values and principles, and only a couple of very general policy positions on security, corruption, social, economic and agricultural issues.

    Results

    Four political parties, half of them members of the coalition and half of the opposition, gained eight seats at the 2019 EP elections. Leading coalition party of liberal LMŠ (newly established a year before the national elections) and its partner, SD, each got two mandates, while leading opposition party SDS, together with its current EP pre-electoral coalition partner of Slovenian People’s Party SLS, won three seats, and NSi alone (without its EP 2014 pre-electoral coalition partner SLS) got one seat. Altogether, the four elected parties to the EP gained a bit more than 70% of all valid votes, with all of the eight elected candidates being elected with preference votes. Gender balance was equally distributed between four female and four male MEPs on both the coalition and opposition sides.

    Besides the equally distributed domestic political powers, the EP 2019 election results draw a very interesting picture of the national elite in the EP (Scarrow, 1997). Apart from DeSUS, the other traditional parties (those established shortly after Slovenian independence in 1991) of SD, SDS and NSi have been re-elected from the first EP elections from 2004 forward. Furthermore, at the level of individual MEPs, a recognisable elite within these parties has been gaining strength. Three MEPs from the SDS list and one MEP from SD have been re-elected at least twice, and a newly elected MEP from NSi is coming back to the EP after her 2004-2009 EP term and 2011-2019 national parliamentary mandate. Among the remaining three MEPs, the newly elected holder of the LMŠ list lacks previous political experience, while the second LMŠ MEP holds previous executive political experience in the defunct liberal party For Real (2008-2011). Also, the newly elected MEP from SD has a national parliamentary career path from the 2014-2018 mandate term, serving as the Speaker of the National Assembly and vice-president of the then coalition-leading liberal party, SMC, and being re-elected on the SMC list for the 2018-2022 term, while transferring to the SD parliamentary group and party list a few weeks later.

    A real winner of the 2019 EP election in Slovenia cannot be stated. Despite the fact that SD regained one seat after the 2009 elections, that LMŠ got two MEP mandates on the basis of its domestic coalition powers and that NSi lost one seat, the volatility data and history of parties’ electoral results on both national and EP level would serve as the main arguments for such assessment (see Table 1; Kustec Lipicer and Henjak, 2015). All traditional parties would mark only a slight change in % of their votes between individual elections, while the history of new parties would point to extremely high volatility rates due to the short periods of enjoying voter support. In the case of the EP 2019 elections, for example, two newly established and former leading coalition liberal parties at the national level, SAB/Positive Slovenia (2013-2014) and SMC (2014-2018), did not enter the EP, suffering also much lower results at the next national elections. (Klonopin) In the case of EP elections a very similar destiny happened to liberal party For Real (ZARES) and its MEP Ivo Vajgl during the 2009 EP election, and the Believe, List of Dr. Igor Šoltes from the 2014 EP election, both parties vanishing from the national and EP political arena at the next election. Interestingly both of the stated MEPs tried their new EP electoral opportunity as the holders of DeSUS list – Vajgl even successfully in 2014, while Šoltes not successfully in 2019.

     

    Table 1: Net vote change between 2004 – 2019 EP elections for selected parties* (%)

    Party EP Group 2004 2009 2014 2019
    Slovenian Democratic Party (SDS)leading coalition 2004-2008, 2012-2013 EPP 17.7% of all votes(2) +10(2+1**) -1.9(3) +1.6 (with SLS)(3)
    New Slovenia – Christian Democrats (Nsi) EPP 23.6% of all votes(2) -7.1(1) -0.1 (with SLS)(2) -5.5(1)
    Social Democrats (SD)leading coalition 2009-2012 S&D 14.1% of all votes(1) +4.3(2) -10.6(1) +10.6(2)
    Liberal Democracy of Slovenia (LDS)leading coalition 1992-2004 ALDE 21.9% of all votes(2) -10.4 (1) NR NR
    Democratic Party of Pensioners of Slovenia (DeSUS) ALDE NR 7.2% all of votes +1.1(1) -2.4
    For real ALDE NE 9.8% of all votes(1) -8.9 NE
    Marjan Šarec List (LMŠ)leading coalition 2018- ALDE NE NE NE 15.6% of votes(2)
    Party of Alenka Bratušek (SAB)(Alenka Bratušek, still as a member of party Positive Slovenia leading coalition 2013-2014) ALDE NE NE NR(6.6% of all votes for Positive Slovenia) 4% of all votes
    Party of Modern Center (SMC)leading coalition 2014-2018 ALDE NE NE NE 1.6% of all votes
    Believe, List of dr. Igor Šoltes G-EFA NE NE +10.3(1) NE
    The Left GUE-NGL NE NE 5.5% of all votes +0,8
    Slovenian national party (SNS) NI 5% of all votes -2.1 NR 4% of all votes

    Legend: Elected (number of MEP posts); * selected parties: all elected lists in the EP, all leading coalition parties at the national level, far left party in the national arena (The Left), central national party in the national arena (SNS); ** additional MEP seat due to the 2013 EU enlargement; NE: party not exist; NR: party not run for the EP elections; SLS – Slovenian People’s Party.

    Source: own calculations on the basis of SEC, 2019.

     

    Regarding volatility, it must also be mentioned that more than half of all competing lists for the 2014 EP elections (9 out of 16) did not compete for the 2019 elections, among them three coalition partners from that term that are today either defunct or only regionally active (e.g. Positive Slovenia). On the other hand, exactly half of completely new political parties ran in this year’s EP elections. SMC and SAB did not run in 2014 EP elections while they were preparing for the early national election that weas held in July of that year, LMŠ was formed as a party only in 2018, before the early elections in June that year, while party lists DOM and Let’s Unite were formed directly for the 2019 EP elections.

    In the end, only LMŠ among all seven new lists succeeded in entering the EP 2019-2024 mandate, and even then only due to its contemporary leading coalition status at the national level.

     

    Table 2 – Results of the 2019 European Parliament elections – Slovenia
    Party EP Group Votes (N) Votes (%) Seats Votes change from 2014 (%) Seats change from 2014
    Slovenian Democratic Party (SDS) and Slovenian People’s Party (SLS) EPP 124844 26.4 3 +1.6 +0
    Social Democrats (SD) S&D 88093 18.7 2 +10.6 +1
    Marjan Šarec List (LMŠ) ALDE 73581 15.6 2 did not exist in 2014 +2
    New Slovenia – Christian Democrats (Nsi) EPP 52244 11.1 1 -5.5 -1
    The Left (LEVICA) GUE-NGL 29931 6.3 0 +0.8
    Democratic Party of Pensioners of Slovenia (DeSUS) ALDE 26752 5.7 0 +2.4 -1
    Party of Alenka Bratušek (SAB) ALDE 19051 4.0 0 did not run in 2014
    Slovenian National Party (SNS) NI 18957 4.0 0 did not run in 2014
    Greens of Slovenia (Zeleni) NI 9813 2.1 0 +1.3
    DOM – national league NI 8058 1.7 0 did not run in 2014
    Let’s Unite (Povežimo se) NI 7766 1.6 0 did not run in 2014
    Party of Modern Center (SMC) ALDE 7538 1.6 0 did not run in 2014
    Others 5638 1.2
    Total 472266 100 8
    Turnout (%) 28.36
    Legal threshold for obtaining MEPs (%) none

    Source: SEC, 2019.

     

    Final remarks

    The debate about Slovenia’s 2019 EP experience is not that much about the first- or second-order character (Reif and Schmitt, 1980; Reif, 1984; Hix and Marsh, 2011) as it is about split political and party identities in the national arena.

    The following set of findings would need additional in-depth analytical consideration:

    1) low turnout and template-structured, self-intended campaign activities, while at the same time seeing the EU as a champion for the future of the nation;

    2) slippery volatility scores in conditions of a successful building and consolidation of EP elite in traditional parties of both the right and left sides of the political spectrum, and the devastating failures of newly established, mostly liberal, parties to regain voter support in the next elections;

    3) an unstable, constantly changing first-order national political arena having a direct impact on voting behaviour in national and EP elections.

    A call for the stabilisation of the national political and party arena and the building of a stronger domestic attitude towards EU electoral democracy and political culture is more than obvious considering the 2019 Slovenian EP electoral experience. This is not to mention the forthcoming, traditionally combative, domestic political disputes in the process of nominating a national member for the European Commission, which has already been triggered directly after the announcement of the election results (Rtvslo, 2019).

     

    References

    Farrell, D. M. and Schmitt‐Beck, R. (2002). Do political campaigns matter? Campaign effects in elections and referendums. London: Routledge.

    Fink-Hafner, D. and Deželan, T. (2016). Slovenia. In D. M. Viola (Ed.), Routledge Handbook of European Elections (471-490). Abingdon, New York: Routledge.

    Hix, S. and Marsh, M. (2011). Second-Order Effects Plus Pan-European Political Swings: An Analysis of European Parliament Elections Across Time. Electoral Studies, 30(1), 4-15.

    Kustec Lipicer, S. and Henjak, A. (2015). Changing dynamics of democratic parliamentary arena in Slovenia: voters, parties, elections. Contributions to Contemporary History, 55(3), 84-104.

    Reif, K. (1984). National Electoral Cycles and European Elections 1979 and 1984. Electoral Studies, 3(3), 244–255.

    Reif, K. and Schmitt, H. (1980). Nine Second-Order National Elections – A Conceptual Framework for the Analysis of European Election Results. European Journal of Political Research, 8(1), 3-44.

    Rtvslo (2019, May 29). Fajonova, Logar, Cerar, Erjavec, Jelinčič? Kdo bo novi komisar? Koalicija bo o novem komisarju morda razpravljala že v četrtek. Retrieved May 29, 2019 from: https://www.rtvslo.si/slovenija/evropske-volitve-2019/fajonova-logar-cerar-erjavec-jelincic-kdo-bo-novi-komisar/489509.

    SEC (2019). State Election Commission. Results of the European Parliament Elections. Retrieved May 29, 2019 from: https://volitve.gov.si/ep2019/#/rezultati.

    SORS (2019). Official statistics. Retrieved May 24, 2019 from: https://www.stat.si/StatWeb/en.

    Toš, N. et al.  (2018). Vrednote v prehodu XII. Ljubljana: University of Ljubljana, Public Opinion and Mass Communication Research Centre.