di Aldo Paparo e Vincenzo Emanuele
I prossimi 15 e 16 maggio si terranno le elezioni comunali in 30 capoluoghi di provincia. La tabella 1 presenta, per questi comuni, alcuni indici sintetici dell’offerta elettorale attuale, a confronto con le più recenti elezioni amministrative.
L’elemento che emerge con maggiore chiarezza è l’aumento della frammentazione: il numero medio di candidati alla carica di sindaco passa dai 5,5 delle scorse elezioni agli 8 delle attuali. Anche il numero totale di liste è in aumento, seppure in misura minore (da 19 a 21,6). Si può quindi parlare di una competizione sempre meno bipolare, almeno in relazione al 2006 che è stato l’anno delle elezioni politiche più bipolari della storia dalla nostra Repubblica.
A conferma di questo fenomeno, possiamo indicare l’esplosione del numero di liste fuori dai poli, che quasi raddoppia passando da 5 a 9,3. Questo segnalala una diminuzione della capacità aggreganti delle coalizioni che può essere misurata in 16 punti percentuali: infatti la proporzione di liste che sostengono i due candidati principali (collegati con PD e PDL) scende dal 73,2% al 57%.
Infine bisogna sottolineare un dato in controtendenza con il generalizzato aumento delle liste: il numero medio che sostiene i candidati sindaco di centrosinistra diminuisce fra 2006 e 2011. Infatti, se erano 8 oggi sono meno di 6. Questo dato non è comunque incoerente con il quadro generale che abbiamo tracciato: infatti può essere letto come una ulteriore conferma della crisi del bipolarismo nel nostro paese. In quest’ottica può essere facilmente interpretata anche la sostanziale stabilità del numero medio di partiti di centrodestra (da 6 a 6,4), che comunque guadagna la palma di coalizione più frammentata (da -2 a +0,5 nei confronti del centrosinistra).
Tabella 1.
La Tabella 2 mostra l’evoluzione dell’offerta in ciascuno dei 30 comuni capoluogo dalla precedente elezione amministrativa a quella di quest’anno. Nell’ultima colonna si segnalano le differenze riscontrate nell’offerta attuale rispetto al quadro nazionale delle alleanze.
Soltanto in 8 comuni su 30 l’offerta rispecchia l’attuale quadro nazionale, con la presenza di un Polo di destra (Pdl, Lega e la Destra), uno di sinistra (Pd, Idv, Sel) e un Polo di centro (Udc e Fli). Questa situazione è presente a Milano, Torino, Bologna, Arezzo, Siena, Varese, Barletta, Benevento.
Negli altri 22 comuni si registra un’offerta di diverso tipo: a Trieste la Lega presenta un proprio candidato, in opposizione a quello del centrodestra. Per il resto il centrodestra è ovunque compatto.
Per quanto riguarda le divisioni interne al centrosinistra: in 4 comuni l’Italia dei Valori corre da sola (Napoli, Novara, Salerno, Carbonia). A Rimini e Grosseto è la Sel a defezionare la coalizione. In altri 4 casi Idv e Sel appoggiano insieme un candidato diverso da quello del Pd (Rovigo, Pordenone, Cosenza e Reggio Calabria).
* STANDARD: PDL, LEGA LA DESTRA; PD, IDV, SEL; UDC E FLI
Tabella 2.
Le più frequenti spaccature si registrano nel campo del Terzo Polo: in 4 comuni (Ravenna, Rimini, Trieste e Rovigo) Fli e Udc presentano ognuno un proprio candidato, in contrapposizione ad entrambi i poli principali, ma, inevitabilmente, anche in competizione tra loro. A Grosseto e Savona l’Udc è in coalizione con il centrosinistra, mentre in 11 dei 14 capoluoghi del Sud (Latina, Caserta, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Catanzaro, Carbonia, Iglesias, Olbia, Cagliari, Ragusa) l’Udc è alleato con il Pdl. Fli, quando presenta una propria lista, è sempre da sola tranne che a Ragusa e a Fermo (alleato con il centrodestra).
Riassumendo: in 29 comuni su 30 il centrodestra è compatto, mentre il centrosinistra è unito solo in 20 comuni su 30. Il Terzo Polo esiste solo in 12 comuni su 30.