Il sondaggio Cise Economia di aprile 2012 (1500 interviste telefoniche condotte tra il 5 e il 12 aprile) ci dice che la luna di miele degli italiani con il “governo dei professori” si è conclusa. Dopo aver beneficiato, nei primi mesi di attività, di un altissimo livello di fiducia, oggi il nuovo esecutivo non ha più il favore della maggioranza degli italiani. Come vediamo nella figura in basso, la percentuale di coloro che esprimono un giudizio molto o abbastanza positivo è del 43,8%, contro un 56,2% che invece giudica il nuovo governo molto o abbastanza negativamente.
In particolare, ciò che dovrebbe preoccupare maggiormente Mario Monti e i suoi colleghi di governo è la rilevante discrepanza tra le due opzioni di risposta estreme: quasi un rispondente su quattro ritiene questa esperienza di governo come “molto negativa” contro solo un 3% di giudizi “molto positivi”. Incrociando il giudizio sull’operato del governo con l’autocollocazione politica dei rispondenti, emerge che l’unico gruppo in cui l’esecutivo gode al momento di una maggioranza è quello degli elettori che si definiscono di sinistra o di centrosinistra: la somma di giudizi molto positivi e abbastanza positivi si attesta infatti al 50,9%. Fra gli elettori del centro, di centrodestra e di destra non ci sono grosse divergenze, con il 42-43% di favorevoli. Particolarmente critici del governo Monti si dimostrano invece quanti rifiutano di collocarsi sull’asse destra-sinistra: in questa categoria appena uno su tre ne approva l’operato fin qui.
Abbiamo anche chiesto ai nostri intervistati di collocare il governo lungo l’asse destra-sinistra a partire dall’operato di questi primi mesi. Una porzione pari circa ad un quarto del campione non ha risposto a tale domanda; la figura qui sotto riporta invece i dati percentuali di quanti hanno fornito una risposta. La maggioranza degli intervistati colloca il governo dei tecnici al centro (29%), ma sommando destra con centrodestra e sinistra con centrosinistra, si osserva come il 49% del campione lo percepisca alla destra del centro, mentre solo il 22% lo collochi alla sua sinistra.
Alla luce di questo dato appare paradossale come siano proprio gli elettori di sinistra gli unici ad approvarne l’operato, anche perchè dall’incrocio fra collocazione del governo ed autocollocazione si osserva come questi siano anche il gruppo che maggiormente percepisce il governo Monti e il suo operato come di destra (54%). Parallelamente si verifica la stessa cosa negli elettori di centrodestra che collocano il governo a sinistra assai di più della media (25%); bisogna comunque sottolineare come il fenomeno sia più ridotto e come in realtà siano i non collocati a percepire Monti più a sinistra (31%). Resta però comune a elettori di centrodestra e centrosinistra il fenomeno del contrasto, per cui ciascun gruppo tende a collocare l’oggetto lontano da sè. Molto interessante, in questo senso, è il dato degli elettori centristi che appare in controtendenza: infatti si registra il massimo delle collocazioni al centro del governo, con quasi il 40%. Per questo gruppo si ha dunque un meccanismo opposto: non contrasto, ma assimilazione.
Scendendo nel dettaglio delle singole misure adottate dal governo Monti, gli intervistati confermano questo atteggiamento di criticità: come vediamo dalle figure in basso, chiamati a dare un voto da 0 a 10 su 6 temi di cui si è occupato il governo, solo la lotta all’evasione fiscale riceve l’approvazione dell’opinione pubblica, con un punteggio medio di 6,7 e il 77% dei rispondenti che gli assegna una valutazione dal 6 in su.
Tutte le altre 5 misure risultano sotto la sufficienza: alcune, come il miglioramento dei conti pubblici (media 5,6), le semplificazioni burocratiche (5,5) e le liberalizzazioni (5,2) ricevono un giudizio mediocre, mentre sulla riforma del mercato del lavoro (media 4,6) e soprattutto sulle pensioni (4,1) la bocciatura degli italiani è più netta.
Proprio sui provvedimenti in materia pensionistica, è interessante notare che oltre un quinto del campione (il 21,3%) assegna un punteggio “estremo” di 0. Sulle altre quattro misure giudicate negativamente, invece, prevale la moderazione, con la maggior parte degli intervistati che si colloca sulle opzioni di risposta intermedie (5 e 6) con la parziale eccezione della domanda sulla riforma del mercato del lavoro, altro punto debole del governo (coloro che rispondono “0” sono il 16,7%).