di Federico De Lucia
Le elezioni regionali molisane hanno sancito la riconferma del Presidente uscente Iorio, che è riuscito a prevalere di un soffio sul candidato del centrosinistra Frattura. Sono stati solo 1.500 i voti di scarto fra i due, corrispondenti allo 0,8% dei voti validi. (https://brownshvac.net)
In Tabella 1 riportiamo i risultati della competizione fra i listini regionali dei candidati Presidente.
Tabella 1
Detto dello scarto minimo fra i due candidati maggiori, appare tanto significativa da meritare una nota la prestazione del candidato del Movimento 5 Stelle, Antonio Federico, che, con il 5,6% dei voti, potrebbe aver recitato un ruolo decisivo nel determinare il mancato sorpasso del centrosinistra ai danni dello schieramento conservatore, alla guida del governo regionale da 10 anni.
Nel grafico riportato in Figura 1 è possibile osservare l’evoluzione dei rapporti di forza fra centrodestra e centrosinistra, per quanto riguarda i voti ai listini regionali (voto maggioritario), in tutte e quattro le tornate elettorali regionali molisane della Seconda Repubblica.
Figura 1
Come si vede, dopo un momento di iniziale equilibrio (elezioni del 1995), il centrodestra ha ottenuto una vittoria schiacciante nel 2001, anno nel quale è iniziato il primo mandato del Presidente attuale. Da allora però, il consenso allo schieramento di Iorio è andato costantemente calando. Nel 2006, in un momento nazionale molto favorevole alla coalizione di centrosinistra, Iorio, pur perdendo 4 punti rispetto a cinque anni prima, era riuscito a confermarsi Presidente con uno distacco nettissimo dal suo avversario. In questa tornata, invece, la vittoria è arrivata sul filo di lana, e questo a causa di un ulteriore arretramento dello schieramento conservatore. A confronto con il 2006, infatti, il centrodestra ha perso più di sette punti percentuali, per un totale, in termini assoluti, di quasi 23.000 voti. Assolutamente troppi per poter essere giustificati dalla decrescita della partecipazione (l’affluenza è passata dal 65,1 al 59,8%), che invece è sufficiente a spiegare il calo, in termini assoluti, del centrosinistra. La coalizione progressista infatti, pur perdendo circa 8.000 rispetto al 2006, a livello percentuale è rimasta sui livelli delle scorse elezioni regionali, attorno al 46%.
Il distacco fra i candidati delle due coalizioni si è dunque ridotto moltissimo (dall’8 allo 0,8%). Non abbastanza però da consentire al centrosinistra il sorpasso, anche se veramente di un soffio.